MINOLTA 24-105 F/3.5-4.5 D AF
Prova sul campo su corpo Sony A99

Rino Giardiello, giugno 2014

Il Minolta 24-105 F/3.5-4.5 è uno degli ultimi zoom "centrali" realizzati da Minolta ed è quello che è arrivato, praticamente invariato, nel corredo Sony Alpha dove è restato sino all'anno scorso, unica alternativa economica (obiettivi universali a parte) al ben più costoso e pesante 24-70 F/2.8 Zeiss.

Oggi lo zoom tuttofare economico del sistema Sony A è rappresentato dal Sony 28-75 F/2.8 che costa sugli 800 Euro contro i 1800 dello Zeiss (prezzi di listino): peso, dimensioni e prezzo sono circa la metà dello Zeiss, con una qualità più che decente. Il Sony 28-75 F/2.8 è un validissimo zoom (vedi test su Nadir nella versione marcata Tamron) e fa benissimo il suo dovere, ma - a mio avviso - ha un range di focali troppo limitato (lo stesso vale per tutti i 24-70 F/2.8 di fascia alta che fanno parte di ogni sistema fotografico) e per me il minimo dovrebbe essere 28-85 per la versione economica e 24-85 per la versione professionale. 70 millimetri sono davvero pochi non tanto per avvicinare il soggetto ma per la resa prospettica che tanto ho amato per il ritratto: 85-90mm per me sono sempre stati l'ideale e vorrei tanto poterli avere nel mio pesante ed ingombrante (ma ottimo!) zoom 24-70 Zeiss.

Le dimensioni alla minima e massima focale dello Zeiss e del Minolta su corpo Sony A99.

Il piccolo Minolta.
E' piccolo e leggero, ai vertici della categoria da questo punto di vista, ma non per questo sembra, come avviene per molti zoom di questa fascia, un pezzo di plastica vuoto.
Del resto all'epoca non si poteva certo definire uno zoom economico, col suo prezzo di circa 7-800 Euro nell'ultima versione marcata Sony che, nonostante sia fuori produzione, è ancora possibile trovare a 6-700 Euro in qualche negozio online. Nel 2000 era considerato, dagli utilizzatori del marchio Minolta, un obiettivo costoso rispetto allo stesso zoom di altri marchi.
Il primo 24-105 Minolta risale all'anno 2000 ed è rimasto quasi invariato sino ai giorni nostri con la sola aggiunta della "D" nella sigla che indica la presenza del chip che fornisce al corpo macchina le informazioni sulla distanza (esattamente come la "D" delle ottiche Nikon), ma l'obiettivo è una naturale evoluzione del precedente e già collaudato 24-85.

La resa generale è molto gradevole e non necessita di grossi interventi in postproduzione. Cliccando sulla foto la si può vedere di maggiori dimensioni.

In mano.
E' molto ben costruito per la fascia di prezzo, come del resto tutti gli obiettivi Minolta, e sorprendentemente piccolo e leggero. Ha due ghiere in gomma, una per la messa a fuoco manuale ed una per lo zoom, ben spaziate tra di loro e confortevoli da usare. La zoomata non è fluida come si è abituati su ottiche di maggior pregio, ma non è un grave problema se non per i video, cosa del resto assolutamente non prevista all'epoca. La scala con le distanze di messa a fuoco, chiara e ben leggibile, è sotto la solita finestrella in plastica trasparente che troviamo ancora oggi negli obiettivi Sony. Le finiture sono buone e la baionetta è in acciaio cromato.
Nonostante le ridotte dimensioni, l'obiettivo calza a pennello sul corpo della Sony A99 rendendola ben più leggera e trasportabile. Si impugna alla perfezione e le dita cadono in maniera naturale nei punti giusti per un facile e confortevole utilizzo.

Nelle schermate piccole in alto, si vedono la distorsione e la vignettatura a tutta apertura a 24mm prima di correggerli con un programma di fotoritocco, il classico "Prima e dopo la cura". In fase di sviluppo del RAW ho applicato alcune correzioni al contrasto ed al bilanciamento del bianco.

Sul campo.
Non mi aspettavo molto da questo vecchio zoom che oggi si può comprare, usato, con soli 150 Euro, ma devo dire che non è affatto male e dipende solo da cosa vi aspettate o dal motivo per cui l'acquistate.
Io l'ho comprato come zoom "da passeggio" per le uscite fotografiche non impegnative, in cui voglio uscire leggero ma non così tanto da rinunciare alla fotocamera Full Frame. La versatilità di un 24-105 è notevolissima e la ridotta luminosità oggi, coi moderni sensori, non è più un grave problema - ed è la condizione indispensabile per ottenere queste dimensioni da record.
La risoluzione al centro è sempre molto buona, ma a tutta apertura le immagini sembrano meno nitide perché molto morbide. Purtroppo la vera croce di questo zoom è la risolvenza ai bordi, davvero pessima a TA.

A 24mm, a tutta apertura, oltre al problema della risolvenza ai bordi, c'è una notevole vignettatura, cosa che non avviene alle altre focali.
La sorpresa, però, è nel veloce recupero man mano che si diaframma: già a F/5.6 la vignettatura a 24mm rientra nella norma ed i bordi diventano accettabili, e ad F/8 ci ritroviamo tra le mani un obiettivo molto buono, nitido, con dei bei colori caldi ed una resa molto gradevole ed equilibrata.
Sì, certo, non si può comprare un obiettivo per adoperarlo solo ad F/8, ma c'è anche da dire che non si fotografano le mire ottiche né si fanno le riproduzioni a tutta apertura a mano libera con poca luce: nel mondo reale, il problema è meno avvertibile che nei test, ad eccezione della vignettatura.
E comunque: la vignettatura è davvero un problema? Diaframmando, la vignettatura scompare, ma la distorsione, notevole a 24mm, resta perché non è legata al diaframma e, per me che amo fotografare soggetti architettonici, sarebbe un enorme problema, ma oggi basta un click con un programma di fotoritocco ed entrambe vengono eliminate in un secondo.
Molto equilibrata e costante la resa da 35mm in su, con il solito discorso dei bordi.

I colori sono sempre gradevoli ed equilibrati. Ovviamente è facilissimo interpretare l'immagine nel modo preferito intervenendo in postproduzione (cosa ancora più semplice se si scatta in RAW).

Le prestazioni in sintesi.
La distorsione non è eccessiva in assoluto per uno zoom di questa escursione focale, e direi abbastanza nella norma: abbastanza vistosa a 24mm, scompare a 50mm e diventa a cuscinetto a 105mm.
La vignettatura è notevole in posizione grandangolare a tutta apertura, si nota poco alle altre focali. Si riduce diaframmando sino a scomparire ad F/8.
Risolvenza: sempre molto buona al centro, ma i bordi si ricordano di far parte di un obiettivo più che decente solo ad F/8. Diaframmando ulteriormente le cose migliorano ancora, per poi iniziare a peggiorare dopo F/16.
Aberrazioni cromatiche: c'è un modesto purple fringing a TA, visibile solo in situazioni particolari. Non è molto e diversi obiettivi che posseggo, anche blasonati ma progettati per la pellicola, ne hanno di più. Oggi, gli zoom progettati direttamente per il sensore - spesso anche i modesti standard - ne hanno di meno.
Trattamento antiriflessi: meglio della norma con il sole nel campo inquadrato, ha invece grossi problemi in situazioni di forti luminosità fuori campo (anche la semplice luce diffusa come quella di un bank, vedi foto in basso). In questi casi il paraluce in dotazione è del tutto inutile ma funziona bene una mano per schermare la lente. Non si hanno riflessi veri e propri ma cadute di contrasto che ho recuperato del tutto in postproduzione, ma la mano in fase di ripresa funziona benissimo ed evita di dover intervenire in seguito.
Colori: sono buoni, saturi e brillanti il giusto, con una leggera dominante calda.
Sfocato: non male per uno zoom, ma non è certo il primo della classe ed ho visto di meglio in altri obiettivi Sony e Minolta. Troppo "duro", in particolare, il bokeh a 105 mm, situazione classica dei ritratti.

Cosa mi è piaciuto.
Oltre alla leggerezza e versatilità (un'escursione focale di 24-105 è l'ideale per me), la buona qualità generale delle foto nella maggior parte delle situazioni di vita reale. La nitidezza al centro è davvero buona, meglio della media anche di obiettivi ben più costosi, ed è un vero peccato che i bordi non siano all'altezza.

Cosa non mi è piaciuto.
La distanza minima di messa a fuoco: 50 centimetri a tutte le lunghezze focali. La costanza è un pregio e 50 centimetri non sono una distanza da buttar via, il rapporto di ingrandimento a 105mm è accettabile ma, oltre ad essere comunque limitato e limitativo (una distanza minima di 40 cm sarebbe stata perfetta), a volte può creare dei problemi pratici in spazi ristretti.

Conclusioni.
Ho fatto tantissimi scatti di confronto con lo Zeiss 24-70 F/2.8 su corpo Sony A99 ed il piccolo Minolta si difende alla grande non sfigurando se non in situazioni limite o nei casi in cui il contributo dello sfocato è fondamentale per arricchire l'immagine: è un validissimo zoom tuttofare che ormai amo portare con me, ma è meglio non chiedergli più di quello che può dare. Lo Zeiss è nato per dare il massimo sempre, una qualità costante a qualunque focale e valore di diaframma con una tridimensionalità eccezionale, il piccolo ed economico Minolta no. Se non si vuole portare con sé la borsa fotografica con svariati chili di attrezzatura, il Minolta 24-105 è una valida alternativa al Tamron 28-75 F/2.8 che perde in escursione focale ma guadagna in luminosità: a voi valutare cosa possa essere più utile.

Rino Giardiello © 06/2014
Riproduzione Riservata

Di seguito, il comportamento del trattamento antiriflessi a 24mm, più che nella norma per uno zoom, e la velatura di cui parlo nell'articolo. La foto a destra, ottenuta solo posizionando la mano in maniera opportuna, sembra scattata con un altro obiettivo per quanto è migliore!

Sotto, anche in questo caso il trattamento antiriflessi è stato più che sufficiente per permettermi di portare a casa la foto. Lo sfocato non è da buttar via, vedi anche la foto del bicchiere di cognac più in alto, ma non è dei migliori in casa Sony-Minolta ed è meglio non pensare alla straordinaria tridimensionalità del 24-70 F/2.8 Zeiss che è di tutt'altra fascia di prezzo oltre che di più moderna progettazione.

Caratteristiche tecniche.
Data di inizio produzione: 2000 (oggi fuori produzione anche nella versione Sony)
Elementi/gruppi: 12/11
Apertura massima e minima: F/3.5-4.5 e F/22-27
Distanza minima di messa a fuoco: 50 cm a tutte le focali
Massimo rapporto di ingrandimento: 1:5,49 (0,182x)
Tipo di messa a fuoco: interna
Rotazione del filtro durante la messa a fuoco: no
Variazione della lunghezza durante la messa a fuoco: no
Ottica D: sì
Lunghezza massima e minima: 108 mm - 69 mm
Diametro massimo: 71 mm
Diametro filtri: 62 mm
Paraluce: a petalo con innesto a baionetta (in dotazione)
Diaframma: circolare a 7 lamelle
Peso: 395 g (432 g con tappi e paraluce)
Caratteristiche: baionetta e corpo in metallo