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Pescara, 28 settembre 2012. Nella sala del Grand Hotel Adriatico di Montesilvano (Pescara) alle ore 18.00, si è tenuto il convegno "LE MEMORIE DELLA TERRA", primo incontro del ciclo previsto per il 2013 con le foto realizzate da Rino Giardiello. Le foto presenti nella nostra Galleria, sono state montate e sonorizzate dallo stesso Giardiello in modo da fare da suggestivo video di apertura del convegno sul tema "Le Memorie del Tempo costruiscono il futuro".

L'evento a Montesilvano è solo l'inizio di una serata interamente dedicata ai giornalisti verdi ed agli addetti del settore perché, verso le 21.00, tutti i partecipanti e le Autorità si sono spostati a Chieti per l'inaugurazione della nuova sede dell'Ufficio di Presidenza per l'Abruzzo di "ARGA Lazio Abruzzo Molise - F.N.S.I" (qui il retro dell'invito con il programma della serata) in via Principessa di Piemonte 18.

Sono seguiti cena a buffet "Tempo del Gusto", intrattenimento musicale ed il convegno è stato riproposto televisivamente in prima serata attraverso le telecamere di "Alternews Communications" su SKY 858 il 13 ed il 17 ottobre.

L'evento è stato realizzato dall'associazione dei consumatori "Contribuenti.it" sezione Abruzzo.

A Pescara, nella suggestiva cornice del Museo Argalam, si è tenuta, dal 16 giugno al 16 luglio 2012, la prima mostra delle "Memorie del Tempo" con dieci stampe di grande formato montate su leggerissimi pannelli in forex. L'inaugurazione è stata ripresa dalle telecamere di SKY 858 e l'Autore, Rino Giardiello, ha rilasciato una breve intervista al conduttore di "Alternews", il giornalista Donato Fioriti:

"Sono oggetti comuni che si trovavano nelle nostre case o in quelle dei nostri nonni sino a pochi anni fa - dice Rino Giardiello - spesso fatti portar via dal robivecchi o accantonati in soffitta. Ed è stato proprio ripulendo la mia soffitta ed esaminando i vari oggetti per stabilire quali tenere e quali buttare, che è cominciato il pericoloso gioco dei ricordi. Ogni piccolo oggetto era carico di ricordi personali, è ovvio, ma molti andavano oltre e sembravano volermi raccontare storie che non erano le mie personali o quelle della mia famiglia, ma quelle dell'Italia dei primi decenni del 1900. Mi sono sentito una specie di 'archeologo domestico' nel riportare alla luce la vecchia bilancia di mia nonna che ricordo benissimo nella sua altissima cucina di Napoli (o forse ero io bambino ed ogni cosa mi appariva enorme), o la radio a valvole affianco alla quale il mio bisnonno, ormai semicieco, trascorreva gran parte delle sue giornate spesso commentando le notizie ad alta voce. Anche il vecchio frigorifero FIAT degli anni '50, mi raccontava di quando gli italiani dicevano di avere 'il frigidaire', marchio allora famosissimo e diventato sinonimo di frigorifero, un po' come oggi si dice di avere l'iPod per qualsiasi tipo di lettore mp3 anche di marca diversa da Apple".

"E' stato il gioco della riscoperta che è diventato subito dopo gioco fotografico, spesso fotografando gli oggetti esattamente dove si trovavano, altre volte portandoli a casa, ma sempre in condizioni di luce del tutto naturali. Il gioco fotografico è andato oltre, facendomi venire il desiderio di ricercare nei miei archivi dei vecchi negativi bianconero scattati agli stessi oggetti molti anni addietro ed effettuandone le scansioni. Sto presentando immagini, ricordi e emozioni. Non contano la fotocamera, l'obiettivo, la pellicola o il sensore, quindi le foto pubblicate ed esposte hanno le provenienze più disparate compresa quella digitale. Poiché la preparazione finale delle foto prima della stampa è comunque passata attraverso il computer, ho cercato di uniformarle il più possibile, anche aggiungendo grana digitale dove necessario, cosa che farà storcere il naso a taluni, ma - citando Michele Vacchiano nella sua splendida presentazione alla mostra - la grana che conta è quella  dei sogni."

A partire dal mese di ottobre 2012 le foto saranno esposte in mostra a Roma, Chieti e altre città italiane e, nel mese di febbraio 2013, in occasione del nuovo anno cinese, a Kaohsiung City (Taiwan). La mostra "Memorie del Tempo" ha ricevuto il bollino di qualità "Territorio e Immagini" da parte dell'associazione dei consumatori "Contribuenti.it" sezione Abruzzo.

Sopra: Donato Fioriti intervista Rino Giardiello per SKY 858 prima dell'inaugurazione ufficiale della mostra a Pescara.

MEMORIE DEL TEMPO
Presentazione di Michele Vacchiano

Era a casa della nonna quella vecchia bilancia a due piatti, e nei buchi c’erano tutti quei pesetti di piombo, alcuni talmente piccoli che sembravano fatti per la casa delle bambole, ed era divertente metterli sui piatti e vedere come questi si alzavano e si abbassavano, anche se il nonno non voleva perché “si rovina”, ma non ho mai capito cosa ci fosse di così delicato lì dentro che un bambino di cinque anni potesse rovinare.
E così continuavo a giocare e giocando imparavo la magia delle misure e dei loro multipli.

Così il nonno dopo un po’ si rassegnava, anche perché sotto quella sua scorza di valdostano burbero e taciturno mi voleva un bene dell’anima; si accendeva la pipa (sì, fumava in casa davanti a un bambino di cinque anni, ma per fortuna non esistevano leggi talebane che glielo impedissero, e quell’aroma di trinciato forte tagliato col Nazionale resta uno dei ricordi più belli della mia infanzia) e andava a sedersi sul vecchio divano, accendendo quella sua radio monumentale dalla voce calda e pastosa come non se ne trovano più, adesso che i transistor hanno sostituito le valvole.

Non c’era altro programma se non Radio Due, che a mezzogiorno e venti trasmetteva il notiziario regionale.
Solo la sera ci si permetteva qualche digressione, e allora si giocava con le onde lunghe per captare qualche lontana stazione francese: una lingua che il nonno capiva perfettamente, da buon valdostano, e che usava anche per comunicare con me, ed è grazie a lui (che non aveva finito la terza elementare ma parlava correntemente quattro lingue) che quando vado in Francia nessuno sospetta che io non sia francese.

C’era anche una sedia, a casa dei nonni, una di quelle vecchie sedie in legno, coi braccioli scolpiti, scomodissime e monumentali. Mi ci sedevo con uno strofinaccio da cucina legato al collo a mo’ di mantello e giocavo a fare il principe.

Tutti ricordi sepolti da cinquant’anni di vita, di lavoro, di grandi gioie e laceranti dolori.
Ricordi che a volte ritornano in sogno, ma faticosi da guardare e in bianco e nero, come una stampa fotografica con la grana grossa, di quelle che si facevano con la Tri-X tirata a millesei.

Ma ieri sera, molto dopo la mezzanotte, ho aperto la posta elettronica e vi ho trovato una lettera di Rino Giardiello, che mi chiedeva di scrivere la presentazione per una sua mostra di foto “un po’ particolari” (così le definiva).

Incuriosito ho guardato le immagini che Rino aveva allegato al suo messaggio ed è stato (non so se per l’ora tarda o per l’aroma inebriante del Dunhil Nightcap che stavo fumando, così diverso dal trinciato del nonno) come staccarsi di colpo dalla realtà e piombare in uno dei miei sogni, quelli in bianco e nero a grana grossa, perché lì c’era la bilancia dei nonni, così come la vedevo io a cinque anni, gigantesca e ravvicinata, e c’era la radio e il pavimento di mattonelle, e anche i libri di quando papà era giovane e che aveva messo in cantina, e io andavo a curiosare e quanti spunti vi trovavo per i miei temi di liceale!

E tutto era esattamente come nei miei sogni a grana grossa, dove spesso vedo con nitidezza un solo particolare mentre il resto intorno è sfocato, come quando si fotografa troppo da vicino con un diaframma aperto.

E questi oggetti, queste inquadrature inusuali, questi angoli di mondo e di casa che Rino ha fissato nei sali d’argento sono per me un pezzo di vita, una realtà perduta dove ormai non posso entrare se non in un sogno sgranato.

Michele Vacchiano © 06/2012