La Contax 645 rappresenta l'ingresso ufficiale di Kyocera nel medioformato e, lasciatecelo dire fin da subito, l'esordio è decisamente promettente. Ora le ottiche Zeiss per il medioformato non sono appannaggio esclusivo del mondo Hasselblad, anche se la 645 è solo in parte una concorrente delle prestigiose fotocamere svedesi. La Contax, infatti, sebbene abbia la classica forma vagamente cubica, è stata pensata per un uso più dinamico, diremmo quasi "come se fosse una 35mm più grossa"...
Come sempre per tutte le Contax, i comandi sono dislocati per quanto possibile nelle stesse posizioni, e ciò significa che chi possiede già una Contax in pochi minuti si troverà perfettamente a proprio agio anche con questa 4.5x6. Impugnando la camera con la mano destra, abbiamo a portata di dito i comandi fondamentali: interruttore e pulsante di scatto, tempi, modi di esposizione, autobracketing e compensazione dell'esposizione. Il lato sinistro della fotocamera ospita il selettore dei modi di scatto, la ghiera per l'impostazione delle sensibilità, i comandi per le esposizioni multiple e le prese per il flash.Non staremo qui a dilungarci sui comandi e sulle caratteristiche tecniche della 645 e dei suoi obiettivi: non è questo lo scopo di questo articolo, che invece vuole solo essere il commento ad un veloce "giro" sulla nuova Contax.
Questa non è, naturalmente, una "prova": provare una fotocamera significa usarla molto e per molto tempo, nelle condizioni più disparate. È solo col tempo che emergono forze e debolezze di un prodotto. Però una mezza giornata è più che sufficiente per prenderci la mano e farsi un'idea, e quest'idea è ciò che vogliamo comunicarvi.
La 645 si impugna bene. Pesante, è pesante (1550g più la batteria), ed anche se i polimeri abbondano la sensazione di solidità è notevole. La 645 casca bene in mano e si gestisce con facilità: lo dico anche perché, essendo mancino, l'ho usata tutto il giorno con la mano "sbagliata", senza problemi di gestione dei comandi né particolare stanchezza alla fine della prova. Il mirino è ampio e luminoso, e ricco di informazioni. Regge bene alla prova del controluce, visto che i vari indicatori rimangono leggibili. L'autofocus è veloce e silenzioso; ovviamente non rapido quanto quelli di accoppiate 35mm come Canon EOS 3 o Nikon F100 con rispettivi obiettivi dell'ultimissima generazione, ma più che sufficiente per un uso non sfrenatamente sportivo (e non ci sembra che la destinazione d'uso della 645 sia questa). L'autofocus è molto preciso e basta intervenire manualmente sulla ghiera dell'obiettivo perché il sistema AF si disinserisca automaticamente, lasciando fare al fotografo. Con questa opzione, ed aiutandosi col pulsante di blocco della messa a fuoco, è possibile comporre le immagini desiderate senza litigare con ottiche che se ne vanno per conto loro. Dopo pochi minuti che avevo la macchina in mano sono già stato in grado di realizzare la foto dei fiori senza "discutere" nemmeno un istante con l'autofocus, che temevamo fortemente tentato dalla grata in primo piano davanti ai fiori. Buon segno. I risultati del giro fotografico? Buoni, senza dubbio.
Una volta che si ha tra le mani uno strumento che funzioni secondo una logica collaudata e che consenta al fotografo di gestire i parametri essenziali della ripresa, il resto viene da sé. Ed è venuto: foto nitidissime, grana assente, gamma tonale notevole. Già sul 15x20 le immagini hanno un buon impatto, la voglia di spendere i soldi per un 30x45 è forte e probabilmente verrà di frequente a molti degli utilizzatori non professionisti della 645. La rumorosità è contenuta: lo specchio ed il motore sono relativamente silenziosi e permettono di non disturbare troppo chi ci è intorno, a meno che non ci si trovi in una zona assolutamente tranquilla. Siamo riusciti a rubare qualche istantanea con un obiettivo normale senza farci notare dal soggetto inconsapevolmente ritratto. La 645 si inserisce in un contesto di obiettivi ed accessori già molto vasto, sufficiente per coprire praticamente ogni esigenza del fotografo: la 645 ha un obiettivo macro, può montare un dorso digitale, un dorso Polaroid e un dorso con pressapellicola aspirante per garantire la perfetta planeità della pellicola, ha il preflash, magazzini e mirini intercambiabili, soffietti, tubi di prolunga, vari schermi di messa a fuoco e così via. Insomma un sistema praticamente già completo, pensato per un professionista (non per niente la 645 ha vinto il premio TIPA come "Fotocamera Professionale dell'anno 2000"). La 645 viene venduta con due anni di garanzia, più tre check-up gratuiti da effettuare entro i due anni del periodo di garanzia ed un buono sconto di 300mila lire per l'acquisto del 45mm o del 140mm, da utilizzare entro sei mesi dall'acquisto della fotocamera.
Insomma, un professionista che necessiti di una medioformato troverà tutto quello che gli serve, con i consueti, entusiasmanti livelli qualitativi di nomi quali Kyocera e Carl Zeiss.
E il non professionista? La 645 è bella, solida, robusta, senza fronzoli; l'AF è veloce quanto basta, l'esposimetro è affidabile, sulle ottiche Zeiss non c'è nulla da dire; è la macchina dei sogni? Fino ad un certo punto. In fondo, il formato 4.5x6, se confrontato con la resa di un ottimo 35mm (diciamo Zeiss e Leitz; o Nikon ed affini di fascia alta), fornisce sì un incremento di qualità, ma non certo impressionante. La grana è invisibile: le foto che corredano questo articolo sono state scattate con pellicole da 400 (i fiori) e 800 ASA (le altre). Il monitor ne mortifica la resa, ma vi assicuriamo che le stampe originali sono di una pulizia impressionante. La gamma tonale è quel che è, e non si discute. Però... però: siamo sicuri che ne valga la pena? Il vero salto di qualità rispetto al 24x36mm, pensiamo noi, lo si ottiene dal 6x6 a salire, sempre che il 6x6, per le tipiche esigenze editoriali, non venga "rettangolizzato" nella direzione di un 4.5x6 (ed a questo punto la Contax riacquista competitività: a tale proposito, si veda l'articolo specifico).
I costi dei sistemi medioformato, alla fin fine, sono più o meno gli stessi, e dovendo spendere un bel po' di milioni viene forte la tentazione di orientarsi verso la Pentax 67, o le Mamiya, anche se va detto che la Pentax ha una filosofia completamente diversa da quella della Contax 645. Volendo riassumere: se avete tanti soldi da spendere, comprate la 645 e vivrete felici e contenti. Se invece i soldi ve li dovete gestire con più cautela, iniziate a considerare più variabili: avete già un corredo 35mm di ottimo livello? Allora non noterete salti di qualità rivoluzionari, e se avete le Contax G forse non li noterete affatto; tanto vale iniziare a considerare una 6x7, o una 6x6 fatte salve le precisazioni fatte più sopra in merito ai frequenti tagli che subisce tale formato. Se invece il vostro corredo 35mm non è di prim'ordine, o se non avete un corredo vero e proprio e volete iniziare a fotografare partendo dal medioformato, allora vi consigliamo la 645 senza remore. È una di quelle macchine che una volta prese in mano si staccano con difficoltà. Molta difficoltà...
Agostino Maiello © 1999
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Buono il comportamento dell'esposimetro anche in presenza di forti contrasti: la macchina ha reso leggibile la zona in ombra senza bruciare le zone fortemente illuminate.
SCHEDA TECNICA