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COSA TI SVELA IL PO.
VIAGGIO FOTONATURALISTICO LUNGO IL FIUME
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Si può imparare molto, da un fiume. Recita così un celebre verso di
Herman Hesse, tratto dal Siddharta e assunto ad epigrafe
ideale del lavoro contenuto nel libro. Poche parole, appena
una suggestione, come una mano tesa che inviti ad
avventurarsi alla scoperta delle innumerevoli ricchezze che
accompagnano il corso del Po, seguendolo fedelmente lungo i
suoi circa 700 chilometri di cammino.
Fiume che è sorgente e foce nello stesso istante: Inizio e
Fine fusi in un unico, perpetuo presente. Una suggestiva
metafora esistenziale che introduce il lettore nel vivo di
un percorso fotonaturalistico delicato e onesto. La Natura è
qui ritratta con rassicurante semplicità, quella stessa che
ne accompagna l'incessante rinnovarsi, a dispetto dei
maltrattamenti che l'uomo non manca di infliggerle.
Il Po, dunque, al di là del suo fondamentale ruolo
nell'ambito dello sviluppo urbano, viene qui colto
essenzialmente nel suo essere caparbia fonte di vita e di
affascinanti varietà naturalistiche.
Il percorso, scandito da immagini che di volta in volta
propongono ritratti di flora e fauna avvicinate con
premurosa discrezione o scenari di più ampio respiro,
prende il via dalla vette innevate del Monviso, in Piemonte
('Le Sorgenti'): tra stambecchi, camosci e caprioli,
laghetti alpini e fiori dalla leggiadra tenacia, seguiamo i primi passi del
fiume, fino al suo farsi impetuoso torrente.
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Giunto a valle ('Il Primo Corso'),
il Po impara poco a poco l'apparente docilità che serve
per diventare fiume, fermandosi talvolta a riprender
fiato in pozze cristalline e fornendo rifugio ad un
sempre maggior numero di specie animali e vegetali.
"Lasciate le praterie alpine e la torbiera di Pian
del Re (...) in pochi chilometri il fiume ha superato
milletrecento metri di dislivello e sbocca al piano. Il
corso si allarga, le acque rallentano la loro corsa
frenetica e si scaldano, bagnano greti e golene di
bianca ghiaia, si avvolgono in meandri come spire di un
serpente dalla pelle verde e argento": ecco un
piccolo esempio del testo di Vitantonio Dell'Orto, che,
lungi dall'essere semplice didascalia alle immagini che
accompagna, contribuisce a svelare al lettore
quell'innata poesia che abita questi luoghi e, più in
generale, che dimora ovunque la Natura abbia mantenuto
un margine di libera e sacrosanta espressione; i testi
di Nazari hanno invece il compito di fornire, all'inizio
di ognuna delle quattro sezioni, una sintetica quanto
pratica panoramica dello sviluppo dei diversi generi
fotografici nel corso degli anni, compreso ovviamento
quello naturalistico.
Tornando alle immagini - indiscusse protagoniste, i cui dati
tecnici sono singolarmente elencati in fondo al libro
(fotocamera, obiettivo e pellicola di volta in volta
utilizzati) -, la qualità di stampa e il formato - spesso a
tutta pagina - contribuiscono a trasmettere intatta
l'emozione di momenti colti nella loro spontanea unicità
grazie a lunghe e pazienti attese: si tratti di una nidiata
di allocchi immersi in un sonno scomposto, dell'oro isolato
di un larice prossimo al sonno invernale, o di un
iridescente Martin Pescatore intento a nutrire i suoi
sparuti pulcini. L'intento, precisano gli autori, non è
quello di "collezionare il maggior numero di specie",
come talvolta accade in ambito di fotonaturalismo, bensì di
dedicare il giusto tempo e la giusta attenzione ad ogni
soggetto, a prescindere dalla sua eccezionalità: non si
cerca il sensazionale nella rarità; è una Natura, questa,
che non ha bisogno di 'effetti speciali' per lasciarsi
ammirare.
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Un approccio rispettoso e riverente,
dunque, che riporterà alla mente dei lettori più
sensibili quei remoti tempi in cui ogni pianta, animale
o evento naturale erano avvolti da un'aura di magia e
sacralità. Tempi in cui, non essendosi ancora radicata
quella presuntuosa visione antropocentrica che fa
dell'uomo il centro indiscusso dell'universo, c'era
ancora spazio per il mistero. Lo spirito che anima
questo libro può essere inteso proprio come un invito a
riscoprire quel po' di mistero necessario alla
sopravvivenza dell'incanto, a sfruttare le nostre più
solide conoscenze attuali non per decretarne la morte
inappellabile, ma per renderne l'esistenza più ferma e
consapevole.
Dopo le ampie distese di sabbia e ghiaia in cui il
fiume, ormai maturo, ama indugiare, è tempo di seguirlo
anche nell'ultimo tratto: il Delta. Pescatori di
anguille, sterne, canneti, avocette e i delicati
arabeschi del vilucchio di mare accompagnano il Po nel
suo estremo confondersi nell'Adriatico. Stremato, il
fiume riesce però a regalarci un ultimo spettacolo:
terra incerta tra l'essere ancora terra, o già mare;
acqua che è già cielo, a perdita d'occhio, senza
apparenti confini. Una fine scenografica quanto dolce,
confortata dalla luce calda di un tramonto che, lungi
dal significare morte, accoglie con una
miriade di riflessi cangianti le acque appena arrivate,
iniziandole alla loro nuova identità di mare.
Serena Effe © 02/2007
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Titolo: Cosa ti svela il Po. Viaggio
fotonaturalistico lungo il Fiume
Autori delle foto: Luigi Meroni - Sergio Luzzini
Autori dei testi (it/in): Vitantonio Dell'Orto -
Giancarlo Nazari
Editore: Pubblinova Ed. Negri, 1997
Pagine: 144 pagine, 130 foto a colori
Formato: 30x30cm, rilegato
Prezzo: 31 euro
Acquistabile tramite Nadir, QUI
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