Per la fotografia ravvicinata a forti ingrandimenti, ovvero oltre la fatidica soglia del rapporto 1:1, la Leitz ha fornito nel tempo una serie di ottiche specializzate, denominate Photar, che possiedono la caratteristica di avere le lenti in posizione retro, l’ideale per una ripresa ad ingrandimenti compresi tra 1:3 e 1:6.
Abbiamo provato a fotografare con un Leitz Photar 25mm f/2,5 montato sull’apposito anello Adapter R e il tutto su una R-5.
L’ottica in questione, dal peso di appena 45g, possiede uno schema Gauss classico, in 6 lenti in 4 gruppi e, insieme all’Adapter R, il peso arriva a 100g. Il diaframma chiude sino al valore di f/8.
Il campo inquadrato è fisso, in quanto non vi è elicoide di messa a fuoco: si tratta di un rettangolo di circa 14mm, che deve essere posto in un piano perfettamente parallelo al Photar, in quanto il diaframma f/8 garantisce una minima profondità di campo.
Impostata la R-5 a priorità dei diaframmi, con una leggera correzione nell’apertura dell’esposizione (chiaramente il tutto montato su un robusto cavalletto) si cerca di portarsi in quota nella messa a fuoco con aggiustamenti minimi e estremamente calibrati: indi (e qui sta il difficile) occorre chiudere il diaframma senza provocare spostamenti indesiderati, anche minimi, che vanificherebbero tutto il lavoro precedente, in quanto, una volta chiuso il diaframma, la luminosità nel mirino è praticamente pari a zero, e la messa a fuoco non più possibile.
L’illuminazione di una zona così ristretta e per di più non facilmente accessibile (l’ottica è a circa 2 centimetri scarsi dal soggetto), impone una luce riflessa oppure un braccetto mobile con luce puntiforme direzionale, che tuttavia, arrivando troppo diretta sul soggetto, rischia di vanificarne le forme. Occorre in quest’ultimo caso creare una luce diffusa e il più possibile morbida.
Indi si chiude la tendina posteriore del mirino della macchina, si attiva l’autoscatto e si aspetta la chiusura dell’otturatore con pose che possono anche durare diversi secondi. Se il soggetto, come nei casi proposti, è di colore chiaro o riflettente, occorre sovresporre di 2/3 o di un intero diaframma, a secondo della riflettenza del soggetto.
Come soggetto abbiamo deciso di esplorare alcune fotocamera Leica nei più minuti particolari: le incisioni, le microforme, le differenti scritte.
La bellezza della lavorazione di precisione si mescola con le tante forme nascoste delle fotocamere, siano esse un’anziana IIIf oppure una lussuosa R.3 Gold. Agli appassionati il compito, divertente e curioso, di riconoscere i vari pezzi, tra cui si nasconde anche un accessorio.
In fondo cosa c’è di meglio che fotografare una Leica con un’ottica Leitz?
Pierpaolo Ghisetti © 09/2010
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