NON C'E' "T2" SENZA TRE...
1999, 2004 e 2008: terzo articolo della serie. La Contax T2 ha fatto un'altra vittima
Paolo Limoncelli, luglio 2008

La Contax T2


Il dettaglio del 38mm f/2.8 con schema Sonnar e immancabile T*


Cosa abbia questa compatta di così speciale è un mistero...
Nel 1999, quando lessi per la prima volta l'articolo di Nadir sulle Contax T, ero tornato da pochi mesi da un periodo di permanenza a Dublino. A quei tempi ero un fotografo alle prime armi e i contorni della passione erano solo abbozzati.
Quest'anno ho acquistato una Contax T2 e la sorte ha voluto che partissi di nuovo per Dublino.
Ho portato la piccoletta con me corredata di un APX-100 e qualche Fuji Reala.

Ebbene, ho provato subito un grande feeling. La domanda forse è spontanea: ha ancora senso, oggi che una compattina da 10Mpixel costa 120 Euro, prendere una T2 a 180 Euro?
Il digitale è economico, veloce e non inquina. Ma manca, a questi livelli, di quella flessibilità che contraddistingue ancora l'uso delle emulsioni.
La qualità percepita forse è troppo soggettiva: si può benissimo obiettare che a schermo (con ingrandimenti inferiori al 100%) le differenze tra le immagini scattate con una compatta digitale ed una analogica siano poco distinguibili. Ma, a fronte di un buon ingrandimento, questo non è più vero, in particolare con il bianco e nero.
Del resto la differenza di grandezza tra i vari sensori è ancora li a farla da padrona e credo che pochi possano dissentire.
Semmai bisogna chiedersi perché non ci siano più stati altri tentativi, esclusi quelli della Sigma DP1 e della Sony R1, di includere sensori di dimensioni almeno dignitose e lenti di ottima qualità nello stesso progetto...

Come va sul campo
Quelli che sulla carta si prospettavano come limiti (velocità dell'otturatore e focale non troppo grandangolare) alla fine non si sono dimostrati tali nell'uso pratico.
L'autofocus è molto più preciso di quello che mi aspettavo, mentre le dimensioni contenutissime e lo scatto dolcissimo (praticamente inesistente) mi hanno aiutato enormemente con i tempi lunghi. La solidità costruttiva è eccellente, un oggetto decisamente curato e bello nelle sue linee minimaliste.
Il vincolo della focale fissa è unico per "ragionare" lo scatto. Logicamente il telemetro ha bisogno di un po' di pratica per consentire piena padronanza della composizione, ma dopo il primo rullino si "prendono le misure" egregiamente.

Imm.1 - Il 38mm è una focale "quasi" normale che permette di staccare i piani in maniera eccellente e mantenere un ottimo equilibrio di proporzioni senza distorcere eccessivamente.

Imm.2 - Il vetro è molto costante centro-bordi. Questo permette anche ad alte aperture di comporre l'immagine senza troppe "sorprese" in termini di resa.

Imm.3 - Al variare dell'angolo di ripresa le doti prospettiche del 38mm emergono appieno, regalando un campo comunque di ampio respiro.

Imm.4 - Il dettaglio che la lente è in grado di regalare è veramente al livello di quello di una reflex: la trama di cemento della darsena di Howth (anche grazie alla grana fine dell'APX) è ottima.

Imm.5 - Uno scatto fatto in condizioni difficili (tempo sotto 1/30) e ancora una volta ottima la risposta del Sonnar che ha tenuto molto bene il contrasto nonostante la forte luce proveniente dall'esterno.

Conclusioni
Non so cosa si possa dire di più su questo piccolo oggetto. Regala una flessibilità d'uso altissima e non fa percepire troppo i suoi limiti. Accoppiata ad un'emulsione a grana fine offre una qualità complessiva d'immagine difficilmente raggiungibile anche dalle compatte digitali più costose.
Un ottimo modo di entrare nel mondo delle telemetro senza spendere un patrimonio e con risultati comunque di alto livello.

Paolo Limoncelli © 07/2008
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