Esternamente sono copie Leica, ma internamente tutte costruzioni sovietiche. Dunque vale proprio la pena oggi andarsene in giro con delle fotocamere dal costo di circa centomila lire? Eccole in prova.
La FED 5 è uno dei modelli più completi e spesso è possibile trovarne degli esemplari nuovi.La FED 5C è identica alla FED 5: guadagna le cornicette che delimitano il campo inquadrato nel mirino, ma perde la correzione diottrica dell'oculare. Altro vanto dei modelli 5 e 5C (visibile nella foto) è l'esposimetro. Non è accoppiato e non è molto sensibile, ma almeno è preciso.
L'obiettivo standard è il 53mm f/2 8 (a volte c'è il 55mm) con passo a vite 39x1, lo stesso delle vecchie Leica. La qualità è buona anche a tutta apertura. Le ottiche più adatte per le fotocamere a telemetro sono il 35mm e l'85mm (nella foto).
Al centro, il mirino multifocale, indispensabile per avere una esatta visione del càmpo inquadrato con obiettivi diversi dal 50mm dato che nel mirino delle FED non c'è alcun riferimento.
Infine, un piccolo e pratico mirino che delimita il campo inquadrato dall'85mm. Il prezzo? Solo 15.000 lire! Tutto ciò per dire che anche l'accessoristica è davvero alla portata di tutte le tasche.
Nate negli anni Trenta come copia delle prime Leica, le FED costituiscono un fenomeno destinato a durare in Russia oltre 50 anni. Mentre i fabbricanti tedeschi si danno da fare per cercare soluzioni tecniche ed estetiche alternative ai brevetti Leitz (è il caso delle fotocamere Contax), russi e giapponesi almeno all'inizio, copiano senza alcun pudore giungendo talvolta a mettere in commercio delle fotocamere con il marchio Leica che oggi costituiscono delle autentiche ghiottonerie per i collezionisti. Senza volerci dilungare sulla storia e le sorti delle Leica russe, troppo legata alle vicende politiche ed economiche del paese, torniano ai giorni nostri e vediamo cosa fare se, visitando uno dei tanti mercatini dell' usato, ci imbattiamo in una FED in buone condizioni, magari con qualche obiettivo di corredo.
Come valutarla
Innanzitutto il giusto prezzo: una FED in buone condizioni vale tra le 50 e le 150.000 Iire a seconda del modello, completa di ottica standard (di solito il 53mm o 55mm f/2,8) e borsa di cuoio. Modelli più costosi possono essere quelli prebellici o dell'immediato dopoguerra, ma di solito non sono in condizioni tali da essere usati e l'acquistarli può avere solo scopi collezionistici. Togliete il dorso solidale con il fondo e controllate subito lo stato della tendina in tela gommata che spesso è piena di minuscoli buchi o palesemente danneggiata. Provate quindi le velocità di otturazione ricordando che si può intervenire sul selettore dei tempi solo ad otturatore carico, quindi non cercate di forzarlo per cambiare i tempi. Eventuali anomalie di funzionamento si scoprono impostando i tempi lenti e la posa B: la seconda tendina deve chiudersi con uno schiocco simile a quello della prima, senza incertezze od imputamenti. Per gli altri tempi, ad orecchio, si deve avvertire una ragionevole differenza tra un tempo e l'altro.
Il telemetro è un altro punto dolente delle FED dato che lo si trova spesso starato. Una controllatina seppure approssimativa la si può effettuare mettendo a fuoco dei soggetti all' infinito ed altri a distanze medie, diciamo due o tre metri. Eventuali piccoli difetti di allineamento delle due immagini (una appare un po' più su o più giù rispetto all'altra), sono invece facilmente risolvibili a casa con una pinza ed un giravite. L'unico difetto che vi deve realmente dissuadere dall'acquisto è proprio quello della tendina o dell'otturatore in quanto la riparazione, ammesso che si trovino i pezzi di ricambio, verrebbe senz'altro a costare più dell'intera fotocamera. Effettuare questi controlli non servirà a garantirvi una FED perfetta, soprattutto per quanto riguarda i reali tempi di otturazione, ma almeno dovrebbe evitarvi il classico bidone.
Quando usarla
Le FED hanno tutte le difficoltà operative delle prime Leica, dall'apertura del dorso/fondello al caricamento pellicola sino al ribobinamento finale senza avere tra l'altro quella precisione meccanica e quella dolcezza di funzionamento che hanno fatto della Leica un mito. Gli obiettivi sono buoni anche se non è diffile oggi trovare di meglio, allora perché acquistarle?
Soprattutto metterei tra le motivazioni principali il godimento che si prova a possederla, toccarla, usarla. Questo al di là dei prezzi, dei miti, degli status symbol e delle collezioni miliardarie. È un piacere toccare il metallo dagli spigoli arrotondati, il vecchio ma vero cuoio della borsa-pronto che è sicuramente mal conciato, sentire il ronzio degli ingranaggi e delle molle, guardare attraverso un mirino a telemetro (in alcuni modelli molto luminoso e munito di correzione diottrica). Passata la fase della scoperta (o dovrei dire dell'apprendimento?) ci si accorge che l'oggetto tra le nostre mani non è né un oggetto di antiquariato né un grazioso soprammobile ma una vera fotocamera, piacevole da usare e perfettamente in grado di svolgere il suo compito: fare le foto. Come tutte le fotocamere a telemetro è molto più silenziosa di una reflex e la totale assenza di vibrazioni permette di reggere a mano libera dei tempi più lenti del consueto, il che la rende particolarmente adatta a fotografare in teatro o in condizioni di scarsa illuminazione
Gli obiettivi, dicevo, non sono affatto malvagi e si possono addirittura considerare ottimi lavorando con il bianconero. Alcuni sono particolarmente luminosi come il 50mm f/2 e l'85mm f/2. Mi sono piaciuti entrambi, in particolare l'85mm che ho accoppiato al 35mm f/2,8 per andare in giro a scattare foto, alcune delle quali le vedete in questa pagina.
Ho scattato molti rullini di diapositive con una FED 5C dotata di esposimetro: i risultati sono stati ottimi per quanto riguarda l'esposizione (onestamente ero molto scettico) e discreti per resa cromatica ma c'è da dire che gli obiettivi in mio possesso non sono trattati per il colore, per questo preferisco usare la FED con pellicole bianconero, emulsione che viene valorizzata dalle doti di definizione e contrasto tipiche delle ottiche russe. L'85mm f/2 è un po' morbido a tutta apertura ma una carta da stampa leggermente più contrastata risolve il problema, mentre il 35mm f/2,8 è l'ideale per andare a passeggio in cerca di immagini alla Cartier Bresson. In fondo basta poco per fare un tuffo nel passato e riscoprire un mondo privo di automatismi, poco per creare vecchie/nuove immagini e per raccontare le persone di oggi con le storie di sempre.
Rino Giardiello © 05/1993
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Articolo pubblicato anche su "Fotografia REFLEX " di maggio 1993