ZONE MATCHING, CHI ERA COSTUI?
Il parametro "Zona" presente nei menu di alcune reflex digitali Sony

Aprendo i menu che personalizzano la qualità delle immagini (regolando contrasto, saturazione, ecc.) alcune reflex Sony offrono anche la possibilità di impostare il parametro Zona ("Zone" in inglese), che sulla A700 può assumere come valore -1, 0, 1 o 2. Il termine esteso è "Zone Matching" ed in effetti i vari manuali delle fotocamere non spiegano con grande chiarezza di cosa si tratta. Volendo sintetizzare, è un parametro che modifica l'esposizione, dando maggiore importanza alle ombre o alle alte luci a seconda del valore scelto.
Impostando la Zona su -1, la fotocamera tende leggermente a sovraesporre, minimizzando il rumore nelle ombre, mentre i valori positivi (+1 o +2) portano la fotocamera a sottoesporre, mantenendo il più possibile i dettagli nelle alte luci (a discapito di un certo aumento del rumore nelle ombre). Lasciando la Zona a 0, la fotocamera espone secondo gli algoritmi standard.
Si può dunque intuire che lo Zone matching è un buon modo per lavorare con immagini High Key o Low Key, anche perché in realtà la modifica non riguarda solo l'esposizione, ma anche la curva dei toni che verrà applicata all'immagine raccolta dal sensore.

Il termine Zone Matching deriva dal sistema zonale di Ansel Adams, perché il principio ispiratore di questa tecnologia parte proprio dall'intuizione adamsiana di suddividere la gamma tonale di un'immagine in una serie di zone, legando poi la resa finale della ripresa all'esposizione misurata sulle zone ritenute di interesse dal fotografo (in fondo l'esposizione si decide, non si misura).

Lo Zone Matching è stato originariamente sviluppato da Konica Minolta ed era già presente sulle reflex digitali Minolta 5D e 7D; anzi, su questi corpi macchina i settaggi disponibili si chiamano proprio Low Key ed High Key. Il modo Low key imposta una sensibilità piuttosto bassa (ISO 80 o 100) per minimizzare il rumore, ed applica una certa sovraesposizione; infine, all'immagine viene applicata una regolazione dei toni tale da attenuare la luminosità complessiva avendo come riferimento le ombre. Il modo High key funziona in maniera speculare (con ISO 200 o 250), aumentando l'esposizione ed applicando una curva dei toni che privilegi le alte luci, preservandone cioè per quanto possibile i dettagli.
Sulla Sony A700 il parametro Zona non influenza la sensibilità, limitandosi ad agire sull'esposizione e sulla curva dei toni. Nel semplice esempio che mostriamo si può osservarne l'effetto. Abbiamo scattato la medesima foto ad ISO 1600 con Zona=0 e poi Zona=-1. Osservandone una piccola parte al 100%, notiamo che nel fotogramma esposto con Zona -1 (il dettaglio in alto) c'è meno rumore (si noti la tenda sullo sfondo, dietro lo schienale della sedia), e l'aspetto complessivo dell'immagine è più scuro, nonostante l'esposizione sia stata maggiore (0,4 secondi, contro 1/3 di secondo dell'altro scatto. Il tempo molto lento spiega anche il leggero micromosso del ritaglio superiore).

Lo Zone Matching non fa miracoli ma è uno strumento utile che, se ben utilizzato, può salvare molto lavoro in postproduzione. Non è da escludere che intervenendo in seguito sia sui toni che con dei software di riduzione del rumore si possano ottenere gli stessi risultati, ma usando il parametro con coscienza, e dunque sapendo cosa aspettarsi, ci si può predisporre in maniera ottimale per il futuro flusso di lavoro in postproduzione.
Infine, non è inutile spendere qualche parola sull'interazione tra Zone Matching e DRO, il sistema di ottimizzazione di ombre e luci pure presente sulle varie reflex Sony. La differenza sostanziale, infatti, è che il DRO non agisce sull'esposizione, né ragiona in termini di Low Key o High Key: è semplicemente un'elaborazione a posteriori sull'immagine che tende contemporaneamente a schiarire le ombre ed a recuperare i dettagli nelle alte luci, in sostanza come il comando Luci/Ombre di Photoshop. Usare l'uno o l'altro (o entrambi!) è una scelta del fotografo. Se sia giusta e sbagliata, come sempre, lo diranno i risultati.

Agostino Maiello © 03/2009
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