È la domanda del giorno. Sì, perché in campo fotografico i quesiti sono proprio come i "piatti del giorno" anche se, come spesso avviene, le ricette sono tra le più semplici. Ho sempre rassicurato i miei interlocutori sul fatto che è lecito fotografare in luogo pubblico in assenza di divieti specifici o di particolari provvedimenti a carattere temporaneo imposti dall'autorità, ma le domande sul tema continuano a ritmo incessante.
Come mai, in una situazione di tanta trasparenza?
"Gli è
", come avrebbe affermato il buon 'Ntoni di Padron 'Ntoni di verghiana memoria, che in Italia le cosiddette "novelle" (leggi novita legislative) creano sistematicamente le loro sindromi.
Leggi sui "fari accesi": ma dove? In autostrada e nelle strade principali! Ma quali sono queste ultime? E chi lo sa! Allora, per non sbagliare, teniamoli sempre accessi, anche in città. Mi si dice che qualcuno, per evitare di incappare nella odiosa contravvenzione, li lasci accesi anche di notte in garage con grande entusiasmo del vicino elettrauto, ma questa certamente è una battuta anche se non escludo che qualcuno lo faccia davvero.
Ma veniamo al nostro quesito del giorno: "Stavo fotografando in un parco, sono entrate in campo delle bambine. La madre ha visto, mi ha raggiunto e ha preteso il rullino. Dovevo consegnarglielo?".
Risposta. "No, caro amico. La consegna di un rullino equivale di fatto a un sequestro e questo può essere eseguito soltanto dall'autorità di polizia con contestuale redazione e consegna di un verbale".
Domanda e risposta sembrano di estrema soddisfazione tra le parti.
Ma vediamo alcuni fatti di cronaca: un fotoreporter professionista dipendente di un noto quotidiano di Roma viene arrestato, ammanettato, gli si sequestra il cellulare perché ha fotografato, peraltro da consistente distanza, il cadavere di una vittima di un incidente stradale coperto da un telo. Motivo: violazione della privacy. Di quale, non si è mai saputo.
Tanto che il giorno successivo arriva la presa di distanza del Garante della Privacy e una nota di scuse persino dal Capo della Polizia.
Un fotoamatore fotografa in spiaggia.
Questi diavoletti di bambini sono sempre tra i piedi. Al "Click" corrisponde il "Bip-Bip-Bip" (ovvero 113 composto dal cellulare dei bagnanti). Arrivo delle forze dell'ordine, traduzione del villeggiante-fotoamatore in caserma, sviluppo immediato (per sua fortuna) del rullino, esito negativo, e tutto finisce lì.
Favola a lieto fine, se non si tiene conto che in spiaggia il malcapitato ha rischiato un vero e proprio linciaggio.
Questi i più emblematici tra i tanti casi che si verificano con frequenza, mentre satelliti e telecamere stanno a spiarci in progress dalla mattina alla sera captando le nostre immagini.
Ma tant'è, la legge sulla "privacy" (virgoletto perché in effetti è titolata "Sulla tutela dei dati personali" e continuo a non capire come l'immagine globale di una persona possa essere considerata "dato personale") e le recenti norme contro la pedofilia hanno innescato un meccanismo che non rende certamente facile la vita a fotografi professionisti e fotoamatori.
Come difendersi? Penso, e su questo siamo tutti d'accordo, che anche attraverso la fotografia è possibile manifestare il proprio pensiero.
La considerazione conseguenziale è scontata: dal momento che la libertà di pensiero è tutelata dalla Costituzione, come la mettiamo con queste forme di limitazione? Sono i paradossi del sistema, del nostro in particolare.
La risposta al come difendersi: Buonsenso.
Intanto, quando usciamo con la macchina fotografica o con la videocamera ricordiamo di portare sempre con noi almeno un documento personale valido. Questo eviterà una buona parte di fastidi nel caso in cui, in una simile e malaugurata circostanza, intervenissero operatori illuminati che constatando sul posto la buona fede del nostro comportamento, chiudessero lì la questione. Quando alle madri attente alla tutela dei loro bambini avvertiamole possibilmente prima di cominciare a scattare, facciamoci conoscere, diamo loro magari il nostro biglietto da visita. Le cose potrebbero andare meglio.
L'estate sta finendo
recitava la nota canzone, ma le vacanze invernali sono prossime, quindi teniamo a mente questi consigli pratici e non solo in vacanza: sono l'unico antidoto contro la sindrome delle innovazioni legislative.
Un ultimo consiglio: parcheggiamo pure la macchina a fari spenti un volta giunti al garage.
Mi giunge notizia all'ultimo momento che è consentito.
Gianfranco Arciero © 09/2002
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Il controluce netto sarà l'ultimo baluardo della fotografia?
Nota Redazionale: Gianfranco
Arciero ha sviluppato ed approfondito queste tematiche nelle sue
pubblicazioni FOTOGRAFIA SEQUESTRI E DIVIETI e LEGGI
E REGOLAMENTI SULLA FOTOGRAFIA