Il nome Noctilux appare per la prima volta nel mondo Leitz nel 1966: il 50mm f/1,2, progettato da Marx e Sindel a Wetzlar comprende ben due lenti asferiche (le due esterne, rettificate a controllo manuale) tra le 6, in 4 gruppi, che costituiscono il suo schema ottico, fondamentalmente per contrastare l'aberrazione sferica. Inoltre viene utilizzato uno speciale vetro al Lantanio delle vetrerie Leitz, denominato 900/1, con numero di Abbe 40,3, ovvero con altissima rifrazione e proporzionalmente, bassissima dispersione. L'ottica pesa 515g e rimane in produzione per dieci anni, caratterizzandosi per il prezzo molto elevato, che nel 1974 arrivava a poco oltre le 600.000 lire. Da notare che questa prima versione del Noctilux, opportunamente modificata, è stata anche utilizzata dalla NASA, l'Ente Spaziale Americano. La produzione ufficialmente si attesta sui 2450 esemplari, in quattro lotti, ma data la sua rarità attuale e incrociando diverse fonti si arriva ad una produzione effettiva stimata di circa la metà. In definitiva si tratta di un'ottica oggi ricercatissima e rara, con una resa notevole, specie nella soppressione del flare, se paragonata ai suoi diretti concorrenti dell'epoca.
Ricordiamo, infatti, che la battaglia dei superluminosi aveva visto la nascita del Nikkor 50/1,1 nel 1956, del contemporaneo Zunow di pari focale e luminosità e del famoso Canon 50/0,95 nei primi anni Sessanta. La Leitz non poteva che rispondere con un progetto d'avanguardia e di 'valore assoluto'.
Nel 1971 appare il Canon 55/1,2 Asfh, una pietra miliare dell'ottica made in Japan, e uno dei migliori superluminosi di tutti i tempi: il Noctilux f/1,2 ne viene messo in ombra, costringendo la Leitz a reagire alla sfida con un nuovo progetto, che sposti ulteriormente i termini dello scontro. Nel 1976 viene presentata la nuova versione di luminosità f/1: disegnata da Walter Mandler della Leitz Ontario Canada, la nuova ottica scala mezzo diaframma di luminosità, presenta 7 lenti (di cui 3 al Lantanio) in 6 gruppi, ma soprattutto, grazie alla geniale realizzazione di Mandler, offre una maggiore luminosità senza il costo stratosferico, per l'epoca, delle lenti asferiche molate a mano. Un vero colpo maestro di progettazione, ove la correzione delle varie e numerose aberrazioni trova un compromesso e un equilibrio tra prestazioni e prezzo di mercato.
Il Noctilux, nei suoi 35 anni di vita produttiva viene presentato inizialmente col diametro filtri E58, poi passa al diametro E60, e in questa configurazione cambia tre volte il tipo di paraluce. Abbiamo infatti prima il paraluce a pressione, poi con il fermo con mollette ed infine incorporato: in totale quattro varianti. Tuttavia occorre notare che i primi 1000 esemplari (con passo filtri E58 e con nr da 2.749.631 a 2.750.530) si differenziano dalla produzione seguente per la presenza, nella seconda e quinta lente, del vetro speciale Leitz siglato 900/1, con numero di Abbe 40,3, utilizzato per altro nella precedente versione f/1,2. Questo ha comportato una migliore correzione delle aberrazioni: purtroppo questo vetro, rapidamente esaurito e non più disponibile per la produzione seguente, fu sostituito nel 1978 con un vetro Schott LASF 31A, con numero di Abbe 40,8, costringendo Mandler a ricalcolare tutto il progetto. Pertanto è legittimo affermare che la prima versione del Noctilux f/1 presenta caratteristiche diverse dalla produzione seguente, anche se le differenze possono essere difficilmente visibili. Si segnala infine un incremento del trattamento antiriflesso per l'ultima versione, con paraluce incorporato. Il peso è di 540g. Dal punto di vista ottico si tratta di un'ottica estremamente particolare, con una resa caratteristica ed affascinante a tutta apertura, restituzione del colore calda, risolvenza ai bordi molto bassa ma ottima soppressione del flare.
Tuttavia il Noctilux f/1 resta egualmente soddisfacente pure alle medie aperture del diaframma, anche se spesso la resa può sembrare leggermente morbida a causa dei bordi molto inferiori alla zona centrale e per l'inevitabile focus shift, che caratterizza tutte le ottiche luminose, ed una certa imprecisione, in alcuni esemplari, della camma che comanda il diaframma. Occorre ricordare che spesso gli errori di messa a fuoco sono da imputare più alla vista (mediocre) del fotografo che all'ottica. Da rimarcare che nel caso dei primi due Noctilux la vignettatura a tutta apertura risulta abbastanza elevata, e tale da abbassare la luminosità effettiva delle due ottiche. Il prezzo, che nel 1979 era inferiore al milione di lire, nel 1982 si attesta sul milione e mezzo di lire, ancora relativamente ragionevole, ma nel 1992 il Noctilux era già schizzato a circa 5.500.000 lire, il prezzo più alto in assoluto delle ottiche del sistema M. Nel 2003, passati ormai in zona Euro, il Noctilux raggiungeva i 3.000 Euro, rimanendo sempre in testa alla classifica delle ottiche più care per M.
Nel 2009 viene presentata il terzo obiettivo con il nome Noctilux: la luminosità passa a f/0,95 (impressionante, ma in fondo solo 1/6 di stop di differenza con la versione f/1).
Lo schema ottico si avvale di 8 lenti in 5 gruppi, con il ritorno a due lenti asferiche (ora che la tecnologia permette di abbattere, relativamente, i costi) e di un elemento flottante, per compensare gli errori di messa a fuoco alle brevi distanze, mentre il peso si attesta a ben 700g.
L'ottica risulta massiccia ed ingombrante, oscurando una porzione consistente (più del corrispettivo f/1) della cornicetta da 50mm nel mirino di una Leica M. La produzione è Made in Germany. Il prezzo di vendita arriva alla notevole cifra di 8.000 Euro, un vero record anche per Leica.
In realtà, più che il primato di luminosità, raggiunto per differenziare la nuova versione dalle precedenti e per ribadire una superiorità tecnologica nel campo dell'eccellenza ottica, il nuovo Noctilux presenta una serie di caratteristiche globalmente superiori al precedente fratello, con una correzione d'insieme delle prestazioni che lo differenziano senza ombra di dubbio come una star tra le ottiche superluminose. Del resto, dopo oltre 30 anni di progresso nel settore ottico, non c'è da meravigliarsi che il nuovo Noctilux si distacchi nettamente dalle prestazioni della versione precedente, considerando per di più che lo f/1 non era un'ottica assoluta, ma il frutto di una scelta oculata tra diversi compromessi.
Arriva finalmente il momento di montare il Noctilux f/0,95 sulla nostra Leica M7: anche se già abituati da anni al vecchio f/1, il nuovo Noct impressiona per peso e dimensioni, al limite fisico del bocchettone dell'apparecchio. La meccanica è semplicemente perfetta, le ghiere si spostano con quella morbidezza tipica Leica, la messa a fuoco estremamente precisa e facile, almeno per noi, che siamo abituati da 40 anni alle macchine a telemetro. Il paraluce telescopico incorporato si fissa con una rotazione di mezzo giro.
La resa è straordinaria, non trovo semplicemente altre parole per descriverla: il piano di messa a fuoco a tutta apertura, sottile come un foglio di carta, risulta perfettamente inciso, mentre lo sfuocato è totale, contribuendo in maniera determinante alla sensazione di chiara visione del piano prescelto. Contrasto, già a tutta apertura elevato, e a f/1,4-2, estremamente elevato. La curvatura di campo è molto ben controllata, per merito delle due superfici asferiche, mentre il focus shift è stato ridotto a livelli minimi. La vignettatura rimane elevata ai primi 3 diaframmi di lavoro, ma spesso finisce per non notarsi minimamente nello specifico campo d'uso di quest'ottica. Le immagini, riprese durante le festività natalizie, mostrano una totale assenza di coma e flare, facilità di messa a fuoco anche in condizioni non ottimali, leggibilità perfetta dei particolari: nessuna immagine è stata scattata oltre f/1,2!
Il vecchio Noct è semplicemente surclassato, o forse sarebbe meglio dire, era un altro obiettivo di un'altra epoca: qui ci troviamo di fronte ad un'ottica assoluta in tutti i parametri. La verità, pura e semplice, incontrovertibile, è impressionante: chi visiona le diapositive eseguite col nuovo Noct, stenta a credere che si tratti d'immagini eseguite con un superluminoso estremo. Luminosità, peso, prezzo e prestazioni, tutto è portato all'eccesso, con dovizia di tecnologia e maestria, tali da imporre il nuovo Noctilux come uno dei più grandi capolavori ottici di tutti i tempi, e non solo Leica.
Mezzo secolo separano i 0,95 Leica e Canon (qui montato su una Leica M8): due progetti coraggiosi che hanno fatto sognare due generazioni di fotografi. Se il Canon aveva fatto sensazione più per il primato che per la resa ottica, il Noctilux offre invece delle prestazioni impensabili e probabilmente mai raggiunte da nessun super luminoso.
Pierpaolo Ghisetti © 12/2012
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