Arriviamo col nostro test della Sony NEX-7 da buoni ultimi, quando ormai questa gloriosa fotocamera, la prima della famiglia NEX a vantare qualità costruttiva, mirino e risoluzione da primato, sta per andare in pensione. Però possiamo vantarci di averla provata per mesi e mesi andando oltre i soliti pochi giorni che spesso sono alla base delle tipiche "impressioni d'uso"; a volte, inutile nasconderselo, i cosiddetti test di alcuni blog/siti/riviste derivano da poche ore di utilizzo. D'altro canto, i test solo strumentali non la raccontano tutta e la qualità di una fotocamera emerge con l’utilizzo prolungato sul campo; idem per i difetti.
L’esemplare di NEX-7 in nostro possesso non ha dato alcun problema e la fotocamera si è sempre dimostrata affidabile e gradevole da adoperare, con prestazioni di tutto rispetto. Anche se il sensore oggi non è certo il primo della classe alle alte sensibilità, non è neanche da buttar via, e l’acquisto di una NEX-7, sia nuova che d’occasione, può essere ancora consigliabile. Unico vero limite della NEX-7 è, a mio avviso, lo zoom di serie, assolutamente non all’altezza del sensore (è lo stesso 18-55 a corredo delle prime NEX e, per quanto ben più che accettabile sulla NEX-5, è messo subito alla corda dai 24Mpx della NEX-7). Ovviamente la NEX-7 non si compra per utilizzarla solo con lo zoommettino di serie, ma c’è da dire che il sistema di obiettivi dedicati al sistema NEX sta cominciando a diventare un po’ più ricco giusto adesso e continua a mancare quello che per me sarebbe l’obiettivo giusto, vale a dire uno zoom standard 16-80 (o poco meno; comunque un 24-120 equivalente o giù di lì) di qualità, magari siglato Zeiss come avviene per il sistema Alpha. Il nuovo pancake 16-50, pur andando un po' meglio del vecchio 18-55 (si veda il test su Nadir pubblicato qui), continua a non essere adeguato ad un corpo di tali qualità e prezzo.
La NEX-7 ha lo stesso sensore della A77, ma - come ho già potuto verificare confrontando la NEX-5n e la A37 - va un po’ meglio alle alte sensibilità. Questo avviene perché la pellicola semitrasparente delle varie A37/57/77 ecc. assorbe un po’ di luce e, facendo dei confronti alle stesse sensibilità nominali, di fatto le fotocamere SLT devono utilizzare una sensibilità lievemente superiore, e questo è il motivo del maggior rumore.
In mano.
Decisamente “importante” e ben fatta, s’impugna bene e tutti i comandi si utilizzano con facilità a patto di non avere le mani troppo grandi. Le maggiori dimensioni rispetto alla NEX-5 sono servite ad accogliere l’ottimo mirino elettronico, due ghiere ed a distribuire meglio i vari pulsanti. Se tutto questo è molto bello, non posso negare di rimpiangere le dimensioni minime e quasi tascabili della NEX-5 che, con il nuovo pancake 16-50 o con il 16mm F/2.8, diventa davvero quasi una compatta. L’estetica può essere un fatto personale, ma la NEX-7 è comunque molto elegante, professionale e s’impugna bene. Rispetto alla NEX-5, come dicevo, può vantare un ottimo mirino elettronico ancora oggi al vertice della categoria e, finalmente, il flash integrato (ho sempre detestato il flash separato della NEX-5 e non l’ho mai portato con me né lasciato montato fisso come molti). Sono tornati, invece, i vecchi occhielli per la tracolla: detestabili 20 anni fa, inconcepibili oggi. Per quanto mi riguarda non ho adoperato la tracolla sulla NEX-5 e non l’ho usata neanche sulla 7, preferendo una piccola cinghia da polso che apparteneva alla Contax T.
Il corpo della fotocamera è in lega di magnesio, cosa che accresce la sensazione di qualità; in generale si ha l'impressione di uno strumento professionale e l’impugnatura surdimensionata e rivestita in gomma, oltre alla bella verniciatura nera, fanno il resto.
Display e mirino non deludono: vantano luminosità e contrasto eccellenti, e mostrano l’immagine con notevole fedeltà (mai avuto delusioni nel successivo passaggio delle immagini sul computer). Il display è ben visibile anche di giorno all’aperto salvo situazioni estreme in cui si trova la salvezza grazie all’impostazione “Tempo soleggiato”. A me è servito adoperarla solo una volta durante una visita agli Scavi di Pompei in un giorno di sole e devo dire che funziona davvero bene anche se la percezione delle immagini viene falsata, in quanto viene aumentata moltissimo la saturazione. Il display, come sempre sin dalle prime NEX, si può muovere verso l’alto e verso il basso, purtroppo non verso la parte anteriore per eventuali autoscatti. Il mirino mostra il 100% dell’area inquadrata (come non ricordare quando la copertura del 100% era esclusiva delle reflex più costose e professionali?) e può mostrare, volendo, tutti i dati relativi allo scatto. I menu sono simili a quelli delle altre NEX, abbastanza immediati e, per chi ha già una certa esperienza, molto intuibili senza dover consultare il libretto d’istruzioni. Il sistema di comandi (detto Tri-Navi) richiede un po' di pratica per capire come gestire le ghiere, ma una volta che ci si è fatta la mano, tutte le regolazioni essenziali si trovano a portata di dito e non diventa più obbligatorio mettersi a navigare tra i vari menu (come invece accade con le NEX 3 e 5, rivolte del resto ad un pubblico differente).
Sul campo.
Al di là delle precedenti considerazioni (fotocamera ben realizzata e pratica da usare), restano sempre le domande “L’esposizione sarà perfetta? La messa a fuoco sarà rapida e precisa? Come sarà la qualità delle foto scattate?”. Rispondendo in ordine, l’esposizione è precisa nella maggior parte delle situazioni - anche le più critiche - ed in tutte le modalità. Del resto, nei casi in cui gli automatismi sbagliano, lo si vede immediatamente sul display o nel mirino ed è facile effettuare al volo le dovute correzioni: è uno dei vantaggi dell'usare un mirino elettronico anziché ottico. Anche il bilanciamento del bianco in automatico è abbastanza affidabile, per quanto preferisca effettuarlo in manuale visto che la NEX-7 ha gli stessi difetti tipici delle Sony che ho avuto modo di provare negli ultimi anni: un bilanciamento del bianco troppo freddo in luce diurna e troppo caldo in luce artificiale. In particolare, la calda luce dorata del primo pomeriggio viene corretta alla perfezione, il che non è certo un pregio. Peccati veniali, visto che correggere il bilanciamento del bianco è questione di un attimo con qualsiasi programma di fotoritocco. La messa a fuoco, per contrasto su 25 aree, è molto rapida (tenendo conto che non stiamo parlando di una reflex, beninteso) e precisa, e si hanno dei problemi solo in condizioni di bassa luminosità o basso contrasto. Da segnalare l’estrema praticità del sistema “Focus peaking” per la messa a fuoco manuale, cosa utilissima non tanto per adoperare in manuale le ottiche della NEX, ma per focheggiare correttamente con ottiche provenienti da vecchi corredi fotografici (nel mio caso, con un anello da pochi Euro comprato già per la NEX-5, continuo ad adoperare con soddisfazione le ottiche Zeiss del corredo Contax).
Il piccolo flash incorporato è davvero minuscolo e poco potente, ma svolge egregiamente il suo compito di sostegno nelle cene con gli amici e come flash di schiarita. Di più non ci farei nonostante ci siano molte opzioni di controllo, ma non ho mai amato la luce dei piccoli flash e questo della NEX-7 non fa eccezione. Il doppio snodo di sostegno ha un aspetto molto fragile anche se, fortunatamente, non ho avuto modo di verificarne la robustezza.
La qualità delle foto è notevole, come si può vedere dalle foto pubblicate nonostante la riduzione per il web, soprattutto scattando in RAW visto che le immagini JPG sviluppate dal software interno sono sempre un po’ fiacche e, alle alte sensibilità, la riduzione del rumore è eccessiva e conferisce alle immagini un aspetto “fioccoso”. Partendo dal RAW, invece, il rumore alle alte sensibilità è visibile ma “secco”, cosa che conferisce una maggiore sensazione di nitidezza alle immagini. L’aspetto, quasi simile alla vecchia grana fotografica delle pellicole bianconero, non mi dispiace affatto ma, volendolo ridurre, si può sempre intervenire con una delle tante utility per la riduzione del rumore ottenendo in ogni caso risultati migliori che con lo sviluppo in camera. I 24Mpx della NEX-7 sono tanti e mostrano facilmente i limiti delle ottiche più modeste come, appunto, lo zoom di serie. Usando ottiche di qualità, anche vecchie e montate tramite anello adattatore, la musica cambia e la NEX-7 diventa un piccolo mostro in grado di dare grosse soddisfazioni, e non fa rimpiangere affatto di aver lasciato a casa la reflex di fascia alta, grazie anche ad un’ottima gamma dinamica. Grazie al supporto di vari amici - in particolare Nicola Prisco del quale pubblico alcune foto a corredo dell’articolo e ringrazio per l’amichevole disponibilità - ho avuto modo di verificare l’ottima qualità delle immagini della NEX-7 con ottiche Zeiss, Leitz e Nikon. La batteria dura un bel po’, più della media delle fotocamere di questo tipo, ma è facile farla durare pochissimo riguardando le foto e giochicchiando col display ed i menu; in ogni caso mai meno di 350-400 scatti effettuando anche delle riprese video.
Il problema della vignettatura magenta.
Il problema si manifesta con ottiche Leitz o Voigtlander con angolo di campo superiore al 35mm montate sulla NEX-7 con apposito adattatore, ma il problema, dovuto alla densità del sensore, dovrebbe manifestarsi anche con ottiche di altri costruttori e, tra l'altro, affligge anche i fortunati possessori di Leica M9 e non solo coi grandangolari, ma anche coi Noctilux. Tanto premesso, dopo varie prove e con l'aiuto di un particolare software il cui nome è "Cornerfix" (https://sites.google.com/site/cornerfix), l'amico Nicola Prisco è riuscito a risolvere questo fastidioso problema.
Non è stata un'operazione indolore, la procedura è lunga e complessa, ma i risultati, come si può vedere dalle foto di riferimento, sono eccellenti. A voi la pazienza di scaricarlo e seguire le istruzioni presenti nel sito. Cornerfix esiste sia in versione per Mac che per Windows.
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Conclusioni.
Comprare una NEX-7 - che al momento in cui scriviamo si trova intorno ai 900 Euro, IVA inclusa, solo corpo - per adoperarla con lo zoom di serie è inutile ed un vero peccato: tanto vale tenersi la vecchia NEX-5 che è, a parte tutto, più piccola e leggera. Se invece la si correda con obiettivi di qualità, il discorso cambia radicalmente. L’ho provata anche con lo Zeiss 24mm f/1.8 e, come per le vecchie ottiche adattate, è tutta un’altra musica quando si adoperano obiettivi di qualità. Rispetto alle NEX 3 e 5 si perde qualcosa in termini di leggerezza e compattezza, ma ci si ritrova tra le mani una fotocamera più "da fotografo" che, in effetti, richiama alla memoria i tempi di quando si andava in giro con una telemetro lasciando a casa la reflex.
Rino Giardiello © 04/2013
Tutte le foto sono di Nicola Prisco che ringrazio ancora per l'amichevole disponibilità.
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