SONY A6000
Il test della "viceammiraglia" della gloriosa serie iniziata con le NEX
Rino Giardiello, gennaio 2016

Nadir Magazine ©All'inizio le Alpha erano le reflex Sony ereditate dalla Minolta; la prima (2006) fu la A100; la sigla era del tipo Axxx. Poi, nel 2010, persero lo specchio tradizionale e divennero "SLT" (con uno specchio fisso e semitrasparente), con sigla del tipo Axx; ma la gente continuò a chiamarle "reflex" perché avevano bene o male la forma di una reflex ed un "simil-pentaprisma". Poi arrivarono le NEX: piccole, leggere, senza mirino (le 3 e le 5) ma con sensore APS-C - quindi "prestazioni da reflex" - e nessuno ebbe dubbi che fossero un prodotto diverso dalle Alpha, a partire dalla baionetta. Ma poi i geniacci del marketing Sony decisero di chiamare Alpha tutte le fotocamere ad ottica intercambiabile, e Cybershot tutte quelle ad ottica fissa. Quindi anche le NEX sono della famiglia Alpha, ed a dirla tutta hanno perso la sigla NEX: ora si chiamano A5000, A6000, ecc.; per non parlare della rivoluzione avvenuta con la serie A7, la "full frame compatta" - anche questa, ovviamente, è una Alpha.

Dunque sono tutte "fotocamere Alpha"; ovviamente le reflex tradizionali con lo specchio sono un lontano ricordo (Sony non ne fa più dal 2010, l'anno delle ultime uscite A560 e A580), ma le baionette sono diverse (innesto Sony-A, cioè il classico Minolta AF, per le reflex e le SLT; innesto Sony-E per le A7 e per le NEX/Axxx); le ottiche sono incompatibili a causa del diverso tiraggio; sulle fotocamere con innesto E, però, è possibile adattare praticamente qualsiasi obiettivo esistente (ovviamente con appositi anelli adattatori), grazie al ridotto tiraggio della baionetta E.
La confusione tra i meno esperti regna sovrana e, in fondo, sarebbe bastato continuare ad usare la sigla A per le discendenti delle reflex Minolta, la sigla E per la famiglia delle NEX e magari la sigla FE per le full frame nate dotate del medesimo innesto delle NEX. In tal modo, leggendo del nuovo modello "Sony E6000", non ci sarebbero dubbi nel capire che si tratti di una fotocamera formato APS-C dotata di innesto E. Una "FE6000" sarebbe una fotocamera full frame dotata di innesto FE. Nessun dubbio anche in questo caso. E' così difficile, Signori della Sony?

A parte i nomi e queste considerazioni che la Sony farebbe bene a tenere presente, eccoci con l'ultima discendente della famiglia NEX tra le mani. Un po' più grande e meno essenziale delle prime NEX, ma sempre basata sull'idea originale di "un po' di fotocamera intorno ad un sensore APS-C".
Grazie alle maggiori dimensioni ed alla presenza di un mirino elettronico, la A6000 senz'altro fa storcere il naso meno delle prime NEX il cui design era ridotto all'osso: se a suo tempo attirò subito una fascia di pubblico ben disposta verso le innovazioni, senz'altro ha dirottato molti altri utenti verso fotocamere dalle caratteristiche similari e vendute ad un prezzo maggiore, ma dotate di design tradizionale - come si confà ad una "vera macchina fotografica", possibilmente simile alle Leica M il cui fascino è indiscutibile...

La A6000 è un enorme balzo in avanti rispetto alla NEX-6 dalla quale deriva: maggiore risoluzione, processore molto più veloce e, soprattutto, un ottimo sistema di messa a fuoco ibrido che, sul campo, si è dimostrato molto veloce e privo di incertezze. La A6000 ha 179 punti dove viene rilevato il contrasto di fase per la messa a fuoco, pari al 92% della superficie del sensore: la NEX-6 ne aveva solo 99, pari al 50% della superficie del sensore. La differenza sul campo si nota e, anche se non posso confermare quanto asserito da Sony, cioè che la A6000 abbia la messa a fuoco più veloce del momento (ovviamente, la dichiarazione si riferisce al momento dell'uscita sul mercato della A6000), posso dire che va più che bene per l'uso per cui si sceglie una A6000. Se si fotografa lo sport o gli animali, non si compra la A6000, non fosse altro che per il corredo di ottiche a disposizione. Punto.

La risoluzione, che passa dai 16.1Mpx della NEX-6 a 24.3Mpx, è una delle più elevate al momento per le fotocamere APS-C ed il sensore Sony si comporta in maniera egregia anche grazie al processore Bionz X che si occupa di correggere anche la distorsione ed altri difetti delle ottiche (ovviamente Sony o comunque contenute nel database).

Rispetto alla NEX-6, la A6000 è ben più economica, ma nessuno regala nulla e Sony ha risparmiato come poteva, cioè con il mirino dotato di minore risoluzione ed eliminando il caricabatteria dalla confezione (la A6000 si può caricare tramite cavo USB collegandola a qualsiasi porta del computer o alimentatore a rete idoneo, come le A7).

Ph. Rino Giardiello © Nadir Magazine

Un bel "bianconero diretto" ottenuto con le impostazioni della fotocamera e senza postproduzione.

In mano
Come già per le NEX-6 e NEX-7, la A6000 si impugna bene grazie alla grande e confortevole impugnatura. La maggior parte dei comandi cade bene sotto al pollice che trova posto nell'apposito spazio sagomato e rivestito in gomma antiscivolo. Nessuna grande novità per i comandi ed il menu (migliorato) per chi è abituato alle fotocamere Sony. La ghiera sul tettuccio è un comodo ritorno al passato rispetto alle prime NEX che venivano regolate essenzialmente tramite menu. Bentornata anche una tradizionale slitta porta-flash sulla quale è possibile innestare diversi accessori. La A6000 è dotata di un piccolo ed efficiente flash incorporato. Anni fa non avrei trovato molto utile la presenza del modulo Wi-Fi incorporato, ma oggi le cose sono cambiate - dalla condivisione immediata di foto al salvataggio delle stesse su uno spazio di archiviazione online - e la funzione non mi dispiace affatto, anche se talvolta tende a perdere la connessione con lo smartphone.
E' possibile acquistare la A6000 solo corpo, ma di solito la si compra con lo zoom standard che è il minuscolo zoom 16-50 già provato in passato da Nadir. Rispetto al precedente test, però, lo zoom - soddisfacente sulle NEX - mostra i suoi limiti per colpa della maggiore risoluzione del sensore della A6000 rispetto a quello della NEX-6 sulla quale, pur essendo un'ottica comunque economica, non sfigurava. Il sensore della A6000, nonostante le apparenze da fotocamera compatta, è un sensore pari a quello delle migliori reflex APS-C (del resto Sony fabbrica sensori anche per Fuji, Pentax, Nikon…) e, pertanto, necessita di ottiche adeguate per poter essere sfruttato; viceversa, mostra i limiti degli obiettivi meno performanti. Come zoom standard e tuttofare, sulla A6000 offre prestazioni leggermente migliori il vecchio 18-55 che equipaggiava le NEX, ma le dimensioni sono ben diverse ed addio tascabilità!

© Rino Giardiello e Nadir Magazine

Un soggetto molto semplice che ha evidenziato come il sensore della A6000 offra il meglio con ottiche di buona qualità. La foto è stata scattata con un vecchio Yashica 55/2.8 Macro e la resa è ottima! (vedi crop al 100%)

Sul campo
La Sony A6000 è piacevolissima da adoperare e permette di portare a casa foto di eccellente qualità anche se questo dipende molto dall'obiettivo adoperato. Inutile avere un ottimo sensore da 24.3Mpx se poi la resa ai bordi del 16-50 è quasi penosa (voglio ribadire, al riguardo, che il piccolo zoom 16-50 fu da noi provato sul corpo nella NEX-6 e fu reputato più che dignitoso per il prezzo, ma - a quanto pare - mostra tutti i suoi limiti su sensori con risoluzione maggiore di 16Mpx). All'inizio pensavo che la A6000 fosse solo una "NEX-6 rinnovata", ma non è così ed è facile accorgersene sin dai primi scatti, per la loro bontà anche in totale automatismo ed aprendo poi i file - RAW o JPEG - con un apposito programma di fotoritocco.

La stabilizzazione è molto efficiente e permette di fotografare a mano libera con tempi impensabili, ma ho trovato limitate le possibilità di movimenti del display, forse perché sono abituato troppo bene a quello della A99 che praticamente non ha limiti. Una funzione che dovrebbe essere utile ma io ho trovato allucinante, è la "Auto Object Framing", vale a dire che il software della A6000 ritaglia le foto nel modo che reputa migliore in barba alle vostre inquadrature. Forse sarà anche un valido aiuto nel caso dei fotografi alle prime armi, ma ogni volta che provavo a fare un ritratto a mezzobusto col soggetto decentrato, mi ritrovavo puntualmente un'inquadratura da fototessera: disabilitata subito nonostante la Sony salvi sia la versione originale che quella ritagliata, ma questo porta praticamente al quasi raddoppio delle foto scattate (le foto ritagliate non pesano di meno, ma hanno le stesse dimensioni delle foto originali e sono ottenute tramite zoom digitale e relativa interpolazione).

Nadir Magazine ©

A sinistra il mio scatto originale, a destra il crop automatico deciso dalla A6000: posso anche capire le sue preferenze e sarà un caso limite, ma non va bene eliminare del tutto una persona!

Il piccolo flash incorporato, invece, fa bene il suo dovere ed è valido anche come luce di schiarita bilanciando perfettamente le luci e con la possibilità di regolare il suo intervento.
La durata della batteria può variare enormemente a seconda delle opzioni adoperate; non è una questione di numero di scatti ma di uso: è bene cercare di capirlo. Se giocate in continuazione col display, il menu, lo zoom ed il Wi-Fi, la batteria si prosciugherà rapidamente anche senza scattare foto. Con un uso normale, quello che faccio io da sempre (non uso il Wi-Fi, non gioco con lo zoom e non riguardo o seleziono le foto in continuazione), è facile superare i 300 scatti.

Nadir Magazine ©

L'effetto "acquerello" che si può rilevare sulle foto scattate in jpeg e visionate al 100%. Lo scatto in alto è a soli 400 ISO e quello in basso a 1000. Cliccare sulle foto per i crop al 100%.

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Conclusioni
La qualità delle immagini scattate con la A6000 è generalmente molto buona grazie all'ottimo sensore ed al valido software incorporato che permette di ottenere delle JPEG quasi perfette. Sono riuscito ad ottenere di meglio - alcune volte ed in condizioni difficili - solo sviluppando personalmente il RAW con un ottimo programma di fotoritocco e perdendoci molto tempo. Anche la riduzione del rumore in-camera è davvero efficace e passa quasi la voglia di scattare in RAW ma, attenzione, c'è sempre il rischio di ottenere quello che chiamo "effetto acquerello" perché Sony ha sempre avuto la tendenza a sovracorreggere il rumore e, purtroppo, è facile ritrovarsi con foto "acquerellate" anche a soli 400 ISO (vedi foto). Nell'uso di tutti i giorni, il comportamento della A6000 è ottimo ed allineato alla migliore concorrenza anche alle alte sensibilità. Molto buona la gamma dinamica, che arriva quasi a competere con alcune reflex full frame (uno stop di differenza, tenendo presente che stiamo paragonando una compatta APS-C contro una reflex FF, è un valore davvero buono). Anche se la Sony dichiara ottime prestazioni sino a 25600 ISO, io trovo ottimi i risultati - scattando in RAW - sino a 1600 anche se a 3200 il rumore è accettabilissimo ed i puntini colorati si cominciano a vedere a 6400 ISO. Più che il rumore ed i puntini colorati, dopo i 3200 ISO trovo poco gradevole la perdita di vivacità e contrasto delle foto, mentre la nitidezza si mantiene su livelli ancora buoni.
Globalmente la A6000 è una fotocamera davvero valida ed interessante, comoda e tascabile, ottima sia come secondo corpo "da passeggio" che come unica fotocamera per chi non necessita la reflex; tra l'altro, oggi che sta per uscire il nuovo modello, si trova ad un prezzo estremamente interessante.

Rino Giardiello @ 01/2016
Riproduzione Riservata

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Scattare in RAW anziché in JPG permette di evitare l'effetto "acquerello" e, nello stesso tempo, di migliorare notevolmente la nitidezza anche dello zoom 16-50 di serie. Cliccare sull'occhio e sulla zip del giaccone per due crop al 100%.