La fotografia interpreta la realtà? Se a questo quesito ancora non è stata data una risposta definitiva e incontrovertibile sul piano artistico, comunicatico, sociologico... (e non potrebbe essere diversamente) da un punto di vista giuridico-legale dovremmo dire sì. Almeno per quanto riguarda le contravvenzioni al codice della strada.
Preparatevi ad una notizia curiosa.
"...Lo scopo del mio apparecchio è di sostituire il vigile in tale compito ingrato: nel sorvegliare, senza perturbare, identificando e fotografando i veicoli che non rispettano le prescrizioni regolamentari in quel punto determinato della strada...".
Siamo nel lontano 1956. Nasce quello che successivamente sarà chiamato Autovelox. Il numero 28 di "Tempo" (12 luglio 1956) titola: "Nessuno può sfuggire al vigile robot" e aggiunge nel sottotitolo: "Un giovane ingegnere francese ha ideato un apparecchio che, posto sulle strade di grande comunicazione o ai crocicchi più pericolosi, identificherà senza errore e fotograferà le auto che non rispettano i regolamenti". L'apparecchio costava, all'epoca, circa 650.000 lire, quasi un anno di stipendio di un impiegato pubblico. L'inventore è il trentunenne André Manuel. Il congegno, quindi, non è cosa dei nostri giorni, come si potrebbe pensare, ma risale a ben 44 anni fa quando non si parlava ancora di computer ma di "cervelli elettronici".
Ebbene, la fotografia così realizzata è diventata parte integrante dei verbali di contravvenzione. Mentre nelle normali sedi di giudizio la sua attendibilità tende ad essere rimessa al libero convincimento del giudice, in questo caso no. I tanti ricorsi proposti a diverso titolo non hanno trovato accoglimento nelle competenti sedi. Se al verbale, redatto anche successivamente al rilevamento automatico è allegata la fotografia con le indicazioni contemplate dalla legge ebbene, non c'è nulla da fare oltre che pagare. La materia ha interessato anche il Garante per la privacy nell'ambito di una pronuncia diretta a tutelare i destinatari di atti ufficiali in sede di notifica. Il nostro portiere non dovrà più ricevere foto e verbale "a vista" e magari sghignazzare su una nostra eventuale scappatella sentimentale perché anche questi atti dovranno essere inviati in busta rigorosamente chiusa.
E su questo argomento specifico il Garante è andato oltre: dal momento che la foto in allegato al verbale non è prevista dalle legge invece che essere inviata direttamente non potrebbe essere rimessa all'interessato solo nel caso in cui questi, il contravvenzionato per intenderci, ne facesse richiesta specifica?
Un invito al buon senso che stempera in parte i rigorsi contorni di una legge, la cosiddetta legge sulla privacy, che è venuta a cambiare radicalmente le nostre abitudini e i nostri comportamenti.
Gianfranco Arciero © 01/2000
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L'ingegner André Manuel alle prese con il suo "diabolico" congegno dal quale
nascerà il moderno "autovelox". ("Tempo", 12 luglio 1956).