ZEISS PLANAR 85MM F/1.4 SU CANON EOS 5D
Rino Giardiello e Agostino Maiello, settembre 2008

Il digitale spadroneggia ormai ovunque ed andare in giro con un'ottica non autofocus di qualche decennio fa, e che non vanta nel suo nome nemmeno una sigla come i vari APO ULTRA ASPH VR, può apparire come il gesto di un nostalgico che non si arrende al progresso. Invece...

Nadir Magazine © 2008

Canon 5D e Contax AX una affianco all'altra con due mitici Zeiss extraluminosi: il 35/1.4 e l'85/1.4

Rino Giardiello © Nadir 2008

Il classico ritratto a tutta apertura nel quale si nota la ridottissima profondità di campo degli F/1.4 (vedi dettaglio nel riquadro sottostante).

...invece stiamo parlando di un cavallo di razza quale il Planar 85/1.4, uno degli obiettivi più apprezzati della storia della fotografia; e poiché -come diceva Calvino - un classico è ciò che relega l'attualità a rumore di fondo, possiamo ben trascurare i vari APO ULTRA mancanti e, piuttosto, cercare di essere degni di un vetro così pregiato. Abbiamo svolto il test grazie ad un anello adattatore che ci consente di utilizzare le ottiche Zeiss per Contax/Yashica sulle reflex digitali Canon; per altre informazioni consultate, sempre su Nadir, il test del Vario-Sonnar 28-85mm.

Montato su una macchina con sensore APS-C questo 85mm finisce con l'avere l'angolo di campo di un 120mm all'incirca: non male, ma come focale da ritratto ci pare un po' lunga. Decidiamo dunque di usarlo su una 5D, che avrà pure tre anni sulle spalle, ma che ha ancora molto da dire con il suo sensore a formato pieno da 12 megapixel.

L'accoppiata 5D+Planar è un binomio di peso e diciamo subito che, a fine giornata, si fa sentire. Ma basta accostare l'occhio al mirino per ripagarsi della fatica: il già ottimo mirino della 5D (circondati come siamo da reflex APS-C, ci siamo abituati a classificare come "buoni" mirini che ai tempi della pellicola avremmo sdegnato con sufficienza) viene valorizzato dalla grande apertura del Planar, regalandoci uno spettacolo di luminosità, peraltro essenziale per gestire al meglio sia lo sfocato - parametro fondamentale quando si lavora ad aperture così spinte - che la precisione della messa a fuoco, dal momento che non possiamo contare sull'autofocus.

In sintesi, peso e dimensioni non sono da poco ma nel complesso l'accoppiata si impugna bene, e si lavora con una bella impressione di solidità e robustezza. Mettere a fuoco a mano è forse qualcosa a cui moltissimi non sono più abituati ma, con un po' di pratica, si riesce a lavorare più che discretamente. Non ci arrischieremmo di certo a fotografare un matrimonio o una partita di basket, ma per una fotografia "ragionata", in studio o comunque in situazioni non dinamiche, non ci sono problemi.

Il Planar 85mm F/1.4 è un'ottica eccellente sulle fotocamere a pellicola e, sulla 5D, non delude: le immagini sono sempre uno spettacolo sotto tutti i punti di vista - nitidezza, uniformità di resa, gradevolezza dello sfocato. Anche a tutta apertura la resa ai bordi è piuttosto buona; qualunque sia il diaframma di lavoro ci si può sempre attendere un'elevata omogeneità. Quasi inesistenti distorsione e vignettatura. L'unico rilievo che ci sentiamo di muovere riguarda il trattamento antiriflessi: pur ottimo - sia ben chiaro - come per tutti gli Zeiss, risente delle generose dimensioni della lente frontale nel caso di raggi luminosi che arrivano di taglio sulla lente; dunque è consigliabile, specie in condizioni di illuminazione laterale, prestare un po' di attenzione (e, magari, dotarsi di un paraluce).

Rino Giardiello © 2008 Nadir Magazine

Nell'ingrandimento si nota lo sfocato graduale e la notevole nitidezza della parte a fuoco nonostante la morbidezza a F/1.4. L'esemplare del test è uno Zeiss 85/1.4 Made in Germany.

Non c'è molto altro da dire su un'ottica famosa e conosciuta da anni: le immagini in questa pagina parlano da sole. Aggiungiamo solo qualche considerazione legata alle differenze di resa tra i Planar Made in Germany e quelli giapponesi, visto che li abbiamo provati entrambi. Prese singolarmente le immagini sono tutte ottime ed è impossibile attribuirle ad uno dei due obiettivi; ci si riesce solo, e non sempre, quando si ha la stessa immagine scattata con entrambi. In tal caso si possono rilevare alcune sfumature nella resa che, del resto, sono le tipiche differenze che si riscontrano storicamente tra la scuola tedesca e quella giapponese: il Planar Made in Germany ha un po' meno risolvenza a tutta apertura ma ne ha di più a F/8; a F/1.4 ha quelle plasticità e tridimensionalità stellari che lo hanno reso celebre nel ritratto a tutta apertura. Il Made in Japan, d'altro canto, ha più risolvenza a F/1.4 ed un po' meno a F/8 (in altre parole ha una resa più uniforme), ma a F/1.4 è più brillante e meno morbido. A gusto di chi scrive, è leggermente meno gradevole nei ritratti, ma dipende anche da quello che si fotografa e come lo si vuole rendere: il volto rugoso di un vecchio pescatore senz'altro verrà reso meglio dal Made in Japan, mentre una bambina o una sposa dal Made in Germany. Ribadiamo comunque che si tratta di differenze, come si dice, per palati sopraffini, che facciamo più che altro per arricchire il discorso; il succo della faccenda è che la 5D rende pienamente giustizia a questo signor obiettivo che tra l'altro ora ci si può procurare con uno sforzo economico assai inferiore rispetto al passato; dunque non resta che impegnarsi per rendergli giustizia anche come fotografi.

Rino Giardiello e Agostino Maiello © 09/2008
Riproduzione Riservata

Nadir © 2008

La notevole apertura permette di staccare completamente il soggetto in primo piano dallo sfondo

Rino Giardiello © Nadir 2008

Ad F/8 la profondità di campo aumenta considerevolmente come pure la risolvenza e lo si nota persino nella piccola jpeg a lato.

Distorsione e vignettatura sono ai minimi della categoria.






Si ringrazia l'amico Carlo Nicolucci per la collaborazione come modello e per aver messo a disposizione la sua Canon EOS 5D


Scheda Tecnica Planar 85/1.4

Peso: 595g
Lenti: 6, in 5 gruppi
Messa a fuoco: da 1m a infinito
Lunghezza focale: 84.8mm
Angolo di campo: 28º 30'
Diametro filtri: 70mm


Come si può notare dai grafici a sinistra, la distorsione è prossima allo zero come pure la vignettatura (relative illuminance) già a F/5.6.

Le prestazioni sono di tutto rispetto e molto omogenee sin dalla massima apertura, ma migliorano sensibilmente ad F/5.6.


Come sono fatti i test di Nadir