CORSI E WORKSHOP

 
VEDERE L'INVISIBILE
Un ciclo di lezioni di Rino Giardiello sul "vedere" presso la facoltà di Architettura di Napoli

Rino Giardiello ©

La locandina realizzata da
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Tutte le foto pubblicate sono state scattate dagli studenti della facoltà di Architettura Federico II di Napoli durante la lezione del 24 maggio 2007

Ci sono persone che, pur ritenendosi osservatrici, non vanno oltre la mera apparenza delle cose; hanno poco occhio, come si suol dire.
C'è chi, invece, riesce a guardare la realtà mostrandola da un'altra prospettiva con una buona dose di sensibilità e filtrata con la giusta lente.

Non sempre si tratta di mettere a fuoco ciò che ci circonda per superare una visione superficiale che abbiamo del mondo intorno a noi. Bisogna prima imparare a vedere in maniera diversa, perché è proprio il modo di vedere le cose che influenza fortemente la percezione che abbiamo di esse.

Vedere con occhi critici che indagano e selezionano, vedere l'infinita varietà delle ombre, vedere il cielo in una stanza, vedere il vento assumere molteplici forme tra le nuvole o tra i capelli, vedere ciò che non sembra apparire, vedere l'invisibile.

E' proprio questo il titolo di una lezione tenuta da Rino Giardiello presso la facoltà di Architettura di Napoli, tra studenti entusiasti accorsi numerosi più del previsto per l'occasione.

In una calda mattinata di fine maggio, nell'aula rinfrescata soltanto da un paio di ventilatori di fortuna rinvenuti chissà dove, ascoltiamo attentamente e con piacere parole come pre-visualizzazione e post-visualizzazione.

Parole apparentemente ostiche e inavvicinabili per i non addetti ai lavori, ma si sa che è non solo il modo di vedere ma anche di dire le cose, che le rende comprensibili, e in questo Rino Giardiello con i suoi toni leggeri e intelligenti si muove bene.

Sostanzialmente ne ricaviamo un approccio sintetico e diretto alla fotografia, ciò che manca, anche se essenziale, a ogni studente di Architettura.

Le immagini proiettate cominciano a scorrere sullo schermo accompagnate dalla voce del fotografo, racconti delle sue esperienze e quelle di altri.
Banali cubetti di ghiaccio trasformati in superfici lunari, dune del deserto celate tra le pieghe di un vestito e un incredibile viaggio intorno a un comodino in una notte di mezza estate, ci mostrano un universo tutto da scoprire seppur nella quotidianità della nostra esistenza.

Adesso sì, forse è tutto un po' più chiaro o forse si è semplicemente risvegliata la curiosità nei nostri occhi, ma la lezione ha sortito il suo effetto.

Una breve pausa pranzo, arricchita da divertenti aneddoti personali, ed ecco tutti, studenti e non, armati di macchina digitale pronti sulla stregua di quanto ascoltato la mattina, a cercare di catturare con uno scatto un angolo o un aspetto inconsueto di palazzo Gravina.

Li vediamo correre su e giù per i tre piani della facoltà, arrampicarsi, accovacciarsi fino a strisciare a terra: uno spettacolo da matti, a guardarlo da fuori. E ci viene l'idea che l'immagine più originale sarebbe quella che riesce a fermare con un'istantanea i loro tentativi di fotografare.

Tornano in aula due ore dopo, tutti, esausti per il caldo ma soddisfatti, con tantissime foto da scaricare.
La giornata si avvia alla conclusione e i risultati e i commenti sono rimandati alla prossima lezione.

Sarà lì che scopriremo se l'esperimento è riuscito e quanti scatti sono di maniera riprendenti solo la forma, ma non i contenuti di quanto mostrato e quanti invece fatti con lo spirito critico giusto, che analizza non solo lo spazio in cui siamo immersi, ma anche il tempo e la sua memoria. Perché come dice Calvino: "I tuoi passi rincorrono ciò che non si trova fuori dagli occhi ma dentro, sepolto e cancellato?".
Proviamo allora a vederlo, attraverso l'obiettivo.

Sergio Di Petrillo, Viviana Saitto, Claudio Pelosi
30 maggio 2007




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Ringrazio tutti coloro che hanno pensato a questo corso e ne hanno permessa la realizzazione insistendo con il sottoscritto (grazie Paolo!), grazie agli assistenti che hanno sudato e sofferto il caldo insieme a me e grazie agli allievi - tanti ed entusiasti - che con la loro partecipazione hanno contribuito alla perfetta riuscita di questa esperienza.

Rino Giardiello, giugno 2007

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