La Konica Minolta DiMAGE A200 è stata annunciata a settembre 2004 ed appartiene alla ormai nutrita categoria delle "compattone bridge".
Non è tra le più piccole, ma le dimensioni della DiMAGE A200 sono senz'altro allineate a quelle della concorrenza. La linea è gradevole e pulita.
L'impugnabilità è ottima e la fotocamera dà un piacevole senso di qualità nonostante la leggerezza.
Comodissimo il telecomando in dotazione.
La maggior parte dei comandi è raggruppata nella parte alta del corpo, intorno al pulsante di scatto. Il resto si trova, come di consueto per le digitali, sul dorso a portata di pollice.
Molto comodo il monitor snodato.
Iniziando a scattare ci si accorge che i tempi di reazione (autofocus, ripresa, scrittura del file) sono abbastanza buoni, più che adeguati per un uso normale della fotocamera, a meno che ovviamente non si scatti in RAW. Da segnalare che la A200 non usa il formato TIFF: o JPEG, o RAW. E' presente in dotazione un software per la gestione dei file RAW, ma dopo avergli dato un'occhiata non ci è parso all'altezza di Adobe Camera Raw.
Dopo qualche giorno di scatti effettuati nelle situazioni più disparate, confermiamo le buone impressioni iniziali: la A200 è comoda, versatile, e globalmente piacevole da utilizzare. Non è un fulmine di guerra e quando si scatta a gatti o bambini spesso non riesce a tenere il passo, ma se si escludono soggetti così critici la fotocamera si mostra all'altezza. Non resta che scaricare le foto sul computer per il banco di prova definitivo. Lo diciamo subito: il giudizio complessivo è abbastanza positivo, ma c'è anche un grosso neo, che poi vedremo.
Partiamo dalla qualità ottica: come spesso avviene con le Minolta le immagini tendono ad avere un aspetto abbastanza morbido e con un'ampia gamma tonale (in situazioni di alto contrasto abbiamo avuto un po' di sottoesposizione, il che ci ha un po' chiuso le ombre ma ha salvato le alte luci evitando di produrre le classiche immagini "bruciacchiate"), con una resa del colore gradevole ed un'esposizione quasi sempre accurata e ben bilanciata. Non il massimo dell'impatto e della tridimensionalità, a dire il vero, ma nell'insieme si può dire che sono immagini gradevoli e pulite. La risolvenza dell'ottica è buona, non elevatissima ai bordi ma più che sufficiente per chi non passa le giornate a fotografare francobolli. La modalità di ripresa macro, infine, è allineata agli standard di mercato: decentissima alla massima focale, molto modesta a 28mm (distorta e poco definita).
Se per quanto attiene l'usabilità generale la A200 ci è piaciuta, va fatta una distinzione importante che riguarda le situazioni di ripresa; ed eccoci al neo che menzionavamo poc'anzi. Quando si opera in ambienti normalmente illuminati, va tutto molto bene: esposimetro, autofocus, flash, bilanciamento del bianco. Ma quando la luce è poca, ci sono diversi problemi. Il bilanciamento del bianco automatico non gestisce granché bene le luci artificiali: meglio usare uno dei preset, o tararlo a mano. E fin qui nulla di grave, basta saperlo. Ma, e qui sta il problema serio di questa fotocamera, in situazioni di poca luce l'autofocus ed il flash hanno prestazioni davvero modeste, come abbiamo riscontrato solo talvolta su compatte che costavano meno della metà. In un certo numero di scatti, specie alle focali più lunghe, la messa a fuoco non è avvenuta dove volevamo noi - il sistema tende a focheggiare sul punto più vicino, perciò se state fotografando la vostra ragazza in un romantico giardino assicuratevi di farla sedere davanti al cespuglio di rose, non dietro né accanto (se poi vorreste tanto ficcarla in mezzo alle rose, è un altro problema); e se a questo si aggiunge che talvolta la macchina ci ha detto di aver focheggiato ma poi ci siamo ritrovati con foto in cui avremmo dato un rene per capire dove fosse il piano di messa a fuoco, la frittata è fatta. Questo è davvero un limite del quale non si può tener conto nel valutare se acquistare o meno questa A200: peccato, perché per tutto il resto si tratta davvero di una buona macchina.
Riguardo il classico problema di tutte le fotocamere con 8 megapixel, il rumore, fino a ISO 200 la A200 si comporta molto bene (davvero molto buona la resa a ISO 50), mentre a ISO 400 il sistema di noise reduction si fa sentire, o meglio vedere: c'è una certa perdita di dettaglio, ma l'immagine rimane comunque di qualità ampiamente accettabile. E' ad ISO 800 che le cose peggiorano, e francamente non useremmo mai questa sensibilità se non per stampe di piccole dimensioni. Il purple fringing, altro tipico limite di questa categoria di fotocamere, è piuttosto contenuto, e basta chiudere un po' il diaframma per levarselo di torno. L'esposimetro, infine, si è mostrato ottimo: ha sbagliato pochissimi colpi e come unica annotazione segnaliamo che tende ad esporre per le luci: non è un pregio né un difetto, ma una scelta progettuale che è essenziale conoscere per prevedere i risultati che si otterranno.
Se la scarsa affidabilità dell'autofocus è irritante, il sistema Anti-Shake è davvero una mano santa. La A200 dispone infatti di un meccanismo di stabilizzazione brevettato da Konica Minolta che, anziché far flottare le lenti dell'ottica come avviene negli analoghi sistemi di Canon e Nikon, fa scorrere il sensore nel verso opposto alla vibrazione rilevata, così da rendere possibile la ripresa a mano libera anche con tempi lenti. Il sistema funziona molto bene e grazie ad esso abbiamo ottenuto immagini piuttosto nitide a tempi altrimenti improponibili (mezzo secondo). Minolta afferma che il sistema Anti-Shake consente di guadagnare 3 stop rispetto alla classica regoletta "soglia del mosso = reciproco della focale"; va da sé che ogni fotografo ha la propria soglia personale, ma in generale possiamo dire che sia grazie alla buona ergonomicità della fotocamera, sia grazie al sistema Anti-Shake, abbiamo scattato a 1/30 di secondo a 200mm senza problemi. Viene spontaneo pensare che in situazioni di poca luce anziché salire di sensibilità conviene fermarsi a 200 ISO e scattare a 1/4 di secondo confidando nell'Anti-Shake: è probabile che alla fine le foto risultino migliori.
Una foto quasi impossibile da scattare a mano libera: posizione tele ed 1/4 di secondo. Il mosso, come si può vedere dal dettaglio sottostante, c'è, ma è davvero minimo, quasi inavvertibile: il sistema Anti-shake è davvero efficace!
PER CONCLUDERE
Qual è dunque il giudizio finale che diamo della A200? E' ben costruita, piacevole da usare, ricca di funzioni ed ha una resa globalmente buona (anche se non certo da urlo); il sistema Anti-Shake è ottimo, e se a tutto ciò si aggiunge un prezzo abbastanza competitivo (intorno ai 600 Euro), parrebbe un acquisto caldamente consigliabile; lo è invece molto meno per i limiti sopra menzionati.
In sostanza ci pare adatta a chi lavora principalmente in esterni: ottima per la fotografia di paesaggio e per il ritratto outdoor (grazie all'Anti-Shake si può fare a meno del flash e sfruttare a fondo le lunghezze focali più spinte), ma mediocre non appena il sole se ne va: in poca luce, i limiti di autofocus e flash potrebbero creare seri grattacapi. Per esempio, siete in pizzeria con gli amici, scattate una foto alla vostra ragazza e poi quando la visionate lei scopre di essere venuta sfocata, mentre la sua migliore amica seduta accanto è nitida e ben esposta: come pensate di uscirne vivi?
Agostino Maiello © 07/2005
Riproduzione Riservata
SCHEDA TECNICA
Sensore: CCD da 2/3 di pollice, 8,3 milioni di pixel (8 milioni di pixel effettivi)
Formato massimo immagine: 3264x2448 pixel
Ripresa filmati: 640x480 a 30fps, oppure 800x600 a 15fps, max 15 minuti; con audio
Ottica: 16 elementi in 13 gruppi, 28-200mm (equivalenza sul formato 35mm), F/2.8-3.5 ; luminosità minima F/11; diametro filtri 49mm
Autofocus: sì. Messa a fuoco manuale possibile.
Esposizione: programmata, a priorità di tempi, a priorità di diaframmi, manuale, automatica, più quattro preset
Compensazione dell'esposizione: + o -2 stop, a passi di 1/3 di stop
Sensibilità da ISO 50 ad ISO 800
Bilanciamento del bianco: automatico, manuale, più sette preset
Flash incorporato: sì
Memorizzazione: su scheda Compact Flash. Supporta anche i Microdrive di IBM.
Schermo LCD: 1.8" TFT, composto di 134.000 pixel, copertura 100%
Mirino: copre circa il 100%; dotato di correzione diottrica. Risoluzione di 320x240 pixel.
Connettori: USB 2.0, A/V Out, DC-IN.
Peso: 505 grammi, batterie escluse
Dimensioni: 114x80x115 mm