PENTAX LX: UNA PROFESSIONALE CON L'INNESTO K
Reflex Test Speciale, 1982

Test pubblicato nel 1982 su REFLEX TEST SPECIALE N°1. Su Nadir c'è, oltre a questo test rubblicato dall'Editrice Reflex che ringraziamo per l'autorizzazione alla pubblicazione, anche il nostro consueto test pratico.

Le macchine fotografiche Pentax sono state usate dai fotografi professionisti fin dai primi modelli monobiettivo del 1957. Ma altri fabbricanti di apparecchiature fotografiche, soprattutto Nikon e Canon, hanno attirato con più continuità l'attenzione dei professionisti e dei fotoamatori più evoluti proprio grazie all'offerta di sistemi fotografici con fotocamere dotate di mirini e di schermi di messa a fuoco intercambiabili, di motori elettrici per l'avanzamento della pellicola e di ingombranti dorsi per un'abbondante quantità di pellicola. È vero, naturalmente, che la Asahi Optical ha realizzato qualcosa in questa direzione con alcune serie di apparecchi professionali dotati di motori applicabili su modelli speciali come le Pentax Spotmatic II, la F, la ES II, la KX e la K2 DMD. Tuttavia, né schermi di messa a fuoco né mirini erano intercambiabili in questi apparecchi.

La velocità di cui erano dotati i motori elettrici era, poi, limitata a due o tre fotogrammi al secondo, lontana, quindi, dalle possibilità professionali dei 5 fotogrammi al secondo. Nel 1976, però, la Pentax realizzò un sistema completamente nuovo indirizzato anche ai professionisti, il sistema MX, proprio nello stesso momento in cui il pubblico cominciava ad interessarsi agli apparecchi completamente automatici a controllo elettronico. E qui la Pentax riuscì a colpire l'interesse dei professionisti e dei dilettanti evoluti. La nuova Pentax LX rappresenta il frutto di circa cinque anni di ricerca da parte dei progettisti della Asahi e di un gruppo di ingegneri, compresi alcuni fotografi e tecnici del mondo della fotografia che hanno lavorato in gruppo per realizzare quello che essi volevano fosse un vero sistema fotografico professionale. Dalle sue caratteristiche la LX e i suoi accessori appaiono come un insieme estremamente sofisticato e dotato di molta varietà, solidità e robustezza come poche volte si è visto in un apparecchio reflex. Ma in quale gerarchia di apparecchi fotografici intende porsi la Pentax LX? Certamente, a giudicare dalle sue caratteristiche e dal suo completo sistema è destinata a porsi al fianco della migliore Nikon. Vediamo, dunque, se le sue promesse sono confermate dal nostro test.

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La misurazione TTL dell'esposizione avviene sulla prima tendina o sul film stesso; la lettura mostra una marcata preferenza per l'area centrale. La lettura con il flash dedicato utilizza la stessa cellula fornendo una lettura uguale.

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Completo e luminoso il mirino, ovviamente dotato di schermi di messa a fuoco intercambiabili.

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L'oculare FC-1, oltre ad essere orientabile per diversi tipi di visione, permette di osservare l'intero fotogramma mantenendo l'occhio ad una certa distanza dal mirino.

In dimensioni e in peso la Pentax LX cade esattamente a metà strada fra la Pentax MX e la Nikon F3. Si tratta di un apparecchio reflex automatico a priorità dei diaframmi (il fotografo seleziona l'apertura e l'esposimetro determina il tempo di scatto) con una completa possibilità di controllo manuale. Mentre il sistema di esposizione e i tempi di otturazione in automatico (oltre al tempo manuale di un 1/60 di secondo) dipendono dal buono stato di salute delle due pile all'ossido d'argento o alcaline da 1.5 volt alloggiate nel fondello dell'apparecchio, i tempi manuali da 1/75 di secondo (sincronizzazione X) in su, sono tutti meccanici, così che possono essere usati anche quando le batterie sono scariche, quando fa troppo freddo o quando le batterie non ci sono affatto: una caratteristica che non è disponibile su nessun altro apparecchio reflex elettronico attualmente in circolazione. In automatico la LX offre un eccezionale campo di esposizione: da oltre 125 secondi a 1/2000 mentre i tempi in manuale vanno da 4 secondi a 1/2000. II sistema di esposizione è unico nel senso che usa una sola cellula al silicio posta all'interno dell'apparecchio sotto lo specchio mobile. Questa cellula è rivolta all'interno verso il piano pellicola e misura prima e durante l'esposizione stessa la luce riflessa da una superficie con un particolare trattamento riflettente sulla prima tendina e/o dall'emulsione della pellicola stessa. In questo, l'apparecchio sembra simile al sistema che adotta la Olympus OM-2.

Comunque, a differenza della OM-2, essa non dispone di cellule separate nel pentaprisma per la lettura dell'esposizione sullo schermo di messa a fuoco in caso di utilizzazione in manuale dell'apparecchio né per la semplice informazione dei tempi nel mirino. Al contrario, il 15% della luce che entra nell'apparecchio attraverso l'obiettivo è trasmesso, attraverso una zona trapezoidale semiriflettente dello specchio a ritorno rapido, e va a colpire uno schermo riflettente incernierato sul retro dello specchio principale che rinvia la luce sulla cellula al silicio. Si tratta di un sistema che consente di dare una costante informazione nel mirino. Quando il pulsante di scatto viene premuto, lo schermo riflettente secondario si solleva contro lo specchio principale ed entrambi iniziano a sollevarsi verso l'alto, consentendo alla luce che proviene dall'obiettivo di colpire la prima tendina dell'otturatore e/o la superficie della pellicola stessa. In questo modo si dispone di un sistema di misurazione semi-spot con lettura sul piano focale per esposizioni automatiche quando si eseguono riprese sia in luce continua sia quando si usa il flash elettronico. Il sistema è particolarmente ingegnoso così che non esiste la possibilità che l'informazione data da cellule separate possa offrire una differente lettura o un differente metodo di misurazione rispetto alle cellule destinate alla lettura dell'esposizione effettiva.

Il sistema esposimetrico non è l'unica novità della LX. Un'occhiata attraverso il mirino mostra qualcosa di già visto nella Pentax ME Super, solo che la LX è andata molto al di là di questo apparecchio. Alla destra del mirino, ma sempre all'interno della zona di messa a fuoco, si vede la scala verticale dei tempi apparire con cifre nere abbastanza inusuali (di gran lunga più facili a leggersi di qualunque altro tipo). All'esterno della superficie dello schermo di messa a fuoco e alla destra della scala dei tempi c'è una serie di 16 led con codici diversi di colore. I diodi in alto e in basso sono rossi per segnalare la sovraesposizione e le esposizioni molto lunghe.

Quando si preme il pulsante di scatto leggermente, uno o più diodi si accendono per tutto il tempo che il pulsante resta premuto e per 25 secondi dopo che il pulsante viene lasciato. I tempi da 4 secondi a 1/15 sono indicati con led gialli, intendendo in questo modo che con questi tempi di scatto è possibile ottenere una fotografia mossa e che, quindi, la fotografia è bene realizzarla utilizzando un supporto robusto come un treppiede. Da 1/60 a 1/2000 di secondo i diodi sono verdi indicando che è possibile scattare senza problemi. Vi è, tuttavia, un led rosso a livello della indicazione X tra i tempi di 1/60 e 1/125 di secondo che segnala, appunto, la sincronizzazione con il flash elettronico. Questo diodo si accende quando i flash elettronici dedicati Pentax vengono utilizzati e sono pronti ad emettere il lampo. Lo stesso led, invece, lampeggia dopo l'esposizione ad indicare che il soggetto ha ricevuto la giusta quantità di luce dal flash. Al centro in alto, ma sempre al di fuori dell'area dello schermo di messa a fuoco, vi è una finestrella nella quale è possibile leggere il valore di apertura del diaframma impostato direttamente sull'obiettivo: il valore viene letto con il tradizionale sistema a periscopio sul preselettore del diaframma dell'obiettivo stesso.

Vi sono, infine, altre due indicazioni nel mirino. Un segnale azzurro trasparente copre la lettera A nella parte superiore della scala dei tempi quando la fotocamera è usata in automatico. Nell'uso manuale, l'indicatore azzurro si sposta verso il basso coprendo di volta in volta il tempo di scatto che è stato selezionato. Quando si usa il correttore fisso di esposizione, nel mirino appare un segnale rosso anch'esso trasparente. Inserendo il flash elettronico dedicato nella slitta con contatto caldo dell'apparecchio e non appena il flash si è completamente ricaricato, il led rosso accanto al segnale X di sincronizzazione si accende. Se viene usato uno dei flash Pentax che consentono la misurazione attraverso l'obiettivo il segnale X lampeggerà indicando che il soggetto è stato illuminato sufficientemente. Il corpo della Pentax LX è costituito da una sola scocca in una lega metallica di robustezza veramente inusuale. E mentre alcuni comandi, come la leva di avanzamento, il bottone dei tempi e il selettore per la correzione manuale in automatico sono in plastica, tutte le parti fondamentali e più importanti dell'apparecchio sono in metallo. L'esterno è rifinito in nero con una finta pelle finemente realizzata e di piacevole aspetto. C'è da aggiungere a questo proposito che la LX è una delle poche macchine fotografiche che non è dotata dei tradizionali occhielli cui applicare la cinghia a tracolla. Al loro posto, la Pentax ha realizzato un intelligente sistema basato su degli speciali bottoni che consentono di trasportare l'apparecchio al collo sia orizzontale che verticale. Il sistema, inoltre, consente di applicare all'apparecchio un'utile maniglia per migliorare l'impugnatura.

La LX possiede mirini e schermi di messa a fuoco intercambiabili; e ciò non è effettivamente sorprendente in un apparecchio di questo livello. Solo che i mirini a pentaprisma della LX sono dotati di contatto caldo per i flash dedicati, cosa che non è solo inusuale, ma anche unica per gli apparecchi fotografici dotati di mirino e pentaprisma intercambiabile. La speciale rifinitura a tenuta contro la polvere, la sporcizia e l'umidità è immediatamente evidente non appena si toglie il mirino dal corpo o non appena si apre il dorso della fotocamera dove, in genere, vi sono delle finiture tipo feltro o in spugna nera. Dove viene utilizzato un sistema anti polvere e antiluce abbastanza delicato, la Pentax LX adotta un sistema di tenuta di plastica morbida tipo il materiale degli O-ring. Più tardi, quando smonteremo completamente l'apparecchio per controllare la robustezza di tutte le sue parti, vedremo più da vicino se questo sistema a tenuta stagna è effettivamente efficace.

La Pentax LX è un apparecchio unico nell'offrire la possibilità di esposizioni multiple. Infatti non è possibile solo eseguire doppie esposizioni sovrapponendo nuove immagini a quella appena scattata, ma è possibile riavvolgere la pellicola ed eseguire esposizioni multiple su qualunque fotogramma scattato in precedenza, grazie a un contafotogrammi che non solo avanza mentre l'apparecchio viene caricato, ma torna indietro mentre viene eseguito il riavvolgimento.

Nadir Magazine ©La misura secondo la quale ogni apparecchio fotografico considerato parte di un sistema valido per l'uso professionale è ovviamente giudicabile dalla somma di tutte le sue parti; una fotocamera che funziona in modo fantastico con eccezionali obiettivi può benissimo essere estremamente utile e desiderabile per un fotoamatore evoluto o per un professionista, piuttosto che una macchina fotografica con obiettivi meno validi e quindi con ottiche medio basse ma che ha, invece, un sistema completo di mirini, motori, winder, dorsi speciali e un'infinità di obiettivi. Per questo noi teniamo a darvi la nostra opinione sui vari elementi del sistema LX cercando di dirvi quanto bene la macchina funzionerà da sola e quanto bene funzionerà con gli accessori specifici, e infine, quanto bene come parte dell'intero sistema.

Cominciamo dicendo che non c'è nulla di straordinario per quello che riguarda il caricamento della Pentax LX. Non è né più complesso né più sofisticato di quello della Pentax MX. Basta sollevare il bottone di riavvolgimento che il dorso si apre automaticamente consentendo di inserire la pellicola nell'alloggiamento e la coda nella veramente comoda selva di bastoncini che si trovano sul rocchetto ricevitore e che sono comuni alle Pentax ME, MX e MV. Il caricamento si effettua normalmente con la leva di carica che ha un rivestimento di plastica alla sua estremità e che, in posizione di riposo, è a circa 25° staccata dal corpo. L'arco di 120° necessario al caricamento completo può essere fatto con un solo colpo oppure con una serie di piccoli colpi successivi.

Alcuni di noi che hanno provato l'apparecchio non hanno trovato la forma della leva di carica così pratica e confortevole come quella di altri apparecchi reflex, infatti la rifinitura anatomica sulla sua estremità preme in modo eccessivo contro il polpastrello del pollice. Tuttavia, sembra che alcuni dei comandi degli apparecchi fotografici (come le leve di carica) siano disponibili in Giappone con diverse realizzazioni: così è possibile, per un giapponese, cambiare la leva di carica della LX come si cambia il volante dell'automobile. L'avanzamento della pellicola fino al primo fotogramma viene realizzato in modo del tutto normale per un apparecchio reflex. Naturalmente, se viene lasciato sull'obiettivo il coperchietto o se si sta effettuando il caricamento in condizioni di luce scarsa con l'apparecchio regolato in automatico, è possibile che l'otturatore scatti con tempi di esposizione molto lunghi quando, in realtà, si vorrebbe eseguire l'operazione nel modo più veloce possibile.

Vi sono due rimedi: il primo è quello di caricare l'apparecchio togliendo il coperchietto dall'obiettivo e puntando l'obiettivo su una luce piuttosto intensa oppure, e questo è il secondo sistema, regolare la fotocamera su un tempo manuale. Il primo sistema è comunque preferibile perché potrebbe capitare che, una volta regolato l'apparecchio in manuale per evitare questa scomodità comune a tutti gli apparecchi automatici, ci si dimentichi di ristabilire l'automatismo. Infatti, l'indicatore azzurro che appare nel mirino non è sufficiente dal nostro punto di vista a mantener viva l'attenzione; una lettera M lampeggiante con led sarebbe stata preferibile, o meglio ancora, sarebbe stato di consentire all'apparecchio di avanzare fino al primo fotogramma scattando con tempi veloci anche con l'apparecchio in automatico. La fase di riavvolgimento della pellicola esposta con la Pentax LX ci ha sorpreso, perché, mentre si riavvolge, si sente uno strano rumore che ovviamente non ci è affatto piaciuto fino a che non abbiamo scoperto che questo rumore termina non appena la coda della pellicola si è sganciata dal rocchetto ricevitore. In questo modo, con l'apparecchio chiuso si può immediatamente sospendere il riavvolgimento e togliere il film lasciando un poco di coda fuori del caricatore; e questo è un vantaggio per tutti coloro che preferiscono non riavvolgere completamente la pellicola nel caricatore e che, qualche volta, rischiano di velare dei fotogrammi buoni.

Prima di usare l'apparecchio occorre regolare la correzione diottrica del mirino; anche se non è necessario nessun tipo di correzione, sulla LX occorre che questa regolazione venga fatta. Perché? Perché il sistema di correzione incorporato nel mirino FA-1 che viene fornito di serie, consente di regolare la messa a fuoco nel modo migliore come farebbe un meccanico con un'automobile da corsa. Bisogna sfilare un poco il mirino dalla parte posteriore sbloccando la leva di sicurezza: sulla parte inferiore del prisma troverete una piccola vite a croce e circondata da una piccola linea bianca che va da 0 a 1,5. Per coloro che hanno una vista normale di 10 decimi o migliore e quindi non sono né miopi né presbiti, si potrebbe immaginare che la regolazione 0 sia quella più corretta, ma probabilmente non è così. Infatti molti apparecchi reflex sono dotati di un mirino che incorpora una lente di correzione diottrica 1, perciò se mettete a fuoco perfettamente con un'altra macchina reflex, sarà necessario regolare la piccola vite su una posizione a circa 2/3 da -1,5. Basterà comunque guardare attraverso il mirino rivolto su una superficie omogenea e chiara dopo aver tolto l'obiettivo e ruotare la vite a croce con il piccolo cacciavitino fornito e regolare la vite fino a che la scala dei tempi e il sottile confine del telemetro ad immagine spezzata, al centro dello schermo di messa a fuoco, non risultino perfettamente nitidi. A questo punto basta spingere il prisma in posizione regolare fino al suo blocco. Il mirino è adesso perfettamente regolato per la vista di chi dovrà usare l'apparecchio.

È chiaro che tutti coloro che vorranno usare lo stesso apparecchio dovranno, per mettere a fuoco nel migliore dei modi, procedere a questa regolazione ogni volta. Uno di noi che è presbite e che generalmente richiede una regolazione di più di una diottria sugli apparecchi reflex che usa, ha trovato che la posizione 0 era perfetta: al contrario se si è ancora più presbiti c'è bisogno di una regolazione addizionale. In questo caso bisognerà preferire, al momento dell'acquisto, l'apparecchio con il mirino FA-1W il quale ha una correzione diottrica più estesa da -3 a + 1 e costa poche migliaia di lire in più. Questa maggiore ampiezza di regolazione è, in genere, sufficiente per la maggioranza dei fotografi. Comunque, se la necessità della correzione è superiore a quella offerta, sarà possibile risolvere il problema. Siamo rimasti particolarmente impressionati da questo sistema per la correzione diottrica che, certamente, dà a tutti la possibilità di raggiungere l'ideale regolazione per il proprio occhio per ottenere il massimo della precisione nella messa a fuoco. Una precisione molto superiore a quella che si può ottenere ricorrendo alla classica lentina di correzione; in effetti non ci è mai capitato di vedere un mirino in modo così perfettamente chiaro e questo dovrebbe certamente poter portare ad ottenere immagini molto più nitide grazie ad una così chiara visione dello schermo di messa a fuoco.

Se le due pile alcaline da 1.5 volt o le pile all'ossido d'argento sono state inserite correttamente nell'alloggiamento sul fondello dell'apparecchio ed è stato sbloccato il pulsante di scatto spostando la levetta di blocco di sicurezza, si può premere leggermente il pulsante e dare un'occhiata a tutti quei led nel mirino che abbiamo descritto poco prima. Come tutti i sistemi Pentax a diodi, solo un led alla volta si illuminerà (usando l'apparecchio in automatismo), anche se l'otturatore, così preciso e infinitamente variabile nei tempi, sicuramente selezionerà un tempo di scatto intermedio tra quelli indicati nel mirino. Questa è una deliberata scelta di ingegneria elettronica fatta per eliminare la confusione che talvolta viene creata in altri apparecchi reflex tra due diodi che si accendono nello stesso momento o tra uno e un altro che sta lampeggiando.

Nelle condizioni medie di illuminazione, e quindi in caso di riprese in interni molto luminosi oppure in esterni col cielo coperto, i led, il valore dell'apertura del diaframma letto direttamente sull'obiettivo, il segnale azzurro dei tempi manuali e la bandiera rossa che indica la correzione manuale dei tempi in manuale possono essere tutti visti con estrema facilità. Quando la luce invece è insufficiente o scarsa il valore del diaframma comincia a diventare difficile a leggersi, i diodi non sono così estremamente luminosi come in condizioni di forte illuminazione e occorre una certa attenzione. In queste condizioni anni fa la scala dei tempi nel mirino poteva essere difficile a leggersi, ma la Pentax ha qui di nuovo aggiunto una caratteristica esclusiva. I numeri della scala dei tempi hanno un altissimo potere riflettente, quasi una specchiatura sulla loro superficie, cosicché basta il più piccolo quantitativo di illuminazione dalla parte posteriore e cioè attraverso l'oculare per causare una sorta di luminescenza dell'intera scala dei tempi. Naturalmente bisognerà abituarsi un pochino con questa caratteristica fino a comprenderne perfettamente tutta la validità. Comunque, anche se state fotografando in semioscurità i led, che sono dotati di codici colorati, indicheranno con ottima approssimazione se l'apparecchio ha impostato un tempo che è usabile a mano libera oppure no.

Poiché la LX è un apparecchio professionale o certamente da amatori molto evoluti ed esigenti, il fabbricante ritiene che essa debba offrire la garanzia di un uso molto prolungato nel tempo e soprattutto più costante delle altre Pentax. Il fabbricante, infatti, suggerisce di sostituire le pile con molta frequenza al contrario delle ottimistiche istruzioni (spesso non corrette) di altri fabbricanti che affermano che la durata di una pila è di almeno un anno. Noi riteniamo che questo tipo di raccomandazione sia giusta, così che i possessori di una LX faranno bene a portare con sé pile di ricambio in ogni momento. Il montaggio del winder o del motore, comunque, non esclude le pile dell'esposimetro il quale non riceverà l'alimentazione dalle pile di questi due accessori né la riceverà l'otturatore elettronico.

Ma occorre porsi una domanda. Se circa il 15 per cento della luce che attraversa l'obiettivo passa attraverso lo specchio semiriflettente per raggiungere la cellula dell'esposimetro, sarà sufficiente il restante 85 per cento che raggiunge lo schermo di messa a fuoco a non causare una zona più scura nella parte centrale? Il problema in realtà non si pone; infatti, il mirino così sapientemente disegnato della Pentax LX e per il quale sono stati usati molti rivestimenti in argento, ha una luminosità veramente eccellente. L'ingrandimento nel mirino è minore che in molte delle macchine fotografiche destinate ai dilettanti, comunque è del tutto simile a quello di altri apparecchi decisamente destinati all'uso professionale come la Nikon F3 dove, addirittura, i sistemi di informazione nel mirino stesso sono posti all'esterno della superficie dello schermo di messa a fuoco. Nella Pentax LX, la finestrella per il controllo dell'apertura del diaframma, i diodi e la scala dei tempi e ovviamente tutto l'intero schermo di messa a fuoco, possono essere osservati anche da coloro che indossano gli occhiali. Ovviamente, occorre dire che lo spostare l'occhio dalla parte superiore dov'è la finestrella dell'apertura del diaframma al lato dov'è la scala dei tempi, non è così confortevole e comodo come se tutte queste informazioni fossero invece tutte su uno stesso lato. Il telemetro ad immagine spezzata ed ii collare di microprismi che lo circonda sono praticamente identici per dimensioni e caratteristiche a quelle della Pentax ME Super, sono pratici e comodi da usare anche con gli obiettivi che hanno luminosità fino a f/5,6. Con gli obiettivi di luminosità inferiore, come del resto accade con tutte le altre fotocamere reflex, è necessario servirsi, per mettere a fuoco, della parte smerigliata dello schermo.

Il pulsante di scatto della LX ha una corsa piuttosto lunga (5 mm). È di tipo meccanico veramente dolce; un pulsante che deliberatamente non è del tipo elettromagnetico visto che è possibile utilizzare l'apparecchio con i tempi meccanici disponibili tra 1/75 di secondo e 1/2000 quando le batterie sono scariche. Il livello di rumorosità dell'otturatore e dello specchio sono nella media per un apparecchio reflex. Abbastanza stranamente, e al contrario di moltissime altre reflex, i suoni effettivi emesso dall'otturatore per i tempi da 1/60 di secondo a 1/2000 sono esattamente gli stessi. Nella maggioranza delle reflex, invece, si apprezza distintamente un accorciamento del rumore dello scatto quando i tempi diventano più brevi. Così, tutti quei fotografi che ritengono di poter apprezzare dal rumore dell'otturatore se il tempo di scatto è quello giusto, non si troveranno a loro agio con la Pentax LX. Il sistema di misurazione dell'esposizione, secondo la nostra opinione, è il più sofisticato disponibile su una reflex 35 mm attualmente, e, sebbene oggi siano disponibili un certo numero di reflex con lettura diretta sul piano focale e con il controllo automatico dell'esposizione attraverso l'obiettivo sia con la luce continua che con il flash, la Pentax LX è la sola che utilizzi un'unica cellula all'interno dell'alloggiamento dello specchio per tutti i tipi di misurazione dell'esposizione.

Le nostre prove pratiche e i nostri test di laboratorio sul sistema di misurazione sono stati effettivamente soddisfacenti, visto che abbiamo ottenuto misurazioni veramente accurate in laboratorio e diapositive 35 mm ottimamente esposte durante la nostra prova pratica. La Pentax LX ha un sistema convenzionale di controllo manuale dell'automatismo tra più o meno due diaframmi; questa variazione è disponibile totalmente tra 25 e 1600 ASA mentre si riduce quando si regola l'apparecchio su sensibilità di 12-1600 e 3200 ASA. Possiamo quindi considerare più che ampia questa gamma di correzione manuale dell'esposizione. In alternativa all'esposizione in automatismo è naturalmente possibile usare tempi manuali da 4 secondi fino a 1/2000 o tra 1/75 di secondo e 1/2000 qualora le batterie dovessero esaurirsi. Nel mirino, comunque, finché le batterie sono sufficientemente cariche, i led continuano a fornire l'indicazione del tempo suggerito dal sistema di esposizione in funzione dell'apertura di diaframma selezionato. L'indicatore azzurro trasparente ricorderà che l'apparecchio è in manuale. C'è da dire, tra l'altro, che il controllo dell'esposizione, utilizzando questo metodo è veramente pratico.

La LX non possiede un sistema di blocco della memoria dell'esposizione per consentire di effettuare la misurazione e bloccarla fino al momento di essere tornati sul punto dal quale si vuole scattare la fotografia. Questo per quanto possa sembrare strano non è un difetto. Infatti gli apparecchi che utilizzano il sistema di misurazione con lettura diretta sul piano focale e più precisamente sulla tendina dell'otturatore e/o dalla pellicola stessa, non hanno il sistema di blocco della memoria perché non ne hanno bisogno. Gli apparecchi che non usano la misurazione diretta sul piano pellicola per tutte le esposizioni in automatismo, hanno invece bisogno di una memoria che blocchi l'esposizione prima che lo specchio si sollevi e che la memorizzi fino al momento in cui l'esposizione non sia completata.

La misurazione dell'esposizione con apparecchi come la LX è, invece, continua anche dopo che l'otturatore è scattato. Cosicché un cambio di illuminazione può alterare l'esposizione durante l'effettiva esposizione della pellicola alla luce stessa, ciò che avviene abbastanza spesso in occasione di lunghe esposizioni come i notturni. Il sistema di esposizione della LX controlla questo tipo di cambiamenti: gli apparecchi dotati di blocco della memoria, invece, non possono farlo. Poiché la Pentax LX misura tutti i tipi di esposizione utilizzando un'unica cellula al silicio rivolta verso il piano focale, non c'è il pericolo che la luce che proviene dall'oculare possa influenzare sia la misurazione in automatismo che quella manuale. In questo caso nessuna tendina di sicurezza è necessaria per l'oculare ed, inoltre, è possibile sostituire gli schermi di messa a fuoco e tutti i mirini senza che questo comporti alcun cambiamento o alcuna alterazione del tipo di misurazione dell'esposimetro.

Sebbene i mirini possano essere sostituiti con semplicità abbiamo trovato la sostituzione degli schemi intercambiabili più laboriosa e complessa poiché occorre effettuare la sostituzione partendo dal bocchettone dell'apparecchio utilizzando una speciale pinza fornita dalla cASA stessa. Perché non è possibile la sostituzione dello schermo dalla parte superiore? Perché nella parte superiore del mirino esiste una superficie fissa sulla quale è incisa la scala dei tempi che non è intercambiabile. Così, i mirini vengono tolti dall'alto e gli schermi sono sostituibili dal basso mentre la scala dei tempi resta sempre al suo posto. Abbiamo notato che, quando si usa un filtro polarizzatore, la lettura dell'esposizione prima dello scatto è spesso errata. Questo è dovuto al fatto che il sistema a riflessione che trasmette la luce attraverso la zona semiriflettente dello specchio alla cellula, non consente di effettuare letture precise. Comunque, grazie al sistema di misurazione diretta sul piano focale della Pentax LX l'effettiva esposizione realizzata al momento dello scatto con qualunque filtro polarizzatore risulta accurata e precisa. La Pentax LX offre un notevole ed ampio campo di misurazione in automatismo e questo è stato confermato anche dai nostri test.

Se si usa una pellicola Kodachrome 64 per eseguire notturni, ad esempio, il sistema dell'esposimetro è in grado di fornire esposizioni perfette in automatismo fino a 4 minuti con una apertura di diaframma f/1.4. Se, invece, si sta usando una pellicola che richiede una correzione per compensare un eccessivo difetto di reciprocità, è possibile realizzare un primo scatto e tener conto della durata dell'esposizione per poi eseguire la correzione servendosi della ghiera per il controllo manuale delle esposizioni automatiche ed eseguire quello definitivo. Quando vengono utilizzate pellicole di alta sensibilità, invece, la più lunga esposizione disponibile risulta notevolmente accorciata. Con una pellicola da 400 ASA, ad esempio, un'esposizione di 50 secondi è il massimo consentito secondo i nostro test. Leggermente più ristrette sono le coppie di esposizione utilizzabili quando si usa l'apparecchio in manuale e questo a causa principalmente della mancanza di un tempo manuale più lungo di 4 secondi. Occorrerebbe però anche chiedersi quali altre macchine come la LX sono dotate di tempi manuali impostabili più lunghi di questo. Comunque anche grazie alle nostre prove pratiche possiamo confermare che il circuito esposimetrico della Pentax LX oltre che estremamente professionale è indubbiamente uno tra i più versatili e dotati di una grande ampiezza di misurazione.

Sul frontale del l'apparecchio la leva dell'autoscatto consente di eseguire varie operazioni. Premendo il bottone centrale di sicurezza e ruotando la levetta in senso antiorario si imposta l'autoscatto che ha un ritardo di 12 secondi ma che può anche essere regolato su tempi più brevi; una volta impostato l'autoscatto esso resta comunque annullabile istantaneamente semplicemente riportando la leva in posizione verticale. L'autoscatto della LX non è elettronico, ma meccanico, e quindi funziona anche qualora le batterie fossero esaurite. Ovviamente non è dotato dell'ormai tradizionale led lampeggiante, ma una marcata linea bianca incisa sulla levetta stessa consente di controllare anche da una certa distanza il momento preciso nel quale l'apparecchio sta per scattare, infatti esso scatterà nel momento stesso in cui la leva sarà verticale. Premendo la leva verso l'obiettivo si otterrà la chiusura immediata del diaframma dell'obiettivo all'apertura selezionata. In questo modo si potrà controllare visivamente sullo schermo di messa a fuoco l'ampiezza della profondità di campo. Premendo, invece, il pulsante al centro della levetta e spingendo questa sempre verso l'obiettivo, oltre ad ottenere la chiusura del diaframma si comanda il sollevamento dello specchio che consentirà di eseguire riprese in cui sia assolutamente necessario ridurre al minimo le vibrazioni come nella fotografia astronomica o nella microfotografia.

E qui occorre ricordare un altro primato della Pentax LX, la quale è l'unica macchina fotografica in grado di consentire esposizioni automatiche col flash o in luce continua, in luce diurna quindi, con lo specchio sollevato. E sebbene in questa situazione non sarà possibile controllare il soggetto attraverso il mirino, sarà possibile invece controllare l'esposizione. Infatti anche con lo specchio sollevato resta sempre visibile sia la finestrella attraverso la quale si può leggere l'apertura di diaframma sull'obiettivo sia la scala dei tempi che viene illuminata dalla luce che passa attraverso l'oculare come abbiamo descritto in precedenza, e, ovviamente, i Led. Così se l'apparecchio è fissato su un treppiedi e il soggetto non si muove, è possibile, con facilità, fare uso del sollevamento dello specchio per ridurre le vibrazioni, ma continuando tuttavia a servirsi del sistema automatico di esposizione. A questo punto non vogliamo farci fuorviare da questo versatile sistema di specchio bloccabile in alto e di esposizione automatica comunque assicurata, tuttavia utilizzando la LX si ha l'impressione che questo apparecchio non sia del tutto privo di vibrazioni. E infatti non lo è. Solo che le vibrazioni che abbiamo potuto rilevare durante le nostre prove vengono determinate dal ritorno in basso dello specchio, quindi avvengono dopo che l'esposizione è stata effettuata. Lo scatto, il sollevamento dello specchio e la corsa delle tendine rientrano, invece, in tolleranze piuttosto ristrette e quindi non determinano effetti negativi per quello che riguarda la nitidezza dell'immagine. Ed ora torniamo alla nostra LX con il suo specchio rimasto in posizione sollevata e il diaframma dell'obiettivo chiuso all'apertura di lavoro. Per riportare lo specchio nella posizione abbassata e riaprire il diaframma al massimo occorre semplicemente premere il bottone centrale della leva e lo specchio si abbassa immediatamente.

L'innesto degli obiettivi della LX richiede appena una citazione. Infatti si tratta dell'ormai famosissimo innesto a baionetta Pentax K. Come ci si deve aspettare da un apparecchio professionale l'innesto sul corpo della fotocamera è di acciaio inossidabile, preferibile al più diffuso bronzo poiché l'acciaio resiste molto meglio a un uso continuo e intenso. Come con gli altri apparecchi che utilizzano l'innesto K abbiamo trovato la intercambiabilità dell'obiettivo dolce ed efficiente senza alcun gioco. Una volta eravamo tutti soddisfatti con un apparecchio a pentaprisma e magari con un oculare ad alto ingrandimento da applicare al mirino delle migliori reflex monobiettivo. Negli ultimi anni invece, i fabbricanti hanno incrementato moltissimo le possibilità e le alternative nella scelta dei mirini. E la LX va molto al di là di tutti con ben tre mirini pentaprisma (il modello FA-1 e FA-1W di cui abbiamo già parlato).

Il mirino FA-2 da 102.000 lire (un mirino FA-1 senza attacco a slitta con contatto caldo né apertura del diaframma visibile all'interno), il mirino FE-1 ad alto ingrandimento (158.000 lire ) per la ripresa di soggetti che richiedono una messa a fuoco estremamente critica o per la macrofotografia con una correzione diottrica da -5 a +4 ed infine il mirino FB-1 a sistema. Il mirino FB-1 base (lire 198.000) si fissa sul corpo della LX al posto del mirino pentaprisma di serie, a questo è possibile attaccare un oculare ad inclinazione variabile, lo FC-1 (lire 84.000), che può essere usato sia come un mirino a pentaprisma d'azione sia come un mirino a pozzetto; oppure il mirino FD-1 (lire 115.000) con oculare inclinato a 45° con correzione da -5 a +3 diottrie o, infine, l'oculare standard FD-2 simile all'FD-1 ma senza la possibilità della correzione diottrica. Tutto il sistema di mirino FB-1 consente di leggere l'apertura del diaframma e di osservare da sinistra a destra l'intera inquadratura senza i lati invertiti. Lo FE-1 non mostra, invece, l'apertura del diaframma e la visione appare con i lati invertiti. Una completa analisi di questi mirini ci porterebbe abbastanza lontani. Per ora è sufficiente dire che ciascuno è effettivamente pratico ed utile mentre noi riteniamo che un pentaprisma e il mirino FB-1 a sistema (ma senza oculare FD-2) rappresenti tutto quello di cui può aver bisogno un professionista particolarmente pignolo. Il mirino FE-1, comunque, è eccellente per la microfotografia e consente di usare con estrema praticità lo schermo di messa a fuoco con filo in croce.

Come è tradizione, sugli apparecchi Pentax non dobbiamo dimenticare la presenza dell'utile indicatore dell'otturatore carico: una piccola finestrella posta davanti al bottone dei tempi che mostra un segnale rosso quando la pellicola è stata avanzata e l'otturatore è carico e quindi l'apparecchio è pronto per effettuare una esposizione. Occupandoci ora dei comandi posti sul corpo dell'apparecchio, dovremo dare un giudizio un po' controverso sul nuovo stile scelto dalla Pentax per aver usato, per le cifre che appaiono sul bottone dei tempi e sulla ghiera per il controllo manuale dell'esposizione, sottili numeri in rilievo bianchi su fondo nero. In luce diurna la lettura dei numeri è facile mentre appare più difficile quando la luce è scarsa. E chiaro che questa scelta deriva da una questione anche estetica poiché si accorda molto meglio con un apparecchio completamente nero, ma noi avremmo preferito cifre bianche sempre su fondo nero oppure cifre con colori in codice che riprendono quelli dei led che appaiono nel mirino. Comunque, come accade per la leva di carica, ci è stato detto che in Giappone è possibile acquistare un selettore dei tempi "alternativo" da poter sostituire a quello originale. Chissà se sarà mai disponibile anche nel nostro paese! Su tutti gli altri comandi, e quindi l'apertura dei diaframmi e il contapose, le cifre sono invece sempre perfettamente leggibili.

Anche se la cinghia a tracolla non sempre viene considerata parte integrante dell'apparecchio, la scelta della Pentax per la LX rappresenta una decisa differenziazione dallo stile degli apparecchi reflex 35 mm. Fatta eccezione per alcune rare eccezioni come l'Alpa, gli apparecchi reflex tradizionali sono forniti di piccoli occhielli cui applicare la tracolla, occhielli che sono posti alle estremità superiori del frontale ai quali sono applicati spesso degli anellini. A questi anellini viene applicata generalmente la tracolla. Quando i fabbricanti si accorsero che gli occhielli di bronzo che venivano usati molti anni fa risentivano dell'uso e quindi si consumavano, alcuni provvidero a inserire al loro interno un anellino di acciaio inossidabile; questo sistema consentì così di renderli più robusti e di applicare agli anellini qualunque tipo di tracolla. Tracolle che molto spesso venivano fornite di sistemi di aggancio totalmente inefficienti a impedire che l'apparecchio cadesse rovinosamente a terra. In un secondo tempo gli anellini stessi vennero rifiniti con delle piccole camiciole in gomma per impedire che il loro movimento potesse causare abrasioni e graffi sulla cromatura o sulla verniciatura nera del corpo macchina.

La Pentax LX non ha occhielli: al loro posto vi sono tre bottoncini di tipo automatico posti agli angoli superiori del frontale e nell'angolo inferiore sinistro dell'apparecchio. Una tracolla di nylon regolabile da circa un centimetro e mezzo di larghezza viene fornita con un rinforzo di tessuto nella parte centrale di circa 3 centimetri di larghezza che serve a rendere più difficile la possibilità che la tracolla scivoli dalla spalla, e a rendere più confortevole il trasporto dell'apparecchio stesso. Alle due estremità della tracolla vi è un particolare aggancio il quale si blocca automaticamente e con assoluta sicurezza ai bottoncini che sono sull'apparecchio. La fotocamera può, in questo modo, essere trasportata sia orizzontalmente che verticalmente. Nella parte inferiore destra della Pentax LX, sempre guardandola dal frontale, vi è una presa filettata. Usando il bottoncino automatico superiore e questa filettatura, è possibile fissare sulla Pentax, a scelta, due tipi di piccole maniglie: il tipo B che è in plastica e ha una forma di tipo anatomico costa 10.000 lire, e il tipo A che costa 15.000 lire che può invece essere sagomato a proprio piacimento con un coltellino e un poco di carta vetrata. Noi riteniamo che l'impugnatura tipo B sia la più comoda e più adatta, quella che va bene per la maggior parte dei fotografi. La maniglia, tra l'altro, è effettivamente comoda e facilita indubbiamente la presa dell'apparecchio; purtroppo quando la maniglia è applicata all'apparecchio questo non può essere portato a tracolla orizzontalmente e naturalmente può essere un difetto in più di una occasione, come ad esempio quando si dovessero avere al collo due Pentax LX. Ciononostante occorre plaudire a questa iniziativa della Pentax che ha indubbiamente detto qualcosa di nuovo su un problema il più delle volte sottovalutato da tutti.

Nelle nostre prove pratiche siamo rimasti molto impressionati dalla Pentax LX, a parte quelle critiche che riguardano i piccoli inconvenienti di cui abbiamo già detto. Riteniamo che l'apparecchio fornisca ed offra una versatilità e una flessibilità difficile a trovare in molti apparecchi reflex e che in alcuni casi la LX offra caratteristiche, come nel caso dell'esposizione, che sono realmente superiori. Ed ora parliamo del flash elettronico. Nella slitta portaccessori con contatto caldo posta nella parte superiore del pentaprisma, è possibile inserire qualunque tipo di flash compatto dotato di contatto caldo. Tuttavia, i flash Pentax offrono vantaggi particolari. Quando si usano i flash AF 160 e AF 200 disponibili per la Pentax MV-1 e per la ME Super, il tempo di otturazione e di sincronizzazione di 1/75 di secondo viene impostato automaticamente sulla LX regolata per l'esposizione in automatismo. L'inserimento di uno dei flash determina anche l'accensione del led vicino alla X di sincronizzazione nel mirino quando il flash si è ricaricato ed è pronto per un nuovo lampo. Comunque è solo con i due nuovi flash dedicati che la slitta con contatto caldo svolge il massimo delle sue funzioni: si tratta del flash AF 280 T (lire 200.000), e del flash professionale AF 400 T (lire 485.000) che consentono il controllo dell'esposizione in automatismo del lampo con misurazione attraverso l'obiettivo direttamente sul piano pellicola, e con l'accensione di un led per indicare che l'esposizione è stata corretta.

Il flash AF 280 T, alimentato da quattro pile a stilo da 1,5 volt, si inserisce sulla sommità del pentaprisma. La testa del flash può essere ruotata lateralmente di 90° in entrambe le direzioni e con blocchi intermedi a 45°; può essere inoltre ruotata verso l'alto di 90° o verso il basso di 15° per la macrofotografia. Il flash copre il campo inquadrato da un obiettivo 28 mm mentre, con un adattatore grandangolare oppure con un adattatore tele, è possibile usare anche un obiettivo da 24 mm come un medio tele da 85 mm ottenendo il migliore risultato possibile. Al contrario dei flash dedicati per apparecchi che non dispongono della misurazione dell'esposizione con flash attraverso l'obiettivo e che debbono lavorare su aperture di diaframma fisse, il modello AF 280 T può lavorare con qualunque apertura di diaframma si scelga.

Con una pellicola da 100 ASA, l'esposizione a f/22 va da 24 cm a 1,3 metri ed è eccellente per macrofotografia, mentre a f/16 il campo di automatismo va da 3 a 20 metri. Un calcolatore sul dorso del flash informa sulle varie possibilità di utilizzazione in funzione delle varie aperture di diaframma. Sempre sul dorso c'è una spia di controllo per l'esposizione che lampeggia, a confermare l'esposizione corretta come il led a fianco della X nel mirino. In manuale e con una pellicola da 25 ASA il numero guida del flash AF 280 T è di 15, mentre con una pellicola da 400 ASA il numero guida diventa 45. Quando si usa la misurazione automatica dell'esposizione attraverso l'obiettivo, il flash lampeggerà soltanto se il tempo di otturazione dell'apparecchio indicato nel mirino con il led è di almeno 1/30 di secondo o più lungo. Con tempi più brevi, qualora vi sia sufficiente luce per lavorare senza il flash, il sistema automatico di esposizione della LX supplirà all'uso del flash per ottenere una corretta esposizione, e il flash non lampeggerà. Con tempi più lunghi di 1/30 di secondo, invece, l'esposizione automatica con il flash terrà conto non solo del lampo stesso ma anche della luce ambiente.

Oltre all'esposizione automatica con lettura diretta sul piano pellicola, il flash AF 280 T può essere usato con la propria cellula su due aperture di diaframma comportandosi quindi come un normale flash a computer. Inoltre è dotato della possibilità di lavorare a piena potenza e mezza potenza con funzionamento manuale. Utilizzando una di queste quattro alternative, il led di pronto flash nel mirino resta sempre acceso e si viene anche avvertiti della funzione di scatto in automatico o in manuale con tempi più veloci di 1/30 di secondo. Comunque, qualora si desiderasse escludere l'intero sistema e di usare il flash a una qualunque apertura si può utilizzare la posizione M (manuale) che consente questo tipo di impiego. Questo flash funziona molto bene, secondo noi, anche se il tempo di ricarica di 10 secondi, in manuale o comunque qualora si usi il lampeggiatore in automatismo alla massima distanza disponibile e con batterie fresche, è piuttosto lungo, anche perché tende ad allungarsi parecchio quando un certo numero di lampi sono stati eseguiti.

Nell'uso in automatismo con lettura diretta sul piano pellicola, il circuito economizzatore contribuisce a ridurre considerevolmente il tempo di ricarica con il risultato che si riesce a disporre di molto più dei 150 lampi forniti dal flash usato in manuale o alla massima distanza consentita in automatismo. Comunque, abbiamo un unico punto negativo da sottolineare a proposito del sistema di sincronizzazione flash-apparecchio. Infatti, se accidentalmente dovesse succedere di ruotare il selettore dei tempi su una posizione diversa da quella di automatismo, per esempio su un tempo molto veloce come quello di 1/2000, e se poi si usasse la posizione del flash «Auto TTL», il segnale led nel mirino e sul flash indicherebbe che la luce emessa dal flash è sufficiente a una corretta esposizione, anche se la verità è che con un tempo di scatto così veloce la sincronizzazione non è assolutamente garantita. Perché allora si illumina il segnale di esposizione corretta? Questo è determinato dalla riflessione del lampo sul disegno della prima tendina che porta all'illuminazione del led di controllo come falsa indicazione di esposizione corretta. Naturalmente sarà ben difficile che un fotografo tenti di eseguire esposizioni di automatismo con il flash regolando l'apparecchio su manuale, ma come abbiamo detto, questo potrebbe anche succedere. Una qualunque spia di controllo e di esclusione del circuito del flash qualora l'apparecchio fosse impostato manualmente su una velocità più breve di quella di sincronizzazione, metterebbe senz'altro a posto le cose.

Nel sistema flash Pentax c'è, però un vuoto. Non è disponibile un cavetto di sincronizzazione che consenta l'uso del flash AF 280 T separato dall'apparecchio. La casa dovrebbe provvedere a colmare questa lacuna al più presto. Per coloro che richiedono più potenza e la possibilità di differenti sorgenti di alimentazione (come batteria ad alto voltaggio o corrente di rete), particolarmente studiate per l'uso della torcia staccata dall'apparecchio, la Pentax ha realizzato il lampeggiatore a torcia AF-400 T, che si applica fisicamente alla LX attraverso l'attacco per il treppiede cui viene fissata una staffa e, elettricamente, grazie ad uno speciale cavetto di sincronizzazione. Il cavetto utilizza la presa standard di sincronizzazione più due contattini addizionali che sono vicini all'innesto dell'obiettivo. La torcia del flash AF-400 T può essere ruotata e inclinata nello stesso modo di quella del compatto AF-280 T. Il campo di utilizzazione con una pellicola da 100 ASA varia dai 3 ai 27 metri con f/1,4. In manuale il numero guida è di 22 per una pellicola di 25 ASA e di 90 con una pellicola da 400 ASA. Sei pile a stilo da 1,5 volt vengono alloggiate nell'impugnatura e garantiscono sufficiente autonomia per 75 lampi in manuale. L'angolo di copertura del lampo è sufficiente per un obiettivo da 28 mm. Il flash, comunque, può utilizzare gli stessi accessori grandangolari e tele che sono disponibili per il modello AF 280 T. Oltre alla possibilità di utilizzazione in automatismo con lettura direct, il flash AF 400 T consente di scegliere fra tre aperture di diaframma in automatismo, di lavorare in manuale continuando ad utilizzare la spia led nel mirino e la possibilità di lavorare completamente in manuale senza alcuna indicazione visibile nel mirino. Inoltre, dispone di un commutatore per l'uso del flash a diverse potenze, che sono di 1/25, 1/16 e 1/4. Con grandi aperture di diaframma il flash può essere sincronizzato anche con la LX dotata di motore o winder in scatto continuo.

Ed ora, venendo a parlare del winder della LX (lire 323.000) la parola unico è di nuovo necessaria. Il winder della LX, che è alimentato da 4 pile a stilo da 1,5 volt e che secondo quanto è scaturito dai nostri test può avanzare la pellicola a scatto singolo o in scatto continuo oltre i due fotogrammi al secondo, è l'unico per un apparecchio reflex che consenta il riavvolgimento della pellicola esposta a motore. L'operazione richiede circa 12 secondi per un caricatore da 36 pose. Il winder si applica facilmente sotto il fondello dell'apparecchio: prima però occorrerà togliere i coperchietti per la presa di forza del motore e per il piccolo asse che consente il riavvolgimento; i due coperchietti possono essere riavvitati, in modo da non perderli, in due piccoli spazi opportunamente disponibili sulla parte superiore del winder. Ci si potrebbe chiedere perché è necessario togliere due coperchietti quando ne basterebbe uno come avviene su tutte le altre reflex, dobbiamo ricordare però che la LX è un apparecchio protetto contro la polvere e l'umidità in modo molto più efficace che su qualunque altro apparecchio reflex. Così, se l'apparecchio dovesse riavvolgere o avanzare mediante delle connessioni meccaniche (con il winder o con il motore) lasciate normalmente senza protezione, il sistema di tenuta contro l'umidità e la polvere non avrebbe più senso. La protezione delle due aperture sulla base dell'apparecchio con i due coperchi consente di mantenere il fondello della LX a tenuta di umidità e di polvere. Anche i quattro contatti elettrici del winder sono a tenuta e, addirittura, utilizzano delle guarnizioni O-ring in modo che la polvere e l'umidità siano ridotte assolutamente al minimo all'interno. Ma quanto è in grado di tenere la polvere e l'umidità l'apparecchio quando il winder è applicato? Almeno tanto quanto tiene senza winder. Infatti anche i due piccoli assi che entrano nell'interno dell'apparecchio sono dotati di guarnizioni speciali in plastica che lavorano in modo veramente efficace.

Con pile alcaline fresche siamo stati in grado di raggiungere effettivamente i due fotogrammi al secondo con scatto continuo. Con un gruppo di pile alcaline siamo anche stati in grado di avanzare e riavvolgere più di 40 caricatori da 36 pose. Sebbene il winder venga messo in funzione attraverso il pulsante di scatto dell'apparecchio, questo può essere fatto funzionare anche a distanza con un cavo collegato a un pulsante o a un timer per la realizzazione di riprese temporizzate in sequenza. Secondo le informazioni del fabbricante, quando il winder è in funzione vi sono soltanto 2 mm di corsa del pulsante di scatto tra l'accensione dei led nel mirino e l'avviamento. In pratica, però, abbiamo trovato piuttosto difficile riuscire ad accendere soltanto i led nel mirino senza che il winder si mettesse in funzione; l'unico modo che abbiamo trovato per eliminare questo inconveniente è stato quello di spegnere il winder per poter premere con tranquillità il pulsante di scatto e poter osservare i led nel mirino. La Pentax da noi contattata ha detto che questo è un difetto che non dovrebbe esistere, e che comunque avrebbe indagato e modificato il sistema. La casa avverte anche che mettere e togliere il winder quando la pellicola è ancora nell'apparecchio, può provocare delle velature se l'operazione è effettuata in luce diretta del sole o comunque in un ambiente fortemente illuminato, noi abbiamo riscontrato che il winder può essere benissimo tolto a metà pellicola nelle stesse condizioni ideali di luce necessarie per caricare e scaricare l'apparecchio.

Il motore della Pentax LX (lire 538.000) può essere alimentato grazie a 12 pile a stilo alcaline poste in una impugnatura verticale (lire 130.000) o attraverso un alimentatore orizzontale al nichel cadmio (lire 195.000) che richiede circa 6 ore per la ricarica completa usando uno speciale apparecchio ricaricatore (lire 53.000). Vi è anche un alimentatore a rete che incorpora un timer regolabile su diverse posizioni. Il motore si applica nello stesso modo del winder alla LX, ma consente di sfruttare tre scatti continui da 0,5 a 5 fotogrammi al secondo oltre al riavvolgimento elettrico in 9 secondi, come ha dimostrato il nostro test. Con temperature fredde, sia l'impugnatura verticale che l'alimentatore al nichel cadmio possono essere staccati dal motore e posti in una tasca interna in modo che restino a temperatura ideale collegati, naturalmente, con un cavetto speciale. Usando il motore con l'alimentazione a pile a stilo, abbiamo potuto avanzare e riavvolgere più del minimo di 30 caricatori da 36 pose indicati dalla Pentax. Tuttavia, riteniamo di dover consigliare l'alimentatore al nichel cadmio che è in grado di avanzare oltre 20 caricatori per carica (e che elimina la scomodità della lunga impugnatura verticale), perché può essere utilizzato tranquillamente con temperature più basse e, utilizzando il motore con una certa regolarità, fa risparmiare notevolmente sul costo di acquisto delle pile alcaline.

Sul motore della Pentax LX abbiamo da fare una sola osservazione. La vite di serraggio del motore blocca fermamente la piastra superiore del motore stesso contro il corpo della Pentax LX. Non c'è, invece, ancoraggio per la vite che è fissata al motore solo tramite il suo coperchio superiore, che è tenuto da sette piccole viti a croce; qualora venisse esercitata una forza esagerata sul motore (magari a causa della leva prodotta dall'impugnatura portabatterie), potrebbe accadere di riuscire a sganciare il motore dalla sua copertura superiore. Ovviamente questa è una possibilità estremamente remota, tuttavia riteniamo che come misura di sicurezza le viti utilizzate dovrebbero essere più lunghe o, quanto meno, di diametro maggiore. Il motore della LX come il winder ha mantenuto fede a tutti i suoi impegni, il sistema di frizione e freno sia del motore che del winder entra in funzione istantaneamente arrestando l'avanzamento della pellicola quando il caricatore è finito impedendo che il film stesso possa venire strappato oppure che le perforazioni, come spesso avviene, possano essere rovinate rendendo difficoltoso il riavvolgimento. Grazie all'impegno della Pentax nel fornire un sistema completo di tutti gli accessori siamo stati anche in grado di esaminare il dorso data dial (lire 205.000) che stampa sul bordo del fotogramma la data, dati tecnici o sigle per l'archiviazione; inoltre abbiamo potuto anche utilizzare il dorso data LX (lire 533.000) che stampa anche l'ora e un breve messaggio al centro del quadrante dell'orologio. Entrambi questi accessori fanno parte del sistema Pentax da moltissimo tempo ma sono stati ora modificati per essere utilizzati anche sulla LX, la quale è anche dotata di un piccolo angolino mobile che consente di poter stampare l'ora sull'angolo del fotogramma in una zona che grazie alla tendina mobile non viene esposta alla luce. Il grande dorso da 250 pose (129.000), è molto simile a quello o quelli disponibili per le Pentax precedenti, ma i meccanismi sono stati molto migliorati. Il dorso può essere usato sia con, che senza il motore, ma per motivi di tempo e spazio ancora una volta non siamo stati in grado di poter provare questo accessorio così particolare.

La Pentax LX certamente rappresenta una grossa sfida a tutti gli altri apparecchi della sua classe. Ci pare di aver messo a fuoco un po' tutti i problemi di giovinezza di questo apparecchio, che sono abbastanza comprensibili in un sistema così nuovo come quello della LX. Nessuno di questi è però tale da rendere l'apparecchio inusabile. La Pentax, come abbiamo avuto modo di sottolineare, è dotata di caratteristiche spesso uniche e originali che offrono dei vantaggi di utilizzazione particolari o generali e che non sono così spesso offerti su apparecchi della sua classe stessa. Non abbiamo voluto provare fino in fondo la capacità di resistenza all'umidità della Pentax gettandola in acqua o coprendola di sabbia del deserto e non consigliamo di farlo a nessun possessore di Pentax LX, ma il sistema di tenuta stagna ci sembra funzionare in modo veramente egregio. Anche se la fotocamera appare molto semplice, essa è invece dotata di tutte quelle caratteristiche particolari di cui ha bisogno il professionista. E infine, cosa anche importante per coloro i quali apprezzano un apparecchio fotografico anche per le emozioni che questo gli può dare, dobbiamo certamente confermare che la Pentax LX è un apparecchio in grado di dare notevoli soddisfazioni a tutti coloro che la useranno.

Nadir Magazine © 10/2002
Courtesy Editrice REFLEX © 1982

Pentax-M 50mm f/1,4 N. 6081018

ANALISI AL BANCO OTTICO: Alla massima apertura si nota sull'asse un leggero riflesso (flare) arancio-giallastro e una aberrazione sferica sovracorretta. Il flare, comunque, si riduce notevolmente a f/2. L'obiettivo si dimostra quasi esente da qualunque altro difetto già a f/2.8 dove sussiste una limitata diffrazione mentre è esente da difetti a f/8. A f/1.4 le aberrazioni extra-assiali sono più consistenti con riflessi interni ed un leggero coma e astigmatismo. Difetti che scompaiono a f/8.

ANALISI PRATICA: Sebbene le diapositive scartate a f/1,4 siano leggermente morbide (dovuto soprattutto al fatto che la profondità di campo è limitatissima a tutte le distanze), esse mostrano una eccellente saturazione dei colori nelle varie condizioni di ripresa con eccellente nitidezza e pulizia nei dettagli come alle aperture di diaframma più chiuse.

CARATTERISTICHE INDICATE DAL FABBRICANTE:
Pentax LX, reflex monobiettivo 35 mm. Corpo N.5215531.
OBIETTIVO: Pentax-M 50 mm f/1,4 intercambiabile con innesto a baionetta K N.6081018, messa a fuoco minima 40 cm, chiusura massima f/22.
OTTURATORE: A controllo elettromeccanico dei tempi con tendine in titanio. Tempi in automatico da 125 secondi a 1/2000. Tempi in manuale da 4 secondi a 1/2000 con controllo meccanico da 1/75 (sincro X) a 1/2000 di secondo più la posa B.
MIRINO: intercambiabile a pentaprisma con schermo di messa a fuoco intercambiabile dotato di telemetro ad immagine spezzata e corona di microprismi. Serie di Led con codice di colori per l'indicazione dei tempi, della sovraesposizione, del pronto flash, indicatore di correzione manuale, indice dei tempi in manuale, apertura del diaframma.
ALTRE CARATTERISTICHE: Due pile all'ossido di argento o alcaline da 1,5 volt alimentano la cellula al silicio ed il circuito esposimetrico che offre una misurazione semi spot letta direttamente sul piano focale al momento dell'esposizione. Misurazione automatica dell'esposizione col flash. Scala ASA da 6 a 3200, misurazione a priorità dei diaframmi, correzione manuale tra ± 2 diaframmi, correzione diottrica incorporata nel mirino, blocco di memorizzatore, sollevamento manuale dello specchio, controllo visivo della profondità dl campo, tropicalizzazione contro polvere ed umidità, possibilità di esposizioni multiple, autoscatto, dorso intercambiabile.