La scelta non è facile: esistono ottiche per ingranditori di tutti i prezzi e tutte le marche ed i nomi non aiutano certo a capire le differenze. Cos'è un Componar? Cos'è un Rodagon? È meglio un F/2.8 o un F/4? Conviene cercare nei mercatini dell'usato?
Una premessa d'obbligo: gli obiettivi nati per la stampa non sono affatto identici a quelli progettati per la ripresa: mentre un obiettivo per la ripresa può permettersi certi lussi (o certe pecche), un obiettivo per la stampa, anche il più economico, deve avere certe prestazioni altrimenti serve davvero a poco. Le loro dimensioni sono minori (ed anche il loro prezzo) perché hanno meno parti meccaniche (niente ghiera di messa a fuoco o diaframmi automatici) ed è relativamente più facile progettarli dato che lavorano in condizioni controllate rispetto agli obiettivi da ripresa.
Cosa si chiede ad un obiettivo da stampa?
Una buona nitidezza costante dal centro ai bordi, ma anche una ridottissima vignettatura (caduta di luce ai bordi del fotogramma) e distorsione nulla (vi piacerebbe che l'edificio da voi fotografato diventasse un panettone?). Il contrasto deve essere brillante, ma l'obiettivo deve anche essere in grado di riprodurre tutte le sfumature presenti sul vostro negativo. Le altre aberrazioni non sono facilmente controllabili dal fotoamatore ma, in effetti, vengono scovate lo stesso dato che influiscono indirettamente su altre prestazioni (per esempio la curvatura di campo: un obiettivo con una curvatura di campo non ben corretta sconterà questo difetto con un pessimo giudizio a tutta apertura).
Il nostro test è stato come al solito pratico, ma eseguito con estrema scrupolosità. La cosa più interessante per voi può essere la presenza nel test di vecchi obiettivi non più in commercio: come vedrete possono essere ancora un validissimo acquisto.
Come si identificano le diverse ottiche?
In casa Rodenstock e Schneider è abbastanza facile. Gli obiettivi il cui nome termina per "AR" (Rogonar, Componar), di solito sono quelli a schema semplice a tre o 4 lenti a seconda delle generazioni. Le stesse ditte hanno mantenuta la stessa desinenza anche per gli obiettivi per il grande formato. Gli obiettivi che il cui nome termina con "ON" (Rodagon, Componon), sono quelli a 5 o 6 lenti (sempre a seconda delle generazioni). Si tratta quindi (quelli il cui nome termina in "AR") di obiettivi più economici, ma non per questo meno validi (anche se non si può fare di tutta l'erba un fascio). Le vere differenze le si vedono di solito a tutta apertura e ad ingrandimenti superiori al 30x40. Io ho notato il "crollo" totale del 105 Componar in mio possesso rispetto al Rodagon 100, sul formato 40x50: a questo ingrandimento i bordi erano terribili anche diaframmando ad f/8 o F/11, la vignettatura, per i miei gusti, troppo visibile e la curvatura di campo intollerabile ed irrecuperabile. Su formati inferiori sembrano identici e si riescono a trovare delle differenze solo con foto ricche di dettagli minuti sui bordi e cercando il classico "pelo nell'uovo": una foto in BN ben stampata ed osservata da 30-40 cm può essere stupenda anche con qualche linea di definizione in meno.
(Nota: il 105 è la focale "normale" per i negativi 6x9 cm)
Per passare a qualcosa di migliore si deve comprare un buon 6 lenti, anche "vecchiotto" e poco luminoso. È l'unico modo per risparmiare senza andare a completo discapito della qualità (meglio un ottimo 4 lenti anziché un pessimo 6 lenti!).
Come si legge il test
Lenti = il numero di lenti che compongono l'obiettivo; TA centro = risolvenza a tutta apertura al centro; TA bordi = risolvenza a tutta apertura ai bordi; F/8 centro e bordi = risolvenza ad F/8; Scala dei grigi = capacità dell'obiettivo di riprodurre le sfumature (i grigi del negativo/test); vign. = vignettatura rilevata ad F/5.6. I prezzi in Lire sono del tutto indicativi e relativi alla data dell'articolo.
Gli obiettivi in prova
Meopta Anaret S 50/4.5, Rodenstock Rodagon G 50/2.8, Rodenstock Rodagon N Apo 50/2.8, Rodenstock Rogonar S 50/2.8, Rodenstock Rogonar 50/2.8, Rodenstock Rodagon 50/4, Schneider Componar 50/3.5, Schneider Componon, Schneider Componon S 50/2.8, Schneider Componar S 50/2.8, Nikon EL Nikkor 50/2.8, Durst Neonon 50/2.8.
Qualche considerazione...
Molti obiettivi sono ottimizzati per fornire le migliori prestazioni dal 10x15 al 20x30, altri dal 20x30 in su. La qualità di un obiettivo di classe spunta senz'altro agli ingrandimenti maggiori ma se raramente superate il classico 20x30 avrete senz'altro molti problemi in meno e potete risparmiare un bel po' di soldini. Il nostro test è stato eseguito su stampe di 24x36 cm.
La maggiore luminosità di un obiettivo è utile più per mettere bene a fuoco che per un reale utilizzo: spesso gli F/2.8 sono peggiori dei corrispondenti F/4 e la resa ottica a quel diaframma è molto bassa, spesso peggiorata dalla bombatura del negativo a causa del calore della lampada dell'ingranditore.
Personalmente non avrei dubbi nel preferire un ottimo obiettivo della vecchia generazione come il Componon, magari comprato per poco su una bancarella, ad un 4 lenti nuovo ma mediocre, e - se proprio l'usato non vi va e volete risparmiare - prendete in considerazione l'ottimo Anaret della Meopta.
Rino Giardiello © 01/1998
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