Variazioni per diversi strumenti su tema dato.
Ovvero, come si comportano obiettivi di eguale focale ma di tipo e marca diversi usati sulla stessa macchina per fotografare lo stesso soggetto
D’accordo, non è una novità, ma abbiamo voluto provare. Anche perché da quando scrivevamo che le focali fisse sono di gran lunga preferibili agli zoom è passata un po’ d’acqua sotto i ponti, la tecnologia si è evoluta, ed anche se gli zoom continuano di fatto ad essere più grossi, pesanti e “chiusi” (in termini di apertura relativa massima) degli obiettivi a focale fissa, esiste la possibilità che le nostre affermazioni si rivelino ormai obsolete e bisognose di attenta revisione.
Per cui abbiamo sottoposto a test comparativo (rigorosamente empirico, non strumentale) due obiettivi Canon: il normale-macro EF 50mm f/2.5 Compact Macro e lo zoom EF 24-105mm f/4L IS USM impostato alla focale di 50 millimetri. In più, volendo fare i cattivi (ma soprattutto spinti dalla curiosità di verificare se certi luoghi comuni che circolano tra i fotografi siano davvero supportati dall’esperienza o se non si tratti piuttosto di leggende metropolitane) abbiamo aggiunto alla prova un “intruso”: il Carl Zeiss Planar 50mm f/1,4 montato su Canon 5D (quindi senza fattore di moltiplicazione della focale, dato il sensore full frame della 5D) mediante anello adattatore.
Le riprese sono state effettuate con la macchina fissata a un cavalletto Manfrotto 055, equipaggiato con testa a cremagliera Manfrotto MA 410.
Lo specchio reflex è stato alzato per minimizzare le perdite di nitidezza dovute a microvibrazioni.
La sensibilità nominale è stata impostata a 50 ISO per ridurre il più possibile l’insorgenza del rumore sulle superfici uniformi.
L’esposizione è stata impostata in manuale e mantenuta identica per tutti gli scatti di una stessa serie. L’apertura del diaframma è stata mantenuta a valori intermedi, tali da garantire un’ottimale correzione delle principali aberrazioni senza peraltro rendere significativa la perdita di nitidezza dovuta alla diffrazione.
Sono state fatte tre riprese: la prima all’infinito, la seconda alla distanza ottimale di messa a fuoco propria della focale. E’ noto che in ogni obiettivo a focale fissa le aberrazioni sono corrette prendendo in considerazione una distanza di ripresa pari a cinquanta volte la lunghezza focale. Questo significa che un obiettivo da 50 millimetri è corretto tenendo conto di una distanza di ripresa di due metri e mezzo. La terza ripresa è stata fatta a distanza ravvicinata, limitando il confronto a due obiettivi: il Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro e il Canon EF 24-105mm f/4L IS USM.
I file RAW così ottenuti sono stati aperti senza alcuna elaborazione e salvati come TIFF non compressi. Dai TIFF sono stati ricavati i JPEG che compaiono in questo articolo, sia come visioni d’insieme sia come particolare ingrandito.
Qui di seguito sono riprodotte le immagini risultanti. Le prime tre si riferiscono alla prova all’infinito e sono riprodotte nella loro interezza.
Canon EF 24-105mm f/4L IS USM
Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro
Carl Zeiss Planar 50mm f/1,4
Dall'analisi macroscopica delle tre immagini si possono già cogliere alcune differenze significative, nonostante l’appiattimento risultante dalla riduzione per il web. La prima della serie, scattata con lo zoom, risulta piuttosto chiusa nelle ombre. Delle tre la più chiara è la seconda, scattata con il 50mm macro della Canon. Qui la differenza di luminosità tra centro e bordi risulta alquanto marcata. La terza, scattata con il Planar Zeiss, risulta più contrastata , almeno all’apparenza, pur conservando una discreta leggibilità nelle zone d’ombra. La vignettatura è contenuta. Modesta ma visibile la differenza di inquadratura, nonostante l’identica focale nominale. A 50mm lo zoom appare il più “chiuso” (si noti il bordo della scalinata in pietra sulla destra), segue lo Zeiss, mentre il 50mm Canon è quello che abbraccia una maggiore porzione di spazio.
A questo punto proviamo a selezionare un paio di particolari.
Canon EF 24-105mm f/4L IS USM
Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro
Carl Zeiss Planar 50mm f/1,4
Da un’analisi del tutto empirica sembra che il 24-105 Canon sia davvero un gran bell’obiettivo. Rispetto al 50mm macro della Canon appare leggermente più contrastato anche se come c’era da aspettarsi leggermente meno definito nei dettagli. Leggermente più saturo e contrastato lo Zeiss, anche se non sembra di notare una differenza eclatante per quanto riguarda la nitidezza dei particolari.
Canon EF 24-105mm f/4L IS USM
Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro
Carl Zeiss Planar 50mm f/1,4
Anche in questa serie si può notare una maggiore “morbidezza” nelle ombre a favore del 50mm Canon e una maggiore saturazione dei colori a favore dello Zeiss. Come da copione, la nitidezza appare leggermente superiore nelle fotografie scattate con le due focali fisse rispetto allo zoom.
Analizziamo ora tre fotografie riprese alla distanza di 2,5 metri.
Canon EF 24-105mm f/4L IS USM
Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro
Carl Zeiss Planar 50mm f/1,4
La maggiore saturazione dello Zeiss Planar balza agli occhi in questa sequenza. Come già precedentemente rilevato, lo zoom tende ad essere un po’ più “chiuso”, per quanto riguarda luminosità e i dettagli nelle ombre, rispetto all’ottica fissa.
Osserviamo ora i particolari.
Canon EF 24-105mm f/4L IS USM
Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro
Carl Zeiss Planar 50mm f/1,4
Ottima la resa dello zoom, sostanzialmente paragonabile a quella dell’ottica fissa, apparentemente più definita e contrastata ma non così straordinariamente superiore in quanto a risoluzione dei particolari. Anche lo Zeiss, visibilmente più saturo e contrastato, non sembra mostrare un potere risolvente significativamente più elevato. La sequenza qui sotto non fa che confermare quanto appena descritto.
Canon EF 24-105mm f/4L IS USM
Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro
Carl Zeiss Planar 50mm f/1,4
A questo punto abbiamo fatto lavorare lo zoom e il macro Canon più da vicino, per capire se le differenze tra zoom in posizione macro e ottica fissa fossero davvero così significative (sempre fatto salvo l’appiattimento derivante dalla riduzione web). Ecco due simpatiche gallinelle riprese con i due obiettivi.
Canon EF 24-105mm f/4L IS USM
Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro
La maggiore incisività dell’ottica fissa è appena percettibile. Passiamo quindi direttamente all’analisi di un particolare.
Canon EF 24-105mm f/4L IS USM
Canon EF 50mm f/2.5 Compact Macro
Qui le differenze si vedono. Non c’è trippa per gatti: l’ottica fissa stravince in quanto a nitidezza, e meno male che è così, a dimostrare nel caso l’avessimo dimenticato che l’ottica geometrica è una scienza, non pane e salame.
Tirando le somme
In conclusione, possiamo dire che nelle riprese generiche il 24-105 Canon si dimostra un ottimo zoom, soprattutto se confrontato con il 50mm macro che proprio in quanto macro non da il massimo a distanze medio-lunghe. Lo Zeiss fornisce risultati più gradevoli a chi ama i colori forti e i contrasti decisi, ma alla resa dei conti non sembra così straordinariamente superiore, almeno a livello empirico (il livello strumentale, si sa, è tutta un’altra faccenda). Vale la pena usare su un corpo digitale le ottiche Zeiss con anello adattatore, perdendo l’autofocus ed essendo costretti a misurare in stop-down? La risposta è soggettiva, e dipende strettamente da quanto ciascuno di noi ha voglia di sacrificare per ottenere un risultato leggermente più “bello” ma oggettivamente meno eclatante di quanto il nome Zeiss lascerebbe prevedere. Va anche detto che il Planar da noi utilizzato risale agli anni Ottanta, e in vent’anni qualche progresso sarà pur stato fatto in termini di progettazione ottica, giusto?
Tutto dipende anche dall’utilizzo finale dell’immagine. Da un punto di vista professionale possiamo tranquillamente affermare che tutte le immagini pubblicate in questo articolo sono in grado di soddisfare le esigenze dei clienti esperti (case editrici e agenzie fotogiornalistiche). Resta pacifico che il fotoamatore desideroso di stupire gli amici con una bella stampa di grandi dimensioni avrà tutte le ragioni per interrogarsi sulla resa superiore di certi obiettivi rispetto ad altri. Chi scrive usa spesso gli obiettivi Zeiss sulla Canon 5D, ma soltanto quando le condizioni di ripresa sono tali da consentire un’operatività necessariamente più rallentata (il cavalletto è d’obbligo), o in situazioni capaci di mettere in crisi qualunque obiettivo che non si chiami Zeiss (es. controluce esasperati).
Michele Vacchiano © 11/2006
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