Con una fotocamera Polaroid e qualche semplice strumento è possibile creare un'immagine veramente unica... ma bisogna fare in fretta!
Questa immagine è ispirata ad un quadro del pittore futurista Giacomo Balla. L'originale è una lampada ad arco, mentre questo di Merlino è un banale lampione stradale. L'effetto finale è comunque affascinante. Un tocco di magia è rappresentato dalla luna che non c'era per niente...
Uno dei motivi che vengono portati a sfavore dell'immagine fotografica intesa come opera d'arte è la sua non unicità, vale a dire che se un quadro è unico e irripetibile (salvo riproduzioni eseguite da abili artisti, ma proprio per questo si chiamano falsi) da un negativo fotografico si possono ricavare infinite copie della stessa foto.
Per valorizzare una foto e renderla in un certo modo unica esistono vari metodi, primo dei quali la distruzione del negativo dopo aver stampato e numerato un certo numero di copie. Un altro consiste nell'utilizzare del materiale fotografico che sia in grado di fornire una sola copia della stessa immagine e non sia assolutamente ristampabile o riproducibile se non denunciando la sua natura di copia. Mi riferisco al materiale Polaroid, lo stesso usato da tutti coloro che amano vedere subito le loro foto, che è reperibile anche nei più sforniti negozi di fotografia: si scatta, e dopo pochi secondi di attesa la foto è nelle nostre mani, sviluppata e pronta per essere ammirata.
La qualità non eccezionale e l'elevato costo delle stampe hanno frenato l'entusiasmo del pubblico verso tale tipo di fotografia, mentre è stata scoperta, utilizzata ed apprezzata dai professionisti e dagli artisti/fotografi. I primi la trovano comoda per verificare subito se la scena che stanno per riprendere è realmente a posto prima di fare lo scatto definitivo con una macchina di Grande Formato, i secondi hanno scoperto che l'immagine Polaroid, quando è ancora in fase di sviluppo, è manipolabile intervenendo con vari mezzi sulla sua superficie.
Un metodo abbastanza facile ed immediato è quello di disegnare sull'immagine latente seguendone i contorni con la punta di un bastoncino, alterando o aggiungendo particolari, impastando i colori a seconda della pressione esercitata. Il tutto deve avvenire in pochi secondi perché quando l'immagine è completamente sviluppata non c'è più niente da fare.
Il risultato sembra tutto tranne che una foto: il termine di paragone più immediato può essere quello di un quadro impressionista o futurista e, dato il tipo di processo, ogni esemplare è unico (peccato le ridotte dimensioni del formato!). Merlino ha voluto provare ad ispirarsi ad un quadro futurista di Giacomo Balla intitolato "Lampada ad arco" manipolando la foto di un lampione sotto casa. La luna non c'era ed è stata ottenuta deformando una finestra illuminata.
Il risultato è gradevole e la tecnica facile, adatta alle più libere interpretazioni personali, ma, mi raccomando, il tutto molto in fretta!
Rino Giardiello © 06/1987
Da "L'Antro di Merlino" su REFLEX giugno 1987