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Cosina C1, Pentax K1000, Vivitar V3000s, Yashica FX-3, Olympus OM-1 e perché no, Nikon Nikkormat: cos'hanno in comune queste fotocamere? Essenzialmente due cose.
Primo: costano poco. Secondo: sono meccaniche.
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Queste due caratteristiche dovrebbero renderle appetibili ad un pubblico ben preciso: chi non ha molto da spendere, innanzitutto, e chi, pur avendo a disposizione dei meravigliosi concentrati di tecnologia (Nikon F5, Contax RX, ecc.) talvolta ha desiderato un corpo macchina più leggero, essenziale, e che funzionasse anche senza batterie.
Il fascino del "pezzo meccanico" esiste, ed i responsabili marketing delle varie Case di produzione se ne sono accorti da tempo: altrimenti non si spiegherebbero prodotti come la Nikon FM2 e la Contax S2; belle macchine, per carità, ma volutamente obsolete da un punto di vista tecnologico e vendute ad un prezzo che in tutta onestà ci sembra a dir poco spropositato. In realtà per la categoria "meccaniche di lusso e dal prezzo elevatissimo" andrebbero citate anche alcune Leica. Però, un po' perché si tratta di un prodotto molto particolare, un po' perché non esistono alternative economiche alla Leica (nessuna meccanica semplice da 300mila lire su cui montare un Summicron R, a quanto ci risulta), le abbiamo volutamente lasciate fuori dalla trattazione.
Le sorelline minori delle varie Contax, Nikon eccetera, di cui ci occupiamo in questo articolo, costano poco: circa 250mila lire per una Nikkormat solo corpo in condizioni decenti, e qualcosa in più, diciamo 400-450mila lire, per le più care Yashica e Pentax, comprate però nuove in negozio e con un 50mm in dotazione. Inoltre non sono autofocus, non hanno il motore incorporato, hanno un otturatore meccanico che funziona anche senza alimentazione (che serve solo per l'esposimetro), né hanno sensori esposimetrici sofisticati; per tutte, infatti, annoveriamo la classica media a prevalenza centrale e niente altro. In compenso sono sicuramente più solide delle varie entrylevel attualmente in produzione (Nikon F50 ed F60, Canon EOS 3000, ecc.).
Le prestazioni?
Ragionevoli: si va da un secondo a 1/2000 di secondo per l'otturatore (1/1000 per le Nikkormat, la OM-1, le Pentax K1000, e le FX-3 anteriori al 1987), 1/125 di secondo come tempo di sincroflash (1/60 per la Cosina, la Olympus e la Pentax), possibilità di utilizzo con i flash, con uno scatto a distanza, autoscatto. Insomma, quanto serve per fotografare, nulla di più, forse qualcosina in meno; ma sicuramente quello che basta.
Queste reflex nel loro piccolo sono tutte a loro modo "storiche", in particolare la Nikon, la Pentax e la Yashica; erano l'alternativa economica alle ammiraglie dei rispettivi sistemi (le Nikkormat erano l'alternativa economica alle prestigiose Nikon F) e, quale più quale meno, sono state la classica reflex "per iniziare" su cui per un paio di decenni migliaia di fotoamatori si sono fatti le ossa. Volendo, si potrebbe aggiungere la Nikon FM, la cui quotazione solo corpo si aggira intorno alle 450mila lire, ovviamente usata: un'ottima reflex, meccanica ma completissima.
D'accordo per la reflex economica ed essenziale, dirà qualcuno, ma le ottiche? Ebbene, un altro pregio di queste reflex è che offrono l'accesso a sistemi ottici di tutto rispetto. La Yashica FX-3 ha l'attacco Contax-Yashica che significa poter montare, oltre a tutte le ottiche Zeiss, anche le buone ed economiche ottiche Yashica; la Pentax K1000 e la Cosina C1s hanno l'innesto a baionetta Pentax K (e le ottiche Pentax sono tante, buone ed economiche). La Vivitar V3000s è un clone della Yashica FX-3, ma dotata dell'innesto Pentax K. La Nikkormat e la FM, naturalmente, possono montare le ottiche Nikon reflex, ovvero quarant'anni di obiettivi, e non c'è molto da aggiungere. La Olympus OM-1, infine, apre la porta all'eccellente serie di ottiche Zuiko, che i fotografi meno giovani sicuramente ricorderanno con piacere. Da notare che gli Zuiko avevano il tasto per il controllo della profondità di campo incorporato negli obiettivi anziché sul corpo. Alcune di queste macchine sono ancora in produzione, altre no: abbiamo incluso le Nikkormat perché, pur essendo fuori produzione da una ventina d'anni, sono facilmente reperibili sul mercato (anzi, forse più della Cosina C1s, che ufficialmente è ancora in produzione) e rispondono in pieno ai requisiti delle fotocamere che ci interessano: solidità, essenzialità e prezzo abbordabile. In realtà sul listino Nikon esiste una fotocamera (la FM10) che sulla carta rientra in questa categoria; ma basta prenderla in mano per accorgersi che si tratta di poco più di un giocattolo; è prodotta dalla Cosina su specifiche Nikon e non ha nulla a che vedere con la solidità di una Nikkormat o di una FM.
Ma attenzione, le fotocamere che abbiamo citato sono quelle più facilmente reperibili, ma questo non le rende le sole degne d'interesse, tutt'altro. Allargando i criteri della nostra ricerca e scavando nel passato della fotografia, possiamo trovare molti altri prodotti interessanti, come la Pentax MX (lettura media a prevalenza centrale, schermi di messa a fuoco intercambiabili in 8 tipi diversi, otturatore meccanico a tendina orizzontale, tempi 1"-1/1000 + B, sincroX 1/60, dorso intercambiabile, controllo profondità di campo), quotata intorno alle 300mila lire; o l'alternativa Petri MF 101, baionetta K, nulla di particolare se non l'estesissima gamma di esposizione (da EV -2 ad EV 19); per il resto è come la MX senza il controllo della profondità di campo, il comando per le esposizioni multiple e lo schermo di messa a fuoco intercambiabile. E sempre per restare in casa Pentax si potrebbe citare la Ricoh KR-5: baionetta K, semplice e pratica, sincro X ad 1/60 e null'altro.
L'ampio numero di obiettivi con innesto a vite 42x1, buoni, economici e reperibili sull'usato, può essere sfruttato comprando, ad esempio, una Praktica MTL3, una fotocamera molto semplice con segnali nel mirino ad ago e sincro ad 1/125. Oppure affidandosi alle russe Zenit, anch'esse con innesto 42x1 e costo medio che si aggira sulle centomila lire. Citiamo anche la Canon FTb, molto diffusa negli anni Settanta sia tra il pubblico amatoriale che tra quello professionale, dove era un valido secondo corpo. Oggi fra i fotoamatori che utilizzano ancora le meccaniche degli anni '70 non è certo meno diffusa delle varie Nikkormat o Olympus, e proprio per la sua diffusione può essere acquistata a prezzi molto contenuti (dalle 200 alle 400.000 lire, a seconda di stato e colore). E concludiamo con due Minolta, la SR-T 101b (da 6 a 6400 ISO, esposimetro ad ago, sincro X ad 1/60, controllo profondità di campo, baionetta Minolta MD), e la SR-T 100X, che ne è una versione economica. In realtà non andrebbe dimenticata la Fujica STX-1, bella fotocamera e begli obiettivi; ma oggigiorno è poco consigliabile, trattandosi di un sistema commercialmente morto.
Tiriamo le somme. Perché dovremmo scegliere una di queste fotocamere, senza lasciarci irretire da autofocus, esposizione multizonale, motori velocissimi, eccetera?
- Perché, con un budget limitato a disposizione, queste fotocamere garantiscono il massimo di affidabilità che il mercato può offrire. Si può ottenere certo di più (non ci sogneremmo mai di dire che una Pentax K1000 sia più solida di una Nikon F100 o di una Contax ST), ma solo spendendo MOLTO di più.
- Perché funzionano anche senza batterie, e quindi possono rivelarsi indispensabili in condizioni climatiche difficili (quando fa molto freddo le batterie "si addormentano", e con loro le fotocamere elettroniche). Inoltre, una fotocamera meccanica è spesso necessaria quando ci si vuole divertire con le foto con lunghissime esposizioni, per esempio le foto notturne. Gli otturatori elettronici tenuti aperti a botte di dieci, trenta, sessanta secondi, sono dei veri e propri "succhia-batterie" (date un'occhiata alle foto che accompagnano l'articolo sul DIFETTO DI RECIPROCITA').
- Perché tutto quello che non c'è non si può rompere: una fotocamera elettronica si può fermare per i motivi più disparati, a differenza di quelle meccaniche dove non ci sono mille circuiti specifici che però da soli possono mandare in tilt l'intera macchina. Questo, unito al funzionamento senza batterie, le rende in generale un ottimo secondo corpo.
- Perché, se si è agli inizi, con la loro essenzialità costringono (in senso buono) il fotoamatore a concentrarsi sugli aspetti essenziali della fotografia. Questo naturalmente non vuol dire che una F100 non vada bene anche per un neofita, però avere una fotocamera più essenziale a conti fatti distrae meno il fotoamatore alle prime armi.
- Perché quando aggiorneremo la nostra entrylevel elettronica, la rivenderemo ad una frazione del prezzo iniziale, vista la rapida svalutazione di queste fotocamere; una "meccanica storica" invece non si butta mai, né si svende a poche lire. Sarà sempre un comodo ed affidabile secondo corpo, ed al costo di un capitale "bloccato" davvero minimo, anche quando nella nostra borsa ci saranno una Nikon F5 o una Contax RX.
Insomma, la prossima volta che ci fermiamo davanti alla vetrina di un negozio di fotografia, non lasciamoci cullare solo dalle reflex di lusso, dalle varie F100, RX, EOS 3 eccetera: magari sullo stesso scaffale, un po' nascosta, lì dietro, c'è una vecchia K1000 che, solitaria e discreta, ci sta dicendo: "Se vuoi fotografare, io sono qui", e ci offrirà il suo fascino e la sua qualità per poche centinaia di migliaia di lire.
Agostino Maiello © 02/2000
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