TEST PENTACON PRAKTICAR 500
UN TUBO DA STUFA MOLTO SPECIALE
Rino Giardiello, settembre 2016

In principio era l'Orestegor 500 mm f/5,6, prodotto dalla Meyer Optik. Poi il progetto passò alla Pentacon, che cambiò nome al modello. E fu il Prakticar 500 mm f/5,6, più noto come "tubo da stufa".

Parco nazionale Gran Paradiso. Vallone del Roc. Stambecco maschio (1990). Prakticar 500 mm f/5,6 su treppiede. Formato del negativo: 6x6 cm. Il tempo grigio e piovoso mi aveva costretto a lavorare a tutta apertura: la perdita di qualità non è tuttavia evidente sulla diapositiva originale (la scansione appiattisce le differenze e non permette di giudicare adeguatamente).

Parco nazionale Gran Paradiso. Vallone di Ciamosseretto. Giovani femmine di stambecco (1992). Prakticar 500 mm f/5,6 su treppiede. Formato del negativo: 24x36 mm. Per effettuare questo scatto mi sono seduto in terra, con la schiena contro una roccia, e ho appoggiato l'obiettivo alle ginocchia. Nonostante la precarietà della posizione, l'immagine è nitida.

Nidiaceo di gufo reale (Inghilterra, 1990). Qui l'obiettivo, montato su una Contax RTS II, ha lavorato alla minima distanza di messa a fuoco. Di conseguenza, come si vede, la profondità di campo è ridottissima.

Forma adulta e forma giovanile di Gypaëtus barbatus (avvoltoio degli agnelli o avvoltoio grifone). Il gipeto, recentemente reintrodotto nella zona alpina occidentale, da cui era scomparso fin dal 1912, è uno splendido rapace che si nutre prevalentemente di animali morti. La fotografia riveste un particolare interesse naturalistico perché mette a confronto la forma adulta, in primo piano, con la forma giovanile, in secondo piano. Il flash ha reso brillanti i colori del piumaggio. Una fotografia di questo genere non può essere effettuata in natura: è stata infatti scattata a esemplari ospitati presso l'Alpenzoo di Innsbruck (Austria). Formato del negativo: 6x6 cm.

Cicogna adulta, fotografata presso l'Oasi cicogne della Lipu a Racconigi (CN). Obiettivo sul cavalletto. Formato del negativo: 6x6 cm.

Lo chiamano "tubo da stufa" non soltanto per le dimensioni, ma anche per il suo aspetto stranamente svasato. E' il Prakticar 500 mm f/5,6, quattro lenti in quattro gruppi, 46 centimetri di lunghezza per 3500 grammi di peso. Un mostro! Ha una messa a fuoco minima di sei metri e il diaframma chiude fino a f/32. Un diaframma bellissimo a vedersi, con tante di quelle lamelle che il buco risultante appare perfettamente rotondo. Ricorda il diaframma dei lungo-fuoco della Novoflex. Il comando del diaframma è a preselezione. Significa che c'è un anello che ruota (per sbloccarlo occorre tirarlo longitudinalmente verso la lente frontale) e che posiziona una tacca di riferimento in corrispondenza del diaframma di lavoro che si vuole utilizzare. Questo serve a bloccare la corsa della ghiera dei diaframmi, così è possibile effettuare la messa a fuoco a tutta apertura e poi ruotare le ghiera senza staccare l'occhio dal mirino, certi che questa si chiuderà al diaframma preselezionato.

La ghiera di messa a fuoco è di grandi dimensioni. Nel modello in mio possesso è durissima da ruotare, anche con la macchina fissata al cavalletto.

La lente frontale ha un diametro di 118 millimetri, il che rende difficile e costoso l'uso di filtri (io ho un filtro giallo per il bianco e nero e un polarizzatore che ho pagato quasi quanto un'auto d'epoca). L'obiettivo ha in dotazione un paraluce fisso (il tappo si innesta direttamente sul paraluce).

L'attacco al treppiede è un anello massiccio e generosamente dimensionato entro cui l'obiettivo può ruotare liberamente: una manopola di sblocco consente così di passare con rapidità dalle inquadrature orizzontali a quelle verticali e viceversa, senza dover agire sulla testa del cavalletto.

L'attacco per il treppiede è quello da 3/4 di pollice di tipo europeo: In un obiettivo così pesante non sarebbe stato concepibile l'attacco piccolo di tipo americano. Data la lunghezza dell'obiettivo, che aumenta il rischio di vibrazioni, occorre a volte incrementare la stabilità ricorrendo a un doppio appoggio: l'obiettivo montato sul treppiede e la fotocamera sostenuta da un secondo appoggio, che può essere anche un semplice monopiede. Per quanto mi riguarda ho notato che in montagna lo zaino e la giacca a vento costituiscono un ottimo sostegno.

L'obiettivo è concepito per le reflex di medio formato con attacco Pentacon: Pentacon Six TL, Kiev 60, Exakta 66, più le Hartblei e le Pentasix che ne costituiscono recenti rielaborazioni. L'Exakta lo può montare solo sostituendo con un mirino a pozzetto il pentaprisma esposimetrico, che andrebbe a interferire con la gigantesca carrozzeria dell'ottica. Sono facilmente reperibili in commercio (anche in rete) gli anelli adattatori che consentono di utilizzarlo sulle reflex 35 mm. Normalmente viene venduto con un anello adattatore dotato di attacco a vite. A questo si può poi applicare un T-ring con l'attacco adatto alla propria reflex.

Purtroppo l'anello adattatore originale causa talvolta strani fenomeni di "flare" nella parte centrale dell'immagine, che sembrano dovuti ad infiltrazioni di luce. Per evitare questo inconveniente io utilizzo un anello che ho fatto appositamente realizzare da Benatti a Milano.

Usato sul medio formato, l'obiettivo corrisponde più o meno a un 300 mm: sufficiente per i grossi mammiferi ma problematico per fotografare gli uccelli. Meglio, in questo caso, cercare di riempire maggiormente il fotogramma utilizzandolo sul piccolo formato (e magari aiutandosi con un buon duplicatore).

Un utile accessorio è la custodia rigida, di cuoio nero foderato in velluto rosso, dotata sia di un manico in pelle regolabile sia di una robusta tracolla (anch'essa in ottimo cuoio). Quando l'obiettivo era ancora in produzione la custodia veniva venduta come accessorio a parte.

Trovare il Prakticar 500 sul mercato dell'usato non è facilissimo, dato che chi lo possiede di solito se lo tiene; più facile è trovare il suo predecessore, l'Orestegor 500 mm f/5,6 della Meyer Optik, che tuttavia non presenta - a quanto mi risulta - il trattamento multistrato e sulle cui prestazioni non sono in grado di esprimere un parere.

Non sono noti i dati MTF dell'obiettivo, né quelli relativi al potere risolvente; perciò l'unico modo per capire come funziona è provarlo.

COME FUNZIONA
Utilizzo da una dozzina d'anni il Prakticar 500 mm f/5,6, sia sulle reflex di medio formato che sulle Contax. Molte immagini da me effettuate con questo obiettivo sono state pubblicate su libri e riviste. A tutta apertura le prestazioni sono appena accettabili, ma migliorano nettamente col diminuire dell'apertura relativa. I risultati migliori si ottengono tra f/11 e f/16. Lo scarso numero di lenti e il più che discreto trattamento antiriflessi lo rendono immune da "flare" e riflessi fantasma anche nelle riprese controluce. La resa generale appare "calda", con prevalenza di toni marrone.

Lo strumento non è maneggevole: portarlo in giro per i sentieri d'alta quota legato allo zaino è un'impresa non da ridere; inoltre la durezza della ghiera di messa a fuoco (almeno nel modello in mio possesso) costringe a sforzi non indifferenti e implica una certa qual lentezza operativa. Certo non si tratta di un obiettivo adatto a riprendere soggetti in rapido movimento!

Resta il vantaggio di un'apertura relativa massima decisamente buona per la focale (un diaframma in più rispetto al Tessar 500 mm per Hasselblad), a cui si aggiunge un costo decisamente abbordabile, inferiore a quello di molti zoom capaci magari di coprire la focale ma decisamente meno luminosi e meno performanti in termini di nitidezza.

Michele Vacchiano © 06/2002
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