Con una o più striscioline di carta tagliate a "V" e poste su uno sfondo scuro è possibile creare una composizione che il cervello umano identifica subito come uno stormo di gabbiani. Anche qui si è giocato sul mosso e su un lungo tempo di esposizione, realizzato sfruttando la posa B. Utilizzando questa tecnica si possono aprire nuove possibili vie alla nostra fantasia (vedi l'ultima foto della serie).
Potrebbe intitolarsi "il vascello fantasma" questo peschereccio fotografato all'imbrunire. Ho volutamente impostato f/8 ed un tempo di 2-3 secondi senza usare il treppiedi, cercando, per quanto possibile, di seguire il movimento del peschereccio che rientrava.
Queste ricerche sono avvenute nei primi decenni del secolo e, in campo fotografico, è particolarmente importante l'opera dei fratelli Anton Giulio e Arturo Bragaglia che asserivano "E se del movimento noi riprodurremo solo la traiettoria, allora la sensazione di esso sarà ancora più completa e facile. Allora avremo raggiunto completamente il nostro fine artistico poiché, essendo un gesto per noi una pura sensazione dinamica ed essendo questa non altro che l'effetto prodotto sulla nostra sensibilità dalla traiettoria, possiamo far riprovare la sensazione dinamica del gesto e possiamo raggiungere il fine".
Questo è un concetto, e quindi una possibilità.
Volendo uscire dai soliti schemi possiamo provare a fare un primo esperimento: realizziamo in studio delle foto che, grazie alla scarsa nitidezza dovuta al movimento del soggetto o della fotocamera, possano dare l'impressione di un qualcosa che altrimenti non esiste.
Non lasciamoci spaventare da tutte queste parole e vediamo qual è il succo del discorso. Se fotografiamo una o più striscioline di carta bianca a forma di V e muoviamo la fotocamera, l'immagine finale sarà qualcosa di indistinto ma che il nostro cervello, per associazione spontanea, identificherà con uno stormo di gabbiani. Abbiamo quindi almeno due possibilità creative, una reale e l'altra irreale, costruita in studio. Entrambe sono valide e ognuno può dedicarsi a quella che rappresenta maggiormente il suo modo di vedere e costruire le immagini. Realizzare foto mosse è apparentemente molto facile, basta usare dei tempi lunghi, ma attenzione: non tutti i mossi sono altrettanto piacevoli. Un mosso leggero sembra senz'altro sbagliato.
Quindi, regola numero uno: il mosso deve essere sempre molto mosso. Regola numero due: se si muove il soggetto non si deve muovere la fotocamera e viceversa, pena un'immagine troppo confusa. Regola numero tre: meglio non badare alle regole e sperimentare di tutto. Le migliori immagini si ottengono infrangendole o interpretandole in modo molto personale.
Il primo esempio, quello dei falsi gabbiani, è stato ottenuto ponendo delle striscioline di cartone bianco piegato a V su di un panno nero e tenendo l'otturatore aperto per alcuni secondi. Il secondo, con soggetto reale, è di natura vagamente pittorica ed il bosco (vedi sotto), così mosso, potrebbe essere un dipinto impressionista di Monet (ma dubito che la foto messa in rete ne renda l'idea: decisamente troppo piccola).
Ma le possibilità sono ancora tante, magari disponendo di un'amica volenterosa da far muovere davanti l'obiettivo o elaborando ulteriormente le immagini ottenute.
Muovere per credere!
Rino Giardiello © 06/1987
Da "L'Antro di Merlino" pubblicato su "FOTOGRAFIA REFLEX" di giugno 1987
"L'Antro di Merlino" e' stato il titolo di una mia rubrica sulla rivista REFLEX dal 1985 al 1993. Ogni mese per otto anni ho proposto nuove immagini con vecchie tecniche (difficile inventare qualcosa di nuovo, ma tutto si puo' applicare in maniera diversa), realizzabili sempre con mezzi "poveri" ed alla portata di tutti. Bastavano una reflex con la possibilita' di effettuare le esposizioni multiple, dei cartoncini e qualche luce colorata (spesso utilizzavo il proiettore per diapositive). L'ingrediente fondamentale era, e deve essere ancora, la propria fantasia.
Foto in alto
Difficile mostrare sul monitor la delicata texture di questa foto dall'effetto pittorico ottenuto, voglio ricordarlo, senza alcuna postproduzione digitale (come del resto tutte le foto di questo articolo). Il particolare al 100% rende meglio l'idea del risultato, ma la foto è apprezzabile in pieno solo su una stampa 20x30cm o superiore.
A sinistra
La mia ricostruzione di una famosa foto dei fratelli Bragaglia intitolata "il fumatore" (non ci è possibile pubblicare la foto originale a causa delle assurde normative SIAE che impediscono di diffondere la cultura a titolo gratuito sul web rendendo così omaggio all'ingegno degli artisti.
Con la reflex sul treppiedi e con l'otturatore impostato sulla posa B, ho ottenuto questa immagine nell'oscurità più completa (la sola fonte di luce era la fiamma dell'accendino al momento dell'accensione e poi della sigaretta).
Non sono fuochi d'artificio ma gli stessi lampioni del ponte strisciati spostando la reflex negli ultimi secondi di esposizione. Su un totale di circa 10 secondi, ben otto sono serviti ad impressionare la pellicola con l'immagine del ponte, poco luminosa, mentre solo due sono bastati per le alte luci. Il mosso intenzionale può servire per creare foto particolari e dall'aspetto magico. Per poter ottenere lunghe esposizioni e foto mosse anche in pieno giorno, basta utilizzare uno o più filtri grigi ND.