OLYMPUS XA: UN UOVO COL TELEMETRO
Pubblicato su Reflex Test Speciale n.1-1982
Courtesy Fotografia Reflex, dicembre 1982

La storia delle attuali fotocamere 35 mm tascabili inizia nel 1967 con la Rollei 35 dotata di obiettivo rientrante. Per un certo periodo di tempo, fino a che non giunse sul mercato la Minox 35 EL nel 1976, la piccola Rollei ha tenuto banco.

Il mirino della XA si trova in posizione sovrapposta rispetto all'obiettivo, ragion per cui l'errore di parallasse è solamente verticale. Al centro è visibile il telemetro di messa a fuoco.

Sul fondello è possibile notare il selettore per il controluce/test batteria/autoscatto, l'attacco per il cavalletto, il pulsante di sblocco per il riavvolgimento, lo scomparto per le pile e la levetta di messa a fuoco.

La comoda rotella zigrinata che consente l'avanzamento del film.

Lo schema dell'obiettivo della XA è assolutamente originale. Si tratta di un retrofocus invertito di 6 elementi in 5 gruppi. La messa a fuoco è interna ed avviene muovendo il terzo gruppo di lenti. Per arrivare ad ottenere i migliori risultati sono stati utilizzati vetri ad alto indice di rifrazione per l'elemento posteriore ed uno speciale vetro chiamato "Flint" per il secondo elemento.

La precisione dell'esposimetro della XA è ampiamente nei limiti di tolleranza per una fotocamera di questo tipo: al massimo 1/2 stop in sovraesposizioni in condizioni di luminosità molto elevate.

Il particolare modo necessario per impugnare correttamente la XA e poter adoperare col pollice la levetta della messa a fuoco.

Dopo la fortunata uscita della Minox seguita dal modello FF1 da parte della giapponese Ricoh, e dopo un veloce passaggio del modello Vivitar 35 EN, fu la volta della Olympus. Il modello XA, che è stato il progenitore della serie cosìddetta "a uovo", ha pressoché le dimensioni della tedesca Minox ma incorpora alcune caratteristiche in più che sono difficili a trovarsi in un apparecchio di questo tipo. La XA, occorre ricordarlo, è stata ideata dal capoprogettista della Olympus, Maitani, lo stesso che ha dato vita alle famose Olympus Pen mezzo formato ed alla serie OM.

Tra tutte le caratteristiche della Olympus XA, quella che merita più di ogni altra di essere sottolineata riguarda l'obiettivo che non è di tipo retrattile. Ci si potrebbe chiedere come un apparecchio così sottile possa fornire immagini corrette con un obiettivo fisso, ma la soluzione adottata da Maitani è molto semplice e geniale. L'obiettivo 35 mm f/2,8 Zuiko usa una costruzione ottica che potremmo definire unica. Questo obiettivo a 6 lenti in 5 gruppi può essere infatti descritto come una grandangolare retrofocus invertito. Il che vuoi dire che si tratta di un obiettivo di corta focale e che è stato modificato in modo che la sua lunghezza totale (circa 31 mm dall'elemento frontale al piano focale) paragonata alla sua effettiva lunghezza focale lo rende concettualmente simile ad un teleobiettivo: per coprire perfettamente il formato 24x36 mm è stata adottata una lente posteriore di notevoli dimensioni (vedere lo schema) e per aumentare la rigidità e la stessa robustezza il sistema di messa a fuoco adottato si basa sul movimento del terzo gruppo ottico in avanti e indietro.

Per realizzare in pratica questa soluzione, si sono dovuti risolvere inoltre alcuni problemi di carattere puramente ottico con l'uso di vetri ad altissima rifrazione per controllare nel modo migliore possibile tutte le aberrazioni dal centro ai bordi: inoltre le varie lenti e l'obiettivo stesso sono sottoposti a un controllo in fase di montaggio veramente particolare. Per rendere ancora più completa la qualità ottica di questa piccola fotocamera, alla Olympus è stato deciso di accoppiarle un telemetro a sdoppiamento di immagine per favorire in tutte le occasioni una perfetta messa a fuoco onde utilizzare in pieno le caratteristiche ottiche dell'obiettivo stesso. Questa piccola fotocamera tra l'altro ha una messa a fuoco minima di 85 cm.

Tutt'altro che convenzionale anche il piccolo telemetro, infatti la sua base è molto stretta (1,5 cm), la più stretta di qualunque telemetro mai incorporato in un apparecchio 35 mm. La regolazione della messa a fuoco avviene con una piccola levetta che sporge sotto l'obiettivo e la distanza regolata può essere letta nella parte superiore dell'obiettivo stesso.

Una seconda caratteristica più esteriore di questo apparecchio risiede nel fatto che la Olympus XA non richiede una borsa pronto. La sua costruzione è tale per cui la protezione contro la polvere dell'obiettivo avviene semplicemente facendo scorrere le due parti di quello che potremmo definire un piccolo scudo. Il sistema è molto razionale anche perché non comporta alcun aumento di ingombro dell'apparecchio stesso.

Per aprire il dorso della XA è sufficiente sollevare il bottone di riavvolgimento come avviene con gli apparecchi di maggiori dimensioni. L'interno appare molto pulito e accuratamente rifinito. Tra l'altro il rocchetto ricevitore è dotato di più fessure e di una piccola ruota zigrinata inferiore che consente di agganciare più facilmente la coda della pellicola al rocchetto stesso. Questa caratteristica ricorda l'originale Olympus Pen ed è anche presente sulla tedesca Minox. Il rocchetto trascinatore è dotato di un'unica dentatura nella parte inferiore.

Nella parte superiore della XA si trova un piccolo ma abbastanza leggibile contafotogrammi con azzeramento automatico. il piccolo pulsante di scatto squadrato e arancione che incorpora un microswitch che facilita e rende più morbido lo scatto senza vibrazioni. Al centro della parte superiore si può notare proprio sopra l'oculare un piccolo altoparlantino che emette, a un livello sonoro non troppo eccessivo, l'ormai famoso bip-bip di avvertimento. Sul fondello dell'apparecchio accanto all'alloggiamento per la pila e al pulsantino per il riavvolgimento, si trova una piccola leva di comando dotata di una linea di indicazione bianca. Quando questa leva è premuta completamente verso il corpo essa non comanda alcuna funzione (è sulla posizione OFF), ma ponendo la levetta su una delle tre posizioni previste si ottengono tre diverse importanti funzioni.

Al primo scatto, nella posizione + 1,5 Back Light, si ottiene la compensazione dell'esposizione per riprese in controluce. La caratteristica è estremamente utile qui come sugli apparecchi reflex automatici. Infatti mentre su altri apparecchi compatti la compensazione per le riprese in controluce deve essere effettuata ingannando l'esposimetro dell'apparecchio su una regolazione ASA diversa, qui basta muovere questa piccola levetta. Nella seconda posizione indicata dalla scritta "Check", si può eseguire il controllo dello stato di carico della pila. Se le pile MX 76 sono in buone condizioni, l'apparecchio emetterà un sibilo costante mentre una piccola spia rossa sul frontale dell'apparecchio si accenderà.

L'ultima posizione indicata con "Self-Timer" è quella dell'autoscatto che consente un ritardo di 12 secondi. Questo entra in azione solo ed esclusivamente se lo scudo anteriore è completamente aperto. Durante l'attesa la luce anteriore lampeggerà e il sistema sonoro emetterà due piccoli sibili ogni secondo. Da ricordare che questa piccola levetta nella funzione autoscatto viene a sporgere in avanti quanto basta per consentire la stabilità di questo piccolo apparecchio qualora appoggiato su superfici non perfettamente piane: un piccolo tocco di ingegnosità.

Ma veniamo all'uso pratico di questa piccola fotocamera tascabile. Fino a che lo scudo anteriore resta chiuso ed il dorso è aperto, durante le fasi di caricamento della pellicola il tempo di otturazione viene automaticamente regolato su 1/8 di secondo per facilitare l'avanzamento della coda della pellicola. A questo punto basta chiudere il dorso e aprire lo scudo anteriore per poter impostare la sensibilità ASA della pellicola (da 25 a 800) sulla piccola scala posta direttamente sotto l'obiettivo. Prima di poter eseguire il primo scatto occorrerà regolare il selettore verticale delle aperture di diaframma (da f/2.8 a f/22); per fare questo basterà regolare il piccolo selettore in modo tale che la freccia bianca indichi il valore di diaframma desiderato. Volendo eseguire riprese senza dover pensare costantemente all'apertura dei diaframma o alla messa a fuoco, basterà regolare la distanza su circa 5 metri e l'apertura del diaframma su f/8 per ottenere una profondità di campo sufficiente a coprire la maggioranza delle situazioni ed un tempo di scatto sufficiente a fermare le vibrazioni.

Per cominciare ad eseguire le riprese basterà aprire lo scudo anteriore facendolo scorrere verso sinistra fino a fondo corsa. A questo punto è possibile portare la XA all'altezza dell'occhio per poter osservare il soggetto attraverso il mirino molto luminoso che offre un ingrandimento dell'immagine di circa 0,6X. Al centro del mirino si noterà il piccolo rettangolino giallastro del telemetro. Ai bordi del mirino, cosa che non è perfettamente visibile a chi porta gli occhiali, sono gli indici di riferimento per la correzione della parallasse per le riprese in verticale: segni che sono comunque particolarmente difficili a vedersi. Sulla parte sinistra dei mirino è presente la scala dei tempi che va da 500 (1/500 di secondo) fino a 1 secondo.

Se l'ago dell'esposimetro si sposta oltre il valore 500 nella zona di sovraesposizione oppure se si muove al di sotto di 1/30 di secondo, è possibile riportare la situazione nelle migliori condizioni di ripresa semplicemente regolando il cursore che comanda l'apertura dei diaframma fino a che il tempo di scatto indicato non sia quello più opportuno. L'operazione è molto facile da attuare anche tenendo l'apparecchio all'occhio così che in qualunque momento si è pronti a premere il pulsante di scatto che farà scattare l'otturatore che risulta estremamente silenzioso come quelli presenti in tutti gli apparecchi di questo tipo.

Occorre comunque un attimo di attenzione mentre si usa l'apparecchio poiché può essere abbastanza facile sporcare con un dito la lente anteriore dell'obiettivo della XA. Ad esempio questo può accadere quando si apre lo scudo frontale qualora non si tenga l'apparecchio per i punti chiaramente indicati dalle zone zigrinate come consiglia il libretto di istruzioni; se lo scudo viene aperto, ad esempio, tenendo le dita sulla sua parte anteriore è possibile che nel momento in cui l'obiettivo viene scoperto un dito possa sporcare la sua lente anteriore.

Un altro punto criticabile dell'apparecchio riguarda il suo pulsante di scatto. Anche se estremamente comodo e morbido da usare ci sembra che la sua corsa (inferiore ad 1/4 di mm), sia troppo breve. La sua posizione nella parte superiore è tale per cui non è facilissimo trovarlo a memoria mentre può succedere con facilità che per un piccolo urto esso scatti inavvertitamente. Avremmo certamente preferito un pulsante di tipo piatto e virtualmente antiscatto accidentale, protetto da un collare che riduca la possibilità di scatto e che renda più facile trovare la sua posizione. Un'altro fatto su cui occorre soffermarsi riguarda il modo di impugnare correttamente la XA.

Dopo vari esperimenti abbiamo ritenuto di aver trovato la posizione più corretta per utilizzare questo piccolo apparecchio. Infatti il sistema migliore consiste nell'appoggiare l'apparecchio sul pollice e tenerlo saldo con l'indice e il medio della mano destra: mentre l'indice servirà a premere il pulsante di scatto, il pollice dalla parte inferiore servirà a regolare la levetta della messa a fuoco. In questo modo si ha sempre il pulsante di scatto sotto il dito mentre il pollice può spostarsi facilmente verso la ruota di avanzamento e caricamento dell'apparecchio.

MA IN TUTTO QUESTO COME FUNZIONA IL PICCOLO E MIRACOLOSO TELEMETRO?
Teoricamente esso dovrebbe fornire sufficiente precisione per mettere a fuoco un obiettivo 35 mm f/2,8 fino a una distanza minima di circa 85 cm. Inoltre un grandangolare medio come questo non richiede necessariamente una messa a fuoco estremamente precisa visto che è dotato di una sufficiente profondità di campo per fornire in quasi ogni occasione immagini perfettamente a fuoco nonostante piccole imprecisioni di focheggiatura. Fortunatamente però il telemetro della XA si dimostra abbastanza utile in occasioni come nelle riprese in interni o quando la luce è piuttosto scarsa.

Nell'uso è abbastanza pratico visto che le immagini sdoppiate sono molto bene evidenziate, ciò nonostante occorre anche dire che la regolazione della levetta di messa a fuoco avviene in un campo talmente piccolo che è richiesta una certa pratica per potersi fermare al momento giusto e per poter utilizzare nel migliore dei modi il telemetro stesso. Ciò non toglie comunque che la messa a fuoco con il telemetro risulta sempre più precisa che la messa a fuoco stimata e comunque è certamente sempre più precisa in cattive condizioni di luce quando l'apertura del diaframma deve essere più aperta e con il soggetto ad una distanza inferiore ai 3 metri circa.

La Olympus XA, oltre a tutte queste particolari caratteristiche che la rendono abbastanza unica nel suo genere, rappresenta forse il massimo di quello che attualmente si è stati in grado di realizzare in un apparecchio così compatto che offre un fotogramma 24x36 mm. La XA si presenta certamente come un apparecchio pensato molto bene dove i controlli e i comandi sono realizzati nemmeno tanto piccoli quanto ci si sarebbe potuti aspettare e sono per questo facilmente utilizzabili. Alcune caratteristiche mancanti (ad esempio l'informazione dell'apertura dei diaframma nel mirino) sono certamente dovute a certi limiti che non sono attualmente ancora superabili. Ma il lavoro che è stato svolto su questo apparecchio è indubbiamente di prima categoria.

L'accessorio fondamentale e certamente indispensabile di questo apparecchio è il piccolo flash A11 alimentato da una pila a stilo alcalina e che offre circa 100 lampi con un tempo di ricarica di 5-10 secondi con esposizione naturalmente automatica e con possibilità di controllo manuale. Per montare il flash A11 sull'apparecchio basta semplicemente inserirlo sul fianco sinistro della XA in una montatura dotata di una fessura e stringere una vite di serraggio. Una volta che il flash è assicurato sull'apparecchio occorrerà regolare un piccolo cursore sulla parte anteriore della piccola torcia fino a che la posizione 100, 400 o Full non appaia nella piccola finestrella al di sopra. A questo punto occorre spingere il cursore dei diaframmi oltre la posizione f/2,8 fino a raggiungere il simbolo dei piccolo lampo in azzurro che regolerà automaticamente l'apparecchio sulla coppia tempo diaframma f/4 con 1/30 di secondo che rappresenta la posizione universale d'uso con il flash elettronico.

Spostando la ghiera dei diaframmi su questa posizione si udrà un piccolo clic e si potrà notare che una piccola spia semitrasparente di pronto flash uscirà dalla sommità dei flash. Il flash, come abbiamo visto, lavora anche in automatico e regola attraverso il sensor la durata di emissione dei lampo in funzione della distanza. Con una pellicola da 400 ASA il campo di funzionamento automatico del flash varia tra 1,5 metri e 5,5 metri. Con una pellicola da 100 ASA il campo è, invece, da 85 cm a 3 metri circa. Regolando il flash sulla posizione Full è possibile utilizzare manualmente il flash in funzione dei suo numero guida anche se vi sono alcune limitazioni nel suo uso manuale.

Nelle nostre prove siamo rimasti comunque sempre piuttosto soddisfatti, tuttavia il nostro entusiasmo è stato limitato dal fatto che l'uso di questo flash è limitato a sole due sensibilità di pellicola in automatismo. È ugualmente possibile eseguire ottime fotografie anche con pellicole di sensibilità più bassa: quando il flash viene regolato sulla posizione manuale (Full), l'apparecchio XA automaticamente regola il tempo di otturazione in funzione della luce ambiente e dell'apertura di diaframma scelta. Così in genere non è possibile eseguire riprese coi flash in interni poiché il tempo di scatto selezionato dalapparecchio è generalmente troppo lungo, ciò che porterebbe probabilmente a ottenere immagini fantasma, ma può essere, all'occorrenza, un comodo Slow Sync.

Come spiega abbastanza chiaramente il libretto di istruzioni, la posizione manuale (Full) è intesa prevalentemente per l'uso in esterno come schiarimento delle ombre. È chiaro d'altra parte che tutti questi nostri commenti vanno considerati all'interno di un certo contesto, ci troviamo infatti di fronte ad un apparecchio estremamente miniaturizzato e nel quale fisicamente sono integrati nel modo migliore una serie di caratteristiche e un piccolo flash elettronico. È evidente che la casa giapponese avrebbe potuto rendere più completo questo sistema fotografico tascabile, ottenendo però come risultato delle dimensioni molto superiori.

In conclusione possiamo certamente affermare che la Olympus XA è una fotocamera compatta di notevole fattura proprio perché è stata concepita per fornire all'utente quelle caratteristiche alle quali sono abituati tutti coloro che utilizzano apparecchi reflex 35 mm di dimensioni molto maggiori. È il caso dei sistema di compensazione per il controluce, è il caso dei telemetro, è il caso dell'obiettivo particolarmente sofisticato. L'apparecchio che ha un livello di rumorosità molto limitato (il nostro test ha rilevato soltanto 63 decibel) è certamente quello che ha portato una nuova ventata di tecnologia miniaturizzata nel mondo della fotografia. Dopo l'uscita della Minox, la Olympus ha offerto caratteristiche diverse e più diversificate ed ha creato una linea di prodotto di notevole successo. Ad esse si sono ad esempio ispirati altri fabbricanti i quali tuttavia non sono riusciti a fornire nelle stesse dimensioni le stesse caratteristiche della XA.

IL TEST DELL'OBIETTIVO
I grafici forniscono la lettura ai vari diaframmi delle linee per millimetro separate dall'obiettivo. Il numero delle linee per millimetro, però, non basta a giudicare un obiettivo. Per questo oltre ai valori di lettura al centro del fotogramma e ai bordi (dove la risolvenza è generalmente inferiore) viene fornito il dato relativo al contrasto. Per una maggiore chiarezza REFLEX dà un giudizio (insufficiente, sufficiente, buono, ottimo ed eccellente), relativo alla qualità dell'obiettivo alle varie aperture di diaframma. Il giudizio tiene conto della risolvenza, del contrasto e delle aberrazioni per ciascuna apertura di diaframma.

Per un obiettivo di focale 35 mm questi sono i limiti minimi di risolvenza alle varie aperture (in parentesi le linee per millimetro ai bordi):
apertura massima: 36 (25);
apertura immediatamente successiva: 36 (25);
diaframma centrale: 40 (28);
f/11: 40(32).

Analisi al banco ottico:
a piena apertura sull'asse abbiamo rilevato un evidente riflesso giallo, insieme ad una leggera aberrazione sferica sovracorretta. Il riflesso sparisce quasi completamente ad F/4.
I riflessi extrassiali mostrano un riflesso giallo-verde piuttosto evidente a tutta apertura ma ridotto già ad F/5.6.
Un leggero astigmatismo resta anche ad F/8.

Esame pratico:
a piena apertura le dia a colori sono sufficientemente nitide ma lasciano intravedere un notevole riflesso nelle riprese di immagini particolarmente luminose. Tuttavia, a partire da F/5.6, il riflesso scompare e le immagini diventano nitide e brillanti. Le fotografie scattate con l'uso del flash hanno dimostrato una certa caduta di luce ai bordi ed una sottoesposizione di circa mezzo diaframma, risultato che comunque piace a molti fotoamatori.

Sopra, le tabelle coi grafici delle prestazioni del piccolo obiettivo Zuiko 35/2.8 rilevate dai laboratori di Modern Photography.
I valori della risolvenza sono in linee/mm e quello del contrasto in percentuale: a barra più lunga corrisponde una maggiore qualità.

Il valore della caduta di luce è in stop (per esempio 2,5 sta per 2,5 stop in sottoesposizione), quindi a barra più lunga corrisponde una maggiore caduta di luce e di conseguenza una peggiore qualità.

Su Nadir c'è, oltre a questo test pubblicato da Reflex, anche il nostro consueto test pratico. Per leggerlo basta cliccare sulla scritta sottostante.

 

1) Contapose additivo con azzeramento automatico.
2) Led di segnalazione test batterie ed autoscatto.
3) Pulsante di scatto elettromagnetico
4) Mirino con indicazione del tempo di esposizione.
5) Beeper per test batteria ed autoscatto.
6) Scala delle distanze.
7) Zigrinature per apertura del guscio.
8) Obiettivo Zuiko 35/2.8.
9) Selettore della sensibilità della pellicola.
10) Levetta per la messa a fuoco accoppiata al telemetro.
11) Finestrella del telemetro.
12) Selettore dei diaframmi ed interruttore flash.
13) Attacco per cinghietta da polso.

CARATTERISTICHE FORNITE DAL FABBRICANTE:
Olympus XA, fotocamera 35mm a telemetro. Corpo N* 125475.
OBIETTIVO:
non intercambiabile, 35mm F/2,8 Zuiko privo di numero di serie, diaframmi da F/2,8 a f/22, sprovvisto di filettatura portafiltri sul frontale.
OTTURATORE: centrale, controllato elettronicamente, con velocità indicate nel mirino, da 1 a 1/500 di secondo più sincro-X, ma con 10 secondi di esposizione massima in automatismo.
MIRINO: tipo Albada con telemetro di messa a fuoco e indici di correzione della parallasse.
ALTRE CARATTERISTICHE: esposizione automatica a priorità dei diaframmi, alimentazione fornita da due pile all'ossido di argento da 1,5 volt, misurazione tramite due cellule al CdS, sensibilità utilizzabili da 25 a 800 ASA, correttore dell'esposizione di + 1,5 diaframmi per il controluce, segnale luminoso ed acustico per il test batteria e l'autoscatto elettronico, protezione scorrevole per obiettivo e mirino, tempi visibili nel mirino, può montare i flash dedicati A 11 o A 16 con i quali funziona automaticamente predisponendosi su 1/30 ad f/4.