Rolleiflex SL35
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Famosa per le sue biottiche 6x6 la Rollei ha prodotto anche delle interessanti fotocamere 24x36 sempre di elevata qualità...
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CARATTERISTICHE FORNITE DAL FABBRICANTE:
Rolleiflex SL35 reflex monobiettivo 35 mm.
INNESTO OTTICHE: Baionetta Rollei.
OTTURATORE: Meccanico, Rollei, in tela gommata a scorrimento orizzontale sul piano focale, tempi di scatto da 1 sec. ad 1/1000 di sec. posa B, Sincro X ad 1/60 di sec., autoscatto.
MIRINO: pentaprisma fisso con vetro di messa a fuoco non intercambiabile dotato di microprismi in un piccolo cerchio centrale.
ALTRE CARATTERISTICHE: Una pila da 1,35V al mercurio alimenta il circuito delle 2 fotocellule al CdS che leggono l'esposizione sul vetro di messa a fuoco in stop-down con prevalenza del 90% nella parte centrale ed inferiore. Il pulsante di controllo della profondità di campo è anche il pulsante di attivazione dell'esposimetro.
DATI VISIBILI NEL MIRINO: Ago del galvanometro.
COMPATIBILITA' OTTICHE: tutte le ottiche con baionetta Rollei possono venir adoperate in semi stop-down.
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1:
il pulsante di scatto e 2: il pulsante di misurazione esposimetrica stop-down/controllo della PDC
1:
i contatti sinchro per il flash (la macchina è sprovvista di
contatto caldo, esiste solo una slitta porta-accessori opzionale) 2: il "feticistico" pulsante di sblocco dell'ottica, in metallo anodizzato in rosso, che resterà una costante in tutte le reflex Rollei di tutti i formati.
Il pulsante di scatto, sotto il comodo poggiadito tornito nasconde una filettatura standard per scatto flessibile.
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Quando sentiamo il nome "Rolleiflex" pensiamo subito alle classiche biottiche, che dagli anni '30 sono il simbolo stesso del fotogiornalista e del fotografo professionista. Bene, negli anni '70 la Rollei decise di entrare nel competitivo e remunerativo mercato delle reflex 35mm, in quel momento in pieno boom tecnologico. Così nel 1972 vede la luce la Rolleiflex SL 35. È subito evidente una grande arretratezza del progetto della macchina, che propone un sistema di misurazione della luce in stop-down, in un periodo in cui ormai quasi tutte le reflex sul mercato misurano la luce in TTL a tutta apertura. È uno stop down semplificato, d'accordo, affidato alla semplice pressione di un tasto, ma non ci vuole molta immaginazione per capire come poteva essere accolto dal pubblico. In un periodo di fermenti e di innovazioni, in cui si cominciava a parlare di automatismi, per una casa (anche se blasonata come Rollei) esordire in una fascia di mercato con un prodotto decisamente arretrato, che propone scomodità operative che gli utenti hanno già dimenticato, è un vero e proprio suicidio commerciale. A meno di non chiamarsi Leica o Harley Davidson, casi in cui imperano il mito ed il costume.
A nulla valsero le strategie di produzione, che per risparmiare sugli altissimi costi di produzione dei primi esemplari "made in Germany", imposero il trasferimento delle linee di produzione nei nuovi stabilimenti di Singapore.
A nulla valsero, inoltre, due parchi ottiche paralleli, su due fasce di prezzo, entrambi di qualità eccezionale. I più economici Rolleinar ed i più cari, ma superlativi Zeiss-Rollei e Schneider.
La Rolleiflex SL350, quasi identica alla precedente "SL35" ma priva del "Pulsante Della Vergogna" (si legga più sotto) viene prodotta in poche decine di migliaia di esemplari, prima delle "SL35M" e "SL35ME" e pone fine alla sfortunatissima prima serie di 35mm reflex di Rollei.
La SL35 è tipicamente Rollei, una macchina dalla meccanica raffinatissima, con linea leggera, apparenza compatta ed essenziale. Una costruzione senza compromessi con ottimi materiali. Purtroppo è tipicamente Rollei anche da altri punti di vista, la meccanica è complicata e costosa, ed ha la tendenza a dare un sacco di problemi se non viene usata con cura (eccezion fatta per le biottiche e le piccole "35").
In questo caso, purtroppo, le SL Rollei non fanno eccezione. Sono valutate poco, non si trovano pezzi di ricambio ed i riparatori non gradiscono metterci le mani. Se vi si rompe qualcosa e gliela portate vi manderanno da qualche altra parte (dal loro più odiato concorrente) e finirà che non ne farete neanche un soprammobile sennò la consorte vi caccia di casa
Il mondo fuori dalla mia finestra, come si vede dal mirino della SL35. A destra il classico ago del galvanometro che va centrato nella classica "forchetta".
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Un'ottica della primissima serie
(35mm Distagon f/2.8) si può
riconoscere a prima vista dal
controllo A/M sul barilotto,
che consente di usare l'ottica
in semi stop-down o in preselezione.
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La bambina...
volevo dire la macchina che ho provato è in mio possesso da circa 6 mesi, acquistata in condizioni a dir poco esemplari con un corredo di 3 ottiche Zeiss/Rollei: 35 f/2.8 Distagon, 50 f/1.8 Planar, 134 f/4 Teletessar.
L'impressione è quella di avere in mano un piccolo, sottile lingotto di metallo nero. Il design è minimale, rigoroso e curatissimo nei dettagli. La qualità meccanica, il "feeling" dei comandi si sente subito, è ad altissimi livelli, anche se non è la migliore che abbia provato. Vi state forse chiedendo che senso abbia comprare oggi una fotocamera con misurazione esposimetrica stop-down, che non è né un oggetto ambito dai collezionisti né una fotocamera dall'uso pratico? Vuol dire che non vi è mai capitato di tenere in mano una macchina fotografica e restare a bocca aperta dicendo "È perfetta!". A me è successo con questa, ed ora più che mai impazzisco quando vedo un qualsiasi oggetto che sfoggia la "R" col ricciolo, ho comprato altre lenti e raccolto tante informazioni. Sono tentato di comprare ogni oggettino (anche inutile) che sfoggi la "R", comprese fotocamere inservibili, per le quali non esiste più pellicola. Sto diventando un collezionista?
Ma com'è andare in giro a fotografare
con questa macchina? Beh, bellissimo, ma bisogna avere tempo, prendersela
comoda. L'esposimetro è sensibile, ma lento nella risposta.
Bisogna avere la pazienza di aspettare che si fermi l'ago del galvanometro,
mentre la macchina è a diaframma chiuso, valutare nel frattempo
la profondità di campo, impostare il tempo giusto e poi ricontrollare
l'inquadratura prima di fare la foto.
Sembra tutto complicatissimo, ma già al secondo rullino non mi accorgevo di nulla, e scattavo tranquillo senza doverci pensare. Certo è più lento che non il punta-focheggia-e-spara di una semiautomatica, ma non tanto più lento che usare una semplice meccanica come una Yashica FX3 o Nikon FM2!
Il mirino è molto bello, luminoso ed assolutamente neutro nei colori, dotato di un cerchietto di microprismi al centro. Purtroppo è come se ci fosse una lieve correzione per presbiopia, un +0.5, che richiede un attimo di adattamento, ma può essere molto antipatico per un miope. In caso di scarsa luce mettere a fuoco diventa un'impresa, e cercar di vedere su di un fondo scuro la lancettina nera dell'esposimetro è una prova di nervi. Il movimento di carica è bello e fluido, come quello di un orologio svizzero, e dà un'idea di robustezza del meccanismo che non è illusoria. La levetta, lunga e sottile, è un pezzo unico di metallo verniciato in nero, di 3,5mm di spessore, appena ingrossato all'estremità con un piccolissimo inserto in plastica, che percorre nell'atto della carica un arco di 180°, anche in maniera addittiva, più 30° dalla posizione di riposo.
Lo scatto è morbido, a corsa piuttosto lunga e con pochissime vibrazioni grazie ad uno specchio particolarmente ben ammortizzato. Il pulsante di scatto si trova al centro del selettore dei tempi, ed è un liscio e confortevole dischetto di metallo satinato. Svitandolo (attenti a non perderlo, non è più spesso di un millimetro per otto di diametro) troverete l'attacco per lo scatto flessibile. Il pulsante a fianco della leva di carica è il "pulsante della vergogna" che previsualizza la profondità di campo e nello stesso tempo attiva l'esposimetro. Questo si potrebbe chiamare un "semi stop-down", perchè consente di mettere a fuoco, impostare il diaframma desiderato e comporre l'inquadratura con l'obiettivo sempre a tutta apertura. Mi trovo spessissimo a confonderlo con il pulsante di scatto, essendo la prima cosa "premibile" che capita sotto il dito indice appena ho inquadrato, ma poco male, sarebbe più grave scattare senza aver preso l'esposizione!
Attenzione alla compatibilità degli obiettivi! La SL35 può montare TUTTE le ottiche prodotte da Rollei per le sue reflex 35mm (Zeiss, Rolleinar, Voigtlander, Schneider) ed utilizzarle col suo peculiare sistema di misurazione. Le ottiche della prima serie, fatte apposta per questa macchina, però, sono PRIVE DEL SIMULATORE DEL DIAFRAMMA, perciò se le montate su di un qualsiasi altro corpo Rolleiflex questo le potrà far funzionare solo in un normalissimo stop-down a preselezione, ed il selettore posto sull'ottica dovrà essere spostato su "M", altrimenti l'esposizione sarà scorretta!
Luca Vascon © 10/2001
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