Perché Reflex e Modern Photography
Chiunque, su Internet, può pubblicare i test di fotocamere ed obiettivi scopiazzandoli, in tutto o in parte, dalle riviste normalmente vendute in edicola. Non è stata questa la strada seguita da Nadir sin dall'inizio. A parte l'illegalità dell'operazione, Nadir ha sempre cercato di fornire ai lettori delle prove su strada basate sull'esperienza personale, spesso molto prolungata nel tempo: un modo prezioso e sicuro per mettere in evidenza i pregi ed i difetti. Si tratta di opinioni ed esperienze personali, è vero, ma sono eseguite con lo scrupolo e l'imparzialità di chi ha trasformato in professione la propria passione.

Oggi Nadir, grazie ad un accordo con la rivista fotografica Reflex, può affiancare i propri test pratici con quelli pubblicati da Reflex negli anni passati: non sono dei test qualsiasi ma a suo tempo erano stati realizzati dalla rivista Modern Photography, senz'altro una delle più prestigiose riviste degli anni passati.

Vi invito a leggere l'articolo di Giulio Forti che, nel 1982, spiegava ai lettori di Reflex come la rivista Modern Photography realizzava i propri test.

Rino Giardiello © 6/2000

VISITA A MODERN PHOTOGRAPHY

di Giulio Forti

Il laboratorio per i test degli apparecchi fotografici e degli obiettivi della rivista Modern Photography è universalmente riconosciuto come il più affidabile fra tutti quelli indipendenti. Il laboratorio, che si aggiorna costantemente con strumenti di altissima precisione, fornisce dati e misure dai quali viene elaborato il test che mensilmente REFLEX pubblica in esclusiva per l'Italia.

Una visione generale dei laboratori di Modern Photography. Sullo sfondo il grande tabellone con le mire ottiche per la prova degli obiettivi e, ai lati, due banchi con gli strumenti più importanti.

Il banco ottico di Modern Photography è stato realizzato con un telescopio astronomico Astrola. Il banco consente il controllo delle aberrazioni degli obiettivi sino a 300mm di focale.

New York. Nella redazione sulla Settima Avenue, in una grande stanza, è sistemato il famoso laboratorio per le prove degli apparecchi fotografici e degli obiettivi di Modern Photography, 700.000 copie vendute negli Stati Uniti e all'estero. La rivista americana è ritenuta dagli addetti ai lavori la più autorevole del mondo nel campo delle prove tanto che, molto spesso, nel clima di una profonda collaborazione, alcuni fabbricanti offrono alla redazione, con l'obbligo della riservatezza, prototipi di apparecchi perché vengano sottoposti al test di cui REFLEX ha l'esclusiva per l'Italia. Così qualche volta è successo, soprattutto in passato, che alcuni prototipi che non avevano superato il test di Modern, fossero stati riprogettati in base alle indicazioni fornite. Così le prove che il laboratorio è chiamato ad effettuare sono molto superiori a quelle che poi vengono effettivamente pubblicate. Oltre ai fabbricanti, molti progettisti o importatori chiedono alla direzione di Modern di poter usufruire delle loro attrezzature per conoscere fino in fondo quale apparecchio dovranno vendere sul mercato. Questo spirito di collaborazione è effettivamente importante perché è successo nella storia ultratrentennale del laboratorio di Modern che alcuni prodotti siano stati scartati da distributori oppure accantonati addirittura dai fabbricanti. In questo senso esso offre un servizio attivo nei confronti dei consumatori che non troveranno sul mercato quel prodotto così com'era: ma lo troveranno migliorato o non lo troveranno affatto.

A volte accade che un prodotto non superi gli standard di qualità previsti. Cosa succede in questi casi? Che, per la politica della rivista, il prodotto viene sottoposto ad una seconda prova per fornire, a richiesta del fabbricante o del distributore, le ragioni per le quali quel certo apparecchio non ha dato una buona prestazione complessiva.

Naturalmente la cosa interessante è quella di poter sottoporre a test, e al più presto, i nuovi apparecchi usciti sul mercato. Tutto ciò non è facile perché il test richiede un certo tempo e perché i tempi di produzione di una rivista mensile negli Stati Uniti sono molto più lunghi di quelli europei o italiani. In ogni modo, questo scopo viene quasi sempre ottenuto nel giro di tre mesi dall'uscita del prodotto sul mercato. Modern Photography, come tutte le riviste in genere e non solo nel settore della fotografia, riceve gli apparecchi da provare direttamente dalle case. Macchine ed obiettivi debbono giungere sigillati come appena usciti dalla fabbrica e quindi non debbono essere scelti appositamente. Se questo avviene, o se c'è il sospetto che questo possa essere accaduto, Modern Photography adotta una misura molto semplice: confronta i risultati ottenuti con il prodotto "ufficiale" con quelli dello stesso prodotto reperito a caso presso uno dei negozi di New York. Insomma la rivista vuole offrire sempre la garanzia ai propri lettori che gli apparecchi o gli obiettivi provati siano effettivamente identici a quelli distribuiti sul mercato. Ciò che è interessante, è che il test di Modern Photography non è un puro test di laboratorio. Infatti, e questo si tocca con mano leggendoli su REFLEX tutti i mesi o leggendo la raccolta di questo speciale, dopo la prova di laboratorio ogni apparecchio od obiettivo viene provato "su strada" e questa è la prova definitiva della validità di un prodotto. Infatti, può accadere che un apparecchio che abbia superato bene tutte le prove in laboratorio venga bocciato perché nell'uso pratico si rivela scomodo o troppo complicato da usare.

Il laboratorio di Modern Photography è, dunque, il più attendibile in tutto il mondo. Esso è cresciuto in moltissimi anni e si è perfezionato aggiornandosi sempre con le nuove tecnologie e con gli strumenti più fi sticati. L'ultimo arrivo è un computer Hewlett & Packard il quale, in base agli standard prefissi e memorizzati sugli obiettivi, e cioè prestazioni in funzione della focale, dell'apertura del diaframma, dei numero delle lenti e così via, fornisce direttamente i giudizi di qualità per le singole aperture di diaframma. Un altro strumento eccezionale della giapponese Kyoritsu, sostituisce almeno tre o quattro strumenti della generazione precedente. Esso infatti è in grado di fornire dati sull'otturatore (e quindi la sua precisione, la velocità delle tendine, la presenza di rimbalzi, di difetti o di anormalità di funzionamento, eccetera). Lo strumento serve anche per il controllo di tutta la parte esposimetrica sia per gli apparecchi manuali che automatici e programmati secondo una completa gamma di possibilità che vanno dalla misura dell'accuratezza delle varie coppie tempo diaframma a vari livelli di illuminazione, e per diverse sensibilità ASA, al controllo del funzionamento del flash.

I responsabili del laboratorio di Modern Photography, come anche noi di REFLEX del resto, hanno visitato la gran parte delle fabbriche di apparecchi fotografici in tutto il mondo, e, molto apertamente, riconoscono che molte delle prove e delle metodologie attualmente seguite sono nate anche dalla esperienza di case come Canon e Nikon e dalla consulenza del Japan Camera Inspection Institute, l'organismo che definisce gli standard minimi di qualità degli apparecchi fotografici giapponesi (molto bassi in realtà). Modern dall'esperienza di questi esperti è riuscita a organizzare al massimo livello il proprio sofisticato laboratorio nel quale, come ultimo arrivo, spicca un piccolo laser usato per controllare la perfetta perpendicolarità dell'apparecchio nei confronti del grande tabellone con le mire ottiche necessario al controllo della risolvenza.

LE PROVE DEGLI APPARECCHI

Abbiamo visto che la parola finale per stilare il giudizio complessivo di un apparecchio spetta alla prova pratica che viene eseguita in diverse condizioni accuratamente programmate in modo da riprodurre un ampio spettro di possibilità. In laboratorio, invece, si esamina scientificamente l'apparecchio ed, in modo particolare, si esamina la precisione dell'esposimetro e quella dell'otturatore. La precisione della misurazione dell'apparecchio in prova è data anche dal livello di qualità dei tester impiegati, degli apparecchi, cioè, che servono ad eseguire le misurazioni. Gli apparecchi della Kyoritsu rispondono a questi requisiti tanto che sono quelli ormai più diffusi sia nelle stesse fabbriche sia presso i vari laboratori di assistenza in tutto il mondo. Il nuovo apparecchio Kyoritsu è costituito da due parti: quella che fornisce le rilevazioni su 8 display digitali e quella che sia chiama light-box, e cioè un sistema che determina 23 livelli di illuminazione diversi programmabili a piacere.

L'apparecchio fotografico si appoggia ad una finestrella bianca retroilluminata e lo si fa scattare in automatismo o in manuale (regolando tempo e diaframma come indicato dall'esposimetro). L'apparecchio è applicato ad uno speciale supporto dotato di vari adattatori a seconda del formato e del tipo di apparecchio in prova, nel quale vi sono dei sensori che fanno le veci della pellicola e che misurano l'effettiva esposizione trasmettendo ad un computer i dati rilevati. Questi vengono analizzati e riportati in via digitale sui display dove si legge la prestazione dell'apparecchio. Si rileva l'esattezza dell'esposizione per quel certo livello di esposizione e per quel determinato indice ASA di sensibilità. La variazione dall'optimum viene data con una precisione di +/- 0,1 EV.

L'apparecchio contemporaneamente analizza i dati dell'otturatore. Fornisce in millisecondi il tempo effettivo di scatto, dice se le due tendine scorrono correttamente, se una è più veloce dell'altra e dunque se la fessura tra le tendine (quella che determina il tempo di esposizione) è costante o no: ciò avviene con una misura alla partenza, una al centro e una alla fine della corsa.

Il tester indica anche se ci sono state anomalie di funzionamento e tramite delle spie indica di quale anomalia di tratta. Ovviamente la prova va fatta nelle condizioni ideali di temperatura e umidità. L'apparecchio fotografico al momento dello scatto deve essere perfettamente posizionato e, per questo, il sistema Kyoritsu è dotato di un razionale supporto sul quale la fotocamera viene bloccata in modo che nessun elemento esterno possa intervenire a modificare il suo stato.

Il Kyoritsu fornisce naturalmente altre informazioni che riguardano il sistema di sincronizzazione del flash e può essere programmato a seconda del tipo di otturatore che si sta provando. Ad esempio occorre dire alla macchina se l'otturatore è di tipo con scorrimento orizzontale o verticale ed in quale senso si muove la tendina, oppure se l'otturatore è di tipo centrale. Ciò che è interessante è che questo stesso apparecchio consente di controllare anche la precisione di funzionamento dei diaframma e quindi i suoi effettivi valori di apertura visto che anche questi sono estremamente importanti ai fini dell'esposizione. E chiaro che tutto deve essere al massimo livello di perfezione: potrebbe anche accadere che il livello luminoso del light-box cambi nel tempo o che, fulminata la lampada alogena originale, quella di ricambio non offra caratteristiche perfettamente eguali. Ciò porterebbe ad ottenere misurazioni errate tali da far apparire scadente un apparecchio perfetto o buono un apparecchio impreciso. Modern Photography ha risolto il problema (che altri non prendono in considerazione!) grazie alla collaborazione della JCII che ha fornito uno strumento di misura del livello luminoso usato dai più importanti fabbricanti, e che è in grado di fornire indicazioni sull'intensità della luce a partire dal valore di 0, 1 footlambert a oltre 20.000, ciò che è molto al di sopra delle necessità del caso.

Con tale apparecchio viene controllato il livello di intensità luminosa del light-box Kyoritsu dopo ogni due ore di funzionamento della lampada. Ore che vengono misurate da uno speciale contatempo ad essa collegato. Possibile, si potrebbe pensare, che dopo aver sottoposto ogni apparecchio all'esame di questo strumento sofisticatissimo occorra fare altre prove? Certo, è possibile e necessario, dicono a Modern. Si passa così alle prove all'esterno eseguendo riprese con pellicole invertibili Kodachrome 25 e 64 che offrono la garanzia di una eccellente costanza di trattamento. In questo modo si controlla se le prove pratiche confermano quelle di laboratorio. Così se qualcosa non quadrasse, si potrà ricontrollare l'apparecchio per vedere se ci fosse stato qualche errore di procedura. La prova, in questo caso, viene fatta su altri strumenti in modo di poter meglio incrociare i dati ottenuti. Così viene rispolverato il vecchio tester per il controllo dell'esposizione Zelox che è un light box dotato di lampada a luce costante che viene fatta variare con l'apertura più o meno ampia di una sorta di piccola persiana. Il livello di illuminazione viene controllato da una cellula al selenio. Durante la prova, che è manuale, una cellula posta sul piano focale dell'apparecchio misura l'effettivo passaggio di luce e quindi controlla la precisione dell'otturatore e dell'esposimetro, confronta le varie aperture di diaframma e calcola l'effettiva velocità di scatto dell'otturatore. Questa ulteriore prova, se richiesta, mette al sicuro i tecnici dei laboratorio di Modern da ogni possibile equivoco.

Non è mai successo, ci hanno detto, che i dati incrociati tra le apparecchiature Kyoritsu, anche con quelle precedenti l'ultimo modello arrivato, si siano smentiti. E questo è un chiaro segno della completa affidabilità delle prove condotte da questo laboratorio.

LE PROVE DEGLI OBIETTIVI

Se le prove e i test effettuati su un obiettivo nel laboratorio di Modern Photography dovessero dare esito negativo e denunciare un obiettivo di cattiva qualità, i responsabili delle prove saranno sempre in grado di dire esattamente di quale male l'obiettivo soffra. Infatti grazie alla serie di prove cui viene sottoposto ogni obiettivo, si è in grado di disporre in qualunque momento di una valutazione precisa. Le prove che gli obiettivi che giungono nella redazione di Modern subiscono sono quattro, fondamentalmente: risolvenza, contrasto, aberrazioni ottiche e prova pratica.

Nella ricerca delle aberrazioni il laboratorio di Modern Photography utilizza un banco ottico della Gaertner Scientific che consiste in un massiccio blocco metallico lungo 120Omm con scale millimetrate di altissima precisione e con una speciale rotaia sulla quale viene montato l'obiettivo in prova. L'obiettivo è montato su uno speciale supporto che può ruotare longitudinalmente con una precisione di 1/50 di millimetro e radialmente con una precisione di 1/500 di millimetro. Grazie a tale sofisticazione con questo banco ottico è possibile misurare la precisione della lunghezza focale di un obiettivo entro 1/50 di millimetro. Il banco è dotato, naturalmente, di un sistema ottico che consente di colpire con un raggio di luce l'obiettivo e di esaminare come esso venga distorto al passaggio attraverso i gruppi ottici. Nel laboratorio di Modern sono in grado di effettuare questa importante osservazione e di fotografarla se necessario. L'importante è che il raggio di luce che colpisce l'obiettivo sia costituito da un insieme di raggi paralleli, un po' come quelli provenienti dal sole. Per ottenere questa condizione entro i limiti consentiti e sufficienti viene utilizzata una sorgente di luce puntiforme, ottenuta grazie ad un forellino microscopico su uno speciale telaietto per diapositive che viene proiettato all'interno di un telescopio astronomico Astrola di 203mm di diametro. Tale soluzione serve a far sì che il raggio di luce puntiforme uscendo dal telescopio fornisca un fascio di raggi teoricamente paralleli: quelli appunto necessari all'esame delle aberrazioni dell'obiettivo.

Il telescopio è di grandi dimensioni perché viene utilizzato solo per metà, visto che una metà è oscurata dallo specchio a 45° grazie al quale viene inviato il raggio di luce puntiforme all'interno del telescopio. Nonostante questa limitazione, il diametro utile del telescopio resta di 90mm, che sono sufficienti anche alle prove dei teleobiettivi. È chiaro che anche il telescopio più perfetto possiede delle sue tipiche aberrazioni. Nel caso dell'Astrola esse sono state analizzate e poiché sono risultate ampiamente al di sotto delle tolleranze non vengono prese in considerazione.

L'osservazione tramite un microscopio Gaertner dotato di vari oculari a seconda della luminosità dell'obiettivo in prova, consente di verificare il tipo di aberrazione di cui soffre l'obiettivo in modo sufficientemente amplificato da impedire qualunque tipo di errore di valutazione. Nell'ultimo decennio si è venuto sempre più affermando il concetto di contrasto come valore utile all'esame degli obiettivi. Oltre al classico sistema della misurazione delle linee per millimetro, quello della valutazione del contrasto è di vera utilità per i progettisti ed i fabbricanti piuttosto che per l'utilizzatore finale, ma il concetto di contrasto è sempre più diventato di moda anche perché effettivamente consente di completare il giudizio sulle prestazioni dell'obiettivo.

Il test del contrasto non è altro che un confronto espresso in percentuale tra il contrasto ideale dell'immagine e l'effettivo contrasto dell'immagine che passa attraverso l'obiettivo misurati elettronicamente su una mira ottica speciale. In genere il test MTF (Modulated Transfer Function) serve a misurare il contrasto dell'immagine a frequenze variabili in continuazione da zero linee per millimetro fino ad un numero infinito di linee per millimetro e confronta le differenze che ci sono tra il contrasto reale del soggetto (pari al 100 per cento) e quello offerto dall'obiettivo. Le frequenze MTF sono tutte onde sinusoidali poiché teoricamente tutti i dettagli di un soggetto reale possono essere tradotti in onde sinusoidali. Una mira composta da tali onde continuamente variabili e la sua misurazione sono due cose molto difficili da ottenere in pratica. Perciò occorre eseguire delle modifiche rispetto a questa teoria. A Modern il tester CTF (Contrast Transfer Function) utilizza un'onda ad impulsi da 30 linee per millimetro. Il motivo della scelta è data dal fatto che esaminando sia la capacità di risolvenza che il contrasto degli obiettivi non c'è bisogno di misurare la capacità di risolvenza a livello zero di contrasto. La scelta del valore di 30 linee per millimetro è dovuta al fatto che a Modern è stato appurato che per tale valore la maggioranza degli obiettivi mostri con la massima chiarezza il proprio comportamento ottico tanto che le differenze tra obiettivo ed obiettivo sono alla fine del test nettissime.

Il metodo di misurazione del contrasto adottato da Modern si differenzia da altri per un particolare. Infatti, dietro consiglio dei consulente ottico Bennet Sherman, nel laboratorio è stato adottato un sistema di misurazione nel quale viene impiegata una mira girevole invece di una mira fissa, mentre l'osservazione viene fatta alla distanza di 41 focali.

Grazie ad un sistema di specchi, con il banco di 6 metri si arriva a disporre di una distanza di 12 metri sufficienti a sottoporre a test anche un 30Omm. Il vantaggio del sistema di Sherman, che prevede la misurazione ai valori di 1 e 30 linee per millimetro, consiste nella minima possibilitá d'errore e nella totale assenza di aberrazioni estranee lungo il percorso della luce. I dati così ottenuti nel laboratorio di Modern non sono comparabili con altri. Anzi, comparandoli con altri si potrebbero notare delle notevolissime differenze poiché ogni laboratorio di misura adotta suoi metodi di osservazione e valutazione tali da impedire un raffronto tra i valori dell'uno con quelli dell'altro. Nell'ottica fotografica, infatti, non sono mai stati posti degli standard universali per i sistemi di misurazione. A Modern sono però convinti dei proprio sistema anche perché la sua semplicità teorica mette al riparo da possibili errori.

Tra i vari raffronti che sono stati fatti il sistema di controllo del contrasto di Modern è risultato molto vicino come risultati a quello del JCII, che adotta un famosissimo sistema: il Nikon MTF.

La procedura per l'esame di un obiettivo è molto lunga e richiede molto tempo. Ma quando è necessario poter avere rapidamente un'idea, da verificare successivamente, delle qualità di un nuovo obiettivo come si fa? Modern Photography ha adottato un sistema di esame veloce che è molto diffuso presso molti fabbricanti giapponesi. Si tratta di utilizzare gli obiettivi da ripresa come se fossero da proiezione. Infatti, grazie allo speciale proiettore Pearl RPT-1 realizzato su specifiche del JCII, è possibile proiettare su uno schermo perfettamente in asse una mira ottica ad alto contrasto. Regolata micrometricamente la messa a fuoco, si possono fare delle osservazioni dirette e immediate con un'ottima dose di precisione visto che il sistema consente di osservare una risolvenza fino a 100 linee per millimetro. Il sistema, tuttavia, non potrà mai sostituire le altre prove. A Modern lo usano per fare una scelta veloce degli obiettivi da provare in modo di escludere immediatamente dai test quelli che mostrano di avere una qualità così scarsa da non dover essere presi in considerazione.

Per quello che riguarda la risolvenza, comunque, a Modern utilizzano le speciali mire ottiche Usaf (progettate dall'aviazione degli Stati Uniti) e poi altre mire disegnate dallo JCII per l'esame degli ingranditori e che consentono il controllo per i formati dal 18x24mm al 4x5 pollici. Queste mire, onde evitare deformazioni, sono realizzate in cristallo ottico. Ancora una mira speciale, disegnata dallo staff di Modern, è quella utilizzata per la prova dei proiettori per diapositive; è una mira su pellicola progettata in modo tale da poter facilmente misurare lo spostamento dei fuoco dovuto al calore della lampada dei proiettore una volta comparata questa proiezione con una mira in vetro JCII.

Come abbiamo già detto in precedenza, un obiettivo o una macchina fotografica che abbia superato i test di laboratorio, ma che non convinca nell'uso pratico, non è così eccellente come poteva sembrare in teoria. Così, proprio per ottenere un metro di giudizio costante e inequivocabile Modern Photography ha messo a punto un sistema di prove pratiche e di osservazione dei risultati molto interessante e probante.

Terminato il test di laboratorio con l'apparecchio o con l'obiettivo in prova, viene fotografato un soggetto speciale costruito appositamente per evidenziare le aberrazioni dell'obiettivo o la sua correzione ottica. Inoltre, vengono eseguite altre riprese su soggetti comuni in modo di ottenere altre informazioni sulle caratteristiche generali dell'apparecchio in prova. Le prove pratiche vengono sempre eseguite con pellicola a colori per diapositive Kodachrome 25 o 64.

I soggetti sono comuni. Ma a volte servono anche soggetti un po' speciali per poter mettere meglio in evidenza le aberrazioni degli obiettivi. Ad esempio, per evidenziare l'aberrazione cromatica il soggetto deve presentare una grande superficie con sottili linee bianche. Per controllare l'astigmatismo ed il coma il soggetto deve possedere una serie di dettagli molto fini sparsi in varie direzioni su tutta l'area del fotogramma. Ideale il fogliame di un albero o le lampadine minuscole dell'albero di natale. Per controllare ancora la distorsione basta fotografare perpendicolarmente un edificio che abbia una facciata a mattoni in modo di poter meglio mettere in evidenza eventuali distorsioni a barilotto o a cuscinetto. Per controllare la quantità di riflessi interni tra le varie lenti dell'obiettivo o la presenza di immagini fantasma occorre riprendere una forte sorgente di luce, come il sole, capace di produrre forti ombre con dettagli in primo piano.

Tutte queste fotografie vengono trattate e, una volta tornate nella redazione di Modern, vengono esaminate con un microscopio Omag a 50 ingrandimenti. In genere per giungere ad un giudizio completo e corretto sulle prestazioni di un obiettivo occorre esaminare fino a 60 o 70 diapositive. Di queste, Modern conserva 16 immagini da archiviare per confronti futuri. Le foto, prima di essere eliminate, vengono sottoposte ad un giudizio di un gruppo di osservatori grazie a due proiettori Kodak Carousel perfettamente identici per obiettivo e luminosità della lampada. Il sistema è empirico ma, soprattutto per il giudizio di qualità tra due pellicole diverse, non esiste altro metodo che quello di affidarsi al giudizio di un gruppo di persone (25) che valutano di volta in volta quale delle due immagini proiettate sia più bella.

Ecco, questo è quanto abbiamo potuto rilevare dalla visita al laboratorio per i test di Modern Photography. Forse la narrazione di come i tecnici della nostra consorella americana lavorano poteva essere più specifica e più tecnica, ma ci sembra che anche così essa sia sufficiente a dare un'idea della competenza e dello standard di altissimo livello che viene mantenuto da Modern Photography. La grande affidabilità dei suoi test e delle sue rilevazioni è riconosciuta internazionalmente ed è questo uno dei motivi per cui REFLEX ha scelto di pubblicare in Italia i suoi test: perché sono i migliori.

Giulio Forti © 1982