Un'operazione priva di qualsiasi utilità pratica vista la scarsissima qualità delle stampe ottenibili ed il loro costo elevato (recuperando 8 stampe per rullino si arriva al costo/copia di 2000 lire), ma puo' essere una sfida divertente ed interessante per chi ama "smanettare" artigianalmente con le macchine fotografiche.
Guardando le immagini si possono notare le ridottissime dimensioni dell'apparecchio, che è dotato di obiettivo 23mm e di regolazione della distanza focale (rotellina interna), dei tempi di esposizione e dell'apertura del diaframma (rotelline lato destro esterno). Comoda è la sottile e lunga cinghia che serve anche per tenere la minima distanza utile dal soggetto inquadrato (es. per fotografare documenti
).
La confezione originale ricca di accessori, astuccio ed istruzioni (in russo, ovviamente!).
La Kiev 30 a confronto con la Minox e la Minolta.
Di ritorno da un fine settimana in Istria, dove con la mia Minox GT-E ho fotografato le calle veneziane dei paesini sul mare (davvero speciali verso sera), ho acquistato una compattina Kiev 30 in buono stato a poche decine di migliaia di lire, attratto dal tutto metallo e dal fascino delle dimensioni spy-camera comuni anche alla Minox, che passa sempre in tasca agli aeroporti (praticamente indenne ai raggi X).
Una volta aperto l'apparecchio ho scoperto che nel vano c'è una cartuccia di materiale plastico, vuota, a tenuta di luce e di forma a "u", peraltro in perfetto stato. Non sapendo se e come sostituirla, o eventualmente caricarla con un qualche tipo di pellicola normalmente in commercio, ho iniziato a prendere qualche informazione.
L'apparecchio Kiev 30, prodotto a partire dagli anni '70 per un paio di decenni, è, come la precedente sorella sovietica Kiev Vega, una copia perfetta del modello Minolta 16 degli anni '60, che a sua volta si ispira alla tecnologia della gloriosa Minox Riga formato 8x11mm. Quest'ultima fu ideata e costruita da Walter Zapp negli anni '30 in Estonia e Lettonia, tuttora è prodotta a Wetzlar in Germania dalla Leica-Minox nelle sue evoluzioni e conosciuta come l'unica spy-camera veramente degna di tale definizione, soprattutto da un punto di vista storico oltre che tecnico.
Le Kiev e La Minolta usano caricatori con pellicola da 16mm, prodotti in occidente fino alla fine degli anni '80, e navigando sul Web ho scoperto che ci sono appassionati che ora usano tagli di pellicole BN 16mm da pizze cinematografiche o microfilm per uso aziendale/industriale, di difficile reperimento, per fare funzionare la Minolta 16 e le "sorelline" sovietiche.
Mi risulta che, in Ucraina, costruiscano o comunque commercializzino ancora la Kiev 303 (modello recente dell'ultimo decennio, purtroppo, col corpo in plastica), ed in quelle zone dell'est europeo sono ancora reperibili accessori e pellicole/caricatori per tutti questi apparecchi. Ma poiché l'Ucraina non è proprio dietro l'angolo, ho voluto fare un esperimento, con lo scopo di far funzionare questo apparecchio con prodotti e servizi (sviluppo/stampa) normalmente in commercio presso i negozi e i laboratori italiani.
Ho comprato un caricatore 110 da 24 pose (normalmente in vendita: la forma del rullino è diversa ma la pellicola è esattamente 16mm di larghezza), al buio completo ho sfilato la pellicola dal serbatoio (l'Agfa HDC-200 ISO è libera e serve solo, inizialmente, uno stuzzicadente per sollevarla dalla banda di carta nera numerata retrostante), ho riavvolto solo la pellicola e l'ho posizionata nel serbatoio a tenuta originale Kiev-30; infine, alla luce, l'ho fissata con del nastro adesivo sottile Magic 3M alla ruota di trascinamento del serbatoio di raccolta e ho assemblato il tutto.
Una volta scattate le foto, sempre al buio ho aperto la Kiev e ho messo il negativo in un normale bussolotto nero da 35mm con sopra l'adesivo della marca della pellicola e l'avviso "aprire solo in camera oscura".
Risultato: lo sviluppo e la stampa del formato "110" ha degli intervalli diversi dalla distanza di trascinamento dell'apparecchio Kiev-30, quindi sono risultate utili solo 8 esposizioni di buona qualità (le altre erano tagliate dalle interruzioni nere numerate tipiche del processo di gestione delle "110").
Costi
Compresa la pellicola e lo sviluppo/stampa L. 16.000.
Tempi di caricamento/scaricamento pellicola al buio
30 minuti prima e 15 minuti poi.
Conclusioni
Pur essendo presenti grandi limitazioni dovute agli standard e ai processi automatizzati delle normali pellicole "110" (un fotogramma centrato ogni 3), la mia operazione è stata molto economica e facile da eseguire e mi ha dato la soddisfazione di riuscire a far funzionare una "piccola meccanica" di altri tempi.
Massimiliano Bezzi © 10/2001
Riproduzione Riservata