Il confronto di cui si occupa questo articolo, a ben guardare, potrebbe anche non avere molto senso: le due ottiche provate sono per sistemi diversi (telemetro autofocus l'una, reflex non autofocus l'altra), hanno dimensioni e peso notevolmente differenti (120 e 600 grammi), una diversa luminosità massima (f/2 ed f/1.4), un diverso schema ottico, ed appartengono a due fasce di prezzo ben diverse (650 e 2000 Euro all'incirca, a leggere i listini).
Primo confronto: dimensioni e pesi. Il 35/1.4 per le Contax reflex ha davvero dimensioni da record, in pratica le stesse dell'85/1.4!
Dunque, perché confrontarle? Perché se mettiamo da parte le differenze e consideriamo la semplice esigenza pratica di scegliere con quale delle due uscire a fotografare, ecco che le specifiche tecniche sfumano, diventano rumore di fondo, e queste due ottiche si rivelano essere in diretta concorrenza.
Quando un utente Contax (che abbia entrambi i sistemi, è ovvio) deve decidere di portarsi dietro un solo 35mm, infatti, cominciano i dubbi: "Esco con la reflex? C'è poca luce, uno stop in più mi potrebbe servire... però con il telemetro riesco a reggere tempi più lenti... In effetti comporre l'immagine col mirino reflex è tutt'altra cosa... già, ma il Planar è così leggero..." e così via.
La diversa resa ottica può costituire l'elemento discriminante, e l'obiettivo di questo test è approfondire questo aspetto. Per le prove sono state usate la pellicola diapositiva Fuji Provia 100F e la pellicola negativa bianconero Ilford Delta 100. Naturalmente le condizioni di sviluppo sono state le stesse, le diapositive ed i negativi sono poi stati acquisiti sul medesimo scanner e non è stato fatto alcun intervento in Photoshop, se non qualche lieve aggiustamento sui livelli per rendere le immagini a monitor il più possibile identiche a quelle di partenza.
Purtroppo le immagini, una volta compresse ed ottimizzate per il Web, perdono quasi del tutto le già lievi differenze presenti in origine; abbiamo comunque fatto il possibile per mantenerle percepibili.
Dando per scontato che nessuno usa un 35mm superluminoso per fotografare la fidanzata a Ferragosto in spiaggia, immaginiamo di voler realizzare qualche scatto all'imbrunire, in situazioni di poca luce, magari con i tempi al limite del mosso. Da questo punto di vista le due ottiche si possono considerare equivalenti: lo stop in più del Distagon viene compensato dalla maggiore compattezza del sistema a telemetro, grazie al quale mediamente si riesce a guadagnare almeno uno stop. Per intenderci, se la soglia del mosso tipica con un 35mm è 1/30, con una telemetro si riesce a scattare a 1/15 senza troppi problemi. Naturalmente questa è una regoletta generale e la soglia del mosso varia da fotografo a fotografo.
Per completezza, abbiamo comunque effettuato anche degli scatti in pieno sole, alle classiche aperture intermedie (f/8 ed f/11), e non abbiamo apprezzato differenze eclatanti, se non ai bordi dell'immagine dove, com'è naturale che sia data la maggiore luminosità massima, il Distagon appare leggermente meno definito. Ma si tratta di differenze che non saltano all'occhio se non scattando la medesima, identica foto con entrambi gli obiettivi e osservando le diapositive in un confronto diretto. E non basta guardarle contro una finestra: bisogna proiettarle, altrimenti sono praticamente uguali anche per un occhio allenato. E con questo crediamo di aver tranquillizzato i fanatici delle linee per millimetro (i quali, però, in casa Contax non dovrebbero abbondare). Non appena ci si allontana un po' dai bordi dell'immagine, diventa veramente impossibile distinguere le due ottiche, come si vede dal dettaglio qui di seguito.
E' davvero difficile distinguere la resa delle due ottiche quando adoperate in condizioni standard: i colori ed il livello di dettaglio sono praticamente identici. Questo è il dettaglio centrale di una diapositiva scattata ad f/8.
Il dettaglio di una foto scattata ad f/8 alla minima distanza di messa a fuoco. La nitidezza globale dell'immagine, ad occhio nudo, è la stessa, ma ingrandendo i particolari non in primo piano il Planar appare leggermente più definito.
La faccenda diventa un po' più semplice alla minima distanza di messa a fuoco, che è di 50cm per il Planar e di 30cm per il Distagon. A parità di apertura (f/8), la risolvenza leggermente superiore del Planar è un po' più visibile negli oggetti oltre il primo piano. Anche qui, la foto fatta col Distagon in sé per sé va benissimo, ma nel confronto diretto a parità di condizioni quella del Planar restituisce una impressione di nitidezza leggermente superiore.
Il trattamento antiriflesso dei due obiettivi ci sembra in buona sostanza equivalente. Il Distagon dovrebbe soffrire un po' di più data l'ampiezza della lente frontale, ma è obiettivamente difficile effettuare un confronto serio, visto che in condizioni critiche basta spostare l'obiettivo di pochi millimetri in qualunque direzione per alterare completamente il percorso dei raggi di luce; inoltre, il mirino galileiano delle Contax a telemetro, essendo zoom, è particolarmente sensibile al controluce, mostrando danni assai maggiori rispetto a quanto ci si ritrova poi sull'immagine finale. In sostanza è praticamente impossibile stabilire una vera parità di condizioni. Nelle foto al crepuscolo che abbiamo scattato (ce n'è una a fondo pagina) la classica fila di lampioni o di fari delle auto non ha mostrato differenze di resa. Semplificandoci la vita e piazzando al centro dell'immagine una sola fonte di luce puntiforme, non abbiamo notato riflessi parassiti o particolari abbassamenti del contrasto; un po' di più, talvolta, nel Distagon, quando è stato usato a tutta apertura, ma data la grande luminosità è naturale che ciò avvenga.
A tutta apertura (f/2 ed f/1.4) e con un tempo molto lento, questa inquadratura rognosa non ha messo in crisi le due ottiche in questione. Il Distagon appare meno nitido, ma la diapositiva originale mostra un pelo di micromosso, assente nell'altra foto.
La conclusione di questo test pratico, come avviene più spesso di quanto si creda, non è univoca ed oggettiva. In sostanza, non risolve i dubbi dell'utente Contax menzionato all'inizio. Le due ottiche sono entrambe di elevata qualità e nessuna delle due delude, in qualsivoglia occasione: controluce, pieno sole, tutta apertura, e così via. Come vale per la quasi totalità degli obiettivi in commercio, insomma, se qualche foto è venuta male non sarà mai per colpa dell'obiettivo. Diviene dunque fondamentale conoscere a fondo le due ottiche, per poter scegliere di volta in volta quale sarebbe meglio utilizzare a seconda delle circostanze. In altre parole, appurato che la resa ottica è eccellente per entrambe, è il fotografo che deve scegliere se il maggior peso del Distagon e la sua risolvenza leggermente inferiore (che, comunque, conta fino ad un certo punto: quanti 50x70 facciamo in media all'anno?) sono compensati o meno dalla sua superiorità in fase di composizione dell'immagine - c'è poco da fare, il mirino reflex è tutt'altra cosa, e per di più consente un diretto controllo del piano di messa a fuoco; con la Contax G, invece, ci si deve fidare dell'autofocus. Osserviamo infine che chi si aspettava da questo test una risposta del tipo "usate l'obiettivo A e non quello B" sarà deluso: l'implacabile regola di Nadir ("non dare il pesce, ma insegnare a pescare") colpisce ancora.
Agostino Maiello © 03/2004
Riproduzione Riservata
Abbiamo scattato questa foto con entrambi gli obiettivi al crepuscolo a mano libera, un risultato impensabile con gli zoom oggi in corredo alla maggior parte delle reflex. Ottima resa in entrambi i casi, nella diapositiva originale l'immagine prodotta dal Distagon appare un po' più aggressiva nonostante la maggiore apertura, e quale delle due preferire è davvero questione di gusti e di sfumature. Abbiamo evitato di pubblicare le due foto perché, una volta ridotte a dimensioni adatte al web, diventavano indistinguibili.