COME SI PULISCONO I NEGATIVI?
Per le impronte digitali è bene usare gli appositi panni antistatici che ci risolveranno anche il problema di polvere e pelucchi. Mai usare panni "normali" coi quali si corre il rischio di elettrizzare i negativi, che attirano così la polvere appena rimossa. L'Ilford ha in commercio un panno verde appositamente per la pulizia dei negativi. Esistono però anche panni per pulire lenti, lastre e cilindri per scanner, reperibili presso qualunque buon negoziante di prodotti fotografici. Bisogna perciò fare attenzione a scegliere i panni adatti per la pulizia da eseguire: non è consigliabile utilizzare un panno Labor o Film Antistatic per pulire le ottiche, come non è possibile usare un microfibra naturale per pulire i negativi. Esistono anche degli spray che ricaricano il panno senza doverne necessariamente ricomprare uno nuovo dopo due mesi che lo si usa o alla prima volta che si sporca.
Più in particolare si usano tre metodi a seconda del tipo di sporco:
COME SI PULISCONO LE DIA?
Per le impronte digitali è bene usare gli appositi panni antistatici che risolveranno anche il problema di polvere e pelucchi stando attenti che siano del tipo adatto alle diapositive: esistono panni per pulire televisori, monitor, lenti, lastre e cilindri per scanner, tutti reperibili presso qualunque buon negoziante di prodotti fotografici, e bisogna fare attenzione a scegliere i panni adatti. Esistono anche degli spray che ricaricano il panno senza doverne necessariamente ricomprare uno nuovo dopo due mesi che lo si usa o alla prima volta che si sporca.
Più in particolare si usano tre metodi a seconda del tipo di sporco:
CONSERVARE LE PELLICOLE (DIA O NEGATIVE)
Secondo l'Enciclopedia fotografica De Agostini/Kodak, le pellicole andrebbero conservate sempre in frigo, addirittura a -18°C nel caso di rullini già esposti ed in attesa di sviluppo. È bene lasciarli nei contenitori in plastica e metterli a loro volta in un sacchetto di plastica con qualche bustina di "silicagel" che assorbe l'umidità. Unica precauzione da prendere è quella di dargli il tempo di tornare a temperatura prima di usarle, in genere un paio d'ore.
CONSERVARE LE DIA (SVILUPPATE): COME?
Quando le diapositive sono conservate per lungo tempo, possono verificarsi problemi di muffa. E un problema reale, soprattutto in presenza di umidità ambientale e di prolungati sbalzi di temperatura, che crea condensa sull'emulsione. Il discorso è che, purtroppo, bisogna decidere fin dall'inizio che cosa si vuol fare delle proprie diapositive: se sono destinate alla proiezione vanno montate sotto vetro. In ogni caso dureranno pochi anni perché - a parte le muffe, possibili ma non obbligatorie - ci pensano le prolungate esposizioni alla luce ed al calore ad accorciarne la vita. Se invece sono destinate alla conservazione, allora devono essere riposte in scatole di plastica, possibilmente PET (tereftalato di polietilene), e non PVC (cloruro di polivinile), che rilascia cloro, mantenute al buio a bassa temperatura e intelaiate senza vetro. In pratica, l'ideale è lasciarle nelle scatolette nelle quali le consegnano e conservarle in un cassetto, in un ambiente pulito ed asciutto. Da evitare come la peste i cosiddetti plasticoni (fogli di plastica con taschine trasparenti): l'umidità può incollare la plastica della taschina all'emulsione, cosicché quando si estrae la diapositiva un pezzo di immagine resta dentro la tasca! In generale conviene sempre realizzare due o più scatti dello stesso soggetto: uno di questi sarà destinato alla proiezione, l'altro alla conservazione (eventualmente un terzo scatto alla pubblicazione). Inoltre è buona norma provvedere al salvataggio elettronico dell'archivio, sottoponendo le dia a sistematica digitalizzazione.
È POSSIBILE RIMETTERE IN FRIGO PELLICOLE "SCONGELATE"?
Non c'è nessuna informazione in merito, ma lo si fa regolarmente senza problemi. Del resto mica è cibo!
L'ACQUA SPACCA LE ROCCE, PERCHÈ L'UMIDITA' DELL'ARIA NON CREPA L'EMULSIONE DELLE PELLICOLE TENUTE IN CONGELATORE?
L'emulsione è fatta principalmente di prodotti che partecipano a svariate reazioni chimiche, sospesi in una matrice inerte di gelatina. Le basse temperature rallentano le reazioni chimiche, e quindi i processi di invecchiamento della pellicola vengono ritardati. Il caldo ha ovviamente l'effetto opposto, che è però contenuto in condizioni normali di conservazione.
Il problema vero è l'umidità; è questo il rischio che si corre passando dal freddo al caldo e viceversa.
P.S. A chi ci tiene a conservare le pellicole nel freezer si consigliano alcune ore di acclimatazione nel frigo, per evitare uno shock termico troppo violento.
COS'È IL SILICA GEL?
Il gel di silice, cioè quelle palline che si trovano spesso nelle scatole di un po' tutti i prodotti di elettronica appena comprati, ha una caratteristica molto utile: assorbe l'umidità dell'aria. Il gel dovrebbe essere facile da reperire, forse anche nei negozi di fotografia, ne esiste pure la versione che cambia colore, rosa quando è secco, blu quando è umido. Il segreto è tutto in un sale, il cloruro di cobalto (CoCl2) che nella sua forma anidra (senz'acqua) è rosa e nella forma idrata (con qualche molecola d'acqua attaccata) è blu. Il gel di silice che ne contiene un po' cambia colore a seconda della situazione in cui si trova. In quel caso basta rimetterlo al forno per un po', far evaporare l'acqua e riusarlo.