Il bello di questo libro, ed è percepibile soprattutto da chi conosce Kubrick cinematograficamente, è la riconoscibilità dello stile dell'autore sebbene siamo normalmente abituati a sue opere di altro tipo.
Come dice il titolo stesso, le immagini raccolte sono state create in un periodo compreso tra il 1945 e il 1949, quando l'allora "non ancora regista" si guadagnava da vivere come fotoreporter per la rivista "Look" proponendo, tra le altre cose, dei reportage di vita comune, ed è proprio di questo che tratta "Ladro di Sguardi", di sguardi e situazioni facenti parte della vita comune.
Accennavo, poco più su, alla riconoscibilità dello stile dell'autore che è sempre ben presente in ognuna di queste fotografie, ebbene, ciò che si percepisce osservandole è l'assoluta completezza dei contenuti, l'apparente asetticità delle riprese, la "matericità" degli sguardi dei soggetti, l'assoluta completezza formale e la completa soddisfazione trasmessa all'osservatore, tutti aspetti presenti anche nella sua produzione cinematografica caratterizzata, da sempre, da una costanza di stile assoluta: uno stile, quello di Kubrick, che non lascia spazio a molte critiche, è così e basta.
Dunque, il libro è strutturato in capitoli ed ogni capitolo ha un titolo, mentre la tecnica talvolta adottata è stata quella della candid camera, perlomeno per ciò che riguarda alcune delle immagini quali quelle realizzate nella sala d'aspetto del dentista e all'interno del cinema.
I temi proposti sono: "Ragazzini a una partita di baseball", "Breve sequenza nella balconata di un cinema", "Come la gente guarda una scimmia", "L'anticamera del dentista" e "Pugile professionista" oltre ad alcune immagini tratte da giochi e rubriche della rivista Look quali "Psychoquiz", "Photocrime" e "Meet the people".
La serie che più ha attirato la mia attenzione è stata "L'anticamera del dentista", semplicemente disarmante per quanto vera e Kubrickianamente completa, ogni fotografia che la compone è discretamente perfetta, come le altre fotografie contenute nel libro non manca di nulla e non ha troppo di niente, drammatica, spensierata o assente a seconda dell'espressione del soggetto, insomma, una collezione di fotografie di fotografie, esattamente come recita il sottotitolo dell'opera.
Non vorrei sembrare patetico, o sostenitore delle creazioni di Stanley Kubrick ad oltranza, ma, a parte la caratteristica tecnica principale riconoscibile nel forte contrasto e nell'elevata sgranatura tipici delle vecchie fotografie, queste immagini sono bellissime, e trovo bellissimo anche il loro aspetto perché le lega indissolubilmente al periodo di provenienza.
Un'ultima cosa, so benissimo che alcune mie affermazioni potrebbero essere facilmente contestate da chi in queste immagini non ci trova nulla, non a tutti piace Kubrick e le diverse reazioni alla visione di "Eyes Wide Shut" ne sono la conferma (sebbene io sia dell'opinione che il modo in cui il regista ha rappresentato l'esistenza di due vite, due esistenze parallele che caratterizzano un po' tutti gli esseri umani, quella vissuta e quella desiderata o sognata, e l'incapacità da parte di molti di resistere alla tentazione di superare quella sottile linea di demarcazione che le separa, sia assolutamente unico ed inimitabile), dicevo, sono fermamente convinto che quanto da me sopra esposto corrisponda a quanto contenuto nelle immagini di "Stanley Kubrick - Ladro di Sguardi / fotografie di fotografie".
Davide Vignati © 01/1999
Riproduzione Riservata
Dettagli del libro
Titolo: Stanley Kubrick. Ladro di sguardi
Editore: Bompiani
Collana: Illustrati
Prezzo: Euro 19.63
Le fotografie sono © Stanley Kubrick - Look