Presentata nel febbraio del 1982 ed entrata in commercio verso la fine dell'anno, la RTS II non è una di quelle novità che fanno discutere. A vederla sembra identica alla vecchia RTS e non presenta innovazioni particolari. Passa quasi in silenzio attraverso la storia di quegli anni, conosciuta ed apprezzata solo dagli utilizzatori Contax.
Eppure la Contax RTS II è un modo intelligente, anche se non sensazionale, per proporre un aggiornamento di stampo professionale e sotto la pelle nasconde una meccanica generosa ed una elettronica affidabile. "Affidabilità" è la parola d'ordine della RTS II e 15 anni di fotografie senza un guasto lo confermano. In realtà la RTS II adotta tutte le collaudate novità elettroniche della 139: controllo al quarzo, esposizione TTL flash e LED nel mirino, ma con contatti doppi e dorati, surdimensionati, atti a garantire una eccezionale affidabilità. Se l'elettronica dovesse nonostante tutto fallire e lasciarci a piedi, ecco una novità rimasta unica in casa Contax: c'è un tempo di scatto di sicurezza e la posa B meccanici, e lo specchio sollevabile manualmente.
Non è tanto, è vero, ma basta a toglierci la paura di restare senza pile. Per il resto la fotocamera è "tradizionale", automatica a priorità dei diaframmi e manuale, solida e ben fatta, imponente e pesante per l'epoca (oggi mi sembra un giocattolo vicino alle nuove reflex agli estrogeni), con un bel winder aggiuntivo che permette anche una impugnatura più salda. La tendina, a scorrimento orizzontale, sembra quella in tela della RTS, invece è al titanio. Il mirino arriva al 97% di visione effettiva: non è il 100% della RTS III ma ci possiamo accontentare. L'esposizione è la solita delle Contax di quegli anni, media a prevalenza centrale, molto precisa ma da imparare ad interpretare. Non è un multizona che tende a compensare le alte luci non desiderate, fa la media e basta, per cui un controluce non misurato avvicinandosi al soggetto darà inevitabilmente foto sottoesposte. Le sue qualità la RTS II le mostra nell'uso pratico: maneggevole, istintiva, con un mirino luminosissimo anche per oggi (schermi di messa a fuoco intercambiabili), ma la cosa più bella è il pulsante di scatto: il più dolce che io abbia mai provato su una reflex. Si scatta e non c'è una vibrazione, il suono è ovattato, sembra quasi una fotocamera a telemetro!
CARATTERISTICHE TECNICHE
Ha schermi di messa a fuoco intercambiabili, pulsante di controllo di profondità di campo, winder, motore e numerosi accessori per tutte le esigenze. È compatibile con gli obiettivi e la maggior parte degli accessori attuali. Si può inserire un normale scatto flessibile nella presa di quello elettromagnetico.
SUL CAMPO
Che si può dire di una reflex che ha tutto quello che serve e fa onestamente il proprio lavoro da 15 anni? Non ha l'autofocus ed il motore incorporato, come non lo aveva nessuna fotocamera della stessa generazione, non ha cicalini, lucette e superprestazioni da sballo, ma è dolce e silenziosa come poche. Usatela per farci le foto e non per farci le gare con il vostro amico fotoamatore della porta affianco e non ve ne pentirete. Trovarne una d'occasione è difficile, anzi, difficilissimo. Quotazione: da 800'000 lire ad 1 milione (solo corpo) a seconda delle condizioni e dello stato d'uso.
Rino Giardiello © 08/2000
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