La reflex digitale entry level da Nikon: molte cose buone, ma anche molte cose che non vanno. Con questo test arriviamo ultimi, ma con in più l'esperienza di chi la usa tutti i giorni da diversi mesi e ne ha provati diversi esemplari...
Indubbiamente gradevole e compatta la piccola reflex digitale della Nikon: pesa solo 679 grammi e, se non si hanno le mani troppo grandi, s'impugna bene (foto sotto).
Il display sulla parte destra della calotta superiore è ben leggibile ed illuminato.
Le schede di memoria si infilano obliquamente nell'apposito vano, soluzione che può risultare scomoda fino a quando non ci si prenda la mano.
La presa di alimentazione sul corpo della fotocamera, purtroppo inutile se non si acquista a parte un apposito alimentatore.
Il difetto di messa a fuoco rilevato con diversi esemplari di D70. Pur avendo messo accuratamente a fuoco sull'occhio più vicino al fotografo (quello sinistro della ragazza), l'occhio venuto a fuoco è l'altro!
Dettaglio dell'occhio a fuoco (il destro).
Dettaglio dell'occhio palesemente fuori fuoco (il sinistro): eppure stiamo parlando dello zoom di serie 18-70 a 70mm F/4.5!
Le dimensioni dei sensori a confronto. Il disegno è in scala reale, ma può non apparire tale a causa della risoluzione del monitor adottata. L'area di colore giallo, corrispondente alla pellicola 35mm, dovrebbe misurare sul vostro monitor 24x36mm esatti.
Nikon non poteva stare a guardare senza fare nulla il successo della Canon EOS 300D, la prima reflex digitale "economica" (economica secondo i parametri odierni: 1000 Euro - 2 milioni di vecchie Lire! - per una fotocamera che sembra uscita dal fustino di un detersivo per la brutta plastica del corpo non sono pochi) e non potendo contare nemmeno sulla D100 che ormai offriva ben poco rispetto alla concorrenza, si è data da fare per progettare ex-novo una reflex digitale relativamente economica: non costa poco come la Canon EOS 300D, ma con circa 1500 euro ci si porta a casa una reflex che, almeno all'apparenza, è abbastanza solida e robusta, ed è corredata da uno zoom 18-70 che equivale ad un comodo 27-105 sul formato 24x36. Questo zoom, come vedremo in un prossimo test, ha prestazioni più che rispettabili, ma - come purtroppo oggi è consueto - è buio pesto alla focale più lunga (un 105mm F/4.5 serve a ben poco per fotografare a luce ambiente se non è tanta).
La Nikon D70, arrivata due anni dopo la D100, vanta un nuovo sensore CCD da 6Mpx ed un nuovo sistema di autofocus Multi-CAM900 che la rendono migliore e più performante della sorella maggiore che, inspiegabilmente, continua ad essere venduta a prezzi troppo elevati (anche se le D100 recenti utilizzano lo stesso sensore della D70).
La D70 è, concettualmente, una valida fotocamera entry level seppur realizzata con tutti i risparmi del caso, compreso l'essere "made in Thailandia": sarà questo il motivo per cui molti dei primi esemplari sono difettosi? E forse saranno più di quelli che è possibile immaginare visto che l'utente medio non si sogna di fare, per esempio, degli accurati test di messa a fuoco a tutta apertura ad un metro di distanza e, nel caso di messa a fuoco leggermente sbagliata, è propenso ad attribuirla ad una propria disattenzione. Eppure diverse Nikon D70 provate qui in redazione con varie ottiche Nikon AF hanno mostrato palesi spostamenti di messa a fuoco di 4-5 cm. Un difetto costante dovuto al corpo e non all'obiettivo visto che si manifesta con tutte le ottiche Nikon in nostro possesso. Sembra una stupidaggine, ma è la classica situazione del ritratto col soggetto girato di 3/4 e, mettendo a fuoco l'occhio verso il fotografo, viene a fuoco l'altro. Pensavamo che il problema potesse essere visibile solo nelle foto scattate con il 50 e l'85mm F/1.8, ma la messa a fuoco sbagliata è ben visibile anche facendo dei ritratti con lo zoom 18-70 alla massima estensione, che equivale ad un 105mm dalla massima apertura di F/4.5.
E qui facciamo una breve digressione: per la maggior parte dei mediotele F/4.5 è ben altro che "massima apertura", di solito è quasi il diaframma di resa ottimale, ma ormai è considerata, dalla maggior parte delle riviste, una "luminosità normale per uno zoom". Siamo d'accordo che lo zoom 18-70 in questione è un'ottica economica, ma vogliamo ricordare che costa la bellezza di 500 Euro: per un milione del vecchio conio non possiamo considerarlo troppo uno zoom economico e, del resto, la sua resa è sempre più che dignitosa. Fine della digressione.
Un altro difetto di gioventù riscontrato è il sensore non sempre bene allineato, e a volte con dei sottilissimi graffi che si rivelano solo nelle foto scattate a superfici omogenee ad F/16. Anche in questo caso, quanti utenti scattano foto del genere?
IN MANO
La D70 si impugna bene. E' piccola e leggera (il solo corpo pesa 679 grammi, poco più della Canon 300D e della Pentax *st D che pesano 650 g), ma può risultare scomoda se si hanno le mani troppo grandi.
IL MONITOR LCD
E' da 1.8" e 134.000 pixel, una buona risoluzione, maggiore di quella della D100 e della EOS 300D, ma nonostante sia giudicato da molti ottimo, luminoso e nitido, io lo trovo poco fedele, coi colori slavati ed una fastidiosa dominante azzurrina. La previsualizzazione delle immagini è molto approssimativa e, anche ingrandendo i particolari, le foto sembrano sempre a fuoco (salvo errori clamorosi). Nulla a che vedere coi bei monitor delle Sony 707-717-828!
In compenso la Nikon fornisce di serie un coperchio di protezione che, essendo trasparente al centro, viene tenuto permanentemente montato da tutti gli utenti che ho avuto modo di vedere.
IL MIRINO
E' un classico mirino reflex abbastanza nitido e luminoso, dotato di correzione diottrica e ricco di informazioni all'interno. Non distorce l'immagine, ma la copertura è solo del 95%, cosa inspiegabile visto che le dimensioni del sensore sono minori di quelle di un fotogramma 24x36 e si poteva arrivare ad inquadrare il 100% senza dover costruire un pentaprisma di dimensioni eccessive. Molto comoda la possibilità di trasformarlo in un mirino reticolato grazie all'apposita opzione che avevamo già avuto modo di apprezzare sulla Nikon F80.
OTTURATORE
L'otturatore è misto meccanico ed elettronico. Che significa questo? Semplicemente che il vero otturatore arriva solo sino ad un certo tempo di esposizione, mentre gli altri sono simulati dal sensore: la cosa all'atto pratico funziona lo stesso e non capisco il risparmio relativo per la Nikon. Qualcuno ha detto che per questo motivo, in alcune particolari situazioni di luce, il sensore vada in tilt, ma non l'ho potuto verificare.
BATTERIA E COMPACT FLASH
La prima trova posto nella parte inferiore dell'impugnatura, la seconda è sul retro dell'impugnatura, sotto al pollice della mano destra. Peccato che vada inserita obliquamente nell'apposito vano, cosa che costringe a farci l'abitudine per poterla cambiare al volo durante un servizio fotografico.
La D70 consuma davvero poco e con la batteria carica si effettuano 3-400 scatti anche giochicchiando col monitor per rivedere le foto, ma è facile arrivare a scattarne quasi un migliaio. Un'ottima autonomia, peccato però che, in caso di necessità, non sia possibile collegare l'alimentatore di serie alla fotocamera per poter continuare a scattare, magari mentre si carica la batteria. Infatti di serie con la D70 si riceve un caricabatterie, non un alimentatore. Serve solo a caricare la batteria, dopo averla tolta dalla fotocamera. In pratica, quando si scarica la batteria la si mette a caricare e non si può scattare, a meno che non se ne possegga una di riserva. L'alternativa è acquistare a parte l'alimentatore EH-5 che si innesta nella presa DC IN del corpo D70. Era troppo chiedere che l'accessorio in dotazione facesse anche da alimentatore oltre che da caricabatterie grazie ad un pezzetto di cavo da pochi centesimi?
FLASH
Il piccolo flash nascosto nel pentaprisma fa abbastanza decentemente il suo lavoro. Ha una brutta luce che lo farà relegare a funzioni di schiarita o alla festa di compleanno senza grosse velleità artistiche. Per ottenere migliori prestazioni ed una luce più gradevole si può montare un flash dedicato nella slitta a contatto caldo. Purtroppo manca la possibilità di collegare flash esterni (per esempio quelli da studio). La D70 non supporta la misurazione D-TTL.
LA QUALITA' DELLE FOTO
Dipende soprattutto, oltre che da voi, dalle ottiche che ci montate: la D70 ha un buon sensore da 6Mpx (migliore di quello originario della D100) che fa il suo dovere. Ha una sensibiltà equivalente che va da 200 a 1600 ISO ed il rumore è contenuto anche alle sensibilità maggiori. Da 200 ISO ad 800 la resa è davvero buona, mentre a 1600 ISO c'è un vistoso decadimento, simile a quello delle concorrenti. Buone le varie funzioni di calibrazione del colore, della saturazione e dell'esposizione anche se, rispetto ad altre fotocamere provate, abbiamo rilevato - in automatismo - che l'esposizione in Matrix tende a sottoesporre ed il bilanciamento del bianco a sovracorreggere qualsiasi dominante. Nessun problema nell'uso manuale. Notevoli differenze anche salvando in RAW anziché in JPEG seppure alla massima qualità: le immagini salvate in RAW, pur senza alcuna manipolazione e dopo la sola conversione, sono sempre più brillanti: quelle salvate in JPG, al confronto, sembrano leggermente velate e sbiadite.
In linea generale la D70 tende sistematicamente a sottoesporre (un tempo avremmo detto che ciò va a beneficio di chi solitamente scatta con diapositive...). Un'altra tendenza riscontrata è quella di bruciare le alte luci, che molto spesso abbiamo trovato prive di dettagli laddove altre fotocamere hanno fatto di meglio: forse è per compensare almeno in parte questo difetto che l'esposimetro della D70 è regolato per sottoesporre?
Se non siete appassionati di fotografia sportiva, caccia fotografica e non fate largo uso di focali lunghe, con la D70 avrete il solito problema di tutte le reflex digitali: il fattore di moltiplicazione di 1,5x vi porta a perdere le focali grandangolari. Avendo un corredo già utilizzato con dei corpi a pellicola, per esempio ottiche dal 24mm all'85mm, ci si ritroverà con un inutile e costoso 36mm F/2.8 e lo stesso 85mm, comprato come tele da ritratto, diventa un troppo lungo 127mm (ma F/1.8!). Sicuramente la caratteristica sarà gradita a chi possiede un 200mm F/2.8 e si ritrova un fantastico 300mm F/2.8, ma chi aveva comprato un 20mm per fotografare l'architettura e si ritrova tra le mani un costosissimo 30mm non potrà fare a meno di asciugarsi qualche lacrima.
Paradossalmente la soluzione grandangolare più conveniente per la D70 è quella dello zoom di serie: il grandangolare del 18-70 equivale ad un 27mm F/3.5 dalla resa più che decente a parte la vistosa distorsione a barilotto.
Il purple fringing del 18-70, lo sfrangiamento porpora nelle zone di confine tra le alte e le basse luci, è molto ridotto: a confronto il purple fringing della Nikon D70 contro quello della Sony 828 (uno dei peggiori nonostante l'ottica Zeiss).
Qualche nota sulla qualità delle ottiche "normali" su un corpo digitale: potreste avere delle sorprese ed è bene essere preparati. In maniera assolutamente non prevedibile se non con dei test pratici, può capitare che l'ottimo obiettivo che tanto si amava con la pellicola abbia una resa mediocre col digitale, mentre un obiettivo modesto può migliorare o diventare inguardabile.
Peccato che la fotocamera abbia dei grossi limiti con le ottiche non AF: possono essere innestate, ma, a parte la prevedibile rinuncia all'AF bisogna fare a meno anche dell'esposimetro: come diceva qualcuno, "Arrangiatevi!". Questo rende scomodo il loro utilizzo, come pure quello di alcune ottiche a vite che, sugli altri corpi Nikon, funzionano in stop down a priorità di diaframmi: soluzione praticissima che permette di recuperare ed adoperare ottiche prestigiose come il 180/2.8 ed il 300/4 Carl Zeiss delle Pentacon Six.
CONCLUSIONI
La Nikon D70 è senz'altro una valida scelta per chi possiede già un corredo Nikon e vuole affiancare un corpo digitale al corpo a pellicola. E' un corpo abbastanza ben realizzato, pratico e veloce da adoperare, ma non manca di qualche pecca progettuale e numerosi difetti di gioventù soprattutto per quanto riguarda gli standard qualitativi dei primi esemplari. Molti utenti si sono lamentati del parco accessori inesistente: per esempio non esiste un accessorio come l'MB-17 - disponibile persino per l'economicissima F65! - che permette di impugnare meglio la fotocamera e di aumentarne l'autonomia.
Rino Giardiello © 12/2004
Riproduzione Riservata
Un ritratto scattato in condizioni di scarsissima luce a 1600 ISO con il Nikon AF 85/1.8 a tutta apertura. La messa a fuoco, questa volta, è perfetta e lo si nota ancora di più grazie alla ridottissima profondità di campo.