Ho effettuato questo test oltre un anno fa e non l'ho mai pubblicato. Perché mai? Perché è un test "alla Nadir", vale a dire un test pratico, comparando l'ottica o la fotocamera del test ad altri prodotti di pari categoria o caratteristiche. Ho sempre trovato (e continuo a trovare) molto valido questo modo di effettuare i test, perché permette di verificare la resa sul campo, quella vera, che spesso non corrisponde alle rilevazioni strumentali in laboratorio: spesso ci sono obiettivi che non eccellono nei test (anche ottiche di prestigio) ma che godono di ottima fama da chi li usa sul serio perché forniscono immagini eccezionali e gradevolissime. A che servono delle ottiche nitidissime se poi non sono "vive" e tridimensionali? Le belle immagini sono fatte di oggetti tridimensionali, da una strada od un paesaggio ad un ritratto, ed il contributo dello sfocato è spesso determinante. Difficile mettere insieme tutti questi fattori e trarre delle conclusioni, ed è stato difficilissimo trarne per il 24-70 F/2.8 Nikon messo a confronto con il Tamron SP e lo Zeiss per Sony, due validissimi avversari. Dunque, una volta completate le prove e buttate giù le prime impressioni, il materiale relativo a questo test è rimasto a lungo da parte, soggetto di frequente a piccole revisioni, ma senza mai assumere una forma definitiva. Fino, almeno, ad oggi: riguardate le foto, fatto qualche altro scatto, e rimesso mano al testo, ne è uscito l’articolo che state leggendo.
Un pomeriggio di un anno fa, dunque, con la collaborazione dell'amico e collega Paolo Jammarrone, ho effettuato una numerosa serie di scatti alle varie focali, diaframmi e nelle più diverse condizioni di luce, utilizzando i corpi Nikon D800 e Sony A99; i risultati, però, non mi hanno convinto affatto. Temendo di aver commesso qualche errore, giorni dopo ho ripetuto il test, e la situazione non è cambiata: trovavo impossibile trarre delle conclusioni "alla Nadir". Sarebbe stato facile parlare solo del Nikon 24-70 F/2.8, oppure compararlo alle altre due ottiche solo sulla base di qualche grafico da sovrapporre; ma era mia intenzione effettuare una sorta di confronto con gli altri due, e farlo sulla base di immagini, non di valori di laboratorio.
Perché non ero convinto?
Perché era una specie di assurda gara a singhiozzo, senza nessuna ottica che dominasse nettamente nella maggior parte dei casi. Per esempio, a 24mm F/2.8 il Nikon va meglio, ma a F/4 viene sorpassato dallo Zeiss (le cui immagini sono però sempre più brillanti anche a tutta apertura). Il Tamron a tutta apertura ha maggiore risolvenza al centro e meno ai bordi, ma le cose si ribaltano chiudendo di un paio di stop, e cambiano di nuovo cambiando lunghezza focale. Questo a 10-15 metri di distanza ed all'infinito; perché le cose cambiano di nuovo alle brevi distanze e, a tutta apertura, lo sfocato del Tamron è decisamente morbido e gradevole. All'imbrunire, con le luci della città ed i lampioni accesi, la resa è ancora diversa ed ogni obiettivo eccelle ad una determinata lunghezza focale ed apertura di diaframma; e non è finita qui perché, sempre all'imbrunire, è facile notare come lo Zeiss regga meglio le diverse fonti luminose e non perda quasi mai di contrasto, seguìto in questo dal Nikon e infine dal Tamron. Una foto in città di notte è decisamente più corretta e "limpida" con lo Zeiss che con il Nikon nonostante la maggiore risolvenza di quest’ultimo, laddove il Tamron, schiarendo le ombre a causa di un leggero flare, tende a rendere meno contrastati e più gradevoli i ritratti.
Fatto questa lunghissima introduzione per spiegare la difficoltà ad ottenere dei verdetti univoci dalle tantissime foto scattate, la vera conclusione è che si tratta di tre ottimi obiettivi, la cui ottima fama è ampiamente giustificata e nessuno di loro, nell'uso di tutti i giorni, deluderà il suo utilizzatore. Il Tamron ha dalla sua il prezzo inferiore e, usato su un corpo Nikon, la stabilizzazione, che manca all'ottica originale. Lo Zeiss sulla A99 è servito solo per avere un valido termine di paragone, un obiettivo che non è il migliore in assoluto ma che promette di non crollare sotto i colpi degli avversari.
Un dato scaturito da tutte le foto del test è che, alla focale più corta, il Nikon e lo Zeiss inquadrano un po' di meno del Tamron e, scattando ad F/2.8, il tempo ottenuto col Nikon è sempre un po' più lento (1/50 invece di 1/60 come il Tamron e lo Zeiss). Una quisquilia e non cambia nulla nella realtà pratica, ma è sempre così, ovviamente fotocamere su un solido treppiedi e stesso corpo (Nikon D800) per Tamron e Nikon, mentre lo Zeiss è su corpo Sony A99. Altra cosa: esaminando le foto al 100%, le differenze di risolvenza sono sempre minime e, guardando le foto al 50%, sono inavvertibili mentre gioca un ruolo fondamentale la resa generale e l'apparente maggiore nitidezza dello Zeiss dovuta ad un maggiore microcontrasto (vedi inizio articolo).
Questa è l'inquadratura totale, ma si possono fare delle considerazioni interessanti sulla "sensazione di nitidezza" e la nitidezza effettiva, valutando gli ingrandimenti dell'area centrale al 33%, al 50% ed al 100%. Le foto degli ingrandimenti sono le schermate dirette dei RAW aperti con ACR con le impostazioni di default. L'ordine dei crop è sempre Nikon, Tamron, Zeiss.
Il test.
Il Nikon 24-70 F/2.8 è il fiore all'occhiello del corredo Nikon per quel range di lunghezze focali e grande luminosità, grosso e pesante (come del resto la maggior parte degli obiettivi similari), ben fatto e costoso. Vale tutti i suoi soldi e poco conta se, in alcuni casi, va un po' peggio o un po' meglio dei diretti concorrenti perché, nell'uso pratico, difficilmente vi metterà in difficoltà.
Alle medie distanze.
A 24mm la resa è sempre buona e la risolvenza al centro è molto elevata anche a tutta apertura. Purtroppo non sono altrettanto buoni i bordi ed un vistoso astigmatismo abbassa il contrasto generale. Notevole l'aberrazione cromatica ai bordi (il Tamron e lo Zeiss ne hanno di meno) ed è un vero peccato che si debba diaframmare ad F/5.6 per ottenere delle prestazioni equilibrate su tutto il fotogramma. Con "equilibrate" non intendo che i bordi pareggino con il centro perché, a 24mm, non pareggiano mai neanche ad F/11 - valore dopo il quale inizia la parabola discendente. La distorsione a barilotto è visibile, ma equivalente a quella delle ottiche concorrenti ed oggi comunque non costituisce più un gran problema. Notevole la vignettatura sino ad F/5.6.
A 35mm la resa sembra migliore, ma c'è una delusione in agguato: i bordi sono peggiori che a 24mm come nitidezza, anche se l'aberrazione cromatica e l'astigmatismo sono minori. Anche qui si deve diaframmare ad F/11 per ottenere una resa abbastanza omogenea, ma c'è da dire che, come aspetto generale, questa focale è quella in cui lo zoom dà globalmente il meglio. La distorsione è molto bassa.
A 50mm il centro mostra palesemente una minore risolvenza a tutta apertura rispetto alle focali più corte, ma basta diaframmare di uno stop per avere delle buone prestazioni. Ad F/5.6 rientrano anche i bordi e la resa è molto equilibrata, anche se il miglior risultato si ha ad F/8. Il contrasto però resta basso a tutti i valori di diaframma e, personalmente, ritengo che questa è la lunghezza focale dai risultati peggiori per il Nikon.
A 70mm la resa torna ad essere molto buona anche a tutta apertura, con un gradevole contrasto generale. La risolvenza ai bordi resta molto bassa, ma la situazione è meno drammatica che alle altre focali. Nel caso di fotografie a soggetti tridimensionali, probabilmente la bassa resa ai bordi si perde nello sfocato ma, se intendete usare il 24-70 F/2.8 Nikon per riprodurre testi e disegni, non è certo il campo per cui è stato progettato. Distorsione quasi inesistente.
A 70mm F/8 le differenze sono davvero minime (in alto Nikon, in basso Zeiss).
All'infinito.
La resa all'infinito è decisamente migliore ed i bordi, fotografando dei paesaggi, non sfigurano neanche a 24mm già ad F/4. Devo dire che questo zoom sembra essere stato progettato per una resa all'infinito perché ora sembra di avere tra le mani un altro obiettivo ed i bordi, sempre mediocri alle medie distanze, sono decenti persino a tutta apertura e più che decenti chiudendo di uno stop. Certo, ad F/8 migliorano ancora, ma, salvo fotografare la veduta di tutta la città e pretendere di vedere cosa faceva la signora nella finestra della casa di fronte ai bordi estremi del fotogramma, direi che l'obiettivo se la cava benissimo già ad F/4. Ma la cosa più importante è che cambia il contrasto, sempre brillante (un po' meno a 70mm), in grado di fornire immagini vivaci e gradevoli, dando così una sensazione di nitidezza superiore a quella effettiva. Questo è senz'altro il motivo per cui il Nikon 24-70 F/2.8 gode di una buona fama e resta la scelta primaria per chi utilizza una FF Nikon. Globalmente è un obiettivo più che soddisfacente anche se, per il prezzo ed il nome che porta, mi aspettavo qualcosa di più soprattutto in confronto al Tamron 24-70 che, ad un prezzo inferiore, offre anche la stabilizzazione. Dove perde molto il Tamron è nelle situazioni di forti luci nel campo inquadrato, sia puntiformi che diffuse, situazioni in cui si vela e perde contrasto. In queste situazioni eccelle lo Zeiss, mantenendo un contrasto eccellente persino quando le fonti luminose sono talmente forti da provocare le famose "catenelle di esagonini", ma con nessuna velatura. Il Nikon si pone a metà strada tra i due zoom, reggendo abbastanza bene le forti luminosità diffuse al contrario del Tamron che si vela. I riflessi causati dalle luci puntiformi nel Nikon variano molto a seconda della lunghezza focale, del diaframma e dell'angolazione, ma nel complesso siamo nella media degli zoom di questa categoria.
Anche ad F/2.8 è difficile avere un notevole sfocato alla focale più corta e l'effetto sfocato tende ad annullarsi a causa delle dimensioni ridotte della foto. Cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni.
Contributo dello sfocato.
La massima apertura di F/2.8 aiuta ad avere facilmente una scarsa profondità di campo ed aree sfocate, ma non posso definirlo "un bello sfocato". Alcuni lo definirebbero uno sfocato "nervoso", ma la cosa peggiore è il passaggio dalla zona a fuoco a quella fuori fuoco, in molti casi troppo netta.
La messa a fuoco è eccellente - precisa e veloce - e l'esemplare della prova ha dimostrato di poter mettere a fuoco con precisione lo stesso punto anche ripetendo più volte lo scatto.
Conclusioni.
Pur con diversi difetti e cali di prestazioni che non mi sarei aspettato da un obiettivo di quel prezzo e dalla vocazione professionale marchiato Nikon, è nel complesso un ottimo zoom. La qualità costruttiva è eccellente, la messa a fuoco è rapida e precisa, le prestazioni sono in media molto elevate anche se non le migliori in assoluto e, anzi, in molti casi il Nikon non la spunta neanche verso il più economico Tamron. Personalmente credo che non sia un obiettivo da vivisezionare più di tanto perché nella realtà pratica va benissimo: è un acquisto consigliabile per ogni possessore di una Nikon Full Frame, ma - se volete risparmiare qualcosa e godere della stabilizzazione - potete prendere in considerazione il Tamron 24-70 F/2.8 che non sfigura affatto e, se lo volete usare per i matrimoni anziché per le foto di paesaggio, ha una resa più pastosa ed uno sfocato più gradevole. Ovviamente queste sono considerazioni che risentono del gusto personale, ma se volevate sentir parlare solo di linee per millimetro non sareste arrivati alla fine di questo articolo, no?
Rino Giardiello © 07/2015
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