E' passata la mezzanotte ed anche con tutte le finestre aperte in casa si soffoca.
Qualche disperato cerca di dormire fuori al balcone, ma anche lì non si muove un filo d'aria.
La città, essendo domenica notte, è stranamente silenziosa: fa troppo caldo anche per divertirsi andando a passeggio e l'umidità è forte: di sicuro i nottambuli stanno beati al fresco in qualche bar o locale dotato di aria condizionata.
Impossibile dormire, il letto sembra emanare calore.
Accendo la lampada sul comodino e continuo a leggere un romanzo di Irving.
Lo finisco senza che il sonno arrivi.
Silenziosamente vado in camera di mia figlia e le frego qualche giornalino, li leggo, le ore passano, mi alzo e vado a bere l'acqua fresca del frigorifero (quella nel bicchiere sul comodino è ormai calda), mi rimetto a letto, mi rigiro, il letto si disfa e diventa sempre più scomodo e caldo.
Detesto dormire nel letti scomposti e cerco di ricomporlo, ma lampada del comodino crea dei particolari giochi di luci ed ombre.
Sembrano paesaggi.
Accendo il ventilatore e prendo la fotocamera.
Esamino il bicchiere pieno di acqua che non berrò ed il colore blu mi da' quasi un senso di refrigerio.
La lampada si riflette nel bicchiere.
Il ventilatore ronza nella casa silenziosa.
Fotografo la luna nel pozzo.
Fotografo i calanchi e le dune del deserto.
Fotografo il vento.
Mi tuffo nel pozzo per afferrare la luna.
I miei piedi sprofondano nella sabbia delle dune.
Lontano sento passare un'automobile.
Finalmente ho sonno, viaggiare stanca.
Rino Giardiello © 07/2003
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