LE SORELLINE DELLA NIKON F: LE NIKKORMAT
Agostino Maiello, settembre 2001

Quando si pensa al marchio Nikon, di solito affiorano alla mente due famiglie di fotocamere: le storiche Nikon F, F2, F3 da un lato, e le tante fotocamere elettroniche AF sempre più moderne ed evolute come F5 ed F100 dall'altro. Ma in realtà ci sono tante altre valide fotocamere Nikon che varrebbe la pena riscoprire. In questo articolo ne descriveremo alcune.

Nikkormat FT3

Nikkormat FTn

La copertina del libretto d'istruzioni che accompagnava la FTn.

Un po' di storia

Gli anni Sessanta hanno visto il prevalere dei sistemi reflex su quelli a telemetro, sia grazie ai progressi della tecnologia ottica (che finalmente consentì la realizzazione di obiettivi grandangolari anche per le reflex), sia per questioni di costo: le industrie giapponesi infatti furono in grado di rendere accessibili ad un ampio pubblico i loro sistemi, grazie ai prezzi molto competitivi. In questo contesto, un notevole impulso alla diffusione dei corredi reflex venne dato dall'avvento della Nikon F (1959), che segnò un vero e proprio spartiacque nel mondo dell'industria fotografica. La solida e professionale reflex Nikon, in parte derivata dalla Nikon SP a telemetro, fu un notevole successo di vendite ed ancora oggi, a quasi mezzo secolo di distanza, non è raro vederne in giro, perfettamente funzionanti, anche perché è stata costruita in circa un milione di esemplari.

Dopo anni di fotocamere a telemetro più o meno ricopiate dalle varie Contax e Leica, la prima reflex Nikon ha proiettato in maniera decisa ed irreversibile il marchio nel mondo della fotografia professionale con comprovate doti di affidabilità e robustezza, ed imponendosi come la reflex professionale per eccellenza per molti anni.

Le Nikkorex

La dirigenza Nikon si rese ben presto conto che oltre alla F bisognava proporre sul mercato un'alternativa economica. Nacquero così i vari modelli di Nikkorex, che però per vari motivi non incontrarono i favori del pubblico. La prima fu la Nikkorex 35, con un obiettivo 50mm f/2.5, otturatore centrale (di provenienza Citizen), e prodotta dal 1960 al 1962, poi seguita dalla Nikkorex 35-2, molto simile ma con otturatore Seikosha, e prodotta fino al 1964. Per queste fotocamere ad obiettivo fisso erano disponibili alcuni aggiuntivi ottici, così da offrire anche le lunghezze focali di 38mm e 90mm.

Nel 1963 fu lanciata sul mercato la Nikkorex Zoom 35, prima reflex al mondo con un obiettivo zoom di serie (anch'esso non intercambiabile: era il 43-86mm f/3.5 che l'anno dopo divenne disponibile anche per la Nikon F), mentre la Nikkorex F, fisicamente realizzata da Mamiya, fu costruita dal 1962 al '66 ed aveva un otturatore Copal sul piano focale.
La Nikkorex F avrebbe dovuto essere il "secondo corpo" per i già possessori di una Nikon F, ma come già detto la famiglia delle Nikkorex non ebbe un grosso successo di mercato. Già alla fine degli anni '60 la loro produzione cessò e l'alternativa economica alle Nikon professionali (la F, e la F2 che fu lanciata nel 1971) divenne quindi la famiglia delle Nikkormat, nata con l'uscita di produzione delle Nikon S a telemetro, e per ospitare un esposimetro TTL che probabilmente non poteva essere inserito nelle Nikkorex F. Ma va anche detto che la Nikkorex F fu la prima reflex 35mm ad utilizzare l'otturatore Copal, che permise di ridurre quasi alla metà il costo di produzione delle reflex, e fu la prima alternativa alla Nikon F in grado di utilizzare quasi tutti gli obiettivi Nikkor.

A causa soprattutto della non intercambiabilità degli obiettivi, riesce difficile consigliare, oggi come oggi, l'acquisto di una Nikkorex, anche se le loro quotazioni relativamente accessibili (dalle 300 alle 500mila lire) possono se non altro giustificare un acquisto d'impulso, dal valore più affettivo che altro.

Le Nikkormat

Come detto, ben altro successo di vendite arrise alla famiglia delle Nikkormat. La prima Nikkormat (battezzata Nikomat sul mercato giapponese) fu la FT ed era una fotocamera molto solida, disponibile sia nera che cromata, prodotta dal '65 al '67, e con prestazioni già di tutto rispetto: tempi da 1 secondo a 1/1000 più posa B, sincro a 1/125, autoscatto, esposimetro TTL, pulsante per la profondità di campo e blocco dello specchio. A partire dal '67 fu avviata la produzione della Nikkormat FTn, versione migliorata della FT (da segnalare la scala dei tempi nel mirino e la lettura media a prevalenza centrale, o semispot se si preferisce) che andò avanti fino al 1975, quando poi apparve la FT2, che vantava ulteriori migliorie ed aggiunte (tra cui la slitta portaflash). Va segnalata infine la rara Nikkormat FS, priva di esposimetro e prodotta per circa due anni, contemporaneamente al modello FT. E' l'unica Nikkormat a non offrire il blocco in posizione sollevata dello specchio, caratteristica oggi riservata quasi solo alle ammiraglie.

Nel '72 apparve la prima Nikon con otturatore elettronico: fu denominata Nikkormat EL, e nel 1976 le si affiancò il modello ELW, che offriva in più la predisposizione per il winder AW-1 (0.5 fotogrammi al secondo: forse si può sopravvivere anche senza!).

Il sistema AI

Fino al 1977 gli obiettivi Nikon non si accoppiavano automaticamente all'esposimetro e quindi bisognava informare in qualche modo il corpo macchina della luminosità massima dell'obiettivo che si andava a montare. Di fatto, sugli obiettivi era presente una piccola forchetta metallica, e quando si innestava l'ottica bisognava far entrare all'interno di tale forchetta un apposito perno presente sul bocchettone della fotocamera. Dopodiché bisognava ruotare nei due sensi la ghiera dei diaframmi, prima verso la massima chiusura e poi verso la massima apertura. Questo valeva per tutti gli obiettivi, tranne che per i catadiottrici e per quelli a preselezione.

Questo procedura un po' macchinosa fu sostituita, a partire dal 1977, dal nuovo sistema AI (Automatic Indexing): grazie ad una camma di accoppiamento interna gli esposimetri venivano informati automaticamente della luminosità dell'ottica. L'innesto a baionetta F non fu modificato, ma il sistema AI consentì a Nikon di eliminare dalle fotocamere il perno di accoppiamento all'esposimetro e l'indicatore di apertura massima (e dagli obiettivi sparì la forchettina).

Ci fu dunque un aggiornamento dei vari modelli: apparvero la Nikkormat FT3 e contestualmente la EL2. Quest'ultima però si chiamava "Nikon" e non più "Nikkormat" in ossequio alle nuove politiche della Casa.

Fino a quel momento infatti il nome "Nikon" era stato riservato alle fotocamere professionali, mentre dal '77 in poi l'unica denominazione divenne "Nikon". Nello stesso anno apparve la Nikon FM, capostipite di un'altra serie di fotocamere destinate a raccogliere un notevole successo di pubblico. La FM e le successive FM2, FE ed FE2 raccolsero il testimone delle Nikkormat e furono le Nikon di fascia media fino alla prima metà degli anni '80. Si può dire che le FE raccolsero l'eredità delle Nikkormat elettroniche, mentre le FM quella delle Nikkormat meccaniche.

Il marchio Nikkormat sparì dunque dal mercato (già nel '79 la FT3 uscì dai listini Nikon), ma non certo dai cuori dei nikonisti dell'epoca.

Usare una Nikkormat oggi?

Risposta breve: sì.

Risposta lunga: sì, perché tutte le Nikkormat si contraddistinguono per una solidità esemplare, dimostrata peraltro dall'ampio numero di modelli ancora in circolazione e disponibili sul mercato dell'usato (non a caso all'epoca il distributore italiano forniva la garanzia a vita!). I costi sono molto accessibili: le quotazioni vanno infatti dalle 200 alle 500mila lire, a seconda dell'anzianità e dello stato d'uso del modello. La FT3 è un po' più ricercata, ma va detto che non è difficile modificare le altre Nikkormat per l'uso ottimale delle ottiche AI.

In generale si tratta di fotocamere eccellenti per iniziare a fare pratica con la fotografia, com'è tipico per molte reflex meccaniche. Anche avendo un corpo Nikon più moderno, una Nikkormat può costituire comunque un eccellente secondo corpo, tenendo presenti però le limitazioni in materia di autofocus ed esposimetro qualora si usino ottiche più recenti.

E' una fotocamera entry-level, d'accordo, ma è una entry-level di trent'anni fa, e si vede. Il mirino è piuttosto luminoso, il corpo macchina è interamente in metallo (i vari modelli pesano dai 700 agli 800 grammi), e data la sua semplicità si usa facilmente fin dall'inizio, purché si faccia un po' d'abitudine alla posizione della ghiera dei tempi (che si trova attorno al bocchettone di innesto degli obiettivi, come in alcune reflex Olympus dell'epoca). Le prestazioni dell'otturatore sono più che buone, il tempo più veloce di 1/1000 di secondo può essere una limitazione all'uso di diaframmi molto aperti in pieno sole, ma non ci sembra un problema gravissimo.

Peraltro alcune funzionalità come il tasto per la previsualizzazione della profondità di campo, le doppie esposizioni ed il blocco dello specchio in posizione sollevata sono oggi reperibili solo su fotocamere di fascia alta o medio-alta, il che è tutto dire.

Non è difficile trovare una Nikkormat della serie FT sul mercato dell'usato, e trattandosi di fotocamere interamente meccaniche è sufficiente un check-up da parte di un qualunque fotoriparatore per sincerarsi della piena funzionalità della macchina, mettendosi al riparo da cattive sorprese.

La FT2 e la FT3 usano delle batterie all'ossido d'argento, il che costituisce un certo vantaggio rispetto alle Nikkormat precedenti, che vanno alimentate con batterie al mercurio, oggi di difficile reperibilità.
Comunque l'alimentazione serve solo per l'esposimetro: essendo meccanico, l'otturatore scatta sempre.

La quasi totalità degli accessori disponibili per le Nikon F ed F2 è compatibile con le Nikkormat, con l'eccezione dei winder (le uniche motorizzabili sono la ELW e la EL2).

Gli obiettivi

Ovviamente non ha molto senso comprare una Nikkormat per montarci su l'ultimissimo Nikkor AF-S IF-ED con motore Silent Wave. Ma a parte questo, una Nikkormat offre la possibilità di accedere al parco ottiche della Nikon F e, se si tratta di una FT3 o di un esemplare opportunamente modificato, anche al sistema AI tutt'ora in produzione.

Nadir Magazine © Nikon Nikkormat

Per quanto riguarda le ottiche non-AI, ovvero quelle solitamente definite "Nikon F", c'è solo l'imbarazzo della scelta tra i circa 80 modelli prodotti, dai grandangolari spinti (20mm) fino ai supertele da 800mm.

Tra i grandangolari sono abbastanza facilmente reperibili il 20mm f/3.5 UD, il 21/4 ed il 24/2.8, vari 28mm e 35mm (f/2, f/2.8 ed f/3.5). Molto ampia la scelta nella gamma delle focali normali (esistono varie versioni dei modelli f/1.4 ed f/2, mentre il 50mm f/1.8 esiste solo in versione AI, oltre che AF). Nel campo dei mediotele si possono segnalare l'85mm f/1.8, il 105mm f/2.5 ed i vari 135mm (f2, f/2.8 ed f/3.5), mentre gli appassionati delle lunghezze focali più estreme potranno mettersi a caccia dei vari 200, 300 e 400mm che Nikon propose negli anni '60 e '70 (per la verità esiste anche il 2000mm, ma non è una lunghezza focale delle più comuni).

Esistono poi diversi obiettivi zoom (il 28-45 f/4.5, il 43-86mm già citato, il più spinto 50-300mm ed il famoso 80-200 f/4.5), anche se la resa delle ottiche a focale fissa è mediamente superiore, principio valido ancora oggi ma soprattutto qualche decennio fa.

Le ottiche Nikon F hanno costi relativamente accessibili. Fermo restando che i prezzi dell'usato sono molto variabili (non a caso molto spesso si sente dire che "il valore di un pezzo usato è pari al punto d'incontro tra ciò che il compratore è disposto a spendere e ciò che il venditore è disposto ad accettare"!), possiamo affermare che la quasi totalità delle ottiche standard va dalle 200 alle 500mila lire.

I più accessibili sono i 50mm, sia f/2 che f/1.4, reperibili con cifre dalle 100 alle 250mila lire; in una fascia intermedia, diciamo dalle 250mila fino al mezzo milione, si trovano il 24/2.8, i 28mm f/3.5 o f/2.8, i 35mm f/2.8 o f/2, i 135mm f/3.5 o f/2.8. Un po' più costosi, diciamo dalle 4-500mila lire in su, i grandangolari più spinti (tipo il 20mm f/3.5) o gli obiettivi più luminosi (il 28/2, l'85/1.8 ed il 105/2.5).

Ribadiamo comunque che si tratta di valori molto indicativi e che hanno il solo scopo di dare un'idea di massima delle spese che bisogna mettere in preventivo. E' ovvio infatti che le quotazioni dipendono anche dallo stato d'uso del pezzo e dalla sua anzianità (mediamente le ottiche più recenti sono migliori, spesso anche grazie al trattamento antiriflesso delle lenti). Comunque la morale è che le ottiche sono mediamente di buona qualità, non costano molto e non sono impossibili da reperire: stante tutto ciò, come resistere al fascino di andare in giro a fotografare con una vecchia gloria come una Nikkormat?

Agostino Maiello © 09/2001
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