E’ delle edizioni Quinlan questo bel catalogo dell’altrettanto bella mostra che si è tenuta, da settembre a novembre 2009, presso il Borgo Storico Seghetti Panichi a Castel di Lama, in provincia di Ascoli Piceno. Nino Migliori non ha certo bisogno di presentazioni, trattandosi di uno degli artisti più apprezzati e noti per le sue capacità creative e sperimentali. Tuttavia il lettore meno pratico farebbe bene a leggere attentamente i due saggi posti all’inizio di questo volume, per giudicare con consapevolezza alcune immagini che potrebbero altrimenti apparire difficili da decodificare - le melenzane cellophanate, tanto per dire.
Dopo una iniziale fase neorealista, difatti, fin dai primi anni ‘50 Migliori ha intrapreso un percorso di sperimentazione che lo ha avvicinato ai movimenti nati come reazione al razionalismo che aveva pervaso gran parte della cultura occidentale dei decenni precedenti. Un approccio più emotivo ed informale all’arte, dunque, che Migliori ha messo in pratica realizzando negli anni varie serie di lavori usando stili e tecniche innovative, a testimonianza della sua natura eclettica. Migliori è stato tra i pochissimi artisti nostrani a sviluppare una indagine continua sul linguaggio dell'immagine, innestandosi sui sentieri tracciati dalle avanguardie a lui coeve.
Le opere in mostra, e perciò presenti nel catalogo, partono dal 1974, con la serie “Herbarium” - testimonianza visiva dell’effetto degradante sulla materia dello scorrere del tempo, seguita da “Natura Morta”, dove l’oggetto fotografato (frutta e ortaggi in confezioni da supermercato) viene mostrato in tutta la banalizzazione indotta dalla società attuale, avvolto in una plastica ed in una luce che gli sono del tutto estranee. Scorrendo le immagini successive, è difficile non restare affascinati dalla suggestione della serie Edenflowers, colorate istantanee ottenute manipolando delle Polaroid appena scattate; sono Polaroid anche le immagini della serie che chiude la parte del volume dedicata alle fotografie, “Intorno a una jungla progettata”, con la loro ambiguità fatta di mistero, soggetti sfumati, ed una realtà quasi dissolta verso forme dal sapore ancestrale.
“Migliori, nel suo lungo percorso creativo e di ricerca, è passato fra tanti temi e tanti oggetti, ma non c’è dubbio che in tutto questo excursus ci sia un ritorno, con cadenzata frequenza, di un rapporto con la natura”, scrive Marisa Vescovo, la curatrice della mostra, e tale legame con la natura è la principale chiave di lettura di questo volume, che dopo le fotografie mostra anche alcune installazioni di Migliori, ad ulteriore conferma della sua capacità visionaria, sempre acuta, e connotata da una profonda sensibilità volta a "scrivere con la luce" immagini intense e suggestive. Un volume ben realizzato, con dei saggi chiari e molto esplicativi anche per chi si avvicini per la prima volta all'opera di Migliori. Decisamente consigliabile, quindi, sia per integrare una biblioteca già corposa, sia come punto di partenza per l'esplorazione della vasta letteratura esistente sul fotografo bolognese.
Agostino Maiello @ 05/2010
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Nino Migliori
Nature Inconsapevoli
a cura di Marisa Vescovo
Pagg. 116
Editrice Quinlan, 2009
ISBN 9-788890-323256
Nino Migliori - nota biografica
Nino Migliori, nato a Bologna nel 1926, inizia a fotografare nel 1948. La sua fotografia svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d'immagine europea. Gli inizi appaiono divisi tra fotografia neorealista con una particolare idea di racconto in sequenza, e una sperimentazione sui materiali del tutto originale ed inedita. Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro assume valenze concettuali ed è questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere. Sperimentatore, sensibile esploratore e alternativo lettore, le sue produzioni visive sono sempre state caratterizzate da una grande capacità visionaria che ha saputo infondere in un'opera originale ed inedita. E' l'autore che meglio rappresenta la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all'arte, alla sperimentazione e al gioco. Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione. Ogni suo lavoro è frutto di un progetto preciso sul potere dell'immagine, tema che ha caratterizzato tutta la sua produzione.