CLAUDIA MARINI
“RITRATTO DI MIO PADRE”
Lo scorcio di paesaggio in copertina è il prologo con cui Claudia Marini introduce un corpus di ritratti fotografici scattati alla comunità di Pejo. Volti di uomini e donne conosciuti dal padre dell’artista che, silenziosamente, si espongono ai nostri occhi raccontandoci una vita trascorsa in quel paesaggio immemore. I racconti sono lasciati all’anima dei volti, alla profondità dei loro sguardi, a tutto ciò che non osa essere detto e che invece affiora nella fisiognomica scolpita dalla vita e dal tempo nelle sfumature di bianco e di nero.
Scattati con il banco ottico, tutti i ritratti seguono una nomenclatura visiva ideata dall’artista, una sorta di tipizzazione dell’immagine fotografica tesa a esaltare l’unicità del soggetto grazie a quel differenziale che la ripetizione porta sempre con sé. Se la serialità del primo piano, dell’inquadratura frontale e ravvicinata, dello sfondo nero ricorrente, conferiscono organicità e sintonia all’intero progetto, le piccole differenze incantano lo sguardo e creano una relazione visiva con noi astanti in un gioco visivo tra chi guarda e chi è guardato che dissolve le distanze e i ruoli.
Sul piano della ricerca fotografica emerge una riflessione sociale sul valore del ritratto fotografico nell’epoca di Facebook in cui tutti diventano ritrattisti “fai-da-te”. In questa pratica vernacolare, la costante di pose, comportamenti e inquadrature può essere riassunta in una tassonomia dell’indistinto e dell’indifferenziato, che tende a omologare la rappresentazione dell’identità. Nel lavoro di Claudia Marini invece, il soggetto è posto nella condizione di isolarsi dal mondo circostante, di concentrarsi sulla sua visione interiore per spostarla successivamente, sul mondo esterno, instaurando un rapporto tra l’intensità del suo sguardo e gli sguardi futuri di chi lo contempleranno. In questo modo la fotografia esce dal regno dell’immagine narcisistica per divenire una pratica meditativa di disvelamento, d’incontro e di conoscenza dell’identità umana.
(Dal testo in catalogo di Marinella Paderni)
JACOPO BENASSI
“MY POSTERS”
Edizione limitatata a 100 copie numerate e firmate
My Posters, propone ritratti in bianco e nero di personaggi provenienti dal mondo della moda (Valentino, Karl Lagerfeld), dell’arte (Maurizio Cattelan, Urs Luthi, Ando Gilardi, Terry Richardson), del cinema (Asia Argento), dello spettacolo (Moira Orfei, Mago Silvan) o delle rock band (Ben Harper, Willie DeVille, Kim Gordon, Nick Cave). Jacopo Benassi li coglie in modo diretto e antiretorico, senza nessuna soggezione, con un approccio visivamente irriverente ma simpatico (dall’etimo con-empatia). Un modo di fotografare a metà strada tra la spontaneità istintiva dei paparazzi degli anni Cinquanta e il coinvolgimento esistenziale dei ritrattisti statunitensi attratti da stili di vita borderline; da Jacob Riis a Weegee, da Lisette Model a Diane Arbus, fino all’edonismo contemporaneo di Terry Richardson.
Queste elucubrazioni faranno probabilmente cagare Jacopo, autore emotivo piuttosto che meditativo; la partecipazione alle situazioni che gli consentono di ritrarre le persone che incontra è infatti più agita che pensata, orientata fondamentalmente dall’umanità che può trapelare da un ritratto, quando non è ovvio né stucchevole. Tutto qui. Le icone di Benassi sono in definitiva post-ideologiche e post-edoniste, sono post-ers del XXI secolo.
(Dal testo critico di Roberto Maggiori)
Jacopo Benassi collabora con le riviste “Rolling Stone”, “GQ”, “Wired”, “Riders”, “11 Freunde”, “Crush Fanzine” e con le agenzie BBDO e 1861 United. Nel 2007 partecipa alla mostra Vade Retro. Arte e Omosessualità, da von Gloeden a Pierre et Gilles, curata da Vittorio Sgarbi ed Eugenio Viola. Nel 2009, 1861 United, pubblica una sua monumentale monografia: The Ecology of Image. My Posters è la sua prima personale, curata da Roberto Maggiori per la quinta edizione di Centrale Fotografia.
In alcune copie del libro è allegata una fotografia di 30×40 cm, firmata e tirata in soli 7 esemplari. Come in tutti i nostri libri d’artista, non sono previste fotografie di un unico soggetto ripetute per tutte le copie, ma diversi soggetti che possono essere scelti fino a esaurimento della tiratura.
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Redazione di Nadir © 02/2014
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