Il mondo Leica è ricchissimo di sigle e simboli che si sono accumulati durate la lunga storia dell’Azienda di Wetzlar. Non sempre comprensibili a prima vista, anzi talvolta misteriose e criptiche, appartengono di diritto alla tipologia della fascinazione legata al mistero e alla particolarità, due caratteristiche che rendono irresistibili le macchine dotate di queste sigle.
Qui ne facciamo un elenco, sicuri che abbiamo tralasciato sicuramente qualcosa, considerata l’enorme quantità di varianti esistenti.
- A sigla iniziale della parola tedesca Atrappe, manichino, per estensione vuoto. Indica delle macchine appunto vuote all’interno, solo da esposizione. Adatte a vetrine o fiere, sono molto ambite e ricercate, e assurdamente, talvolta costano più delle macchine effettivamente funzionanti. Esistenti sia nelle macchine della serie a vite che nelle M, nelle R la particolarità è segnalata dall’assenza del numero di matricola. (Foto 1)
- Asterisco, la presenza di un asterisco dopo un numero di matricola significa la duplicazione dello stesso, ovvero che esistono due obiettivi o due macchine con lo stesso numero. (Foto 2)
- Betriebsk, sigla che indica macchine per uso interno e per valutazioni, normalmente possiedono numeri molto bassi e fuori sequenza. (Foto 3)
- Eigentum, parola tedesca che significa Proprietà. Possono essere Leitz-Eigentum, ad esempio, ovvero proprietà della Leitz o le ambite Luftwaffen Eigentum, in altre parole della Aviazione tedesca. La sigla è riportata anche sulle ottiche. Anche Bundes Eigentum, ovvero proprietà Federale, riferita all’esercito della Repubblica Federale Tedesca. Incisione molto falsificata. (Foto 4)
- ELCAN, acronimo di Ernst Leitz Canada, la fabbrica canadese Leitz a Midland, Ontario, Canada, sigla utilizzata per ottiche speciali e militari. (Foto 5)
- Lutz Ferrando, nome di una catena di negozi per ottica, importatore ufficiale Leitz per l’Argentina e per un breve periodo anche del Brasile. Di solito situata sul fondello. (Foto 6)
- MF: sigla identificante macchine e apparecchi appartenenti alla Marina Tedesca durante la seconda Guerra Mondiale, seguita dal proprio numero di matricola, talvolta accompagnata dalla Svastica e dalla Reichsadler, molto rara se autentica, spesso falsificata. (Foto 6a)
- Montè en Sarre. Tra il 1949 e il 1951 una piccola produzione di Leica IIIa fu trasferita, per ragioni di costi, presso la ditta Saroptico, situata a Sankt Ingbert, cittadina industriale distante 10 chilometri da Saarbrucken capoluogo della regione tedesca SaarLand o Sarre, in francese, occupata dalle truppe francesi dopo la Seconda Guerra Mondiale, e restituito alla Germania nel 1957. Oltre al motivo economico si è trattato anche di un atto simbolico di aiuto verso una minoranza tedesca momentaneamente staccata dalla madrepatria: essendo la Saar una regione fortemente industrializzata, il montaggio di una macchina prestigiosa come la Leica esprimeva la volontà della regione di riprendere la propria normalità. Queste macchine, distinguibili per l'incisione Monté en Sarre sotto la scritta Germany nel carter superiore, furono prevalentemente vendute sul mercato francese e nelle colonie. (Foto 7)
- N-L, sigla per Netherlands, ovvero Paesi Bassi, Olanda. Macchine importate regolarmente in Olanda dall’importatore Odin. (Foto 8)
- Obiettivi senza numero di matricola, sono le ottiche Atrappe, ovvero vuote, solitamente possiedono solo la lente frontale e un diaframma non funzionante, molto ricercate. (Foto 9)
- Re, ovvero Reichssicherheitshauptamt, abbreviato in RSHA, tradotto come Direzione centrale della Sicurezza Statale, da cui dipendeva la tristemente nota Gestapo, incisione estremamente rara. (Foto 10)
- S-T, abbreviazione per Societè - Tiranty, macchine regolarmente importate in Francia dall’importatore Leitz ufficiale Tiranty, e pertanto che avevano pagato il relativo dazio. (Foto 11)
- Tre Corone, il simbolo del regno di Svezia, per macchine militari svedesi, simbolo riportato anche sull’obiettivo. (Foto 12)
- K lettera che si trova su alcune IIIc militari, solitamente verniciate in grigio, ma in alcuni casi anche cromate per usi civili: dovrebbe significare Kugellager, ovvero cuscinetto a sfera, ad indicare che l’otturatore, per migliorarne il funzionamento generale, soprattutto alle basse temperature, presenta appunto la caratteristica di essere dotato di cuscinetti a sfera. Questa caratteristica, che migliora grandemente il funzionamento dell’otturatore, aumentandone anche la scorrevolezza, sarà poi utilizzato sulle successive macchine IIIf e IIIg. Secondo altre fonti la K potrebbe anche significare Kalterfest, tradotto come resistente al freddo. (Foto 13)
- Kripo acronimo per Kriminalpolizei, ovvero Polizia Criminale, sezione (Amt, in tedesco) V della RSHA, che si occupava di crimini comuni. Quella illustrata era in uso alla Polizia della città di Colonia, Koeln, appunto. Sigla riportata anche sull’obiettivo. (Foto 14)
- W.D., War Department, sigla separata da una freccia, indicante una fotocamera delle Forze Armate inglesi. (Foto 15)
Per le forze armate inglesi vi sono anche queste sigle: PATT, proprietà della Royal Navy, la Marina inglese, e la freccia tra le cifre 14A-70 indicante la Royal Air Force, l’Aviazione.
- W.H., incisione che significa Wehrmacht Heer, Forze Armate, o solamente Heer, (Esercito) si può trovare sia sui corpi macchina che sugli obiettivi. Talvolta anche con Aquila (ReichAdler) e svastica. Si tratta d’incisioni tra le più falsificate in assoluto. (Foto 16)
Pierpaolo Ghisetti © 02/2018
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Per approfondire l’argomento si può consultare la pagina del sito www.wetzlar-historica-italia.it/2013accessori.html dove le varie sigle sono illustrate con ricchezza di particolari e di immagini.