OLYMPUS OM-4

Test di Nadir
IN REDAZIONE ABBIAMO UNA OM-4 COMPRATA D'OCCASIONE UNA QUINDICINA D'ANNI FA: UNA SPLENDIDA OCCASIONE PER FARE QUALCHE CONSIDERAZIONE COL SENNO DEL POI...

Nadir Magazine ©Quello Olympus è uno dei sistemi più apprezzati dagli appassionati di fotografia, non solo per la qualità dei corpi e degli obiettivi, sempre mediamente elevata (e venduta, all'epoca, a prezzi ragionevoli), ma anche per la filosofia di fondo che anima l'intero sistema, fatta del giusto compromesso tra tradizione ed innovazione, funzionalità avanzate e semplicità di utilizzo.

La OM-4 è forse una delle reflex a cui maggiormente Olympus deve la propria fama, in gran parte grazie al sofisticato e per certi versi mitico sistema esposimetrico di cui è dotata, insieme alla sua "sorella" meccanica e coetanea (1983), ovvero la OM-3. Il test di Modern Photography che pubblichiamo contestualmente a questo articolo ne parla diffusamente, quindi non ci dilungheremo più di tanto. In sintesi, la OM-4 consente al fotografo di effettuare una lettura spot su un punto da lui prescelto, memorizzarne l'esposizione, e poi ripetere l'operazione fino ad un massimo di otto letture spot. Dopodiché la macchina, basandosi sui valori di tutte queste singole esposizioni, suggerisce al fotografo un'esposizione finale bilanciata. Volendo giocare con le parole, si potrebbe dire che quello della OM-4 è un "Matrix fatto a mano": è un Matrix perché è una lettura bilanciata sulla base delle varie zone e luminosità presenti nella scena, ma è fatto mano perché è il fotografo, e non una CPU, a scegliere quali sono le parti della scena da prendere in considerazione.

Naturalmente, più letture spot si effettuano, più è probabile che l'esposizione finale sarà simile a quella di una normalissima lettura "media". Probabilmente otto letture spot sono davvero tante e dubitiamo della loro utilità pratica. Ma due, tre o quattro letture costituiscono, per un fotografo che conosca bene i meccanismi dell'esposizione e sappia gestire la latitudine di posa della pellicola in uso, davvero un valore aggiunto formidabile. Va da sé che questo sistema ha un'utilità relativa quando si usano pellicole negative a colori, mentre si sposa benissimo con le diapositive o con il bianconero.

In aggiunta a quanto detto, la OM-4 offre due comandi che consentono di aumentare l'esposizione di 2 diaframmi o di diminuirla di 2 diaframmi ed un terzo: utilissimi per quando il soggetto su cui si è misurata l'esposizione si discosta di molto dai classici toni del grigio medio. Oltre a questi pulsanti diretti è possibile variare l'esposizione agendo sulla ghiera che comanda anche l'impostazione della sensibilità della pellicola.

In alternativa a questo sofisticato e per certi versi insuperato sistema esposimetrico spot, la OM-4 offre una più normale modalità di funzionamento in automatismo con lettura media a prevalenza centrale, per un uso più veloce e tradizionale della macchina.
La OM-4 ha dimensioni alquanto contenute, com'è tipico della gamma Olympus, e tenendola in mano si ha una piacevole sensazione di robustezza è solidità. Il mirino è abbastanza luminoso ed è dotato di correzione diottrica. La messa a fuoco è piuttosto agevole anche per chi porta gli occhiali, e pure il sistema di Led ed indicatori vari è estremamente chiaro, leggibile e ben fatto. In generale, tutti i comandi della OM-4 sono disposti in maniera decisamente comoda e razionale, e per chi è già utente Olympus i tempi di adattamento sono veramente irrisori.

L'otturatore ha tempi di assoluto rispetto: da 240 secondi a 1/2000, tempo meccanico di 1/60, posa B. L'unico limite è il sincro flash limitato a 1/60, non certo un tempo da primato anche in relazione alle concorrenti dell'epoca. Va segnalato che nel 1986 la Olympus ha presentato la OM-4Ti, una OM-4 con qualche piccolo miglioramento qua e là, tra cui la spia di pronto flash nel mirino ed il sincroflash fino a 1/2000 col il flash Olympus F280. La OM-4Ti è attualmente in produzione.
Completano la dotazione della OM-4 l'autoscatto (che quando è attivo solleva lo specchio), il contatto caldo per i flash TTL ed uno per il collegamento di flash esterni, la possibilità di montare motori e winder. Da segnalare che la OM-4 è tropicalizzata: non è indispensabile, ma non dà certo fastidio.

Pur con una ventina d'anni sulle spalle, la OM-4 continua ad essere una signora reflex. Ha qualche limite (il sincroflash già citato, inoltre non consente le esposizioni multiple), e non viene certo regalata, ma è una eccellente reflex, solida e ben costruita: a distanza di anni non si segnalano problemi particolari di alcun genere. Una OM-4 oggi consente non solo di entrare nel bel mondo delle ottiche Zuiko, ma anche di sperimentare il particolare sistema esposimetrico di cui è dotata, una vera delizia per chi sappia gestire con intelligenza i meccanismi dell'esposizione.

Agostino Maiello © 03/2003

Su Nadir c'è anche un approfondito test della OM-4 realizzato dalla rivista Reflex che ce ne ha permessa la pubblicazione. Per leggerlo cliccate sul pulsante a destra.