Una reflex di fascia media davvero interessante, in grado di fare ricredere anche i più prevenuti.
Piccola, leggera e graziosa, disponibile anche nella versione tutta nera: personalmente l'ho preferita nella versione che vedete nella foto. Lasciate perdere, però, l'economico zoom di serie!
La parte alta della F80 racchiude la maggior parte dei controlli, quasi tutti di immediata comprensione senza dover leggere il libretto di istruzioni.
Altri comandi sono dislocati sul dorso e sono a portata di pollice, ma il loro utilizzo non è del tutto immediato. Nella foto la versione col dorso data.
Il dorso aperto mostra una costruzione ben fatta nonostante la fascia entry level ed il largo uso di materie plastiche.
Il piccolo flash di serie è decisamente di migliore sia come qualità che come potenza rispetto a quello, per esempio, della vecchia F70.
IL FLASH INCORPORATO
La F80 è dotata di un piccolo flash incorporato che, però, non deve ingannare con le sue minuscole dimensioni: è molto efficiente e ricco di funzioni. Offre la lettura TTL, grazie ad un sensore multiplo a cinque settori, tenendo conto della luce ambiente, della posizione del soggetto e della sua riflettenza. La tecnologia Matrix 3D Multi Sensor Flash in sostanza fornisce al fotografo la possibilità di fare cose egrege anche solo con tale flash incorporato, sebbene sia naturalmente possibile montare altri modelli sull'apposita slitta portaflash.
Il flash della F80 copre fino a 28mm di focale, è dotato del dispositivo anti occhi rossi, della possibilità di sincronizzarsi sui tempi lunghi (e qui si può anche decidere di farlo scattare con la seconda tendina), e consente di variare il rapporto tra la sua luce e quella ambiente.
IL MIRINO
Il mirino della F80 è nitido e luminoso, ed ha una soluzione geniale che, da patito della fotografia di architettura, ho particolarmente apprezzato: è possibile aggiungere sullo schermo un reticolo quadrettato digitale; è sufficiente premere un tasto. I vantaggi sono innegabili: un mirino reticolato è decisamente d'aiuto nel tenere sotto controllo l'orientamento della foto (scrivendo questo il nostro pensiero corre alle migliaia di foto storte che continuamente visioniamo in redazione), ma anche nel metterci in condizione di effettuare una valutazione "quantitativa" dello spazio a nostra disposizione nel mirino, utile a meglio bilanciare la distribuzione dei soggetti e delle masse all'interno del fotogramma. Certo, queste sono considerazioni personali dettate anche dal fatto che sono principalmente un fotografo d'architettura, ma andrebbe detto che una foto storta è una foto storta, al di là del genere; ed una foto che pende o che pecca di armonia nella composizione è una foto sbagliata, sia essa di architettura oppure no.
Il mirino è comodo da utilizzare anche per chi usa gli occhiali, ed è dotato di correzione diottrica. Inoltre, il display interno è molto ricco di informazioni e si può governare praticamente tutto il funzionamento della F80 senza mai staccare l'occhio dall'oculare.
IN MANO
Il corpo è compatto e leggero, ma dà una piacevole sensazione di solidità a differenza delle F70 ed F50 già citate. I comandi sono complessivamente logici ed intuitivi: come già accennato, è un bel salto rispetto alla F70, per la quale occorreva andare col libretto d'istruzioni nella borsa! Trovo abbastanza scomoda la regolazione di tempi e diaframmi solo mediante delle rotelline che vanno azionate con indice e pollice. I "vecchi" obiettivi AF con diaframmi sull'obiettivo però funzionano lo stesso, mentre non è possibile adoperare i vecchi AI.
In generale la F80 ha tutto quello che serve, ma davvero tutto, e mi riferisco alle cose importanti e non ai gadget per fare colpo sui fotoamatori. Per esempio ha il tasto di controllo della PDC, fa le esposizioni multiple, può essere totalmente manuale come programmata (seria!), senza mancare gli utili automatismi a priorità di tempi e diaframmi. Che la F80 non sia l'ideale per il principiante assoluto lo si capisce sia dall'assenza dei classici programmi di ripresa ("Ritratto", "Paesaggio", "Sport", ecc.), che dalla presenza di molte funzioni personalizzabili, ben 18. Il motore incorporato scatta ad una cadenza massima di 2,5 fotogrammi al secondo e, in fase di riavvolgimento, è possibile attivare il "riavvolgimento silenzioso", più lento ma dalla rumorosità quasi impercettibile. Da notare che della F80 esistono anche le versioni "D" (con dorso datario: consente di imprimere la data e l'ora sul fotogramma) e "S" (fa quello che fa la versione "D" ma in più scrive i dati di ripresa nella spaziatura tra i fotogrammi).
Non abbiamo effettuato misurazioni precise, ma possiamo dire che il consumo di batterie ci è parso davvero modesto.
CONCLUSIONI
Adoperiamo la F80 ormai da un anno, come secondo corpo vicino ad una F100, e non ci ha mai dato alcun problema, nonostate sia stata sottoposta ad un uso professionale (per "uso professionale" intendiamo che viene usata almeno 2-3 giorni alla settimana, con almeno 3-4 rullini per ogni sessione di lavoro, in tutte le condizioni di luce naturale ed artificiale, con un gran numero di obiettivi, flash ed accessori vari, sia in studio che in esterni, e trasportandola spesso avanti ed indietro).
Concludendo, la Nikon F80 è sì una fotocamera di fascia media, ma ben fatta e con tecnologie e funzioni tipiche delle reflex professionali più che di quelle amatoriali. Dunque è un apparecchio in grado di accontentare sia il fotoamatore evoluto, sia quello alle prime armi che però non vuole accontentarsi di una reflex di fascia bassa e, perciò, potenzialmente limitante. Inoltre, la dotazione di funzioni della F80 rivela una vocazione semiprofessionale che la rende anche un valido secondo corpo per un professionista che la voglia affiancare alle varie F100 ed F5.
Rino Giardiello e Agostino Maiello © 05/2002
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