CONTAX ST
Prova su strada
Rino Giardiello, gennaio 1998

La ST è un apparecchio molto interessante, il primo ad inaugurare la "rinascita" di Contax dopo la stasi di qualche anno che aveva fatto temere il peggio. È un apparecchio "serio", solido e ben costruito, senza gadget inutili (ma non manca nulla di quanto realmente necessario), nato per fornire all'utente quanto c'è di più sperimentato ed affidabile.

Impugnarla è piacevole soprattutto per chi è abituato alle moderne reflex AF, spesso di plastica di bassa qualità: tra metallo e gomma antiscivolo si riceve una notevole sensazione di sicurezza. Le rifiniture sono impeccabili ed i comandi principali sono facilmente individuabili. Le ghiere sono prive di giochi meccanici, solide e precise come Contax ci ha abituati.

Il mirino è quanto di meglio si possa desiderare come luminosità, nitidezza e numero di informazioni. L'oculare è di generose dimensioni per facilitare la visione anche a chi porta occhiali ed è protetto da una guarnizione in gomma che evita qualsiasi spostamento in modo che non si possa perdere con facilità come avviene spesso con altre reflex concorrenti. L'oculare è dotato di correzione diottrica e di una comoda tendina di protezione che evita le infiltrazioni di luce. È sostituibile con altri modelli e la sostituzione è facilmente effettuabile dall'utente attraverso il bocchettone portaottiche con le comode pinzette accluse nella confezione.

ESPOSIMETRO ED OTTURATORE

La lettura esposimetrica è di tipo semispot e spot. A saper bene adoperare quest'ultima si hanno risultati ben più precisi della pur sempre forfetaria lettura di un esposimetro a lettura multizona. Le misurazioni sono sempre molto precise ed i numerosi scatti che ho realizzato con pellicola invertibile di bassa sensibilità lo confermano: nessuna esposizione sbagliata, neppure di poco: anche il più difficile dei controluce viene ben risolto da una attenta misurazione spot.

Gli automatismi di ripresa sono pochi ma più che sufficienti per un uso intelligente: Av (priorità dei diaframmi), Tv (priorità dei tempi), P (esposizione programmata), M (esposizione manuale) e la posa B (in questo caso il display esterno diventa un comodo timer). Per utilizzare l'esposizione automatica programmata ed a priorità dei tempi occorre impiegare ottiche Zeiss della serie MM e chiudere il diaframma al valore minimo.

L'otturatore a tendina verticale fornisce tempi da 1 secondo ad 1/4000 in manuale e priorità dei tempi mentre in Program ed a priorità dei diaframmi va da 16 secondi ad 1/6000. Il massimo tempo di sincronizzazione per il flash è di 1/200 di secondo.

I COMANDI PRINCIPALI

Tutti comodi ed istintivi, comandati dalle tradizionali ghiere, si trovano in gran parte sulla parte superiore dell'apparecchio. Il pulsante di scatto è il solito Contax, elettromagnetico, dolcissimo, sensibilissimo, contornato dall'interruttore generale di accensione che serve anche per selezionare il tipo di lettura esposimetrica e per il blocco memoria. Un piccolo display a cristalli liquidi, illuminabile, mostra il numero di fotogramma, il tipo di avanzamento del motore (singolo o continuo) e la sensibilità ISO.

Non mancano il tasto per il controllo della profondità di campo, il dorso data di serie, il contatto PC per i flash da studio, la presa per lo scatto flessibile (anche meccanico nonostante il contatto sia elettrico), il bracketing programmabile su tre fotogrammi, il motore di trascinamento incorporato e l'automatismo flash TTL coi lampeggiatori dedicati. Molto bella e comoda l'illuminazione di tutti i comandi principali, anche delle tradizionali ghiere.

QUALCHE NOTA

La Contax ST non ha avuto il successo che meritava. La colpa forse è in buona parte del prezzo, troppo elevato rispetto a quello della 167 (che pur essendo di classe inferiore offre tutto sommato le stesse prestazioni) e della RX che è arrivata poco dopo offrendo in più la comoda funzione della messa a fuoco servoassistita (anche se il funzionamento è discutibile e limitato). La Contax ST è piacevolissima da usare, grossa e pesante quanto basta per garantire una impugnatura sicura e conferire un piacevole senso di robustezza senza arrivare alle megadimensioni (e peso) di fotocamere come la Nikon F5. L'alimentazione è fornita da quattro normali pile ministilo che offrono una buona autonomia e sono reperibili ovunque.

LA QUOTAZIONE DELL'USATO

Le ST sono fotocamere recenti (le più anziane sono del 1992), pertanto le loro quotazioni sono abbastanza elevate: solo corpo di regolare importazione L. 1'600-1'800'000 a seconda delle condizioni.

Cerchiamole un po' di difetti:

Ce l'ho messa davvero tutta, ma è difficile trovarne: la ST ha tutto quello che deve avere una fotocamera per definirsi "completa" ed è davvero ben fatta. Unico neo, manca la possibilità di effettuare le esposizioni multiple: per qualcuno non sarà comunque un grande problema, ma mi è sembrato doveroso segnalarlo.

Rino Giardiello © 01/1998
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OBIETTIVI NON-MM IN PROGRAM?

La soluzione c'è: una semplice "zeppa" (la parte centrale di uno stuzzicadenti della giusta sezione o qualsiasi altro oggetto idoneo che non vada a finire all'interno della fotocamera) nella scanalatura a destra del bocchettone portaottiche. Impostate il diaframma del vecchio Zeiss non MM sul valore più chiuso ed il gioco è fatto (e funziona con qualsiasi altro obiettivo anche universale). In questi anni molte decine di 167, RX e 159 con la "zeppa" non hanno mai dato problemi né sbagliato l'esposizione ma, ovviamente, il trucco lo mettete in pratica sotto la vostra totale responsabilità.