"Se devi chiedere cos'è il jazz, non lo saprai mai": dovendo parlare di due libri
dedicati al jazz, non potevamo che iniziare con una famosa frase di Louis Armstrong.
Non è certo Nadir il luogo adatto per un'illustrazione di cosa sia il jazz, di come sia nato e di quale sia stata la sua evoluzione. Esistono tonnellate di libri sull'argomento (chi scrive ricorda, ormai quasi vent'anni fa, l'appassionata e appassionante lettura di
"Jazz" di Arrigo Polillo, testo che fece scoccare una scintilla che non si è mai sopita), per non parlare delle innumerevoli risorse reperibili in rete; e, ancora, dischi, concerti e festival sono sempre a disposizione di chiunque voglia avvicinarsi a questa forma musicale così ricca e variegata, profonda ed avvolgente.
4 immagini tratte, nell'ordine, dal libro "Django"
e "Jazzin'. A photographic story".
La nascita del jazz viene generalmente datata all'inizio del Novecento, e viene collocata a New Orleans. Le sue radici affondano nella cultura afroamericana, trapiantata negli Stati Uniti in conseguenza dello schiavismo. Dalle sue origini popolari il jazz si è via via evoluto verso numerose altre forme, dando vita a generi o sottogeneri (queste etichette, beninteso, sono pur sempre delle classificazioni rigide, che valgono fino ad un certo punto), come lo swing, il bepop, il cool jazz, il free jazz e via discorrendo, segnando con i vari passaggi la storia della cultura musicale di tutto il secolo scorso. Una vicenda intensa che abbraccia non soltanto la storia della musica, ma anche quella della società vista nel suo complesso, essendo la prima un'espressione delle idee e delle tendenze che animano la seconda.
Perché questo articolo che parla di jazz? Perché ci fa piacere segnalare due testi che abbiamo ricevuto in redazione, interessanti per chi è appassionato sia di musica jazz che di fotografia.
Il primo è opera di Luca Buti, classe 1971, fotografo e giornalista di musica; ha un'introduzione di Stefano Zenni ed è l'esito di un progetto che vuole sposare musica e fotografia, ponendo l'accento, principalmente, sul rapporto tra il musicista ed il suo strumento. Numerose belle immagini guidano il lettore attraverso un percorso che è al tempo stesso racconto, evocazione e suggestione.
Il secondo volume è meno fotografico: dedicato a Django Reinhardt, il mitico chitarrista (1910-1953) dallo straordinario virtuosismo a dispetto della mano sinistra, menomata in seguito ad un incidente. Il libro è opera di Roberto G. Colombo, docente di Filosofia e Storia nonché valido chitarrista jazz. Presenta trentacinque fotografie, che non hanno pretese artistiche, bensì documentative; il succo dell'opera risiede invece nella trattazione, un saggio sulla figura di Reinhardt che si mantiene lontano dai facili canoni dell'agiografia, della mitizzazione fine a sé stessa, per tracciare invece un ritratto dell'artista inserendolo nel contesto più ampio del fenomeno della musica jazz, cogliendo per quanto possibile la complessità di una figura che ancora oggi è una tra le più dibattute nella storia della musica.
Questi due testi sono solo due gocce nel mare delle pubblicazioni disponibili per chi voglia approfondire il mondo del jazz. Ciascuno, comunque, offre a suo modo al lettore la possibilità di esplorare, scoprire o riscoprire uno dei mille e più aspetti di questa musica affascinante e che, pur evolvendosi e moltiplicandosi in mille identità, adattandosi ai tempi ed alle culture, non smette di appassionare ascoltatori di tutte le età.
Adriano Nolvica © 05/2007
Riproduzione Riservata
La scheda
Titolo: Jazzin'. A photographic story
Autore: Buti Luca
Editore: Klipper
Data di Pubblicazione: 2006
Collana: Tracce
ISBN: 8888223541
Pagine: 168
Prezzo: Euro 20,00
La scheda
Titolo: Django oltre il Mito. La via non americana al jazz
Autore: G. Colombo, Roberto
Editore:
ERGA - Edizioni Realizzazioni Grafiche Artigiana
Data di pubblicazione: Genova, marzo 2007
ISBN: 8881634791
Pagine: 305, 35 illustrazioni
Formato: cm 15x21
Prezzo: Euro 15,00