PALERMO PETYX
Palermo nelle foto di Gigi Petyx
Adriano Nolvica, gennaio 2015

Classe 1938, nato a Palermo da una famiglia originaria della provincia di Agrigento, Gigi Petyx è un nome storico del fotoreportage della Sicilia, che ha raccontato con semplicità e passione tante storie piccole e grandi della Sicilia; “una Sicilia”, citiamo dalla prefazione di Dacia Maraini, “colta nel suo respiro quotidiano, dagli anni ’50 in poi. La povertà. La mancanza d’acqua. La gente che si arrabatta per sopravvivere. I bambini che giocano nonostante tutto (…) La gioia di un bacio rubato, la corsa all’ultimo treno, le pene in famiglia, la presenza ingombrante e poetica della religione: la madonna con le candele, le acrobazie dei ragazzi di strada, i pesci agonizzanti di cui pare sentire l’acre odore marino. E la continua tentazione della fuga: una valigia in testa, un treno che parte, una nave in vista. Andiamo? Dove? Da qualche altra parte che non sia qua”.

Ideato (all’inizio di quest’anno) e realizzato da due giornaliste nonché amiche da lunga data, Laura Grimaldi e Claudia Mirto, “Palermo Petyx” è pubblicato da Dario Flaccovio Editore ed è un volume ben realizzato e ben stampato, su carta di pregevole qualità, e che si legge con piacere grazie al valido bilanciamento tra testi ed immagini. Nella piana e colloquiale intervista all’inizio del libro, Petyx ripercorre alcuni momenti della sua lunga carriera, aiutando il lettore ad inquadrare gli scatti che negli anni hanno costruito la sua notorietà, tramite le pagine di innumerevoli giornali e riviste: gli arresti eccellenti, il Terremoto del Belice, le stragi di mafia, le manifestazioni degli anni ’70, il cibo di strada, le feste popolari…

Non sempre i fotografi hanno una preferita tra le proprie foto, ma Petyx sì. Racconta infatti: “Prima che nascessero i palazzoni di viale Regione Siciliana, c’erano le «case minime», costruzioni basse, fatiscenti, tuguri dove intere famiglie vivevano con nidiate di figli senza i servizi essenziali, sotto tetti di eternit. Spesso i più piccoli andavano a prendere l’acqua alla fontana vicina. Un giorno sorpresi una bambina che riempiva bottiglie raccolte in una bacinella di alluminio. Diventò l’emblema della cronica mancanza d’acqua a Palermo e la foto, intitolata La grande sete, vinse nella primavera del 1983 un premio speciale del concorso Agfa-Gevaert e Tribuna Stampa riservato ai giornalisti. La premiazione avvenne al Circolo della Stampa di Milano e mi consegnarono un assegno di 750 mila lire. Dichiarai che avrei preferito vincere con una foto di palermitani che sguazzano in acqua limpida e abbondante.”

Non manca nulla in questo ampio ed interessante fotoracconto di 165 immagini, un ritratto di mezzo secolo di storia, quasi interamente in bianconero, e frutto di una attenta e paziente selezione operata dalle due autrici (ovviamente affiancate da Petyx stesso) nell’immenso archivio del fotografo; Petyx, tra l’altro, proprio quest’anno celebra ben sessant’anni di carriera, senza mostrare alcuna voglia di rallentare: “Finché avrò scarpe e vita continuerò a fotografare. Io ci sono e ci sarò sempre là dove la città vuole e deve essere raccontata. In questi anni non ho mai mancato un corteo, una protesta, una manifestazione, un processo, un applauso, un sorriso, un pianto, una minaccia. Molte foto vanno ai giornali, altre restano a popolare i miei vecchi scaffali. Chiamatela malattia, ossessione, ma io senza macchina fotografica non sono mai uscito da casa. Mi sentirei un Cavaliere senza spada.”

Adriano Nolvica © 01/2015
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La notizia su NadirNews: http://www.nadirnews.it/wordpress/2014/12/libro-palermo-petyx/