Cosa vorreste da un telezoom dalla ridotta escursione focale ma dalla notevole luminosità costante di ben F/1.8? Tanta qualità, ovviamente, visti anche il peso, le dimensioni ed il prezzo. Il Sigma 50-100mm f/1.8 DC HSM Art manterrà le promesse? Verifichiamolo dopo una lunga ed approfondita prova sul campo.
Sigma ci sta davvero sbalordendo con i suoi obiettivi serie Art, che oggi sono in grado di competere con i migliori obiettivi originali per prestazioni e qualità costruttiva e sono venduti ad un prezzo che spesso è la metà. Alcuni obiettivi, come il 50-100 di questo articolo, sono anche privi di obiettivi corrispondenti nei corredi originali, in particolare per la luminosità costante di F/1.8 che lo pone come ottima alternativa anche alle corrispondenti ottiche fisse.
Lo zoom Sigma 50-100mm f/1.8 DC HSM Art (75-150mm equiv.) copre solo il formato APS-C, un vero peccato perché un obiettivo del genere avrebbe fatto gola anche per il corredo Full Frame. Ho notato, però, che non copre l’APS-C “tacca tacca”, ma è un po’ più abbondante: non ho avuto modo di verificarlo, ma potrebbe essere che sia in grado di coprire il sensore APS-H (che è un po’ più grande dello APS-C) della nuova Sigma sd Quattro H.
Lo schema è di 21 lenti, di cui alcune speciali a bassa dispersione, in 15 gruppi. Da tener presente che, essendo un Sigma di nuova generazione, è compatibile con l’accessorio “USB Dock” che permette la calibrazione di fino degli obiettivi ed alcune personalizzazioni.
In mano
Il Sigma 50-100mm f/1.8 DC HSM Art è grande, pesante e ben costruito: si vede che è un obiettivo di classe superiore anche dalle rifiniture, dalla cura per i dettagli e dall’eleganza del design. Ha il paraluce a corredo ed un anello con attacco per il treppiedi, indispensabile per non far gravare tutto il peso sulla baionetta della fotocamera e per renderlo più bilanciato quando lo si vuole utilizzare con il treppiedi o il monopiede. L’anello ruota attorno all’obiettivo e permette di adattare velocemente l’inquadratura da orizzontale a verticale, e si può fermare in qualsiasi posizione intermedia con una vite di blocco. L’anello è al posto giusto che, però, è anche dove verrebbe spontaneo impugnarlo (la mano vorrebbe andare tra l’anello e la ghiera dello zoom) e questo costringe a spostare la presa verso l’estremità, dove Sigma ha infatti messo una comoda ghiera per la messa a fuoco. Il peso, ben 1490 g, si fa sentire sia durante l’uso che nel trasporto, come pure i 17 cm di lunghezza, ma è il giusto prezzo da pagare per un obiettivo così luminoso. La luminosità massima di ben F/1.8 e la lunghezza dell’obiettivo restano immutati con il variare della focale.
Sul campo
La resa di questo zoom è straordinaria e, se non fosse per le rilevazioni meticolose che ho fatto in studio, potrei dire che la resa sia sempre identica a tutte le focali ed a tutti i diaframmi, dal centro ai bordi. Solo effettuando numerosi scatti al medesimo soggetto e confrontando le foto al 100% su un buon monitor si possono notare le differenze, in ogni caso davvero minime.
Due immagini scattate a 50 e 100mm ad F/8. Sotto i rispettivi crop al 100%. Impossibile chiedere di più ad uno zoom! Cliccare sull'immagine per vederla più grande.
Le prestazioni del Sigma 50-100 Art si possono riassumere in 5 punti:
1) Resa molto costante a tutte le focali ed a tutti i diaframmi.
2) Differenza tra centro e bordi minima.
3) Risolvenza molto elevata già ad F/1.8, raggiunge i valori massimi ad F/2.8 e li mantiene ad F/4 ed F/5.6 per poi diminuire lentamente.
4) Le immagini ad F/1.8 sono appena un po’ morbide e meno contrastate che ad F/2.8, diaframma al quale la brillantezza e la nitidezza delle immagini del 50-100 sono ai massimi livelli.
5) Diaframmare da F/2.8 ad F/5.6 è solo per guadagnare profondità di campo (se serve) o per abbassare il tempo di scatto perché la resa è ormai arrivata al suo massimo.
Come dicevo prima, l’uniformità della resa di questo zoom è straordinaria e, poiché si compra un obiettivo così grande e pesante per la sua luminosità, è proprio a tutta apertura che si può sfruttare senza il timore di ottenere foto mediocri. La leggera morbidezza a tutta apertura, oltre a non essere disprezzabile nei ritratti, è facilmente recuperabile in postproduzione.
La vignettatura è presente a tutte le focali ed era presumibile vista la grande luminosità di questo zoom, ma scompare quasi del tutto diaframmando ad F/4 - anche se oggi basta un click per eliminarla.
La distorsione è, invece, a livelli minimi - zero intorno a 60-70mm - ed è rilevabile con difficoltà anche fotografando soggetti geometrici. Anche in questo caso, basta un click per correggerla del tutto, come per le leggere aberrazioni cromatiche presenti a tutta apertura.
Ma la risolvenza non è tutto ed il Sigma 50-100mm f/1.8 DC HSM Art riesce a fornire immagini nitide e gradevoli in tutte le situazioni. Volendo essere pignoli, a fronte di qualsiasi rilevazione strumentale, le immagini a TA sono sempre un filino morbide, ma diventano molto nitide e contrastate a F/2.8. Le prestazioni migliori si ottengono intorno ad F/2.8, diaframma ottimale anche per il contrasto e la brillantezza.
Un ritratto di eccellente qualità, nitidezza e resa cromatica scattato a 50mm alla modella Natalia durante il Primo Incontro Foveon in Abruzzo. In basso, un crop al 100%.
Il trattamento antiriflesso è buono e superiore alla media anche se è inutile aspettarsi miracoli da uno zoom di tale luminosità con una lente frontale da 82mm di diametro.
Il Sigma 50-100mm f/1.8 DC HSM Art è dotato di motore ultrasonico interno e questo significa che la messa a fuoco è ragionevolmente veloce e silenziosa. La precisione della messa a fuoco dipende dall’abbinamento con il corpo macchina: io non ho avuto il benché minimo problema provando la versione dotata di baionetta SA, cioè per fotocamere Sigma e l’ho provato, come si può vedere nelle foto, con il modello “sd Quattro”. Giocando in casa, la precisione di messa a fuoco è sempre stata perfetta, ma è possibile comunque calibrare la lente con il “Sigma Dock”. Molto facile mettere a fuoco in manuale con la comoda ghiera gommata all’estremità dello zoom. La distanza minima di messa a fuoco di 95 cm è più che sufficiente per un uso generico e per fotografare soggetti per i quali non sia richiesto l’elevato rapporto d’ingrandimento di un vero obiettivo macro.
Molto gradevole lo sfocato a 100mm ad F/2. Cliccare qui per vedere il crop al 100%.
Bokeh
La massima apertura di F/1.8 a tutte le lunghezze focali è utilissima per isolare il soggetto dallo sfondo e l’effetto di sfocatura che si può ottenere è notevole, pari a quello di un’ottica F/2.8 sul formato Full Frame, ma ancora più notevole è la sua qualità. Il diaframma circolare a 9 lamelle svolge perfettamente il suo compito, ma è merito del progetto ottico se lo sfocato è sempre morbido ed avvolgente, mai “nervoso”, anche se, come sempre, quando si parla di sfocato ogni valutazione diventa soggettiva. In ogni caso, uno sfocato gradevole e degno delle migliori ottiche fisse anche su sensori di dimensioni maggiori.
Contributo dello sfocato alla focale di 50mm. Notevole la nitidezza anche a F/2.8 (cliccare qui per vedere il crop al 100%).
Conclusioni
Difficile concludere perché mi pare di ripetere sempre le stesse cose: il Sigma 50-100mm f/1.8 DC HSM Art è un ottimo obiettivo per qualsiasi situazione amatoriale e professionale, il compagno perfetto per il Sigma 18-35 F/1.8 Art provato di recente. Purtroppo l’ottica non è stabilizzata altrimenti, grazie alla luminosità di F/1.8, si poteva fotografare in qualsiasi condizione di luce senza dover aumentare la sensibilità, mentre così la soglia del mosso è la stessa che si otterrebbe con un F/2.8 stabilizzato, ovviamente senza considerare i vantaggi della maggiore apertura per ottenere una minore profondità di campo. Il prezzo di circa 1000 Euro non è certo economico, ma più che proporzionato alla grande qualità offerta.
Rino Giardiello © 03/2017
Riproduzione Riservata