Se dentro di voi si annida un feticista, oltre che un fotografo, difficilmente resisterete all'impulso di mettere le mani (è proprio il caso di dirlo) sulla Kyocera SL300-R.
E' un oggettino delizioso: lungo dieci centimetri, spesso uno e mezzo, largo poco più di sei, con la sua finitura silver ricorda un po' un elegante portasigarette, di quelli che anche un non fumatore comprerebbe tanto fanno scena. Sta agilmente in un taschino e pesa quanto un cellulare non di ultimissima generazione. Tiratela fuori alla classica riunione di famiglia, dinanzi ad un manipolo di parenti, ed otterrete commenti che andranno dal "Quant'è carina!" (cugina ventunenne all'ultima moda, ignora cosa sia il sincroflash ma ne sa molto più di voi su locali di tendenza, telefonia cellulare, musicisti pop, sesso) al "Bellino... cos'è?" (zio over 50, brizzolato e benestante, gli hanno regalato un palmare fantastico ma lui non è mai andato oltre pagina 3 del libretto di istruzioni, al rigo che dice "Complimenti per l'ottimo acquisto"). Se poi la Kyocera la snodate (si veda la foto), avrete conquistato l'attenzione dell'uditorio per almeno un quarto d'ora.
Vanagloria a parte, cos'è questa SL300-R? E' una fotocamera digitale da 3,2 megapixel con un obiettivo zoom di circa 6-17mm; in sostanza ha un angolo di campo che sul 24x36 equivale a quello di un 38-115mm, con luminosità da F/2.8 a F/4.7.
Trattamento antiriflessi: la classica prova lampadina può rivelare tante cose e la piccola Kyocera si comporta onestamente mantenendo un discreto contrasto generale.
La confezione contiene la fotocamera, una scheda SD da 16 MB, la batteria, un cavo USB, il caricabatterie con i cavi necessari, un manuale di istruzioni (in italiano, molto ben fatto), la FOWA Card per la garanzia, una guida rapida per l'uso (pensata per utenti come lo zio del palmare di cui sopra), la licenza d'uso del software, e due CD: uno con Kodak EasyShare ed uno con i driver USB per Windows 98/98SE. Ci sono infine una graziosa custodia, una cinghia, ed un aggeggio che sembra un portachiavi ma invece serve a pulire l'obiettivo ed il display LCD.
I comandi sono pochi e ben distribuiti. Sul lato superiore ci sono solo il pulsante di accensione/spegnimento e quello di scatto. Quando la fotocamera è "chiusa", poi, obiettivo e flash pure cadono su tale lato. Il lato inferiore ospita solo l'alloggiamento per la batteria e la scheda di memoria. A tal proposito, la SL300-R accetta schede SD e MMC. In dotazione c'è una SD da 16 MB; quindi, come al solito con le digitali, appena acquistate la fotocamera prendete anche una vera scheda di memoria, altrimenti alla prima gita con la Kyocera avrete finito le foto prima ancora di essere arrivati al ristorante.
Il lato sinistro del corpo macchina non ha comandi, mentre su quello destro ci sono l'attacco per la cinghia ed una piccola linguetta in plastica che, una volta sganciata, dà accesso alle prese USB e DC IN (per caricare la batteria).
Priva di comandi è pure la parte frontale della fotocamera, dal che si deduce che la quasi totalità degli stessi è concentrata sul dorso, nei dintorni del display LCD. Qui, in alto a destra ci sono due pulsanti affiancati per lo zoom (oltre che per zoomare "dentro" le immagini registrate, mentre si è in modalità playback); più a sinistra un pulsante SCENE serve per accedere a vari programmi di esposizione preimpostati (sport, ritratto, macro, ecc.), ed un pulsante DISPLAY imposta il numero di icone sul display, e la retroilluminazione dello stesso (in situazioni di forte illuminazione conviene disattivarla).
Appena sotto questi ultimi due pulsanti ce ne sono due che consentono di scorrere lungo una sequenza di cinque simboletti per impostare la modalità d'uso della fotocamera: il primo (SET UP) apre una serie di menu con varie impostazioni, il secondo (modalità Playback) consente di visualizzare le foto scattate, il terzo (quello centrale) imposta la macchina in modalità di ripresa standard, il quarto imposta la ripresa continua (cadenza di scatto massima: 3,5 ftg/sec), l'ultimo seleziona la modalità di ripresa di filmati.
Alla destra del display c'è un pulsante MENU che, a seconda della modalità impostata, fa apparire sul display un menu (appunto) che consente di regolare i vari parametri di ripresa o di visione (bilanciamento del bianco, modalità di compressione JPEG, autoscatto, risoluzione; cancellazione immagini, aggiunta di un commento vocale, e così via). In basso a destra, infine, c'è un pulsante multiselettore circolare, con all'interno un pulsantino di conferma, che ha varie funzioni: scorrere tra le voci del menu, tra le immagini ed i filmati memorizzati, visualizzare informazioni relative agli stessi (nome del file, dimensione, tempo, diaframma, ISO, data ed ora, ecc.), impostare il flash, e così via.
Ci rendiamo conto, dopo questa descrizione, che a parole il tutto sembra ben più articolato che nei fatti; in realtà l'interfaccia ci pare ben progettata e non serve molto tempo per apprendere i comandi fondamentali. Peccato che tra le varie lingue del software della fotocamera manchi l'italiano.
Esaurita la panoramica, passiamo ad una prova pratica. La prima cosa da fare una volta disimballato il tutto è caricare la batteria. Servono 3 ore, anche se dopo due la batteria è già carica al 90%. Il manuale consiglia, la prima volta, di effettuare un ciclo di ricarica completo, la qual cosa secondo noi andrebbe invece fatta sempre.
Una volta accesa la fotocamera si rimane impressionati dalla velocità con cui è pronta a scattare: praticamente subito, roba quasi da reflex meccanica. Come al solito, premendo a metà il pulsante di scatto la SL300-R misura l'esposizione e mette a fuoco; arrivando a fine corsa, c'è lo scatto. Col pulsante di scatto premuto a metà sia la messa a fuoco che l'esposizione sono bloccate, quindi si può focheggiare/esporre sul soggetto interessato e poi ricomporre l'immagine come si desidera.
Il display LCD è di qualità discreta; quando la luce è poca diventa piuttosto granuloso, ma rimane più che utilizzabile, mentre in piena luce la sua leggibilità è ottima anche in situazioni di forte luminosità. Una volta composta l'immagine, ci si scontra con i limiti di una fotocamera pensata per un uso veloce e fiducioso negli automatismi: per modificare il bilanciamento del bianco, o gli ISO, bisogna arrivare ad una sezione di secondo livello nel menu; così come se ci si rende conto della necessità di una lunga esposizione (da due secondi in poi), possibilità più che altro teorica visto che non c'è l'attacco per il treppiede. Avere un pulsante dedicato per variare questi parametri forse sarebbe stato meglio, ma indubbiamente avrebbe affollato il corpo macchina di comandi, disorientando l'utente tipo della SL300-R.
A proposito dei parametri di ripresa, in molti casi questi vengono persi nel momento in cui si spegne la fotocamera; per evitare che ciò accada, cioè per memorizzarli una volta per tutte, bisogna attivare l'opzione "Mode Lock" nel SET UP della fotocamera.
Dopo i primi scatti ci si accorge ben presto che le dimensioni e la leggerezza della fotocamera richiedono un po' di pratica per evitare di ottenere foto mosse (anche con tempi di otturazione veloci); è il prezzo da pagare per poter andare in giro con un oggetto così piccolo, così come bisogna fare i conti con l'autonomia della batteria, non certo eccezionale a causa delle ridottissime dimensioni della stessa. Il manuale dice che dura un centinaio di scatti, noi diciamo - a spanne - una giornata di uso intenso (con il display retroilluminato).
Ma come sono le foto? Non male, ma non certo eccezionali. La nitidezza è discreta, ed il trattamento antiriflesso dell'ottica è piuttosto buono, ma le foto mancano di tridimensionalità e non sempre l'equilibrio cromatico ci ha soddisfatto; talvolta in situazioni di luce mista abbiamo avuto immagini con una certa dominante freddo-verdognola che non siamo riusciti ad evitare agendo sul bilanciamento del bianco (il quale in generale funziona molto bene). Tutto perfetto invece in esterni, con colori fedeli ed immagini pulite sia in pieno sole che con cielo coperto. Il flash ha un comportamento nella media, anche se fatica un po' a coprire la scena quando l'obiettivo è impostato alla massima focale.
Da un sensore così minuscolo non ci si può certo aspettare miracoli in termini di rumore, che infatti a 400 ISO è abbastanza visibile come nella norma per questa categoria di fotocamere. E' però del tutto accettabile se si considera che da una 3,2 megapixel non ci si tirano fuori stampe in formato lenzuolo. Ad 800 ISO il rumore aumenta ancora e ci viene da dire che questa è una sensibilità da usare solo se non ci sono alternative.
Sul 10x15 la resa è ineccepibile, e sul 13x18 solo un occhio allenato e pignolo potrebbe iniziare a sindacare su un inizio di perdita di nitidezza nei dettagli delle zone fuori fuoco: per intenderci, nella foto della 2CV (a proposito, signor anonimo proprietario, non sarebbe il caso di rimetterla a posto?) gli ambienti interni che si intravedono oltre le inferriate presentano un po' di spappolamento: inezie, come si vede, e saremmo curiosi di vedere se una compattina a pellicola farebbe molto meglio. Ci si può spingere senza troppi problemi fino al 15x20, ottenendo stampe gradevolissime; nella foto dei palazzi, scattata alla massima focale, giusto l'edificio rosa in alto a destra presenta un calo di nitidezza, ma il resto della foto ha una resa piacevole e pulita; nel complesso la stampa è più che soddisfacente.
Il giudizio complessivo che diamo di questa SL300-R è positivo se si tiene conto dei limiti intrinseci della fotocamera, dovuti principalmente alle sue dimensioni ridottissime. E' evidente che si tratta di un prodotto pensato per fare colpo su chi vuole una fotocamera piccola, portatile e più che tascabile, ed è disposto - in nome di tutto ciò - ad accettare i limiti di un sensore e di un obiettivo minuscoli. Se, come pensiamo, l'utente tipo di queste fotocamere stampa nei classici formati 10x15, 13x18 o 15x20, la nitidezza offerta dalla piccola Kyocera è più che adeguata. Inoltre, non essendo un prodotto recentissimo (la presentazione risale al settembre del 2003), la SL300-R si trova ad un prezzo davvero interessante (circa 200 Euro), il che la rende davvero molto appetibile anche nei confronti della più recente SL400-R, presentata a febbraio 2004, praticamente identica ma con 4 megapixel.
Agostino Maiello © 01/2005
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Alcuni scatti effettuati con la Kyocera SL300
Sotto: il dettaglio al 100%
Scheda tecnica
Sensore: CCD, con 3.340.000 pixel (effettivi: 3.170.000)
Dimensioni sensore: 1/2.7" (5.27 x 3.96 mm)
Sensibilità ISO: da 100 ad 800
Obiettivo: 6 elementi in 6 gruppi, focale 5.8-17.4mm (equivalenza sul 24x36: 35-115mm)
Luminosità: F/2.8-F/4.7
Zoom: ottico 3x, digitale (disinseribile) 2x
Risoluzioni disponibili: 2048 x 1536, 1600 x 1200, 1280 x 960, 640 x 480
Autofocus: sì (singolo o continuo)
Messa a fuoco manuale: sì
Distanza di messa a fuoco: da 60cm all'infinito (da 20cm in modalità Macro)
Bilanciamento del bianco: Automatico o Manuale (Preset definito dall'utente + 4 impostazioni di fabbrica)
Schermo TFT: 1.5", 118.000 pixel
Otturatore: da 8 sec a 1/2000
Flash incorporato: sì
Compensazione dell'esposizione: sì, da -2 a +2 EV, a passi di 1/3 di EV
Lettura esposimetrica: multizona, spot, media a prevalenza centrale
Esposizione: Program, o a Priorità di diaframmi (su due valori: F/2.8 e F/7.5)
Velocità dell'otturatore: da 1 sec a 1/2000 + lunghe esposizioni (2, 4, 8 secondi)
Filmati: sì, con o senza audio, a 30 fps o 15 fps (risoluzioni: 640 x 480, 320 x 240, 160 x 120)
Innesto treppiede: no
Autoscatto: sì (ritardo di 2 o 10 secondi)
Schede di memoria utilizzabili: SD o MMC
Formato salvataggio file: JPG
Connettività: USB
Batteria: agli ioni di litio, ricaricabile
Peso: 125 grammi (175 g con le batterie)
Dimensioni: 100 x 62,5 x 15 mm