Non ha più senso ormai stupirsi per il continuo incremento dei megapixel: la tendenza dell'industria fotografica è chiara e, se a fine 2008 Nikon aveva come ammiraglia la D3X con i suoi 24mpx, a distanza di poco più di tre anni eccoci a parlare di una fotocamera che di mpx ne ha 36. Si tratta della D800, che come la sigla fa intuire prende il posto della D700, una apprezzata reflex full-frame da 12mpx.
I 36mpx della D800 la qualificano - al momento in cui scriviamo - come la reflex con più megapixel del mercato, sia considerando le Full Frame che quelle con sensore APS-C. La D800 non è però l’ammiraglia di casa Nikon; il peso (900g) e le dimensioni sono quelli classici da vice-ammiraglia, o semi-pro che dir si voglia. Anche la fascia di prezzo (circa 2800 Euro di listino, quindi qualcosa in meno su strada) la colloca ben al di sotto dei 5-6000 Euro della D4. La D800 esiste anche in versione D800E, che è identica ma senza il filtro anti-aliasing davanti al sensore - la qual cosa espone al rischio di moiré ma aumenta le risolvenza dell’immagine prodotta. Abbiamo avuto a disposizione una D800 (non D800E) per alcuni giorni durante un soggiorno in Umbria grazie all'amico Matteo Amantini; di seguito, dunque, le nostre impressioni d’uso, senza dilungarci troppo con le specifiche tecniche dato che sono facilmente reperibili sul web (ad esempio sul sito del distributore).
In mano.
Diciamo subito che la D800 è davvero un piacere da impugnare ed utilizzare. Le differenze rispetto alla D700 (che pure apprezziamo molto; è stata provata su Nadir a fine 2008) non sono molte e, in generale, basta davvero poco per orientarsi con i comandi essenziali della fotocamera, specie se si è già usata una reflex digitale Nikon almeno una volta. Abbiamo dovuto consultare il manuale solo per personalizzare con consapevolezza i vari pulsanti; agendo nella sezione Controls del menu Custom Settings, infatti, è possibile variare la funzione assegnata ai diversi pulsanti presenti sul corpo macchina, adattandola alle proprie necessità ed abitudini. Nel complesso dopo un paio d'ore di utilizzo ci sentivamo decisamente a nostro agio con i vari comandi, e solo in rari casi ci è capitato di fermarci qualche secondo per capire come raggiungere un determinato risultato. Va da sé che pulsanti, ghiere e selettori sono un po' ovunque, complice anche la presenza di un monitor LCD piacevolmente ampio (3,2 pollici, lo stesso della D4); quindi chi non ha mai usato reflex di questa fascia dovrà passare per un periodo di ambientamento iniziale. Comunque, una volta impostata e personalizzata la fotocamera come si desidera, diventa davvero raro doversi mettere a navigare nuovamente tra i menu.
Poco da dire sul mirino: è ampio e luminoso e ci si lavora benissimo, mentre ci ha soddisfatto un po' meno il funzionamento del Live View. In questa modalità l'autofocus funziona solo mediante rilevamento del contrasto: un sistema preciso ma molto, molto lento. Adatto per fotografare mele e montagne, insomma. In modalità normale (non Live View), invece, l'AF a 52 punti è molto veloce ed affidabile (è lo stesso sensore AF della D4), anche in condizioni di bassa luminosità non ha sbagliato praticamente mai, lavorando molto bene in abbinamento con l'esposimetro; davvero un'accoppiata notevole sia in termini di prestazioni che di affidabilità. In generale, tutta la D800 appare molto reattiva nell'accendersi, nel focheggiare, nello scattare, nello scrivere sulla scheda di memoria. In termini di raffica di scatto non raggiunge certo la D4 (che ha 11 fps, contro i 4 della D800), ma considerando le differenze di prezzo (la metà) e di risoluzione (36 contro 16mpx) non c'è molto da lamentarsi. Scattando in modalità DX (che si attiva automaticamente quando si innesta un obiettivo DX) si arriva a 5 fps, sacrificando parte della risoluzione (15mpx anziché 36).
Qualità d'immagine.
In una parola: eccellente. A parte la scontata considerazione sull'abbondanza di 36mpx, che consentono crop e reinquadrature anche pesanti ma preservando abbastanza quantità di informazioni anche per stampe di dimensioni generose, analizzando i file prodotti dalla D800 si resta impressionati per la capacità della fotocamera di mantenere un buon livello di dettaglio e - nel contempo - poco rumore anche a sensibilità elevate (ISO 3200 e 6400), oltre che per una gamma dinamica eccezionale ed in una resa cromatica davvero piacevole ed equilibrata. E' solo a ISO 12800 che il calo di qualità diventa davvero visibile (ma, osserviamo, se si scatta a ISO 12800 vuol dire probabilmente che di luce ce n'era talmente poca da rendere accettabile la resa un po' "sporca" che si ottiene). Superfluo aggiungere, dunque, che fino a ISO 1600 la qualità è elevatissima, anzi diventa molto importante accoppiare il corpo macchina ad un obiettivo adeguato, pena il mancato sfruttamento dell'abbondante risolvenza che il sensore può offrire (in aggiunta, beninteso, alle considerazioni solite: mano ferma, cavalletto quando possibile, tempi veloci, ecc.). E sempre a proposito di attrezzatura adeguata, è bene anche dotarsi di un computer ben carrozzato: con file RAW che viaggiano mediamente sui 40-50 MB ciascuno, servono tanto spazio disco per archiviarli e tanta RAM per lavorarci su senza dover patire attese da monaco tibetano.
Molto buona anche la qualità dei video, che sono in HD (1080p) a 24, 25 o 30 fps. La durata è limitata a mezz'ora, come sempre sulle fotocamere; i file sono in formato MOV, compressi con il codec H.264; tramite la porta HDMI è però possibile esportare il girato (non compresso) su un'unità di memorizzazione esterna. Durante le riprese video l'autofocus (ancora, a rilevamento del contrasto) non è certo un fulmine di guerra, quindi ci limiteremmo a riprese di soggetti il più possibile statici.
I 36 megapixel della D800 fanno sì che, anche ritagliando pesantemente un’immagine, restino comunque abbastanza pixel non solo per un crop a bassa risoluzione come quello/quelli che abbiamo pubblicato (e che avremmo potuto ottenere con qualunque compattina), ma anche per delle ottime stampe. In questo caso avevamo a disposizione un 100mm e non era possibile avvicinarsi di più al soggetto ma, ritagliando pesantemente la foto originale (7360x4912 pixel, che stampati a 300dpi darebbero un 60x40cm) per ottenere il crop che alleghiamo (lato lungo circa 2000 pixel, dunque un taglio del 70%!), abbiamo un file adeguato anche per una buona stampa 20x30cm a 170dpi. E' un po' come se il nostro obiettivo da 100mm di focale si fosse trasformato in un fantastico 400mm!
Conclusioni.
Inutile dilungarsi: la Nikon D800 è una Signora Reflex e, corredata di ottiche adeguate, risulta essere al momento la macchina di riferimento sia per le fotocamere Full Frame che per quelle dotate di sensore APS-C. L'eccezionale qualità d'immagine, l'abbondanza di funzioni, la solidità e l'ergonomia del corpo macchina e del sistema di comandi la rendono un prodotto validissimo e da consigliare senza riserve a chiunque abbia la necessità di dotarsi di una fotocamera di tale livello. O anche solo la voglia!
R. Giardiello e A. Maiello © 07/2012
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Assisi, 6400 ISO con pochissima luce: una resa impressionante.
Un confronto da non fare anche se la piccola NEX-5, a 1600 ISO (F/3.5 1/15 di sec), si è difesa più che bene per la classe ed il prezzo (su un formato di circa 20x30cm sul monitor fa comunque la sua bella figura), mentre la D800 ha consentito di scattare a 6400 ISO riducendo del tutto il rischio del mosso con 1/100 di secondo e offrendo ancora un'incredibile qualità d'immagine e assenza di rumore.
Qualche considerazione
Rino Giardiello
Quando uscì la Sony A850 che aveva molti più Mpx della concorrenza (24), si disquisì a lungo sulla inutilità di tutti quei Mpx, sul maggior rumore dovuto al "sovraffollamento", etc. Non ho mai fatto dei test di confronto contro la Sony A850, ma ne ho fatti molti con la Canon 5D senza averne l'intenzione ed ero arrivato alla stessa conclusione di altre autorevoli riviste e cioè che, con un'ottima APS-C come la Sony NEX, le differenze vanno cercate col lanternino. Feci altri test tra Canon 5D e la Sony Alpha A700 (erano test finalizzati al confronto delle ottiche e non dei sensori) e anche in quell'occasione non ho avuto modo di sbalordirmi per la qualità del sensore ma reputando facilmente più belle e tridimensionali le immagini della A700 con lo zoom Zeiss. Altri test (generici, non fatti ad hoc) mi avevano confermato che, con più Mpx, non avevo più informazioni ma solo file più grandi con lo stesso numero di informazioni (più o meno).
Ho fatto un confronto tra la mia NEX-5 e la D800 dell'amico Matteo (sì, un confronto decisamente spropositato, ma a volte è utile toccare con mano le differenze) durante una minivacanza in Umbria e questa volta le cose sono cambiate. Le foto, viste più o meno 20x30cm sul mio monitor da 27", sono molto simili come qualità e, anzi, le foto della Sony - senza postproduzione - sembrano più belle di quelle Nikon, decisamente più piatte e meno brillanti. Ma poi, ingrandendo, avviene il miracolo: nella foto della Nikon appaiono sempre più dettagli con un fantascientifico effetto alla Blade Runner ("Ingrandisci dettaglio... ingrandisci... ingrandisci..."). Non si finisce mai di ingrandire e di scoprire che ci sono nuovi dettagli: sembra di poter ingrandire all'infinito e, ad ogni ingrandimento, si vede qualcosa di nuovo, non lo stesso dettaglio più grande.
La Sony non aveva quindi tutti i torti coi sui 24Mpx, ma ricordo bene che tutti i test evidenziavano più il maggior rumore che la risolvenza e le possibilità di ingrandimento alle basse sensibilità: probabilmente i tempi non erano ancora maturi sia per il sensore che per il software, ma ora ci siamo e credo pure che siano da rivalutare le FF per un uso anche "amatoriale evoluto"; dovrebbero però diventare abbordabili quanto lo erano a suo tempo delle buone Contax o una Nikon F100.