"L’orrore... l’orrore!” Il colonnello Kurtz redivivo? No, è l’istintivo anelito di protesta nel vedersi assegnare, dopo una riunione di redazione, il compito di scrivere il test di una fotocamera. Che c’è di male? Che la fotocamera è quella di un cellulare, per la precisione l’iPhone4 di Apple. Eppure…
La questione è annosa e resiste indomita al passare dei decenni e delle tecnologie: si dice spesso che la miglior fotocamera è quella che si ha con sé, e che quindi ci consente di scattare immagini nel maggior numero di occasioni possibili (altrimenti si andrebbe tutti in giro con i banchi ottici nel bagagliaio). Peso, praticità ed ingombro contano, e tutti sappiamo che molto spesso, nelle occasioni fotograficamente meno impegnative, capita di lasciare a casa la fidata reflex col suo sontuoso 24-70 F/2.8, desiderosi di avere qualcosa con cui uscire leggeri, una compatta da taschino insomma. Ed allora partono le ricerche verso la compatta ideale, che abbia quanta più qualità possibile, che ci consenta un minimo di controlli manuali sull’immagine; in altre parole che non sia solo una scatoletta lampeggiante con un paio di pulsantini da premere e null’altro. E ciascuno trova la soluzione che più gli par giusta, bilanciando prezzo, dimensioni, automatismi.
Dunque, alla fine: reflex per le occasioni serie, compatta per tutte le altre. Pace dei sensi? Niente affatto, perché da un lato c’è stato l’avvento delle “mirrorless” (le microquattroterzi, le Samsung NX e le Sony NEX) ad insidiare la qualità delle reflex; dall’altro, a coprire diciamo così la fascia bassa delle esigenze, ci sono gli smartphone. Ebbene sì, proprio loro, i telefoni cellulari, quelli che fino a pochi anni fa al massimo andavano bene per documentare la botta appena presa sulla fiancata dell’auto, o per immortalarsi insieme a capitan Totti sorpreso a via del Corso. Ma la tecnologia progredisce per tutti, anche per gli smartphone, ed eccoci dunque qui a parlare di uno in particolare, appunto l’iPhone4.
Presentato nell’estate del 2010, dal punto di vista fotografico è dotato di un sensore retroilluminato da 5 megapixel, ed ISO 80 di sensibilità. Produce immagini da 2592x1936 pixel, quindi con un rapporto 4:3. Anche se non ci risulta esistere una comunicazione ufficiale da parte di Apple, da varie analisi effettuate in giro per il web risulterebbe che questo sensore sia grande 4,54x3,39mm - il che significa 1/3.2” secondo l’assurda nomenclatura delle dimensioni dei sensori. Minuscolo, insomma: inutile dunque farsi illusioni in materia di gamma dinamica e rumore. In condizioni di luce difficile (poca luce, o scene con forti contrasti), la qualità tende a decrescere vistosamente. La foto ricordo documentativa la si porta a casa, ma nulla più. In buona luce, invece, c’è ben poco da lamentarsi: le immagini sono sufficientemente pulite, dettagliate e brillanti, con una resa complessiva piacevole ed equilibrata (ovviamente tenendo conto della categoria di sensore di cui stiamo parlando). Viste al 100% su un monitor da computer da meno di mezzo metro hanno la nitidezza che hanno, ma se quello è lo scopo per cui sono state scattate, uno smartphone non è la scelta giusta. Adattate invece alle dimensioni tipiche degli utilizzi più comuni (web, email, social network), soddisfano pienamente alla bisogna.
Da un punto di vista ottico, l’iPhone4 ha un obiettivo da 3,85mm, con luminosità F/2.8, che inquadra come un 30mm sul pieno formato (24x36mm). Toccando con un dito un punto sullo schermo, la messa a fuoco e la lettura esposimetrica avvengono sull’area toccata. Un piccolo flash (che può essere attivato sempre, o disattivato, o lasciato in Auto in modo che si attivi quando ritenuto necessario dal software) può aiutare la ripresa di soggetti vicini. La potenza è comunque molto ridotta, per cui è inutile farci troppo affidamento. Anche come flash di schiarita in condizioni di forte illuminazione, la portata è appena sufficiente per illuminare solo i soggetti molto vicini alla fotocamera. Il telefono dispone anche di una modalità HDR: scatta due immagini con esposizioni diverse e poi le fonde in un unico file. Il risultato finale è un po’… dull, come si direbbe in inglese: fiacco, insulso, opaco, piatto. Ma in situazioni di forte differenza di luminosità è spesso l’unica soluzione per non ottenere foto che abbiano le alte luci e/o le ombre completamente prive di dettagli. Negli altri casi tendiamo a preferire una foto ripresa normalmente, e poi lavorare un po’ sui livelli.
Detto della qualità d’immagine, resta da chiedersi se un iPhone4 possa sostituire un apparecchio fotografico dedicato. Ovviamente il confronto non si pone nemmeno se parliamo di reflex o mirrorless, ma la questione ha più senso di quanto si crede se si tirano in ballo le compatte di fascia bassa. Nessuno può ragionevolmente comparare un iPhone4 ad una, per dire, Canon G, ma se l’alternativa allo smartphone è una delle classiche, economiche compattine da 100 Euro o poco più, in tutta onestà i limiti alla qualità dell’immagine sono molto vicini ed un iPhone4 inizia ad essere preferibile visto che in un unico aggeggio ci si porta dietro fotocamera, telefono, lettore musicale, accesso ad Internet, navigatore, più tutte le altre millemila cose più o meno utili che un iPhone può fare con le tante applicazioni (pardon, app!) disponibili. Questo senza considerare che, inutile negarlo, ormai gran parte delle immagini che si scattano non vengono stampate, bensì condivise via email o sui vari social network, cosa che diventa pressoché istantanea quando si ha uno smartphone - e spesso ci si lascia prendere la mano, tanto che talvolta sembra che si scatti una foto solo per condividerla subito su Facebook; ma questo è un altro discorso.
Insomma, se fino a pochissimi anni fa la soluzione tipica era “reflex per la qualità, compatta per andare leggeri” e non c’era altra scelta, oggi il discorso cambia e, tra mirrorless da una parte e smartphone dall’altra, le decisioni possono prendere varie strade. Alcuni hanno sacrificato le compatte, scegliendo la strada “reflex e smartphone”. Altri, specie chi ha una reflex full frame, sentendo la necessità di qualcosa di intermedio hanno optato per una fotocamera mirrorless (quindi: reflex + mirrorless + smartphone). Quel che è certo è che le possibilità di scelta si stanno ampliando, e questo è un beneficio per noi fotografi. Resta però sempre valido l’avvertimento di non badare troppo alle sirene della pubblicità, secondo cui - ovviamente - ogni sistema è perfetto per qualità, ingombri e prestazioni. Non è naturalmente così, ed ogni scelta dovrebbe essere il frutto di una valutazione razionale che parta da quello che serve (che quindi va focalizzato) e poi scelga il compromesso migliore tra quello che il mercato offre in quel momento; tenendo sempre in mente che nel giro di sei mesi uscirà qualcos’altro che promette di essere migliore. All’uopo soccorre un noto verso, opportunamente adattato: Non ragioniam di lor, ma guardiamo e fotografiamo!
Agostino Maiello © 09/2011
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LE FOTO DEL TEST
Nell'ordine dall'alto, foto 1-hdr e foto 1-normale
Lo stesso scatto in modalità HDR e poi normale. Come si vede l’HDR recupera le alte luci
ed apre le ombre, ma appiattisce la resa globale della foto. Da usare quindi con parsimonia,
sapendo che poi sarà quasi sempre necessario operare un po’ di post-produzione sull’immagine.
Da un sensore così piccolo inutile aspettarsi chissà quanta definizione, ma una volta ridotte le immagini alle classiche dimensioni adatte ad Internet, la nitidezza c’è tutta, ed anche una buona “pulizia” nella resa
Anche in questo scatto si possono notare la buona resa complessiva
sia in termini cromatici che di definizione
Foto 4 (Caprarola). Una resa brillante e piacevole. Davvero niente da dire se c’è abbastanza luce
Foto 5 (Lungomare). La qualità globale è più che adeguata per delle foto ricordo ineccepibili
Nota: Tutte le foto che corredano l’articolo sono state solo ridimensionate, nessuna ha subìto alcun intervento di post-produzione se non un minimo di maschera di contrasto per compensare la riduzione delle dimensioni.