Non piccola né leggerissima, ma solida e ben realizzata, la LX1 sembra e vuole sembrare una tradizionale - se non retrò - fotocamera a telemetro...
...ed infatti troviamo un bel tappo in metallo "Leica Style" che, assicurato alla fotocamera con un cordoncino, sballonzola fastidiosamente durante l'uso.
La vista dall'alto evidenzia la sporgenza anteriore col comando "Aspect" che accoglie e protegge l'obiettivo, ma - di fatto - rende la LX1 ancora meno tascabile di quello che è.
I comandi sono raggruppati, come di consueto, sulla parte destra del dorso.
Pochi ed intuibili i comandi sul tettuccio.
Con l'obiettivo completamente estratto,
la LX1 diventa quasi imponente!
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La Panasonic LX1 è la prima compatta al mondo ad offrire un sensore da 8.4 Megapixel di formato panoramico (rapporto 16:9, come i televisori widescreen) abbinato ad uno zoom Leica 4x equivalente a ben 28-112mm sul formato 24x36, ma queste prestazioni, come vedremo durante l'articolo, sono più un bluff commerciale che reali, e distraggono dalla sostanza di una fotocamera valida e ben realizzata con tante possibilità di intervento manuale in grado di fare felici anche gli utenti più smaliziati.
Risoluzione, lunghezza focale e rapporto tra i lati
La LX1, come dicevamo, vanta 8.4 milioni di pixel effettivi ed una bella focale da 28mm (un vero grandangolare, rispetto ai 35mm che equipaggiano di solito le compatte) ma abbinati ad un sensore di formato 16:9, vale a dire molto basso e largo, panoramico. La cosa è simpatica e utile possedendo un televisore widescreen e visualizzando le proprie foto solo in TV, ma avendo il solito monitor o televisore con rapporto dei lati 4:3, o volendo stampare le foto su carta nei formati normalmente disponibili presso i laboratori, si scopre - come dichiarato dalla stessa Panasonic - che la risoluzione diminuisce drasticamente, come pure la lunghezza focale dell'obiettivo. In pratica, il sensore è panoramico ed ha la risoluzione di 8.4 Mpx, e la lunghezza focale più grandangolare che lo copre è di 28mm. Ma passando al rapporto 3:2 tra i lati (quello del 24x36 e della carta più diffusa), non si fa altro che tagliare l'immagine totale (quella 16:9), non sfruttando così lintero sensore, e si perde mezzo milione di pixel per lato (arrivando così a 7.4 Mpx effettivi) inquadrando molto di meno. Passando poi al rapporto 4:3 (quello dei monitor, dei comuni televisori e di molti formati di carta fotografica), si taglia ancora l'immagine, perdendo un milione di pixel per lato e ritrovandosi con un obiettivo equivalente a circa 35mm sul 24x36. Dunque, nel paragonare la LX1 con le dirette concorrenti con rapporto 4:3 bisogna tener presente tutto questo; alla fine si tratta di una compatta da 6,4 Mpx effettivi, un sensore più piccolo (con tutte le dirette conseguenze) ed obiettivo 34-136mm, a meno che non si scatti sempre nel formato panoramico. Per quanto mi riguarda, avrei preferito avere un vero grandangolare sul formato tradizionale, ben più sfruttabile.
Queste tre impostazioni sono selezionabili con facilità stesso sulla fotocamera, sull'anello che fa da "base" (o contenitore) all'obiettivo e, restando sempre sporgente, rende la LX1 poco comoda da portare in tasca.
In mano
La LX1 è ben realizzata, si sente e vuol far sentire di essere un prodotto di qualità che, costruttivamente, è adeguata al prezzo, e si impugna bene grazie al fatto che non è troppo compatta (purtroppo non è neanche troppo leggera). Il design strizza l'occhio alle fotocamere tradizionali a partire dall'anello sporgente che incorpora lo zoom retrattile, chiuso da un normale tappo legato alla fotocamera con un cordoncino: soluzione davvero assurda e scomoda per una fotocamera di questo tipo, inutilmente "Leica Style". La maggior parte dei comandi è raggruppata sul dorso come di consueto; sono abbastanza intuitivi e comodi da adoperare, forse un po' troppo affollati, ma - una volta memorizzati - non ci sono problemi. Per la LX1, come per la Sony N1 provata in contemporanea, trovo che il pulsante di scatto cada nel posto sbagliato rispetto all'indice, o forse la colpa è del monitor che impedisce al pollice di stendersi sul dorso; fattostà che, pur avendo le mani piccole, la sua collocazione mi costringe ad una posizione innaturale che aumenta il rischio del mosso coi tempi lenti. Sul tetto della fotocamera si trovano la consueta rotella zigrinata coi vari menu di scatto, l'interruttore d'accensione, il pulsante di scatto e l'accensione del dispositivo antivibrazioni. Il piccolo flash a scomparsa non offre risultati egregi: le foto sono sempre un po' sottoesposte e dai colori leggermente freddi, dunque è uno strumento da adoperare solo in caso di estrema necessità (è molto facile che accada in pizzeria con gli amici vista la pessima resa a 400 ISO che impedisce di scattare a luce ambiente come la buona ottica e il dispositivo antivibrazioni indurrebbero a fare).
Qualità delle immagini
Ecco, questo è il punto dolente: nonostante la risoluzione (elevata in formato 16:9 e più che sufficiente in formato 4:3) e il buon obiettivo Leica, le immagini della LX1 non sono buone quanto ci si aspetterebbe.
Lo zoom Leica è in grado di produrre immagini molto nitide e contrastate (forse un po' troppo con le impostazioni di default), ma affette da un notevole purple fringing visibile nella maggior parte delle situazioni "normali": non è bello fotografare la propria figlia davanti alla finestra e vederne lo sfrangiamento porpora lungo il profilo o le cime degli alberi colorate. Ma il vero limite, a mio avviso, è il rumore, che è maggiore della concorrenza già a 100 ISO, inizia a costituire un problema a 200 ISO e diventa del tutto inaccettabile a 400 ISO. Peccato perché, con un rumore accettabile e lo stabilizzatore d'immagine, la LX1 sarebbe un formidabile strumento per scattare in qualsiasi situazione, anziché solo in pieno giorno e col sole alle spalle, e molto meglio se in luce diffusa! Scattando in RAW ed utilizzando un efficace software antirumore come Noise Ninja si può migliorare la situazione, ma questo tipo di interventi di postproduzione non dovrebbero far parte dell'utilizzo standard di nessuna fotocamera, tantomeno di questa. Inconsueta, per una compatta, la possibilità di salvare le foto nei formati RAW e TIFF, ma questa Panasonic è uno strano ibrido: ha soluzioni professionali o molto evolute da una parte e prestazioni che le mortificano o rendono inutilizzabili dall'altra, un po' come per l'ottima nitidezza fornita dall'obiettivo. A che serve se poi le immagini sono devastate dal rumore?
In pratica
Gradevole da adoperare pur con tutti i limiti di qualità delle immagini appena detti, la LX1 consuma abbastanza: con la batteria completamente carica è difficile effettuare più di 150 scatti facendone un utilizzo normale (la Panasonic dichiara 240 scatti in condizioni standard) e si scende sui 100 se si controllano le foto dopo lo scatto per eventualmente cancellarle o mostrarle agli amici. Il monitor da 2.5" e 207'000 pixel è molto nitido, ma - grave difetto visto che la LX1 è sprovvista del tradizionale mirino ottico - risulta molto difficoltoso da vedersi in condizioni di piena luce. Lo zoom 28-112 è di buona qualità ed allineato, per i difetti, alla concorrenza, vale a dire: luminoso alla focale più corta (F/2.8) ma buio a quella più lunga (F/4.9), distorce molto in posizione grandangolare, tiene male il controluce ed ha una visibile aberrazione cromatica (purple fringing) nelle zone di transizione tra alte e basse luci. Da un'ottica firmata Leica mi sarei aspettato qualcosa di più anche se la nitidezza - lo ripeto - è di tutto rispetto.
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