I sandwich, insieme alle doppie esposizioni, sono senz'altro il metodo più usato dai fotoamatori per ottenere delle facili ed interessanti elaborazioni.
Basta prendere due diapositive anche banali, inserirle insieme in un telaio e proiettarle sullo schermo, che già si è ottenuta un'immagine diversa dalle solite. Per evitare di operare a caso (sebbene delle volte si ottengano i migliori risultati proprio con un po' di fortuna) è bene imporsi almeno due condizioni:
1) Stare attenti alle zone di sovrapposizione, poiché è lì che si può scoprire l'inganno, come nell'immagine dei gabbiano contro il sole. Le punte delle ali sono innaturalmente colorate in trasparenza dal rosso del cielo. Bastava che il gabbiano fosse stato un po' più scuro o del tutto in controluce che il trucco non si sarebbe notato.
2) Poiché le diapositive vengono sovrapposte, almeno una delle due deve avere delle ampie zone chiare, in modo da rendere visibile l'altra. Diapositive molto scure si nascondono a vicenda ed il risultato è... notte fonda!
Una simpatica applicazione del sandwich può essere quella di invertire il rapporto dimensionale tra soggetti molto grandi e molto piccoli. In tal modo il nostro migliore amico (che lanciava tranquillo una bottiglia in aria durante una passeggiata sulla spiaggia), può essere aggredito da un "gigantesco" ragno fotografato in un precedente safari tra le piante del balcone.
Oppure, la diapositiva di un vetro bagnato, sovrapposta ad qualsiasi ritratto preso dalla nostra diateca, può creare un bellissimo "effettodoccia".
Io, in questo caso, ho preferito usare come base un disegno realizzato appositamente, ma le soluzioni possibili sono infinite e questi sono solo degli spunti.
Combinando due fotografie (un disegno e la foto di un vetro bagnato) si ottiene un efficacissimo effetto doccia. Sta alla fantasia dell'autore trovare gli abbinamenti più particolari e personali.
LA MINIERA INESPLORATA
L'omino con la lampada varca l'ingresso di una miniera misteriosa. Il tutto si ottiene fotografando in controluce il cavo di una pianticella d'aglio (basta montare l'obiettivo invertito sull'apparecchio con un anello invertitore), disegnare un pupazzetto da rifotografare eventualmente anche in bianco e nero e poi unire i due fotogrammi.
LA DONNA GATTO
La tecnica si ripete, ma l'effetto è sempre nuovo. La difficoltà è tutta nel trovare due immagini (gatto e donna) che abbiano sul fotogramma le stesse dimensioni.
Oggi sarebbe stato facilissimo fare questo fotomontaggio con il computer, ma nonostante i suoi limiti tecnici dovuti al "montaggio a mano" trovo ancora oggi la "Donna Gatto" estremamente inquietante.
Un gabbiano in volo in una specie di cielo assolato o da film di fantascienza. Quando si accoppiano due diapositive occorre fare molta attenzione che la loro posizione non crei effetti contrari a quelli voluti. Anche in questo caso oggi sarebbe stato molto facile combinare gli effetti grazie al computer. Tenete presente che questo articolo e le foto risalgono al 1986!
Rino Giardiello © 05/2002
Pubblicato su Reflex di febbraio 1986 nella rubrica "L'Antro di Merlino"