L'Editrice Quinlan (che già conosciamo per la saggia riproposta del libro "La fotografia: illusione o rivelazione?") arricchisce la sua collana di saggistica fotografica con due nuovi titoli. Cominciamo sfogliando quello a firma di Federica Muzzarelli. A breve, sarà la volta di "Sulle strade del reportage" di Pier Francesco Frillici.
Federica Muzzarelli è ricercatore presso il Dipartimento delle Arti Visive dell'Università di Bologna, dove insegna Storia e tecnica della fotografia per il corso di Laurea in culture e Tecniche del Costume e della Moda. Tra le pubblicazioni: Formato tessera. Storia, arte e idee in photomatic, Bruno Mondadori, Milano 2003; Dalla tela alla lastra. Origini e sviluppo della fotografia nell'Ottocento, Lo Scarabeo, Bologna 2004; Il corpo e l'azione. Donne e fotografia tra Otto e Novecento, Atlante, Bologna 2007. Collabora con la rivista "Around Photography" (si veda il box in chiusura). |
La pratica del montaggio fotografico, dunque, nell'ambito del Pittorialismo storico così come nel dissacrante Dadaismo, svela una più o meno consapevole volontà di "articistizzare" il dato fotografico, connessa a quel «bisogno di "lavorare" manualmente e con estro creativo per sentirsi finalmente, e davvero, artisti». Analogamente, il fatto che l'avvento del digitale sia stato da alcuni salutato come fautore di un provvidenziale (quanto in realtà illusorio) mutamento dello status della fotografia - da segno indicale (mera traccia) a segno iconico (derivante cioè da una manipolazione interpretativa del dato reale), in forza della scomparsa del supporto fisico del negativo - è sintomo della persistenza di quel "complesso di inferiorità" patito dalla fotografia nei confronti della pittura, che riemerge ricorrentemente in territori e tempi tra i più inattesi (com'è appunto quello del Dadaismo).
Nell'ambito di una riflessione sull'evoluzione dell'identità concettuale della fotografia, poi, non poteva mancare un riferimento alle cartes-de-visite di Disdéri: un'innovazione tecnologica che impresse una svolta fondamentale nella storia del mezzo, all'insegna della riproducibilità a basso costo e della conseguente massificazione di un'immagine ormai sempre più svincolata dai tradizionali canoni pittorici a beneficio di quelli "emotivi"; ad essa è dedicato un altro tra i più esaurienti e godibili capitoli del libro, in cui il nome di Disdéri viene fatto dialogare con quelli di Andy Warhol e di Franco Vaccari, e, in generale, con il fertile impiego che della fototessera, col suo versatile ed impersonale automatismo, è stato fatto nell'arte contemporanea.
1. la camera oscura / un'invenzione tra arte e scienza - 2. il dagherrotipo / la polaroid - 3. il calotipo / la riproducibilità tecnica - 4. i disegni fotogenici / i rayographs, i fotogrammi, le shadografie - 5. il Pittorialismo / il formalismo e il citazionismo - 6. il fotomontaggio / il Dada berlinese / il digitale - 7. Nadar / il ritratto psicologico-pittorico - 8. Disdéri / la fototessera - 9. la fotosegnaletica / Wanted - 10. la fotografia di nudo / il recupero del corpo - 11. Carrol-Cameron-Contessa di Castiglione / la finzione immaginaria - 12. il paesaggio / il reportage / l'esperienza di viaggio. Bibliografia. Indice dei nomi. |
Sull'onda della stimolante domanda "che cos'hanno in comune?" si susseguono gli accostamenti del tipo appena descritto: dai procedimenti "off-camera" di Talbot, Man Ray e Moholy-Nagy, all'esibizione del corpo nella fotografia di nudo ottocentesca come nelle eleganti composizioni novecentesche di Weston; dall'evasione nei territori del sogno e dell'immaginario di Carroll e Cameron così come di Ontani o Morimura, all'idea "catalogativa" del viaggio nel mondo che accomuna personalità pionieristiche come gli Alinari a maestri della fotografia concettuale come i coniugi Becher.
In conclusione: un saggio in cui il rigore non è d'ostacolo ad una piacevole scorrevolezza di lettura, che ha il pregio di condurre il lettore alla scoperta di sentieri alternativi tramite cui esplorare la storia della fotografia, con rinnovato interesse e maggiore consapevolezza circa i suoi significati più profondi e meno scontati.
Nora Dal Monte © 01/2008
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